21/12/2024 - 13:16

“Torna l'austerità per tutti, le mancette elettorali, il ponte sullo Stretto, i tagli al Mezzogiorno e alla sanità, mentre la crescita si avvia verso lo zero virgola”. Così, sui social, il Gruppo parlamentare del Partito Democratico evidenzia le principali criticità della manovra approvata ieri sera dalla Camera, che la capogruppo a Montecitorio, Chiara Braga, ha definito “ingiusta, inefficace e iniqua”. I democratici stigmatizzano i tagli indiscriminati a regioni ed enti locali (-12 miliardi di euro) e la sforbiciata lineare a tutti i ministeri, il cui conto – sottolineano – come sempre, sarà pagato dai più poveri: lavoratori dipendenti e pensionati, a cui non solo verranno aumentate le tasse, ma saranno ridotti i servizi pubblici essenziali, come sanità, welfare, scuola e trasporto pubblico locale. I democratici evidenziano anche il diritto alla sanità negato, mentre oltre 4 milioni di italiani rinunciano a curarsi. Il governo fa crollare gli investimenti nella sanità al minimo storico, bocciando l’emendamento presentato dal PD, che chiedeva 5,5 miliardi in più all'anno per il Servizio Sanitario Nazionale.

Colpite anche le pensioni minime e gli italiani all’estero. Le pensioni minime, che dovevano arrivare a 1.000 euro al mese, crescono solo di 3 euro lordi al mese. Previsti tagli anche per le pensioni degli italiani all’estero. Ignorate le infrastrutture del Mezzogiorno e le aree interne abbandonate.
Le infrastrutture del Sud restano ferme, mentre il governo destina 15 miliardi per il ponte sullo Stretto, sottraendo risorse cruciali a tutto il Mezzogiorno, alle infrastrutture e alle strade locali già programmate dalle amministrazioni. Nuove tasse per i cittadini: aumenta il carico fiscale. Dal 1° gennaio, 17 milioni di italiani che possiedono un’auto diesel scopriranno che il carburante costerà di più, a causa dell’aumento delle accise, così come il canone Rai. Il governo aumenta il carico fiscale senza prevedere un reale intervento a favore delle famiglie, riducendo nel contempo le detrazioni fiscali. Tagli alla scuola, all’università e alla cultura.
Il diritto all’istruzione è messo in crisi con centinaia di milioni di euro di tagli a un sistema educativo che avrebbe bisogno di risorse e misure per rafforzare l’insegnamento di sostegno, potenziare il tempo pieno e le mense scolastiche e garantire la gratuità di libri e trasporti scolastici per tutti. Colpite anche l’università e la ricerca: nessun intervento strutturale e ulteriori tagli a tutti i settori culturali.

No al salario minimo. È stata bocciata la proposta del PD di introdurre il salario minimo, ribadendo che sotto i 9 euro l’ora non è lavoro, ma sfruttamento. “Continueremo la nostra battaglia”, affermano i democratici, che hanno appena depositato oltre 120mila firme per mettere la legge d’iniziativa popolare in cima all’agenda politica.
Assenza di politiche industriali per la transizione ecologica. Mancano completamente all’appello politiche industriali adeguate, come conferma il drastico taglio al fondo per l’automotive e l’assenza di misure per supportare la transizione ecologica e affrontare l’emergenza climatica. Privatizzazione delle infrastrutture pubbliche. Restano forti dubbi e incertezze sulla privatizzazione di Anas e Ferrovie, un altro passo verso la cessione di asset strategici dello Stato. Colpito il terzo settore. Il governo estende la spending review colpendo le donazioni alle realtà del terzo settore, che quotidianamente offrono supporto alle comunità locali. Ritorno della legge "mancia". Torna la legge mancia, con 113 milioni di euro distribuiti in micro-interventi settoriali che appaiono più come “micro-mance” clientelari che come misure utili al Paese.

18/12/2024 - 16:51

“Il governo ha tagliato 4 miliardi al settore dell'automotive, poi ha annunciato in pompa magna che avrebbe rimesso solo 1miliardo, ma era una bugia. Nel frattempo, la maggioranza ha respinto tutti gli emendamenti del Partito Democratico che chiedevano di ripristinare le risorse tagliate. Alla fine, cosa decide di fare la destra? Stanzia appena 200 milioni, non per il 2025, che resta per loro un anno sabbatico dell’automotive, ma peril 2026. A fronte di un taglio di 4 miliardi, mettono sul piatto una cifra irrisoria, rinviando oltretutto qualsiasi intervento al futuro.  Per fare un confronto, l’azzeramento delle multe ai no vax vale 170 milioni. Quindi per la destra il settore strategico dell’automotive vale appena quanto le multe ai no vax. Questa è l’ennesima dimostrazione di quanto siano distanti dai bisogni reali del Paese e di come stiano mettendo a rischio l’industria italiana”.

