"Nel bando Sport e Periferie del 2025 sono emerse evidenti criticità che rischiano di comprometterne le finalità e penalizzare gli enti virtuosi. Sono emerse infatti forti discrepanze tra le medie nazionali indicate nel bando ufficiale e quelle utilizzate dal sistema informatico per il calcolo del punteggio, in particolare rispetto agli indicatori di 'presenza giovani' e 'disagio economico'. Questo ha avuto l’effetto paradossale di penalizzare i Comuni che, pur presentando parametri superiori alla soglia minima indicata nel disciplinare, risultano esclusi dal finanziamento". Lo dichiarano i deputati del Pd Simona Bonafè e Mauro Berruto, che hanno depositato una interrogazione parlamentare.
"Nelle FAQ ufficiali si fa riferimento a una media nazionale di 99,57 per l’indice di presenza giovani e 37,96 per il disagio economico, mentre nella piattaforma utilizzata per la candidatura i valori considerati sono rispettivamente 94,2 e 27,83. Un disallineamento che rischia di minare i principi di equità, trasparenza e coesione territoriale alla base del programma. È fondamentale che lo Stato agisca con coerenza e trasparenza. Le amministrazioni locali non possono essere penalizzate da errori o incongruenze tecniche che compromettono l’accesso a risorse strategiche per lo sviluppo delle periferie e il benessere delle comunità", concludono i dem.
"In un momento in cui nella Striscia di Gaza continua a consumarsi una tragedia umanitaria senza precedenti, con centinaia di sportivi palestinesi uccisi, impianti distrutti e un’intera popolazione privata di diritti e dignità, appare inaccettabile che si continui a fare finta di nulla, come se lo sport potesse essere estraneo alla realtà". Lo dichiara il deputato democratico, responsabile nazionale sporto del Partito Democratico, Mauro Berruto.
"Non compete certo all’Italia decidere se Israele debba o meno essere sospesa dalle competizioni internazionali, ma chiediamo con forza che questa decisione venga presa quanto prima dagli organismi competenti. La FIFA e il CIO hanno già sospeso altri Paesi in passato: non solo, recentemente, la Russia, ma per esempio il Sudafrica dell’apartheid che non poté partecipare ai Giochi Olimpici per 24 anni. Far finta che questa situazione non esista per Israele significa applicare un doppio standard ipocrita e inaccettabile", prosegue Berruto.
"In questo quadro, la partita tra Italia e Israele prevista a Udine non dovrebbe proprio svolgersi. È una scelta sbagliata, stonata, che ignora il contesto e manda un segnale pericoloso: quello dell’indifferenza. Ma se si dovesse comunque giocare, ci chiediamo almeno quale gesto simbolico deciderà di compiere la nostra Nazionale per non voltarsi dall’altra parte. Saremo in grado, almeno, per non rimanere in silenzio di fronte a un orrore che ha già colpito duramente anche lo sport palestinese, azzerando una generazione intera, di fare un gesto simile alle “magliette rosse” indossate dai nostri tennisti nella finale di Coppa Davis 1976 nel Cile di Pinochet?”, conclude Berruto.
“Siamo davanti a un uso delle istituzioni completamente fuori dalle regole e da ogni logica. Il declassamento della Fondazione Teatro della Toscana, che ha alla direzione artistica una figura di altissimo profilo come Stefano Massini, rappresenta un fatto di una gravità senza precedenti. Un atto che ha il sapore evidente della rappresaglia politica e che mina alla base l'autonomia e la credibilità delle istituzioni culturali del nostro Paese. Che configura inoltre un attacco politico del governo alla città di Firenze che evidentemente viene considerata dalla maggioranza territorio ostile.” Lo dichiarano i deputati del Partito Democratico Commissione Cultura della Camera.
“Mai prima d’ora – proseguono Manzi, Orfini, Berruto e Iacono – era accaduto che una fondazione teatrale nazionale venisse declassata per motivi che nulla hanno a che vedere con la qualità artistica o la gestione culturale. Questo colpo basso non è soltanto un attacco a La Pergola, ma un precedente pericoloso che rischia di trasformare la valutazione culturale in terreno di scontro ideologico e politico. Di fronte a tutto questo, la decisione di tre autorevoli membri della Commissione consultiva per il Teatro del MiC di dimettersi è un gesto di grande dignità e coerenza, che condividiamo e rispettiamo profondamente. Ci aspettiamo che il ministro Giuli chiarisca al più presto se intenda realmente subordinare la cultura alla logica della fedeltà politica. Se così fosse, saremmo davanti a un tradimento della funzione pubblica e del mandato del Ministero della Cultura stesso. Su quanto accaduto presenteremo nelle prossime ore un’interrogazione urgente alla camera.”
