01/12/2025 - 12:22

“Grazie a Nicola Zingaretti e Pierfrancesco Maran per l’occasione di condividere i risultati del lavoro che stiamo portando avanti anche alla Camera dei Deputati per rendere l’Italia protagonista e non solo spettatore pagante della rivoluzione della guida autonoma. Senza scelte e investimenti che ci consentano di costruire al più presto campioni europei in grado di sviluppare progetti su larga scala in questo settore cruciale per il futuro della mobilità, della sicurezza, del lavoro e delle politiche industriali l’Italia e l’Europa saranno condannati alla totale dipendenza dai colossi che negli Stati Uniti e in Cina stanno facendo passi da gigante. Dopo l’iniziativa avviata a Milano lo scorso giugno e la sottoscrizione dell’appello firmato da oltre 60 sindaci la scorsa settimana è arrivato un segnale importante e unitario anche dal Parlamento con l’approvazione all’unanimità di 4 risoluzioni di differenti forze politiche di maggioranza e opposizioni. Come partito democratico ci siamo battuti perché al fianco degli impegni condivisi per la modifica degli aspetti anacronistici del codice della strada e la costruzione del “Piano nazionale” in linea con gli orientamenti europei insieme alle imprese del settore tecnologico, della mobilità collettiva e dell’automotive vengano subito coinvolti anche tutti i sindacati comparativamente più rappresentativi delle lavoratrici e lavoratori in tutti gli ambiti coinvolti dalle possibili applicazioni della guida autonoma per orientare

l’evoluzione di questa tecnologia nell’orizzonte della valorizzazione del fattore umano in tutte le fasi dei nuovi processi e della

salvaguardia dei posti di lavoro. Adesso chiediamo al Governo di dare seguito al più presto a tutti questi impegni fondamentali: L’Italia deve essere locomotiva delle scelte necessarie a garantire che le innovazioni nella mobilità e nella logistica restino sempre al servizio delle persone, ma per farlo non possiamo limitarci ad aprire la porta per comprare da altri le tecnologie dobbiamo costruire in Europa un mercato unico che abbia le dimensioni e la forza per indirizzarne lo sviluppo”

Dichiara Andrea Casu Deputato Pd e Vice Presidente della Commissione Trasporti intervenendo a Roma all’iniziativa “Guida autonoma: capire per guidare dall’Italia il futuro”

27/11/2025 - 18:24

“I segnali di crescita registrati al sud nell'ultimo anno per motivi legati soprattutto alla resilienza del suo sistema produttivo vanno tutelati e consolidati. Ma non dobbiamo cadere in inganno perché la "glaciazione demografica" meridionale e in particolare delle sue aree interne è oltre la soglia della drammaticità. Questo si traduce in meno servizi e meno capacità di mantenere il passo della crescita. La Basilicata è simbolo di questo mezzogiorno fotografato da Svimez. Siamo preoccupati perché il governo non agisce su nessuna leva in grado di sostenere il sud e nonostante i proclami tutti i provvedimenti compresa l'ultima legge di Bilancio che ci apprestiamo ad esaminare in parlamento sono contro il Mezzogiorno. Noi  sfidiamo la destra a partire dalla Basilicata ad un confronto a tutto campo su emergenza idrica, tutela del manifatturiero, dell'automotive, del salotto, e dell'agroalimentare. Ma soprattutto lì vogliamo sfidare sul rilancio e il mantenimento dei servizi nelle aree interne e impedire l’emigrazione giovani” così una nota del deputato democratico, Enzo Amendola.

