La proposta della Commissione Europea sul bilancio agricolo per il periodo 2028–2034 è una scelta grave e profondamente sbagliata. Tagliare quasi il 20% delle risorse destinate alla Politica Agricola Comune significa colpire al cuore uno dei pilastri storici e fondativi dell’Unione così come è un errore diluire le risorse dentro un fondo comune. Così si creano contrapposizioni e competizioni che porteranno a scelte non oggettive legate ai bisogni reali della gente e dei territori”.
Lo dichiarano il capogruppo Pd della Commissione Agricoltura della Camera, Antonella Forattini e i deputati, Stefania Marino, Andrea Rossi, Nadia Romeo e Stefano Vaccari.
“È inaccettabile - aggiungono - che a fronte delle sfide climatiche, economiche e geopolitiche che il settore primario si trova ad affrontare, si scelga proprio di ridimensionare gli strumenti che finora hanno garantito produzione alimentare di qualità, sicurezza, coesione sociale e presidio del territorio nel contesto di una equa e sostenibile transizione ecologica. La proposta della presidente von der Leyen e del commissario Fitto di trasformare la PAC in una generica “linea guida” per i piani nazionali è un vero e proprio arretramento politico e culturale, che nega il ruolo dell’agricoltura come leva strategica per il futuro dell’Europa. Privare Regioni, agricoltori e comunità rurali della possibilità di programmare e investire significa abbandonare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e sostenibilità ambientale.
Questa rinazionalizzazione mascherata è un regalo alle destre nazionaliste, che non aspettano altro che vedere l’Europa ritirarsi dai suoi compiti più nobili. Invece di indebolire la PAC, la Commissione dovrebbe rafforzarla, ascoltando chi nei territori ha esperienza diretta dei bisogni delle imprese agricole e delle filiere agroalimentari. Il Partito Democratico si opporrà con fermezza a questa impostazione. L’agricoltura non è un capitolo di spesa da tagliare, ma una scelta strategica per lo sviluppo, la qualità della vita e la sovranità alimentare del continente europeo. Difendere la PAC significa difendere l’Europa. Servivano - concludono - altre scelte economiche e vedremo se ora il Lollobrigida, Fitto e il governo italiano sapranno esprimere con forza la loro contrarietà nel successivo percorso parlamentare per scongiurare questo scenario o si gireranno dall’altra parte come hanno fatto con i dazi per non disturbare gli alleati sovranisti. Li misureremo sul campo”.
“Dietro gli scaffali ordinati dei supermercati si nasconde una filiera ingiusta: i produttori agricoli vengono sistematicamente penalizzati da contratti sbilanciati e richieste di sconto imposte dalla grande distribuzione.” Lo dichiara Antonella Forattini, capogruppo PD in Commissione Agricoltura.
“Il paradosso – spiega Forattini - è che quei ribassi non si traducono in risparmi per i consumatori: i prezzi al dettaglio restano invariati, mentre chi coltiva vede ridursi il proprio reddito”.
“Serve più trasparenza e un riequilibrio dei rapporti di forza nella filiera. L’agricoltura italiana può reggere le sfide ambientali solo se chi lavora la terra è messo nelle condizioni di vivere del proprio lavoro. Basta extra-profitti sulla pelle degli agricoltori”
“Serve un quadro normativo chiaro, moderno e coerente per un settore strategico per l’economia rurale, la cultura agricola e il benessere animale come quello dell’ippicoltura e delle attività equestri”. Lo affermano in una nota congiunta i deputati Pd Marco Simiani e Stefano Vaccari, in merito alla loro proposta di legge “Disciplina dell’ippicoltura nonché disposizioni per la promozione delle attività equestri e il benessere degli equidi” che verrà presentata mercoledì prossimo 23 luglio alle ore 13 presso la Sala stampa di Montecitorio.