Dem presentano interrogazione: risorse promozione cinema usate per giochi di potere
“Quanto sta emergendo in queste ore sulla stampa, se confermato, sarebbe di una gravità estrema. Diverse ricostruzioni giornalistiche riportano l’utilizzo disinvolto di fondi destinati alla promozione del cinema italiano, che sarebbero stati impiegati – attraverso Cinecittà – dal vertice del Collegio Romano per finalità del tutto estranee a quelle istituzionali. Non solo: tali risorse pubbliche sarebbero state utilizzate per ‘giochi di potere’ e alimentare dinamiche di scontro e intrighi all’interno della maggioranza, con il tentativo di trarne vantaggi politici personali arrivando addirittura a promettere compensi a giornalisti. Alla luce di queste gravi accuse, riteniamo indispensabile che il Ministero della Cultura chiarisca immediatamente: il Ministro Alessandro Giuli e la Sottosegretaria Lucia Borgonzoni hanno il dovere istituzionale di fornire al più presto spiegazioni puntuali e trasparenti. I fondi pubblici devono essere impiegati nel pieno rispetto delle finalità per cui sono stati stanziati, in modo trasparente e nell’interesse esclusivo dei cittadini. Ogni utilizzo improprio va condannato senza esitazioni e accertato con tempestività. Presenteremo un’interrogazione su quanto sta emergendo” così una nota dei componenti democratici della commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, Matteo Orfini, Mauro Berruto e Giovanna Iacono che ribadiscono la richiesta, finora inascoltata, al presidente della commissione cultura della Camera, Federico Mollicone, di aprire con urgenza una discussione sulla crisi dell’industria cinematografica e audiovisiva italiana.
“L’8 e il 9 giugno saremo chiamati ad esprimerci sui temi referendari, tra cui quello fondamentale del diritto alla cittadinanza. Mi rivolgo in modo personale e accorato, se posso, al mondo dello sport, agli sportivi e alle sportive, che questo tema lo hanno già affrontato e in parte risolto. Così il deputato dem Mauro Berruto, responsabile nazionale Sport del Pd, in un video pubblicato sui canali social dei deputati dem.
“Basta guardare – ha aggiunto l’esponente Pd - le immagini della nostra Nazionale di pallavolo femminile, oppure pensare alla squadra di atletica leggera, o a grandi campionesse come Jasmine Paolini o Sara Curtis: è evidente che lo sport rappresenta già un modello di società inclusiva e funzionante. Un modello dove il merito, l’impegno e la partecipazione sono riconosciuti prima ancora del luogo di nascita o della cittadinanza formale”.
“Per questo — ha concluso Berruto — rivolgo un appello a tutti gli sportivi e a tutte le sportive: diamo forza a questo modello, invitiamo al voto e sosteniamo con convinzione un grande ‘Sì’. È un piccolo passo, ma concreto, verso il riconoscimento del diritto di cittadinanza per tante ragazze e ragazzi che in Italia vivono, studiano, crescono, giocano e vincono. È un segnale importante che lo sport può dare al resto della società civile”.
Settore strategico, serve serietà: subito sessione parlamentare su crisi audiovisivo
“Ribadiamo con forza la nostra richiesta al presidente Mollicone di calendarizzare al più presto una sessione parlamentare in Commissione Cultura dedicata allo stato dell’industria audiovisiva italiana. Il settore vive una fase critica e ha bisogno di risposte chiare e di un confronto istituzionale serio”, dichiarano i componenti del Pd della Commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, Mauro Berruto, Giovanna Iacono e Matteo Orfini. Alla vigilia dell’incontro tra il MiC e gli operatori del settore, Manzi stigmatizza lo scontro in corso tra il ministro della Cultura Alessandro Giuli e la sottosegretaria con delega al cinema, Lucia Borgonzoni. “La notizia di un ‘ministero in lite’ è inaccettabile e non può essere tollerata. Litigi, gelosie e rinfacci – aggiungono i dem – non appartengono al linguaggio né all’operato delle istituzioni. L’industria cinematografica e audiovisiva italiana è un settore strategico che merita rispetto e serietà: se ci sono problemi politici al Collegio Romano, il ministro Giuli ha tutti gli strumenti per risolverli e mettere fine a questa situazione, a partire dal ritiro delle deleghe alla sottosegretaria. Il settore audiovisivo – concludono i democratici – non può essere ostaggio di scontri interni alla maggioranza che ne compromettono l’operatività e il futuro. Aspettiamo risposte concrete dal Governo e, dal presidente Mollicone, la calendarizzazione della discussione in Commissione Cultura”.