12/11/2025 - 16:54

“La cessione di Iveco a un gruppo extraeuropeo rappresenta un campanello d’allarme per il futuro del nostro sistema industriale e per la capacità dell’Italia di difendere i propri asset strategici. Iveco è uno degli ultimi grandi costruttori industriali italiani nel settore dell’automotive pesante. Il trasferimento del controllo fuori dall’Unione Europea rischia di indebolire il presidio industriale nazionale e di spostare le principali leve decisionali all’estero. È indispensabile che il governo garantisca che la sede torinese mantenga un ruolo strategico e che una parte della governance resti in Italia. È necessario tutelare i lavoratori e la filiera produttiva mentre le garanzie occupazionali appaiono limitate a un orizzonte di due anni. Chiediamo un piano industriale dettagliato, con impegni vincolanti e pluriennali su stabilimenti, livelli occupazionali e investimenti in ricerca e sviluppo, per proteggere l’indotto, in particolare in Lombardia ed Emilia-Romagna.
Il caso Iveco è il sintomo di una fragilità più ampia: la mancanza di una politica industriale nazionale ed europea capace di proteggere e rilanciare i settori strategici. L’Italia deve farsi promotrice di un quadro comune europeo di difesa industriale, con strumenti pubblici d’intervento sul modello francese e tedesco. Su questi aspetti fondamentali il ministro Urso oggi in audizione non è stato in grado di assumere impegni chiari. Rimangono aperti tutti i problemi emersi: tutelare l’interesse nazionale, garantire la continuità produttiva e assicurare che Iveco resti un presidio industriale e tecnologico italiano all’interno di una strategia europea condivisa”.
Così i deputati del Pd Vinicio Peluffo, Antonella Forattini, Alberto Pandolfo, Arturo Scotto e Gian Antonio Girelli.

 

12/11/2025 - 11:56

“Il ministro Urso dice di essere 'alla ricerca di risorse nuove', peccato che quelle vecchie, gli oltre 6  miliardi destinati a Transizione 5.0, le abbia già fatte sparire. È paradossale: la principale misura industriale del PNRR è stata smontata pezzo per pezzo da questo Governo, che ha tagliato quasi 4 miliardi di euro e ora lascia le imprese in lista d’attesa, con una semplice 'ricevuta di indisponibilità delle risorse'. Altro che successo: è un fallimento annunciato”. Lo dichiara Ubaldo Pagano, deputato del Partito Democratico e capogruppo dem in Commissione Bilancio alla Camera.
“Hanno trasformato Transizione 5.0 - sottolinea il parlamentare - in un imbuto burocratico che blocca gli investimenti e alimenta la sfiducia del sistema produttivo. È l’ennesima dimostrazione dell’improvvisazione del Governo Meloni sul fronte delle politiche industriali. Invece di accompagnare la transizione energetica e digitale delle imprese, stanno mettendo in ginocchio chi vuole innovare, produrre e creare lavoro. Le imprese non chiedono nuove scuse, ma serietà, programmazione e regole chiare. Dalla siderurgia all’automotive, dal manifatturiero alla transizione verde, il bilancio dell’esecutivo è disastroso. Il ministro Urso si riempie la bocca di parole come 'reindustrializzazione' e 'rilancio', ma dietro gli annunci non c’è alcuna strategia, solo ritardi, tagli e propaganda”.
“La verità – conclude Pagano – è che questo Governo non ha una politica industriale: ha solo un elenco di fallimenti. E senza una visione vera, la prossima transizione rischia di essere quella dal futuro al passato”.

 

12/11/2025 - 11:02

“Il Piemonte non è più una delle Regioni che traina il Paese. Anzi è “in transizione”, cioè non più tra le più sviluppate in Europa. Abbiamo perso 3 punti percentuali di pil pro capite in sette anni: è la dimostrazione plastica, chiara ed evidente del fallimento Cirio”.

Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico e deputata piemontese, sul declassamento del Piemonte a Regione “in transizione”.

“Il crollo del settore automotive, che più volte abbiamo denunciato, su cui governo nazionale e regionale non sono minimamente intervenuti, ha tolto 1500 posti di lavoro a Torino solo nell’ultimo anno - prosegue la deputata dem - Aumentano la cassa integrazione, il lavoro nero, quello sommerso. Il PNRR? È stato sprecato senza programmazione ma con un’accozzaglia di interventi inutili. Hanno tagliato sugli ospedali, sui sostegni alle famiglie per fare ridicole feste “identitarie”. E la lista sarebbe lunga.
Cirio, troppo impegnato a tagliare nastri e a fare il simpatico alle sagre, non si è mai accorto di tutto questo”.