“Il comparto equestre - aggiungono i deputati dem - nonostante la sua importanza storica e socioeconomica, è stato per troppo tempo lasciato in un limbo normativo e fiscale che ha penalizzato allevatori, operatori e territori. È arrivato il momento di riconoscere pienamente l’ippicoltura come attività agricola, con tutti i diritti e le agevolazioni del settore primario. La proposta di legge si pone, in questa direzione, obiettivi diversificati: dal riconoscimento dell’ippicoltura come attività agricola, con relativa estensione del regime fiscale e previdenziale agevolato, alla valorizzazione delle attività connesse, come la doma, l’addestramento, il turismo equestre e l’ippoterapia. Tra i punti centrali della proposta anche la pensione equina, ovvero la possibilità per le aziende agricole di ospitare cavalli a fine carriera in modo etico e sostenibile, e la regolamentazione delle professioni equestri, con particolare attenzione alla figura del maniscalco, oggi priva di un adeguato riconoscimento giuridico nonostante il suo ruolo essenziale per il benessere degli animali".
“La nostra proposta - concludono Simiani e Vaccari - prevede inoltre misure concrete per incentivare l’occupazione giovanile nel settore equestre, sostenere le imprese che investono in turismo rurale e attività terapeutiche con i cavalli, e valorizzare le tradizioni agricole legate al cavallo come parte del patrimonio culturale italiano. Il rilancio dell’ippicoltura non è solo una scelta economica, ma anche culturale e ambientale. Integrazione tra cavalli e agricoltura significa sviluppo sostenibile delle aree interne, tutela della biodiversità, promozione del benessere animale e nuove opportunità per i territori rurali”.
“I dazi americani al 30%, sommati a quelli già in essere, avranno un effetto devastante sul nostro sistema agroalimentare e su tutti i comparti più rappresentativi del Made in Italy e del settore manifatturiero. La narrazione di ‘Meloni amica di Trump’ sta rivelando tutta la sua inconsistenza, esponendo l’export nazionale a una crisi senza precedenti e trascinando nel baratro imprese e posti di lavoro”.
Lo dichiara Antonella Forattini, capogruppo del Partito Democratico in commissione Agricoltura alla Camera, commentando l’ipotesi di nuovi dazi statunitensi sui prodotti italiani.
“I formaggi - sottolinea l'esponente dem - pagano già dazi del 15%, che salirebbero al 45%. La pasta oggi paga il 16%, che salirebbe al 46%. Dirompenti anche le ricadute sul vino, che genera un export di 2 miliardi destinato agli Stati Uniti. L’Europa deve continuare a trattare, senza complessi di sudditanza e Meloni deve dimostrare di avere l’autorevolezza e l’autonomia necessarie per tutelare il Made in Italy”.
“In questo scenario - conclude Forattini - è estremamente preoccupante l’ipotesi di tagli alla nuova PAC: è bene che il ministro Lollobrigida smetta di fare il passacarte e agisca concretamente, insieme al collega Fitto, per scongiurare questa inaccettabile eventualità”.
Per quale ragione la Sardegna è stata interamente trasformata in una zona rossa, con blocco totale della movimentazione dei bovini, senza alcuna distinzione territoriale o proporzionalità rispetto al focolaio? Il Governo deve rispondere immediatamente». È quanto chiedono i deputati del Partito Democratico Silvio Lai, eletto in Sardegna, Marco Furfaro (capogruppo PD in Commissione Affari Sociali e Sanità) e Antonella Forattini (capogruppo PD in Commissione Agricoltura) con un’interrogazione urgente rivolta ai Ministri della Salute e dell’Agricoltura.
Dopo il focolaio di dermatite nodulare bovina (Lumpy Skin Disease) nel Comune di Orani, e gli ulteriori focolai segnalati successivamente, nella Regione Sardegna è stata estesa la cosiddetta zona soggetta a restrizione (ZUR) a tutta l’isola, impedendo di fatto la movimentazione dei bovini verso il continente e bloccando il commercio dei vitelli da ristallo. «Questa scelta appare sproporzionata perché include anche territori senza focolai e lontani dal nucleo iniziale. Non si comprende perché non sia stata prevista una zona di salvaguardia esterna alla zona di sorveglianza, dove si possa non rendere obbligatoria la vaccinazione e autorizzare la movimentazione in sicurezza.»
