“Se l’agricoltura italiana è in ginocchio è soprattutto a causa delle scelte del governo Meloni. Mentre la Legge di Bilancio tagliava le esenzioni irpef e le esenzioni dei contributi per i giovani agricoltori, penalizzando di fatto i piccoli proprietari ed il ricambio generazionale, Lollobrigida otteneva risorse ingenti per il suo staff. Il Ministro ha creduto per mesi di poter governare il comparto coinvolgendo soltanto una parte delle associazioni agricole e distraendo l’opinione pubblica con le battaglie ideologiche contro la carne sintetica e le farine di insetti. Il risultato è evidente: gli agricoltori hanno perso reddito e capacità di incidere lungo la filiera. Il Ministro riconosca il fallimento ed inverta finalmente la rotta: coinvolga tutti i rappresentanti del mondo agricolo e trovi le risorse necessarie per dare risposte al comparto”. Lo dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio.
Agricoltori protestano anche contro scelte governo italiano
“Il capogruppo di Fdi, Tommaso Foti prima di azzardare una difesa d'ufficio del ministro Lollobrigida, in evidente difficoltà e contraddizione, dovrebbe meglio approfondire i temi agricoli per evitare di abbaiare alla luna e sciorinare frasi ad effetto che non trovano riscontro nella realtà. Innanzitutto la politica agricola europea è nelle mani del commissario polacco Wojciechowski che fa parte del gruppo dei conservatori europei di cui Meloni è Presidente! Poi c'è da segnalare che prima del commissario Timmermans il Green Deal fu voluto e sostenuto dalla Presidente Von Der Lyen. Infine, oltre a prendere di mira alcune politiche europee, gli agricoltori in strada stanno stigmatizzando molte scelte assunte dal Governo Meloni come corresponsabili della crisi che stanno vivendo, perché hanno messo le mani nelle tasche degli agricoltori tagliando tra l'altro l'Irpef e altri fondi di sostegno. Foti, la destra e il governo dovrebbero dunque smetterla di prendere in giro cittadini, agricoltori e imprese, dire le cose come stanno e mettersi a lavorare per dare risposte concrete alle tante criticità che sono da tempo emerse”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
“Stavolta è il capotreno dell’Unione Europea a fermare il convoglio del ministro Lollobrigida e a rispedire al mittente la legge bluff sulla carne coltivata. Una figuraccia internazionale che l’Italia avrebbe potuto evitare se al governo avessero avuto l’umiltà di ascoltare i suggerimenti del Gruppo Pd che con una serie di emendamenti aveva avvertito sull’esigenza di un controllo preventivo di Bruxelles poiché trattavasi di norme che intervengono su esclusive prerogative europee. Peraltro è stata imposta al Parlamento una legge che non solo ora è inapplicabile, sulla quale presumibilmente interverranno i tribunali e si attiverà un procedimento oneroso di infrazione, ma di alcun valore visto che in materia di carne coltivata l’Unione Europea non poteva prendere decisioni anche alla luce del fatto che nessuna richiesta di commercializzazione era stata inoltrata. Meloni e Lollobrigida hanno voluto appuntarsi una medaglia che ora è diventata di cartone e vale non più della carta straccia. Le buone ragioni del mondo agricolo vanno sostenute con serietà e non con pagliacciate fine a stesse”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura della Camera insieme ai colleghi deputati Antonella Forattini, Stefania Marino e Andrea Rossi.
“Sull'agricoltura il ministro Lollobrigida continua nel soliloquio propagandistico, incapace com'è di dare soluzioni alle questioni che da tempo organizzazioni e imprese stanno sollevando. Chissà se a Lollobrigida le parole Irpef, credito d'imposta e sostegni dicono qualcosa. Sono le misure sulle quali è recentemente intervenuto e che hanno determinato nuove tasse e costi per gli agricoltori. Pertanto il ministro la faccia finita con il frasario della propaganda e si metta a lavorare sul serio. Al momento nessuno se ne è accorto”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, in risposta ad un post del ministro Lollobrigida su Facebook.