Così la deputata Pd Silvia Roggiani intervenendo suBusiness24 Tv, canale 410 del digitale terrestre, alla trasmissione ‘Mosche’ di Davide Lentini e Matteo Valléro.

17/12/2024 - 16:16

Il ministro Urso mente sapendo di mentire. Di quale miliardo parla per la filiera dell’automotive nel 2025? Dopo il taglio del governo Meloni sul fondo del comparto, non c’è traccia di nessun miliardo ma residuano soltanto 200 milioni. I 200 milioni previsti invece nell’emendamento che la maggioranza ha presentato alla manovra andranno sul 2026. Quindi Urso o sta inventando cifre in libertà oppure ci deve dire esattamente dove recupera queste risorse aggiuntive, da quali altri fondi provengono e a quale settore li sta sottraendo.

Così il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive.

14/12/2024 - 16:04

“Con la presentazione di decine emendamenti di relatori e governo a poche ore dalla chiusura dell’analisi, la manovra cambia faccia e viene praticamente riscritta del tutto e in molti capisaldi. Non si tratta di una marcia indietro dovuta all’ascolto delle bocciature provenienti dal cuore del Paese come dalle tante istituzioni, nè della presa d’atto della crescita dimezzata del 2024 ma solo di un grande inganno costruito a tavolino, per fare propaganda e per ingannare i cittadini.
No, il Governo riscrive la manovra prendendo in giro gli italiani.
Il centrodestra fa tutto da solo, taglia e nega di aver tagliato poi si dice bravo da solo per aver finanziato ciò che aveva tagliato: a ottobre, nella manovra proposta dal governo si fanno i tagli al turn over degli enti locali e a dicembre li corregge con i propri emendamenti annunciandoli come un grande risultato della maggioranza; a ottobre cancella il fondo dell’automotive, a dicembre fa parziale marcia indietro; a ottobre fa i tagli all’editoria, a dicembre li ripristina. Bravi a fare il gioco delle tre carte con le sorti del Paese, incapaci a guidarlo nella direzione della ripresa e dello sviluppo”. Lo dichiara Silvio Lai, deputato PD della Commissione Bilancio della Camera.

13/12/2024 - 11:17

“Questa destra è davvero incredibile: con la manovra prima disfa e poi fa, rivendendo come obiettivi raggiunti quello che all’inizio non aveva fatto o aveva tagliato”.

Così la deputata dem Silvia Roggiani, componente della commissione Bilancio, intervista per i social dei deputati Pd.

“Sugli enti locali – prosegue l'esponente Pd - avevano messo il turnover al 75 per cento, che avrebbe messo in ginocchio i servizi dei nostri Comuni, e adesso sono tornati indietro dopo che il Pd, Anci, tutti, si sono mobilitati. Avevano deciso di estendere la ‘web tax’ anche alle piccole e medie imprese e alle start-up digitali e poi, dopo la giusta sollevazione, sia nostra che ovviamente delle imprese, sono tornati indietro anche su questo. Sull’automotive annunciano lo stanziamento di un miliardo di euro ma dopo che ne hanno tagliati più di quattro. Hanno deciso di promuovere l'IRES premiale, molto richiesta dalle imprese, ma a fronte del fatto della cancellazione dell’ACE. Ora abbiamo un ultimo punto su cui forse vogliono tornare indietro: con la prima Manovra, il governo Meloni ha azzerato il fondo sostegno affitti e morosità incolpevole. Sappiamo benissimo che il tema casa è prioritario per tantissime persone, lo diciamo da almeno tre anni. Forse torneranno indietro, ci auguriamo innanzitutto che non siano stanziate solo briciole e che magari riconoscano tutti gli errori che con questa Manovra hanno fatto. Una manovra contro l'Italia e contro le persone”.

“Anche sulle donne – conclude Roggiani – Meloni dà e Meloni toglie. Prima Meloni abbassa la ‘tampon tax’ e poi Meloni rialza la ‘tampon tax’. Quindi la Premier, donna che dovrebbe essere paladina delle donne, in realtà le donne le va a colpire con una spesa che riguarda le donne per oltre 650 euro all'anno”.