I deputati chiedono dunque al Governo di chiarire, anche interagendo con la Commissione europea e la Direzione Generale competente:
• i criteri per l’istituzione delle Zone di Vaccinazione 1 e 2 e se sarà imposto il 100% di copertura vaccinale per ogni azienda;
• le condizioni necessarie per il recupero dello status di indennità sanitaria della Sardegna;
• la possibilità di prevedere deroghe immediate per sbloccare almeno parte delle movimentazioni verso il continente.
Infine, i parlamentari PD sollecitano il Governo a:
• convocare un tavolo tecnico urgente con Regione Sardegna, Commissione europea, autorità veterinarie e organizzazioni agricole;
• verificare se analoghe misure vengano applicate negli altri Stati europei colpiti, come nel caso della Savoia in Francia.
«Non possiamo accettare che la Sardegna paghi da sola il prezzo di scelte non coordinate e non proporzionate, che rischiano di mettere in ginocchio l’intera zootecnia isolana», conclude Silvio Lai.
“Il Made in Italy è finito nel mirino: con l’annuncio dell’aumento dei dazi fino al 30%, Trump mette in ginocchio settori chiave della nostra economia. Agricoltura, manifattura, meccanica, agroalimentare: comparti vitali che rischiano di entrare in tilt per colpa dell’inerzia di questo governo. È indispensabile che Giorgia Meloni e il ministro Giorgetti vengano immediatamente in Parlamento a spiegare cosa intendano fare per difendere le imprese italiane”.
Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in commissione Bilancio della Camera, che avverte:
“La verità è che la linea di subalternità scelta dal governo verso Trump si è rivelata un clamoroso fallimento. La propaganda non basterà a salvare posti di lavoro. Serve una strategia chiara: misure immediate di protezione, un piano di sostegno ai settori colpiti e una posizione forte in sede europea per una risposta unitaria. Il governo la smetta con il silenzio e le passerelle: venga a riferire in Parlamento. L’Italia non può restare a guardare mentre il Made in Italy viene colpito al cuore”.
“Se l'accordo tra l'Unione europea e il Mercosur è strategico come ci dice il ministro Tajani, allora perché non è stato inserito nel piano d'azione export che ha presentato il suo ministero? Non viene mai citato. Quei 5/7 miliardi in più di export che l'accordo garantirebbe, non sono la risposta migliore ai dazi del vostro caro amico Trump che tendete a minimizzare? 'Caro' non è a caso, perché il prezzo di questa amicizia la pagheranno per 20 miliardi le nostre imprese e i nostri lavoratori con 118mila posti di lavoro in meno. L'accordo con Mercosur non si può rinegoziare, bisogna dire ora sì: il messaggio che dobbiamo dare al mondo è che mentre Trump alza barriere e muri, noi siamo quelli che costruiscono ponti. L’Italia con l'America Latina può avere un legame speciale. E l'Europa può diventare il riferimento di quelli che non vogliono guerre commerciali ma credono, ancora, nella cooperazione economica e pacifica nel mondo”. Lo dice il deputato Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd, in replica al ministro Tajani durante il Question time alla Camera.
“Dopo le parole del ministro Tajani – sottolinea l'esponente dem - siamo curiosi di aspettare anche la risposta di Lollobrigida che solo pochi giorni fa si era dichiarato contrario all'accordo con il Mercosur. L'ambiguità del governo sta indebolendo la posizione del nostro Paese. Servono compensazioni in agricoltura? Va bene. Serve un rafforzamento dei controlli, anche. Ma le opportunità per tutta l’economia e per l’industria, in un continente ricco di materie prime critiche, non si possono sprecare. E poi dobbiamo tener conto dei dati di realtà. La quota di carne bovina prevista nell'accordo equivale all'1,6% dell'intera produzione europea. Un dato che dovrebbe preoccupare solo per la nuova strategia della bresaola che ha in mente Lollobrigida”, conclude Provenzano.
“La coltivazione della castagna, oltre ad essere un fattore di sostentamento economico per molte comunità, costituisce un presidio decisivo anche dal punto di vista paesaggistico e del contrasto al fenomeno del dissesto idrogeologico. Nei 10,5 milioni di ettari occupati da boschi, la frazione investita a castagno rappresenta il 7,53 per cento di quella forestale, per un totale di circa 780mila ha. In questo contesto abbiamo chiesto al governo, con un ordine del giorno approvato dalla Camera nel Dl Montagna, di adottare iniziative normative volte ad istituire nello stato di previsione del ministero dell'Agricoltura un Fondo destinato a promuovere e favorire interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia dei castagneti dei territori montani di particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale, abbandonati ed esposti al rischio di dissesto idrogeologico”.