“Oggi la Regione apre gli occhi e festeggia per 1,5 miliardi in più da spendere. Farebbe ridere se non fosse drammatico: si esulta perché arriveranno più fondi proprio per il declassamento. Cirio parlava di “Piemonte a un’altra velocità”, slogan buono per la campagna elettorale ma assolutamente lontano dalla realtà. Il Piemonte corre, è vero, ma all’indietro. Serve un piano industriale, una capacità di attrarre cervelli e investimenti, un netto cambio di passo. Tutto quello che l’attuale giunta, in quasi 7 anni, ha dimostrato di non saper fare” conclude Gribaudo.

 

06/11/2025 - 13:40

“La dinamica economica del Paese sta rallentando e la produzione industriale nel 2024 è diminuita del 3,5 per cento rispetto all’anno precedente. La manovra del governo Meloni non contiene misure per la crescita: la politica industriale di questo esecutivo è pari a zero”. Così il deputato dem Vinicio Peluffo, vicepresidente della commissione Attività produttive.

“Programmi come Transizione 5.0 – evidenzia l’esponente dem - si sono rivelati un flop totale, mentre intere filiere strategiche, automotive, moda, tessile, acciaio, chimica di base, sono in crisi. Servono interventi mirati e politiche industriali coerenti con quelle europee, a partire da un fondo per accompagnare la doppia transizione ecologica e digitale e un fondo specifico per l’automotive, tagliato del 75 per cento nell’ultima legge di bilancio. In Italia i costi energetici sono tra i più alti d’Europa. Occorre intervenire subito sul meccanismo di formazione del prezzo dell’elettricità, sganciandolo dal gas e investendo di più sulle rinnovabili, anche semplificando le procedure e incentivando i contratti a lungo termine. Solo così si potrà abbassare la bolletta e restituire competitività alle imprese”.

“Infine – conclude Peluffo – i dazi imposti dagli Stati Uniti rischiano di colpire duramente il nostro export, uno dei motori dell’economia italiana. Mentre altri Paesi europei hanno già agito, il governo Meloni è rimasto fermo e in testa indossa sempre il cappellino ‘Make America Great Again’ e fa gli interessi di Trump, non quelli del nostro Paese”.

 

28/10/2025 - 14:37

“Il silenzio di Meloni sulle sconsiderate parole pronunciate ieri da Orbàn imbarazza il governo e il Paese. Noi chiediamo più investimenti e coraggio da parte dell'Europa per affrontare le sfide e i problemi reali delle famiglie e delle aziende. Tuttavia, è evidente che oggi quel coraggio manca.

Sono proprio i governi di destra, conservatori e sovranisti, a bloccare però le riforme e l'integrazione ulteriore dell'Europa. Sono proprio questi governi che si lamentano di un'Europa che non funziona, ma che non contribuiscono a semplificare il mercato o a prevedere fondi e interventi europei per la sanità, per le filiere industriali come l'Automotive, per l'energia, così come per rendere strutturale il Next Generation Eu. Oggi il diritto di veto è un grande problema. L'Europa ha bisogno di risposte rapide ed efficaci, soprattutto in politica estera e in materia di bilancio e fiscale.

Chiediamo a Meloni di cambiare idea per fare gli interessi dell’Italia e non continuare a inseguire una sterile propaganda sovranista. Non possiamo continuare a rimanere bloccati da singoli paesi che ostacolano decisioni fondamentali per il bene comune”. Lo ha detto Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione politiche europee, a Coffee Break su La7.

 

22/10/2025 - 17:53

“I sovranismi nazionali di cui siete tanto orgogliosi hanno avuto la responsabilità politica di non aver fatto valere il peso di un’Europa coesa e determinata nel difendere i propri interessi. Il risultato è che i dazi colpiscono in modo rilevante le esportazioni europee e italiane incidendo sul Pil e sull'occupazione, con il nostro Paese, la seconda manifattura europea, tra i più esposti”.