11/12/2024 - 19:33

“La tragedia di Calenzano impone di interrogarci sui meccanismi di funzionamento delle nostre grandi aziende partecipate. Adesso è toccato a Eni, ma non dobbiamo dimenticare Brandizzo, Suviana, Casteldaccia, che hanno coinvolto Rfi, Enel, Amap. Nelle società partecipate c’è un problema e non bastano i pannicelli caldi. La politica è in ritardo e deve smetterla di girarsi dall’altra parte. Siamo dinnanzi a un decreto che non affronta i nodi del Paese. Anche sugli ammortizzatori non ci siamo. Abbiamo ottenuto noi la proroga di quattro settimane nel settore della moda, perché l’emendamento si era perso nel Porto delle nebbie della dinamica tra Mef, ministero del Lavoro e Ragioneria dello Stato. Non possiamo più limitarci ad una questua fuori la porta del ministro Giorgetti per un po’ di soldi, quando siamo davanti alla crisi di un comparto che merita un intervento strutturale. Ciò che è insopportabile è questa destra non trova i soldi per gli ammortizzatori, ma non si fa problemi a condonare 100 milioni di multe ai No Vax. Queste sono le loro priorità. Servirebbe uno strumento universale che garantisca la transizione senza perdere un posto di lavoro. Un nuovo Fondo Sure in grado di aiutare i lavoratori ad attraversare un 2025 pericolosissimo. Siamo già a oltre il più 23 per cento di Cig rispetto allo scorso anno. Nell’automotive i numeri sono impressionanti. Eppure in Stellantis negli ultimi tre anni si sono divisi 23 miliardi di dividenti e hanno caricato sulla collettività 700 milioni di Cig
Non è accettabile”.

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, in merito alla discussione sul Dl Pnrr.

11/12/2024 - 17:01

Davvero surreale l’audizione del ministro Urso davanti alle commissioni Industria di Camera e Senato. A due anni dal suo insediamento ha presentato le linee guide per le politiche industriali contenute in un libro verde da sottoporre a consultazione per redigere un libro bianco. Il ministro poteva svegliarsi prima e non quasi a metà del suo mandato. I numeri parlano chiaro: la produzione industriale italiana è in costante flessione. A settembre secondo l’Istat c'è stato il ventesimo calo consecutivo dello 0,4% rispetto ad agosto, una riduzione di quattro punti su base annua che nei primi nove mesi del 2024 presenta un bilancio in rosso del 3,4%. Mentre le esportazioni nei primi otto mesi del 2024 hanno registrato un decremento dello 0,6% in termini tendenziali. Nella proposta del ministro manca una visione del ruolo dell'Italia a livello europeo per dare vita ad una nuova stagione di politiche industriali necessarie per sostenere la competitività della manifattura europea ed italiana, capace di essere protagonista della doppia transizione ecologica e digitale. L'iniziativa del governo italiano in Europa deve caratterizzarsi con la richiesta di fondi di accompagnamento e di sostegno nella transizione. A livello nazionale l'azione del ministro Urso è stata particolarmente deleteria sulle politiche industriali: transizione 5.0 si sta rilevando un clamoroso boomerang visto che degli oltre 6 miliardi a disposizione della digitalizzazione e dell’efficientamento energetico per le imprese ad oggi sono state raccolte richieste per soli 99 milioni di euro, a causa dei clamorosi ritardi dei decreti attuativi e della loro enorme complessità. Sul settore automotive il ministro Urso è responsabile del taglio in legge bilancio dell'80% del fondo destinato al comparto dal governo precedente. Più che proclami e amene consultazioni il ministro Urso si adoperi per sbloccare immediatamente i fondi transizione 5.0 e per reintegrare il fondo automotive.
Così in una nota congiunta il deputato dem Vinicio Peluffo e il senatore dem Andrea Martella.

10/12/2024 - 17:56

"Accogliamo con grande soddisfazione e un sospiro di sollievo il ritiro dei licenziamenti che avrebbero riguardato le lavoratrici e i lavoratori Trasnova in tutti gli stabilimenti italiani. È chiaramente positivo l'esito della vertenza che, tuttavia, ha un carattere provvisorio e richiede ulteriori iniziative per mettere in sicurezza e rilanciare la produttività degli stabilimenti e l' occupazione. Noi continueremo a monitorare con grande attenzione l'evolversi della vicenda e chiediamo al governo impegni seri a partire dal ripristino dei 4,6 miliardi per l'automotive irresponsabilmente cancellati con una scelta che abbiamo condannato con forza. Occorre che le istituzioni supportino con risorse e azioni adeguate a livello nazionale ed europeo lo sviluppo e anche la riconversione green del settore, difendendo l'occupazione, la produttivita' e la competitivita' di mercato. L'esecutivo deve agire con maggiore forza per tutelare e rilanciare un settore in crisi. Per quanto ci riguarda, continueremo ad essere al fianco dei lavoratori". Lo dice Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione bicamerale questioni regionali.