“Così il segretario di Presidenza della Camera e deputato Pd in commissione Agricoltura, Stefano Vaccari.
“Con l’ordine del giorno n. 7 - aggiunge - che ho presentato a mia prima firma al Dl Montagna, insieme ai colleghi del Pd Forattini, Marino, Romeo, Andrea Rossi, ed accolto
dal Governo, abbiamo sottolineato che per i castagneti abbandonati e frammentati non vanno previste solo azioni di accorpamento fondiario ma anche forme di gestione associata che non modificano le piccole proprietà ma consentono di fare insieme gli interventi necessari per il recupero forestale e la commercializzazione dei prodotti e per invertire la tendenza allo spopolamento delle aree interne. Il rilancio dell'economia montana dovrà basarsi prevalentemente sulla valorizzazione del patrimonio forestale riservando risorse non solo al sostegno di questa attività ma anche alla formazione di professionalità, che ora scarseggiano o mancano completamente, indicate dai consorzi agroforestali e dalle associazioni di produttori presenti in montagna. Un segnale importante - conclude - per invertire la tendenza e sostenere un settore importante”.
“Superare i ghetti e sconfiggere il caporalato: è questo l’obiettivo che la politica deve darsi.” Così Antonella Forattini, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura alla Camera, a margine del convegno sui diritti dei lavoratori in agricoltura, organizzato da FLAI Cgil ed EFFAT a Foggia in cui ha chiesto al governo ‘un cambio di passo’. “Ringrazio FLAI Cgil per aver organizzato questo importante momento di confronto, ma soprattutto per il lavoro instancabile che porta avanti nei ghetti, al fianco di migliaia di lavoratori definiti ‘invisibili’, solo perché irregolari. Ma invisibili non sono. Li vediamo nei campi, il frutto del loro lavoro lo troviamo nei nostri mercati, arriva nei nostri piatti. Non possiamo continuare a ignorare ciò che accade nelle campagne o accorgercene solo di fronte alle tragedie. Le risorse del PNRR per il superamento dei ghetti vanno utilizzate: servono abitazioni dignitose, percorsi di inclusione, formazione, alfabetizzazione. Bisogna dare dignità a questi lavoratori e sottrarli ai ricatti dei caporali attraverso percorsi concreti di regolarizzazione”.
“Basta con il gioco delle tre carte sulla vita degli animali. Nei valichi montani interessati dalle rotte di migrazione restino in vigore le disposizioni della 157/ 92 con il divieto di caccia. La recente sentenza del Consiglio di Stato è chiara, aggirarla è inaccettabile. Vogliamo smontare per sempre il pretesto, l'alibi, il passepartout che con sempre maggiore monotonia il ministro Lollobrigida ripropone ogni giorno all'opinione pubblica, mentre forse la notte ascolta la corporazione armiero-venatoria più estremista. La tutela delle rotte migratorie non ha nulla a che vedere con i danni da fauna, questi sono un pretesto per la mattanza dei migratori”.
Così le deputate democratiche Patrizia Prestipino ed Eleonora Evi.