Con nostri Odg provato a indicare rotta diversa
“Il governo si riempie la bocca di roboanti obiettivi, dal Made in Italy alla sovranità alimentare, e poi quando si tratta di fare cose concrete dimostra assoluta incoerenza. Sul decreto Energia abbiamo ascoltato solo ‘bla bla bla’. Nel frattempo il governo mette le mani nelle tasche degli agricoltori togliendo loro le detrazioni Irpef, disponendo che le rendite catastali tornino ad essere imponibili, cancellando l’esenzione contributiva per i giovani agricoltori sotto i 40 anni, escludendo dalle agevolazioni del reddito agricolo quelle provenienti dai canoni delle rinnovabili. Con questi 4 ordini del giorno semplici e molto chiari, dopo che erano stati respinti i nostri emendamenti migliorativi al decreto, sollecitati anche dalle organizzazioni agricole, abbiamo provato ad indicare una rotta diversa per sostenere le imprese agricole, attanagliate dai costi energetici che sono lievitati, dai danni dei cambiamenti climatici, dall’aggressione dei parassiti e dagli insetti, che hanno messo in discussione un settore molto importante come la frutticoltura”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario d’Aula della Camera.
“Abbiamo chiesto al governo - aggiunge - di garantire alle imprese agricole l'utilizzo delle fonti agroforestali e del fotovoltaico, così come di sostenerle nell'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. E abbiamo chiesto di sostenere un comparto importante come quello zootecnico e dei salumifici italiani, perché si tratta di imprese energivore. La risposta - conclude - è stata un gran ‘bla bla bla’ e il governo invece che dare una mano agli agricoltori in difficoltà pensa ad appiccicare medaglie di cartone sul petto di ristoratori, pasticcieri, viticoltori e olivicoltori italiani, che di tutto hanno bisogno meno che di riconoscimenti di nessun valore”.
Il Parlamento francese chiama il Partito Democratico per avere informazioni e confrontarsi sulla legge sui lupi. L’ambasciata francese ha infatti contattato i deputati dem Marco Simiani e Stefano Vaccari, firmatari della legge e rispettivamente capigruppo Pd nelle commissioni Ambiente e Agricoltura, per confrontarsi sulla proposta di legge depositata a Montecitorio negli scorsi mesi. All’incontro tenutosi a Roma in una pausa dei lavori hanno preso parte la deputata Pascale Boyer (anche Presidente dell'Associazione Nazionale degli Elus di Montagna - Anem) ed i consiglieri dell’ambasciata transalpina Claire Bergé (tema Ambiente) e Philippe Mérillon (tema Agricoltura).
“Siamo molti soddisfatti della riunione e soprattutto dell’interessamento verso la nostra proposta di legge che è stata costruita confrontandoci con le associazioni agricole ed ambientaliste. E' un testo che rappresenta una sintesi virtuosa capace di coniugare la salvaguardia del lupo e le aziende agricole colpite dagli attacchi dei predatori. Anche la Francia ha questo problema, come molti altri Paesi europei, e riteniamo che sia necessario un coordinamento fra i singoli ordinamenti nazionali per rendere maggiormente efficaci norme di contrasto e prevenzione. L’apprezzamento ricevuto conferma l’utilità della nostra iniziativa che speriamo di calendarizzare prima possibile a Montecitorio”. Così in una nota congiunta i deputati Pd Marco Simiani e Stefano Vaccari.
Altro che record, situazione inconcepibile Lollobrigida intervenga
“É inconcepibile che nei tempi della digitalizzazione della Pa si possano avere ritardi dei pagamenti della Pac di mesi con gli agricoltori e gli allevatori in ginocchio come sta avvenendo in Sardegna, nel silenzio del Governo e del ministro competente che dovrebbe vigilare e che invece lancia proclami di record solo il 10 gennaio scorso”.
Durissimo attacco del deputato dem, Silvio Lai, e del capogruppo Pd in commissione Agricoltura, Stefano Vaccari, sui ritardi dei pagamenti dei premi della politica agricola comune che sta mettendo in crisi centinaia di imprese in Sardegna.
“Anche se il ministro - aggiungono - non vuole disturbare il manovratore che è una giunta a lui vicina come quella uscente in Sardegna, il suo dovere è tutelare tutti gli agricoltori e gli allevatori ed evitare che il sistema agricolo collassi in tutta Italia. Per questo abbiamo presentato una interrogazione nella quale sollecitiamo il ministro Lollobrigida ad occuparsi anche della Sardegna e dei ritardi dei pagamenti della Pac che ormai tutte le organizzazioni agricole stanno denunciando da mesi senza esito e soluzioni. Se in Sardegna nella Giunta non sono in grado di agire, si intervenga con ogni strumento disponibile per farlo, senza attendere gli esiti elettorali. Gli agricoltori e gli allevatori, le loro imprese e le loro famiglie - concludono - vengono prima degli interessi delle formazioni politiche che il ministro vuole evidentemente proteggere, se non se ne occupa”.