10/12/2024 - 17:09

Sarracino e Scotto, irresponsabile taglio fondi automotive da parte del Governo

“Stamattina abbiamo accompagnato i lavoratori Trasnova al tavolo istituzionale convocato presso il Mimit. Si trattava dell’ennesima crisi aziendale che colpisce il comparto dell’indotto Stellantis. Dopo una dura lotta dei lavoratori che hanno presidiato gli ingressi di Pomigliano d’arco, la vertenza ha avuto un esito positivo anche se provvisorio, attraverso il rinnovo della commessa per Trasnova per tutto il 2025. Sono salvi, al momento, quasi 400 posti di lavoro in tutta Italia, tra gli stabilimenti di Melfi, Cassino, Pomigliano e Mirafiori. Tuttavia, l’atteggiamento di Stellantis appare ancora poco responsabile nei confronti della prospettiva dell’automotive nel nostro paese. Per questo, in vista del tavolo convocato per il 17 dicembre, da parte di Stellantis servono impegni certi, risorse chiare e un piano industriale che mantenga e rilanci le produzioni nel nostro paese. Il governo, invece, ripristini il fondo di 4,6 miliardi per l’automotive e apra una discussione in Europa per un fondo a sostegno della transizione e della protezione sociale dei lavoratori” così in una nota i deputati democratici Marco Sarracino e Arturo Scotto, rispettivamente responsabile Mezzogiorno del Pd e capogruppo in commissione lavoro alla Camera.

06/12/2024 - 17:23

“È un dovere essere a Pomigliano dove il disastro Stellantis sta travolgendo anche i lavoratori dell’indotto. 97 dipendenti di Transnova operanti in tutta Italia hanno ricevuto una lettera di licenziamento oggi. Sono circa 295 in totale a perdere il posto a fine dicembre considerando anche i lavoratori di Logitech e Teknoservice. La nostra segretaria ha voluto portare il sostegno e la vicinanza del Pd e della comunità democratica alle lavoratrici e ai lavoratori che si battono per la tutela della loro occupazione. Non li lasceremo soli”. Lo ha dichiarato Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione questioni regionali, a margine dell’incontro all'esterno dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d'Arco tra la delegazione del Pd, guidata da Elly Schlein e i lavoratori di Trasnova

“Serve un piano di rilancio e una politica industriale a sostegno del settore con impegni precisi e vincolanti di Stellantis dal punto di vista della tenuta degli stabilimenti e del lavoro. Occorre che il governo faccia la sua parte e supporti il settore con risorse e misure adeguate, difendendo l'occupazione e la produttività. L’esecutivo -purtroppo- non ha fatto nulla finora e ha anzi tagliato 4,6 miliardi dal fondo per l’automotive, che andrebbe invece rafforzato subito. Non c’è più tempo da perdere: la presidente Meloni convochi l'azienda e le parti sociali a Palazzo Chigi e, soprattutto, riveda subito il drammatico taglio del fondo automotive”. Così ha concluso Piero De Luca.

06/12/2024 - 15:06

“I lavoratori stanno pagando ingiustamente per colpa del continuo scarica barile fra Governo e Stellantis. Il Governo si assuma le proprie responsabilità e stanzi fondi per l’automotive, invece di tagliarli”. Lo dichiara Stefano Graziano deputato Pd, a margine della manifestazione dei lavoratori di Stellantis a Pomigliano d’Arco.
“Servono misure strutturali, serve un fondo europeo. Il Governo ascolti le istanze dei sindacati e convochi subito un tavolo di confronto fra azienda e parti sociali e soprattutto ritiri il taglio dell’80% al fondo automotive previsto dalla manovra di bilancio nel 2025 e negli anni a seguire. È a rischio tutto il settore dell’automotive e l’intero comparto industriale italiano”.