Dopo denuncia Fanpage, dem presentano interrogazione parlamentare al ministro dell’interno
“Alla luce della denuncia pubblicata da Fanpage circa l’attività sotto copertura di un agente della Polizia di Stato che avrebbe spiato per dieci mesi le attività del partito Potere al Popolo, riteniamo doveroso e urgente che il Ministero dell’Interno fornisca immediatamente chiarimenti su quanto accaduto. Sarebbe un fatto gravissimo, in totale contrasto con i principi democratici sanciti dalla nostra Costituzione. Per questa ragione depositeremo un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro Piantedosi, auspicando una risposta chiara e tempestiva. Tale denuncia assume un peso ancora maggiore alla vigilia dell’approvazione del cosiddetto “decreto sicurezza”, che introduce misure fortemente restrittive e rischia di comprimere ulteriormente ogni forma di dissenso, incidendo in maniera pericolosa sull’ordinamento giuridico e sulle libertà fondamentali. Se alla compressione di ogni voce critica dei cittadini si accompagna anche il controllo occulto dei partiti politici, è evidente che siamo davanti a una preoccupante compressione dei nostri valori costituzionali. L’Italia non può e non deve scivolare verso una deriva autoritaria” così i deputati dem, Mauro Berruto e Chiara Gribaudo.
Chiedo la sospensione immediata di Israele da tutte le competizioni sportive internazionali. Lo dico chiaramente. Se lo sport è diplomazia, ponte tra i popoli, allora in tutti quei casi si è sbagliato. Se lo sport è politica (e lo è, da sempre!) DEVE esercitare la sua funzione sanzionatoria, e allora serve coerenza, non una doppia morale!! Per questo, dall’aula del Parlamento italiano, mi rivolgo alla Premier Meloni, al Ministro per lo sport Abodi, ai membri italiani del CIO, al CONI, alle federazioni, ai club, alle atlete e agli atleti: Dite da che parte state". Queste le parole del deputato del Pd e responsabile nazionale Sport del Pd, Mauro Berruto che è intervenuto ieri resa in aula alla camera su questo tema.
"Majed Abu Maraheel, primo portabandiera e atleta palestinese ai Giochi Olimpici di Atlanta 1996, soffriva di insufficienza renale, è morto all’inizio del conflitto, lentamente e atrocemente,
impossibilitato a curarsi. L’ultimo sportivo ucciso di cui abbiamo notizia si chiamava Mohammed Al Sultan: 23 anni,
calciatore e fondatore di una scuola calcio per bambini nel nord di Gaza. Ucciso in un bombardamento, venerdì. In mezzo, 19 mesi di orrore e quasi 500 sportivi palestinesi ammazzati. Tutte le infrastrutture sportive distrutte. Lo stadio Yarmouk, a Gaza, prima di essere distrutto è stato trasformato in prigione. Corpi nudi, inginocchiati, ammanettati. Come nel Cile di Pinochet. I palestinesi segregati, affamati, colpiti nel corpo e nell’anima collettiva. Come nel Sudafrica dell’apartheid. Il Comitato Olimpico Palestinese ha dichiarato: «per dieci anni, a Gaza, non sarà possibile riprendere alcuna attività sportiva». Lo sport è identità, dignità, appartenenza. Lo sanno bene quei governi, come il governo Meloni, che usano lo sport come propaganda", ha concluso Berruto.
“La situazione dell’editoria italiana è preoccupante e i dati emersi dal Salone del Libro di Torino devono far riflettere il Governo su quanto (non) è stato fatto finora.” Così i deputati democratici Manzi, Iacono, Orfini e Berruto componenti della Commissione Cultura della Camera, che oggi hanno presentato un’interrogazione urgente al Ministro della Cultura Alessandro Giuli, che sarà chiamato a rispondere domani in Commissione.