Governo arrogante cerca di zittire famiglie e imprese
“Molto grave quello che è successo oggi nelle commissioni riunite Ambiente ed Attività produttive. Il Governo boccia tutte le proposte di modifica ed emendamenti al Dl Energia sugli aiuti per gli alluvionati dell’Emilia Romagna. Mentre con arroganza tenta di zittire famiglie ed imprese, come successo in Romagna in questi giorni. Ma se ne facciano una ragione Bignami e il Governo stesso. Gli emiliano romagnoli non hanno paura e non staranno zitti”. Lo dichiara il deputato del Pd, Andrea Gnassi, che aggiunge: “Bocciate oggi le risorse puntuali e con copertura di spesa per indennizzi dei beni mobili per le famiglie. Bocciata la proposta per il credito d’imposta per le imprese. Bocciata la proroga del pagamento dei mutui con cassa depositi e prestiti per investimenti pubblici dei comuni colpiti dall’alluvione (come per il terremoto). Bocciati i sostegni all’agricoltura colpita. Non basterà più a questo punto quella che oggi possiamo dire una passerella sui fondi PNRR per l’Emilia Romagna. Bocciate infatti tutte le proposte per dotare di strumenti idonei e personale i Comuni proprio per usare le risorse del Pnrr. Da un lato si indeboliscono i comuni dall’altro vi si scaricano sopra responsabilità. E intanto non importa a nessuno delle famiglie e delle imprese. Forse il governo spera che dopo un anno molleranno la presa. Ma nessuno la mollerà. Provare a zittire e indebolire l’Emilia Romagna, solo per fare campagna elettorale e cercare voti nel caos,non solo non passerà, ma non è neanche un modo onorevole di essere al governo e fare il governo del Paese”. “Il Governo accolga le proposte per chi è stato colpito dall’alluvione, faccia ciò che va fatto e non perda altro tempo”, ha concluso Gnassi.
Promesse non mantenute, nessuna correzione nel Dl Milleproroghe
“Il governo Meloni, che si professa amico del mondo agricolo, mette le mani in tasca agli agricoltori. E le correzioni annunciate nel nuovo Decreto Milleproroghe non sono arrivate”.
Lo dichiarano il capogruppo Stefano Vaccari e i deputati Pd Alessandra Forattini, Stefania Marino e Andrea Rossi, della commissione Agricoltura della Camera, che sottolineano “come con l’ultima Legge di bilancio il governo Meloni abbia abolito l'esenzione Irpef per il settore agricolo, disponendo che le rendite catastali dei terreni tornino a essere imponibili, rivalutate del 70% per quanto riguarda il reddito agrario e dell'80% per il reddito dominicale, ed escludendo dalle agevolazioni del reddito agricolo quello proveniente da canoni delle rinnovabili che non saranno più agevolati. Non solo, il governo ha cancellato l'esenzione contributiva di due anni per gli imprenditori agricoli di età inferiore ai 40 anni, che aveva consentito l'avvio del cambio generazionale, e ha reso obbligatorio che l'agricoltore si paghi un'assicurazione contro gli eventi catastrofici. Ancora più scandaloso - concludono - è che questi tagli siano avvenuti con la stessa legge che il ministro Lollobrigida ha usato per aumentare lo staff al ministero sottraendo ben due milioni di euro al settore”.
Era ridicolo penalizzare chi contrasta mutamenti climatici
"Alla fine hanno mollato e pur di non darci ragione il governo ha deciso di autocensurarsi eliminando dal Dl Energia la norma che prevedeva una tassa di compensazione per i produttori di energia a fonte rinnovabile proprietari di impianti di potenza superiore a 20kw": lo dichiarano il capogruppo Stefano Vaccari e i deputati Pd Antonella Forattini, Stefania Marino e Andrea Rossi della Commissione Agricoltura della Camera.
"Sul tema - aggiungono - avevamo presentato un nostro emendamento a tutela di molte imprese agricole, anche perché trovavamo ridicolo che si parlasse di compensazione poiché in questo caso si tratta di impianti di fonti rinnovabili necessari per contrastare i mutamenti climatici. Impianti che hanno già un loro valore compensativo. La tassa avrebbe avuto un impatto negativo sulla sostenibilità finanziaria degli impianti Fer (fonti di energia rinnovabili). E allora perché nessuna tassa su impianti non Fer? D'altronde questo è il governo che taglia le tasse a chi ha accumulato miliardi e miliardi di extraprofitti durante la crisi energetica mentre c'era chi nel Paese e nelle aziende agricole non riusciva a pagare le esose bollette".