06/12/2024 - 14:34

"La crisi di Stellantis rischia di affossare il comparto dell’automotive, trascinando una parte così significativa del sistema industriale italiano. Non c’è più tempo da perdere e il Governo deve assumersi fino in fondo la responsabilità di dare una risposta." Così il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive.
"La presidente Meloni convochi l’azienda e le parti sociali a Palazzo Chigi come richiesto a gran voce dai sindacati e dalle opposizioni e, soprattutto, ritiri il taglio dell’80% al fondo automotive previsto dalla manovra di bilancio nel 2025 e negli anni a seguire. Il Ministro Urso ha dimostrato in questi mesi di non essere in grado di sciogliere i nodi al tavolo presso il suo ministero né di saper difendere il comparto dai tagli di Giorgetti", conclude Peluffo.

06/12/2024 - 10:43

“La crisi del Made in Italy è dovuta a una totale assenza di strategia, una mancanza totale di politica industriale del governo. Del Made in Italy è rimasto solo il titolo della legge che qualche mese fa è stata approvata, ma di contenuto non c’è nulla, anzi registriamo una crisi in settori cruciali, rappresentativi dell'immaginario collettivo del Made in Italy. Penso alla moda, al design, al cinema, all'audiovisivo e all’automotive, che rappresentano davvero nel mondo la carta d'identità del nostro Paese. Ciò accade a causa della mancanza di un piano di azioni realmente strategiche da parte del governo o di decisioni sbagliate, come quella relativa al Tax Credit che lascia gli studi cinematografici drammaticamente vuoti. Chiediamo al governo di uscire dalla propaganda e di mettere in campo un piano industriale serio e misure che non siano esclusivamente punitive ma che puntino sostenere a rafforzare i nostri settori chiave”. Così la deputata Irene Manzi, capogruppo dem in commissione Cultura, intervistata per il sito dei deputati Pd.

“L'Istat – ha concluso Manzi - ha dimezzato di fatto le previsioni di crescita del Pil. Non starei molto serena se fossi la Presidente del Consiglio. Il Paese è sostanzialmente fermo con il rischio addirittura di arretrare. Anche su questo è necessario uscire dalla bolla della propaganda del governo e mettersi davvero insieme. Occorre fare appello alle migliori energie del Paese, a tutte le forze politiche per lavorare, ma seriamente, fuori dalla propaganda e per il rilancio, serio e per la crescita, seria, di questo Paese”.

05/12/2024 - 14:32

Pd in prima fila in Parlamento e piazze

“Credo non ci sia bisogno di ricordare a Calenda, evidentemente neofita dell’operaismo, che il Partito democratico diretto da Elly Schlein, in questo anno e mezzo, si è occupato di Stellantis tutti i giorni. E non sui giornali o sui social o nei convegni, ma nelle piazze e nelle istituzioni. Basta informarsi sulle decine di interrogazioni parlamentari, di risoluzioni in commissione e in aula, di interventi e atti nei consigli comunali e regionali piuttosto che dell’intervento di Schlein durante l’audizione di Tavares. Parole nette e preoccupate. Allo stesso tempo consiglierei di guardare i presidi, i cortei, le piazze a cui hanno partecipato esponenti istituzionali e militanti in questi mesi davanti ai cancelli di Stellantis e dell’indotto. Innumerevoli. Compresi i due scioperi generali -  di categoria e confederale - dove il destino dell’automotive era al centro della piattaforma della mobilitazione. Anche lì c’era la Segretaria Elly Schlein. Suggerirei infine di andare  dagli operai di Mirafiori, Pomigliano, Termoli, Melfi, Bologna e chiedergli dove è stato il Pd in questi mesi. Saranno sicuramente più informati del leader di Azione. Francamente sfugge per quale motivo Calenda polemizzi oggi con Schlein  quando abbiamo un Governo che taglia 4,6 miliardi sul fondo per la transizione nell’automotive e ci stiamo battendo insieme per ripristinarlo. Spendere più energie a criticare il PD che non il Governo non si è rivelata una strategia elettorale efficace”.

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

05/12/2024 - 14:08

Se l’Italia cresce meno del previsto non è colpa del maltempo, ma di politiche economiche inefficaci. Oggi a dirlo è Istat che riduce il pil del 2024 allo 0,5. È il prezzo che paghiamo alla mancanza di interventi seri in favore di settori in crisi, primo fra tutti quello dell’automotive. Manca una seria politica industriale ma anche investimenti consistenti che darebbero respiro e prospettive all’economia italiana. Per ora gli unici indici che ancora crescono sono povertà e numero di persone che rinunciano a curarsi per i lunghi tempi della sanità pubblica e gli alti costi di quella privata.

Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.

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