“Oramai è palese ed è consapevolezza diffusa - aggiungono - l'intento strumentale del governo di usare i problemi della nostra agricoltura al solo fine di ampliare la quantità e i tempi di caccia in contrasto, opportunisticamente camuffato, con le normative europee, la scienza e il pensiero e i diritti dei cittadini sulla tutela dei loro animali selvatici. Non è accettabile la guerra agli uccelli migratori che sorvolano il nostro Paese. Le convenzioni internazionali, le Direttive europee, i trattati ci impongono di adottare ogni possibile precauzione per salvare la biodiversità e non di esasperare il conflitto con la certezza di essere sottoposti a procedure di infrazione. Inoltre, già siamo nel pieno di una procedura di infrazione, ma gli italiani non lo sanno: eppure, l'erogazione delle sanzioni sarà a loro spese, a carico dei contribuenti che pagano le tasse regolarmente. Siamo stanchi delle furbizie, stanchi delle mistificazioni, del tentativo di far passare per controllo della fauna la smania di deregulation sparando sulle regole e ignorando metodi di controllo ecologici e non cruenti. Contro questo modo di operare non ci sono confini di partiti e coalizione: la contrarietà al disegno di legge rinnegato dal governo e ora presentato con ritocchi in Senato ha mobilitato tantissime coscienze, in illimitata trasversalità, con tanti elettori che sempre più a voce alta sono dalla parte degli animali. Il ministro Lollobrigida e la Lega - concludono - sparano sulla fauna ma anche su di loro”.
“Abbiamo depositato un disegno di legge che rende strutturali gli ammortizzatori sociali per i lavoratori che operano nei cantieri piuttosto che in agricoltura o in altri settori e sono esposti a temperature estreme. Non ci troviamo più davanti a una emergenza come spesso viene descritta, ma davanti a cambiamenti climatici che stanno trasformando il modo di lavorare e che mettono a rischio la salute e la sicurezza di migliaia di operai e braccianti. Ad oggi il governo non ha ancora emesso nessun provvedimento come - seppur in maniera tardiva - fu fatto negli scorsi anni. Serve un intervento che duri nel tempo e che non sia affidato a emendamenti fatti in extremis e magari fuori tempo massimo. Qui stanno morendo i lavoratori per il caldo e non si può risparmiare sulla vita delle persone”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Di fronte alla prospettiva di dazi al 10 per cento sull’export agroalimentare verso gli Stati Uniti, il governo Meloni mostra ancora una volta improvvisazione e sudditanza politica. È incredibile che si possa accettare una misura così penalizzante senza un confronto chiaro né con il Parlamento, né con le organizzazioni di categoria. Un settore strategico come quello agroalimentare merita ben altra attenzione”. Lo dichiara la deputata Antonella Forattini, capogruppo Pd in commissione Agricoltura.
“I dazi – prosegue l’esponente dem – rappresentano una vera e propria sciagura per un comparto che vale circa otto miliardi di euro e che è già duramente provato dai cambiamenti climatici, dalle epidemie e dalla necessaria transizione ecologica. Non si può aggiungere ulteriore incertezza e penalizzazioni a un settore che è un pilastro dell’economia italiana. Dove è finita la Meloni che in Aula si professava leader riconosciuta a livello mondiale? L’impressione è che oggi si limiti a fare da pontiere verso Trump, piegandosi a un’impostazione che danneggia l’Italia”.
“Chiediamo un cambio di rotta, basta propaganda. Servono politiche serie, di lungo respiro, e soprattutto un confronto reale soprattutto con chi ogni giorno lavora la terra e produce valore. Gli agricoltori devono essere messi in condizione di affrontare le sfide future, e il tema dei dazi si inserisce in un contesto già complesso. In gioco c’è il reddito degli agricoltori – conclude Forattini – e la sostenibilità di un intero comparto. Il governo torni sui suoi passi prima che sia troppo tardi”.