“Il governo Meloni, amico del mondo agricolo, mette le mani in tasca agli agricoltori. Abbiamo pensato che attraverso il nuovo decreto si correggesse quanto di negativo previsto dalla Legge di Bilancio, invece non c’è traccia nelle proposte di governo e maggioranza. Ci saranno però i nostri emendamenti a ricordarlo”.
Lo dichiarano i deputati dem Silvio Lai, della commissione Bilancio della Camera, che sta affrontando il decreto Milleproroghe, e Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura.
“La Legge di Bilancio 2024 del governo Meloni - spiegano - ha messo le mani in tasca al mondo agricolo perché, nel silenzio della maggioranza, ha modificato lo status dell’agricoltore che da anni non viene più considerato solo un’impresa di produzione o un imprenditore come gli altri, perché si è guardato con l’attenzione necessaria chi presidia il territorio, previene le catastrofi, contribuisce alla salute ambientale e alimentare, custodisce tradizioni e bellezza. A partire da gennaio 2024 il governo, non prorogando le norme precedenti, ha di fatto abolito l’esenzione Irpef per il settore agricolo, disponendo che le rendite catastali dei terreni tornino a essere imponibili, rivalutate del 70% per quanto riguarda il reddito agrario e dell’80% per il reddito dominicale, ed escludendo dalle agevolazioni del reddito agricolo quello proveniente da canoni delle rinnovabili che non saranno più agevolati. Non solo, il governo ha cancellato l’esenzione contributiva di due anni per gli imprenditori agricoli di età inferiore ai 40 anni, che aveva consentito l’avvio del cambio generazionale e ha reso obbligatorio che l’agricoltore si paghi un’assicurazione contro gli eventi catastrofici. Nella Legge di Bilancio precedente, la copertura per l’esenzione Irpef era di 250 milioni di euro all’anno, mentre erano 60 milioni la copertura per l’esenzione contributiva per circa 10mila giovani agricoltori under 40, in tutto 310 milioni oltre ai nuovi costi di assicurazioni e bollette che graveranno sulle tasche degli agricoltori. In cambio di questo - concludono Lai e Vaccari - il governo Meloni ha introdotto il premio per il ‘maestro della cucina nel mondo’ del costo di 2000 euro per la medaglia che sarà oggi anno attribuita al vincitore e ha avviato il piano Mattei che prevede l’avvio di attività agricole in Africa per la produzione di biocarburanti per conto di Eni. Non male come scambio”.
“Tonda, morbida, fragante, con il suo famoso cornicione. Oggi il mondo celebra la pizza, indiscusso simbolo della cultura gastronomica dell'Italia grazie all’arte dei pizzaiuoli napoletani patrimonio dell'Umanità e ai custodi dell’Associazione Verace Pizza Napoletana. Giù il cappello. Per questo occorre tutelare le nostre materie prime a cominciare dal grano sul quale sono in corso speculazioni internazionali con un prodotto che non può certo essere equiparato al nostro per qualità, salubrità e tracciabilità”.
Lo scrive sui social Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
“Gli allevamenti della provincia di Pavia sono allo stremo. Lo dicono i dati degli abbattimenti, arrivati oggi a 40mila, a fronte di nessun indennizzo riconosciuto in una porzione della Lombardia che vive di suinicoltura“ .
Così la deputata Pd, Antonella Forattini, rivolgendosi in commissione Agricoltura al Commissario alla peste suina africana, Vincenzo Caputo, chiamato a fare il punto sull’attività svolta, rivolgendogli le domande che anche i consiglieri regionali della Lombardia avevano più volte formulato in relazione agli indennizzi agli allevatori, ai criteri di perimetrazione della zona rossa, alla gestione dei liquami, all’individuazione dei macelli. Rispetto alla relazione ottimistica del Commissario, la parlamentare dem ha evidenziato che “ancora una volta il rischio è quello delle enunciazioni fine a se stesse: i Got, Gruppi Operativi Territoriali, in Lombardia non sono partiti, come non si è visto l’annunciato esercito. Il Commissario scarica ogni responsabilità sulla Regione, mentre noi ci aspettiamo che questo rimpallo di responsabilità cessi quanto prima e che arrivino i riscontri concreti. Il settore è in ginocchio, le risposte non possono essere rimandate ulteriormente. L’audizione odierna - ha concluso la deputata democratica - è stata richiesta dal Gruppo Pd alla Camera per la preoccupazione rispetto al raggiungimento degli obiettivi di abbattimento indicati nel piano, del ruolo che dovrà svolgere l’esercito al fianco delle regioni e dei Got, della ravvicinata scadenza del mandato del commissario che rischia di pregiudicare il lavoro di organizzazione e implementazione delle azioni messe in campo”.