“L’impatto delle scelte del Governo, dai tagli alla 18App alla mancata adozione di misure compensative per il settore, sta producendo effetti allarmanti. Lo confermano i dati diffusi dall’Associazione Italiana Editori (AIE), che registrano nei primi quattro mesi del 2025 un crollo del 3,6% nel mercato dell’editoria di varia, con quasi un milione di copie vendute in meno rispetto allo stesso periodo del 2024, e una riduzione della spesa per libri di 15,9 milioni di euro.”
“La nuova ‘Carta della cultura giovani’ e la ‘Carta del merito’, introdotte in sostituzione della 18App, hanno ristretto l’accesso ai benefici, burocratizzato e complicato le procedure, riducendo drasticamente la capacità di spesa in beni culturali da parte dei giovani: nei primi quattro mesi del 2025 gli acquisti con queste carte si sono ridotti di circa 30 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un dato che conferma il flop del nuovo impianto che non funziona e rischia di impoverire il tessuto culturale ed economico del Paese.”
“Nell’interrogazione – proseguono i deputati dem – chiediamo al ministro quale politica di sostegno il Governo intenda adottare per rilanciare la lettura, semplificare l’accesso alle misure, ristabilire un principio di universalità per il bonus cultura, e soprattutto aprire un confronto con l’intera filiera del libro, dalle case editrici ai librai fino ai bibliotecari, per trovare soluzioni concrete e strutturali. Serve un cambio di passo immediato” concludono.
"Il Papa che ha scelto ostinatamente di stare dalla parte degli ultimi, fin dalla scelta del suo nome è stato un uomo che ha amato profondamente lo sport e che dallo sport è stato profondamente amato. La pace, la solidarietà, l’accoglienza e l’amore per lo sport come simbolo di tutto questo: è un giorno tristissimo. Addio Francesco, il tuo viaggio dalla 'pelota de trapo' al soglio pontificio resti la più grande ispirazione per ogni sportivo”. Così il deputato Mauro Berruto, responsabile Sport del Partito Democratico.
"Il nostro obiettivo è garantire un equilibrio tra la tutela della salute dei partecipanti e la promozione del turismo sportivo legato alle maratone in Italia". Lo ha detto in Aula alla Camera il deputato Mauro Berruto, responsabile nazionale Sport del Partito Democratico, annunciando il voto favorevole del Gruppo dem alla mozione del Pd volta a promuovere la partecipazione di atleti amatori stranieri alle competizioni podistiche in Italia.
"Attualmente – ha spiegato l’esponente dem – un cittadino italiano che partecipa a una maratona a New York, Boston o Berlino non è tenuto a presentare un certificato medico agonistico. Al contrario, un atleta amatore straniero che desidera correre in Italia deve affrontare un iter burocratico complesso, incluso il rilascio di un certificato da parte di un medico dello sport. Questo ostacolo riduce il numero di partecipanti internazionali alle nostre maratone, con evidenti ricadute negative anche sul turismo. Noi riteniamo che sia più opportuno permettere agli atleti stranieri di presentare certificati di idoneità rilasciati nel proprio Paese di residenza, con un'autocertificazione che tuteli anche gli organizzatori. Questo approccio garantirebbe maggiore sicurezza e conformità alle normative sanitarie".
"È fondamentale - ha concluso Berruto - supportare non solo le maratone internazionali, ma anche le iniziative che promuovono la cultura del movimento e della salute, come la Race for the Cure a Roma o Just The Woman I Am a Torino. Chiediamo che eventi di questo tipo siano sostenuti con agevolazioni per il suolo pubblico e per i costi di sicurezza, per favorire la loro crescita e il loro impatto positivo sulla collettività”.
“L’articolo 34 della nostra Costituzione prevede che 'i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio'. Ma per la Lega non è così. A quanto si apprende da notizie a mezzo stampa, è recente l’approvazione dal consiglio regionale del Piemonte di un ordine del giorno, presentato da Fabrizio Ricca che chiede una ridefinizione nella gestione delle borse di studio universitarie, basate sulla premialità per chi 'studia nel territorio di residenza, al fine di incentivare la formazione locale”. Così si legge nell'interrogazione a prima firma del deputato PD, Mauro Berruto, alla ministra Anna Maria Bernini al fine di garantire il diritto allo studio su tutto il territorio nazionale con i medesimi criteri di erogazione.