Così il vicepresidente della commissione Attività produttive alla Camera, Vinicio Peluffo, intervenendo in Aula sulle comunicazioni della presidente Meloni.
“Avevate detto - ha aggiunto - che una volta arrivati al governo sareste andati a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo per fare gli interessi degli italiani. Allora fate una cosa utile. Chiedete un piano di investimenti orientato a rafforzare la politica industriale dell'unione europea. Chiedete la creazione di una governance industriale europea rafforzata. Chiedete la promozione di una strategia europea di commercio internazionale che combini l'apertura verso nuovi mercati con la protezione delle filiere strategiche e un supporto concreto alle imprese esposte e poi, se ci riuscite, fate anche qualcosa qui in Italia, visto che sulle politiche industriali non avete fatto niente su automotive, chimica di base, acciaio, moda e tessile. L'elenco delle emergenze alle quali non date risposte diventa sempre più lungo, ma le imprese e i lavoratori italiani non possono più aspettare”.

 

13/09/2025 - 16:54

“È urgente che il governo prenda iniziative per scongiurare la grave situazione della multinazionale dell’AI per l’automotive Cerence di Torino che ha avviato il licenziamento collettivo di 54 lavoratrici e lavoratori. È altrettanto necessario che l'esecutivo attivi tutti gli strumenti normativi e giuridici a tutela delle maestranze. Oggi i sindacati hanno presidiato il Comune di Torino e nei prossimi giorni porteranno la vertenza anche in Regione Piemonte”. Così il deputato Pd Mauro Laus che ha presentato un’interrogazione parlamentare e chiesto al Governo di "aprire subito un tavolo di crisi al MIMIT e al Ministero del Lavoro, per difendere occupazione e competenze strategiche”.

“Non possiamo permettere che un patrimonio di know-how così importante venga disperso”, conclude Laus.

 

11/09/2025 - 14:49

“Chiediamo una informativa urgente del ministro Urso in quest’Aula per sapere quali iniziative intenda adottare per invertire il trend di caduta del settore dell’automotive. I dati pubblicati lo scorso 6 agosto ci dicono che il settore dell’automotive ha registrato un decremento quasi del 20 per cento solamente nei primi 6 mesi del 2025. L’indice di produzione dei veicoli è calato, così come l’indice di produzione delle carrozzerie e degli accessori. Insomma, secondo l’Istat, tutto il settore dell’automotive ha registrato una variazione negativa. Nello stabilimento torinese di Stellantis che rappresenta idealmente un po’ la bandiera della produzione automobilistica in Italia nel primo semestre del 2025 sono state prodotte 15.000 unità, un calo del 21% rispetto al 2024 e di oltre il 56% rispetto al 2021. Oltre 7850 lavoratori hanno subito dei profondi tagli ai propri stipendi. Le iniziative finora intraprese dal governo per cercare di risollevare il settore dell’automotive evidentemente non hanno avuto efficacia. Di fronte a questi dati diventa fondamentale avere un’informativa da parte del governo; il ministro Urso ci dica quante risorse nuove intende investire per favorire il rilancio della produzione di autovetture negli stabilimenti italiani di Stellantis, a Mirafiori, Pomigliano d’Arco, Cassino, Melfi e Termoli”. Lo ha detto in Aula il deputato del Pd, Alberto Pandolfo.

25/08/2025 - 14:25

Governo incapace di dare prospettiva a un settore cruciale.

“L’Italia possiede il più grande patrimonio museale al mondo, decine di siti Unesco e 8.000 km di coste nel cuore del Mediterraneo. Un Paese così non può affrontare il turismo con slogan o con improvvisati ‘oroscopi’, come purtroppo sta facendo la ministra Santanchè, imbarazzando lo stesso governo di cui fa parte. Servono meno rancore e più studio, meno propaganda e più strategia”. Lo dichiara Andrea Gnassi, deputato Pd ed ex sindaco di Rimini, intervenendo alla trasmissione L’Aria che Tira.