“Abbiamo depositato un question time urgente in commissione Lavoro per chiedere al governo di varare immediatamente un decreto Caldo per i lavoratori e le lavoratrici che in questi giorni sono sottoposti a temperature estreme. Parliamo di rider - che negli anni scorsi sono stati colpevolmente esclusi -, di lavoratori della logistica, della manifattura, dell’edilizia. Ma parliamo anche dell’agricoltura dove lavorare a 40 gradi è terribile e inaccettabile per un Paese civile. Il governo stanzi risorse per garantire il diritto a fermarsi. Lo faccia nel giorno in cui cade l’anniversario di Satnam Singh, morto di caporalato, abbandonato come un sacco di patate sul ciglio di una strada senza un braccio e in fin di vita. Era un bracciante: meritava di lavorare in condizioni dignitose come migliaia di suoi colleghi. Si agisca subito”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“In un’Italia dove un cittadino su dieci vive in condizione di povertà assoluta, la risposta del governo Meloni è istituire una giornata della ristorazione italiana, con una spesa prevista di 43 mila euro per distribuire medaglie. Un'iniziativa di facciata, del tutto inadeguata rispetto alla gravità della crisi che il Paese sta attraversando.” Lo dichiara Stefano Vaccari, deputato del Partito Democratico, componente della Commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
“Davanti a dati allarmanti forniti da Istat e Caritas – prosegue l’esponente dem – servirebbero misure concrete, risorse vere, azioni efficaci. Ma l’esecutivo preferisce dedicarsi alla propaganda, mentre gli agricoltori, già colpiti duramente dai cambiamenti climatici, dall'aumento dei costi energetici e ora minacciati da nuovi dazi, restano senza risposte. Il governo Meloni non sta sostenendo con forza l’azione dell’Unione Europea. È rimasto alla finestra, prigioniero di un atteggiamento di sudditanza verso il presidente Trump. Invece di difendere gli interessi del comparto agroalimentare italiano, tace di fronte ai ricatti statunitensi: dai dazi punitivi al gas liquido, dai disciplinari imposti su alcuni prodotti europei fino alla pressione per ridurre le misure Ue sulle auto americane.”
“Quello che emerge – conclude Vaccari – è un’Italia priva di visione strategica e incapace di difendere i propri interessi. Il settore agricolo ha bisogno di risposte strutturali, non di passerelle o medaglie. Serve una politica estera commerciale forte, capace di tutelare davvero il made in Italy e di rispondere alle sfide globali con serietà e determinazione”.
“Il Fondo mutualistico nazionale contro gli eventi catastrofali, Fondo Agricat, rappresenta uno degli strumenti più importanti per dare compiuta attuazione al piano strategico nazionale per la Politica Agricola Comune 2023/2027. Mettere a regime, come annunciato da Agea, il sistema delle polizze assicurative incentivate unitamente al pagamento delle pendenze pregresse, in attesa di una necessaria riforma dell’intero sistema assicurativo, rappresenta una passo necessario ed indispensabile per sostenere l’agricoltura italiana anche in termini di liquidità”.
Così il deputato dem della commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari, e la capogruppo Pd in commissione Agricoltura, Antonella Forattini.
“Per questo - aggiungono - abbiamo presentato una interrogazione al Ministro Lollobrigida una articolata interrogazione per conoscere, dopo gli annunci avvenuti nella riunione della Task Force sulla gestione del rischio, i passi formali già attivati da Agea, le somme erogate a partire da febbraio di quest’anno e quelle da erogare entro la fine dell’anno. Si tratta di sapere, in particolare, se è stata avviata la presentazione delle domande 2024 per le polizze assicurative incentivate con procedura semplificata e precompilazione con inizio dei pagamenti dal 28 febbraio 2025; se vi è stato lo sblocco dei pagamenti delle assicurazioni agevolate delle annate pregresse, in particolare per il 2023 - circa 50milioni di euro; se entro febbraio 2025 vi è stata la emissione dei decreti di pagamento per le assicurazioni agevolate per le produzioni vegetali, circa 150 milioni di euro per la campagna 2024; se sono stati ufficializzati i decreti di pagamento per le assicurazioni agevolate zootecnia e colture, per un ammontare di circa 10 milioni di euro, di cui 6 milioni per le colture e 4 milioni per la zootecnia tra cui anche gli avicoli; se entro aprile 2025 vi è stata l’erogazione di circa 8 milioni di assicurazioni agevolate zootecnia e di 3 milioni di euro relativi alle strutture di campagna, entrambe relative alla campagna 2023. Infine, nell'ambito delle assicurazioni agevolate per le produzioni vegetali, se a partire dal mese di maggio fino al mese di dicembre 2025, AGEA ha avviato l’emissione mensile di decreti di pagamento del valore unitario di circa 2 milioni - per un totale di 16 milioni - a completamento e chiusura della campagna 2015-2022. Ci aspettiamo - concludono - risposte puntuali da parte del ministro Lollobrigida a tutela di quelle imprese che con quelle risorse continueranno a produrre eccellenze nell’interesse generale del Paese anche al fine di superare eventuali criticità che fossero emerse”.