“Sui contratti di filiera del settore agroalimentare, previsti da un apposito bando del Pnrr, regna l’assoluta incertezza e il governo brancola nel buio mettendo a rischio l’effettiva erogazione dei contributi previsti a discapito di migliaia di imprese agricole”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo dem in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, dopo lo svolgimento dell’interrogazione parlamentare presentata dal gruppo Pd, alla quale ha risposto in Aula il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura, Luigi D’Eramo.
“Sulla graduatoria di assegnazione dei contributi - continua il deputato democratico - pendono decine e decine di ricorsi a fronte di decisioni pasticciate e frutto di valutazioni soggettive e non collegiali. Le erogazioni, inoltre, non potranno essere fatte se non al termine dell’esame di tutti i ricorsi, non prima di maggio 2024. Con la probabilità di venire sommersi da nuovi ricorsi visto che la graduatoria è stata pubblicata, come sottolineato dal sottosegretario D’Eramo, solo il 12 gennaio scorso. E’ evidente che slitteranno i tempi e comunque i progetti dovranno essere portati a termine entro il 2026, con l’evidente rischio che non tutti potranno essere realizzati. Sarebbe un grave danno per il comparto agroalimentare ed il governo deve prendere di petto la questione riconducendo ad equilibrio e trasparenza ciò che evidentemente non è stato fatto. Risultano infatti escluse filiere di eccellenza che denunciano la mancanza di valutazioni oggettive e comunque discordanti con altre decisioni di pari livello. E’ grave che il governo venga in Aula e si limiti ad una rappresentazione temporanea delle diverse scadenza, eludendo il grave tema dei ricorsi come se non fossero una problematica da affrontare. Peraltro - conclude Stefano Vaccari - al momento risultano stanziati solo i 690 milioni di euro inseriti nel Pnrr dal governo Draghi e non è dato ancora di sapere come e quando verranno riassegnati gli ulteriori 2 miliardi di euro sbandierati dal governo e stanziati in aggiunta nell’ultima modifica del Pnrr”.
“Per volontà del governo e del ministro Lollobrigida siamo chiamati, dopo una discussione surreale in Commissione ed anche in Aula, ad approvare una legge burla, utile, e mi si perdoni il termine, per assegnare riconoscimenti marchetta di cui non si sentiva davvero il bisogno rispetto ai grandi problemi che riguardano il settore enogastronomico, l’agricoltura e l’intero Paese. Il cibo è una cosa molto seria e vi sono altre modalità per valorizzarlo, che sembrano sfuggire a questa maggioranza il cui imperativo è appuntare una medaglia di cartone al petto dei cuochi e dei pasticceri, italiani che non hanno certo bisogno di queste sortite folcloristiche per essere apprezzati in tutto il mondo e da tutto il mondo per la capacità di rappresentare cultura e tradizioni del nostro Paese attraverso la preparazione di materie prime di eccellenza, lo studio e la sperimentazione di tecniche e di nuove conoscenze. Stiamo ovviamente parlando del cibo buono, pulito e giusto, tre parole che identificano anche una politica e una strategia estranee alla visione di questo esecutivo”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura, Stefano Vaccari, intervenendo in Aula alla Camera per annunciare la contrarietà del Gruppo Pd al Ddl per l’istituzione del premio ‘maestro d’arte cucina italiana’.
“Ci abbiamo provato a farvi cambiare rotta - ha aggiunto - raccogliendo le segnalazioni delle organizzazioni di settore. Oltre 60 emendamenti che avete respinto e che si muovevano su tre direttrici: sostegno agli agricoltori in grave difficoltà per crisi pandemica, energetica e climatica; sostegno agli agricoltori che attuano la conversione ecologica; sostegno al ricambio generazionale e di genere. Questa legge invece tiene impegnato il parlamento con un impegno di spesa di 2mila euro, mentre il ministro ha ottenuto nella legge di bilancio uno stanziamento di 2 milioni di euro per allargare il suo staff in vista delle europee. In quel caso i soldi si trovano. Le medaglie di cartone, dunque, le lasciamo a voi. Non ci interessano e non interessano al Paese. Noi - ha concluso - proseguiremo la nostra battaglia in Parlamento e nel Paese per sostenere l’agricoltura di qualità e multifunzionale quale premessa per costruire un nuovo modello di sviluppo nell’interesse di tutti i cittadini”.