“Il turismo balneare – prosegue l’esponente dem – è oggi nel caos a causa del mancato recepimento della direttiva Bolkestein: né gli imprenditori né i Comuni hanno certezze sul futuro delle concessioni. Ciò significa che non possono programmare né investire, mentre il governo continua a rinviare una legge adeguata. Dire che non ci sono problemi perché ‘le seggiovie sono piene’ è un non-senso: sarebbe come giustificare la crisi della Nazionale di calcio con la vittoria di Sinner a Wimbledon. Il turismo è un’industria complessa, che va dal balneare al congressuale, dal culturale al digitale, e non può essere liquidata con battute superficiali”.

L’ex Sindaco di Rimini richiama poi la necessità di politiche di lungo respiro: “Non possiamo oscillare dall’overtourism al crisis tourism. Serve un vero piano strategico nazionale, che non sia solo evocato, ma che intervenga concretamente: riqualificazione delle coste, contrasto all’inquinamento marino, strumenti per l’aggregazione di prodotto e l’innovazione dei processi. Occorre collegare i grandi attrattori culturali - Venezia, Firenze, Roma - con trasporti efficienti e integrati, così da aumentare la permanenza media dei turisti internazionali e distribuire i flussi anche nei borghi e nelle città d’arte minori. Nel 2024 In Spagna queste politiche hanno portato a entrate per 126 miliardi, in Francia 77: l’Italia è ferma a 59. Per il 2025 il trend è che Spagna e Francia crescono di più e meglio che l'Italia. Non basta invocare i ‘turisti alto spendenti’, quando in realtà si sta promuovendo un 'turismo escludente' che penalizza i ceti medi italiani, già colpiti dal crollo del potere d’acquisto”.

“Il punto – conclude Gnassi – è che in Italia il turismo non è mai stato considerato alla stregua di un’industria strategica, come la meccanica, l’automotive o la chimica. È tempo di cambiare approccio, trattandolo per quello che è: una delle prime industrie del Paese. Ma per farlo servono serietà, visione e politiche industriali, non slogan e battute estemporanee. Questo governo, purtroppo, non si è dimostrato all’altezza delle potenzialità straordinarie del nostro sistema turistico”.

 

21/08/2025 - 18:58

“La Dichiarazione Congiunta tra Commissione Europea e governo americano conferma la resa del governo Meloni alle imposizioni Usa sui prodotti agroalimentari italiani. È certamente positiva la tariffa omnicomprensiva al 15 per cento applicata a molti prodotti, ma il Made in Italy del settore primario ne è escluso: nessuna esenzione o riduzione è infatti prevista per i prodotti agricoli, dalla pesca ai vitivinicoli, che sostengono gran parte dell’export verso gli Stati Uniti e che sono espressione di migliaia di imprese e di posti di lavoro’. Così la deputata Antonella Forattini, capogruppo PD in commissione Agricoltura.

“Mentre la Germania - prosegue l’esponente dem - è riuscita a difendere le proprie posizioni nel mercato dell’automotive, l’Italia ha svenduto il Made in Italy agroalimentare per l’incapacità del governo di rappresentare gli interessi del Paese e per la totale sottomissione di Meloni e dei suoi ministri alla partita verso l’“amico” Trump, che, di contro, pretende azzeramenti e sostanziali riduzioni dei dazi sui prodotti americani. L’entusiasmo di Fitto che parla di ‘accordo che rafforza i rapporti economici tra le due sponde dell’Atlantico’, è perciò completamente fuori luogo e suona offensivo nei confronti dei produttori agricoli italiani. Il danno per filiere fondamentali come formaggi, vino, pasta e conserve sarà infatti catastrofico, con perdite nell’ordine di miliardi di euro”.

“Perché - conclude Forattini - il governo Meloni non era presente quando si decideva il futuro del vino, dell’olio, del comparto caseario italiano? Ancora una volta, l’Italia si ritrova spinta ai margini delle trattative internazionali. Il Partito Democratico continuerà a battersi, sia in sede europea sia nazionale, per ottenere riduzioni reali dei dazi, tutele per le filiere DOP e IGP, e un piano straordinario di promozione del Made in Italy agroalimentare, prima che sia troppo tardi”.

 

28/07/2025 - 13:16

“La firma dell’accordo commerciale tra Unione Europea e Trump rappresenta un colpo durissimo al comparto dell’automotive europeo e italiano. È una vera e propria capitolazione che rischia di compromettere stabilimenti, posti di lavoro e filiere fondamentali per la nostra economia industriale”.

Lo dichiara l’on. Alberto Pandolfo, capogruppo PD in Commissione Attività produttive alla Camera, intervenuto ieri sera alla Festa dell’Unità di La Spezia insieme al responsabile nazionale delle politiche industriali del PD, Andrea Orlando, dove è stata fortemente criticata l’intesa sui dazi tra Bruxelles e Washington.

“È davvero inspiegabile – ha proseguito Pandolfo – come l’Unione Europea possa accettare una sottomissione così evidente alla logica protezionista di Trump, svendendo interessi strategici del nostro continente. In questo accordo ci rimettiamo tutti, ma l’Italia è tra i Paesi più esposti: basti pensare alla centralità della nostra filiera automotive, con migliaia di imprese e lavoratori che oggi si trovano davanti a uno scenario di incertezza drammatica.”

“Altro che accordo sostenibile – conclude Pandolfo – come stanno tentando di raccontare, arrampicandosi sugli specchi, Meloni, Salvini e Tajani. Siamo di fronte a una resa, non a una strategia. Il Partito Democratico continuerà a battersi per difendere l’industria italiana, la sua filiera e un’Europa forte anche nelle sue scelte economiche.”
 

 

23/07/2025 - 16:47

“La possibile cessione del gruppo Iveco, storico marchio italiano dell’automotive, solleva forti preoccupazioni non solo per i riflessi occupazionali e produttivi, ma anche per l’impatto sull’intero sistema industriale e sulla tenuta strategica del Paese.” Lo dichiara il deputato del Partito Democratico Gian Antonio Girelli, primo firmatario di una interrogazione al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, insieme ai colleghi del Pd Antonella Forattini e Vinicio Peluffo.

“Gli stabilimenti italiani di Iveco sono una risorsa fondamentale non solo per l’occupazione ma per l’intero comparto manifatturiero. Iveco impiega circa 36.000 persone, di cui oltre 17.000 in Italia. Il piano industriale 2024-2028 prevede investimenti per 5,5 miliardi di euro, fondamentali per la transizione energetica e l’innovazione tecnologica: è evidente che una cessione potrebbe compromettere tale percorso e mettere a rischio occupazione, filiere e competenze.

Il Governo chiarisca come intende intervenire. Non possiamo permettere che un’altra eccellenza industriale venga ceduta senza che il Governo si assuma le sue responsabilità”, concludono i dem Gian Antonio Girelli, Antonella Forattini e Vinicio Peluffo.

 

23/07/2025 - 12:29

“La carenza di risorse idriche dovute alle scarse precipitazioni delle ultime tre stagioni invernali sta determinando gravissime conseguenze dal punto di vista economico e sociale in Basilicata. Alcune aziende, che operano in Valbasento nel settore della farmaceutica, del tessuto non tessuto, della metalmeccanica, dell'automotive e della chimica hanno dovuto fermare in queste ore le proprie linee di produzione per la mancanza di acqua per usi industriali oltre a quelli agricoli. È dunque necessario che il governo si attivi per volecizzare l'iter autorizzativo per il riconoscimento dello stato di emergenza, che verrà richiesto a breve e oggettivamente in ritardo dalla Regione Basilicata”. Così si legge nell'interrogazione presentata dai deputati Pd, Enzo Amendola e Marco Sarracino ai ministri delle Imprese e del Made Italy sulla grave crisi idrica in Basilicata.

“È altresì urgente – continuano i deputati dem - convocare un tavolo ministeriale per affrontare la carenza di acqua per il settore industriale in Valbasento e scongiurare una crisi che potrebbe infliggere un durissimo colpo alla capacità produttiva del sito, alla sua attrattività e purtroppo anche ai livelli occupazionali”, concludono Amendola e Sarracino.

 

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