“Come fatto notare dal PD della giunta piemontese – continua l'esponente dem - dal vicerettore dell'Università di Torino, Giuseppe Martino Di Giuda, e da diversi professori universitari il 'localismo è la negazione del merito e delle condizioni per far emergere l’eccellenza. Lo studio, il diritto allo studio necessita di territori sconfinati'”. “In altre parole il localismo inteso come premio allo studio è un'aberrazione dello studio stesso, soprattutto in una regione dove, su un totale di circa 130 mila universitari, il 34% arriva o da altre zone d’Italia oppure dall’estero. Il cosiddetto 'diverso', straniero o anche del Sud Italia, non è un potenziale pericolo e non sottrae nulla ai 'locali' piemontesi”, conclude Berruto.
L'interrogazione è stata firmata anche dai deputati PD, Federico Fornaro e Chiara Gribaudo.
Domani la Camera discuterà un’interpellanza urgente rivolta al Ministro degli Esteri Tajani per chiedere quali iniziative intenda assumere affinché Paesi alleati, come Francia e Stati Uniti, forniscano tutte le informazioni utili a fare piena luce sulla strage di Ustica.
A oltre quarant’anni dai fatti, il diritto alla giustizia per le 81 vittime innocenti e i loro familiari resta ancora negato. La recente richiesta di archiviazione dell’inchiesta da parte della Procura di Roma, motivata dall’impossibilità di ottenere risposte da Paesi amici dell’Italia, conferma la necessità di un impegno chiaro e determinato per arrivare alla verità e difendere la dignità nazionale.
L’interpellanza a Tajani è firmata dai deputati e dalle deputate del Pd: De Maria, Schlein, Braga, Merola, Fornaro, Manzi, Berruto, Stefanazzi, Vaccari, Toni Ricciardi, Gianassi, Ascani, Roggiani, Malavasi, De Luca, Girelli, Lai, Simiani, Orfini, Filippin, Tabacci, Porta, Graziano, Forattini, Romeo, Andrea Rossi, Gribaudo, Carè, Bakkali, Fassino, Ghio, Serracchiani, Gnassi, Cuperlo.
Dem presenta interrogazione parlamentare dopo pressioni di Fdi per annullare incontro nel torinese
“Ho depositato questa mattina un'interrogazione parlamentare al Ministro Valditara, per chiedere conto delle ragioni dell'annullamento, dopo esplicite pressioni politiche delle forze di maggioranza in consiglio regionale del Piemonte, di un incontro sulla tragedia delle foibe che avrebbe dovuto svolgersi domani all' Istituto "Aldo Moro" di Rivarolo Canavese (Torino) con lo storico Eric Gobetti, studioso del fascismo, della seconda guerra mondiale, della Resistenza e della storia della Jugoslavia nel Novecento. Dopo le ripetute sortite pubbliche del consigliere regionale di Fratelli d'Italia Roberto Ravello e, a quanto sembra, le continue sollecitazioni dell'ufficio regionale scolastico alla Dirigente Scolastica dell'Istituto Aldo Moro, l'evento è stato cancellato. Lo ha comunicato, domenica nel primo pomeriggio, lo stesso consigliere Ravello con questo post sul profilo social: "Ufficiale: rinviato a data da destinarsi l'incontro sulle foibe di Eric Gobetti. A vincere studenti e storia". Chiedo al ministro Valditara quali siano le origini di queste pressioni, perché l'ufficio scolastico regionale abbia esercito queste stesse pressioni sulla Dirigente Scolastica e perchè un consigliere regionale fosse a conoscenza di una circolare che non era ancora stata inviata. In attesa di una risposta convincente, affinché non ci si debba immaginare di essere ripiombati nel periodo delle liste di proscrizione e dei libri proibiti, invito docenti e studenti dell'Istituto Aldo Moro a organizzare il confronto con Eric Gobetti, in qualsiasi altro luogo, a libero accesso. Sarò felice di partecipare, per dare il mio contributo a tenere in vita due principi: quello fondante della nostra Repubblica, la democrazia, e quello tutelato dall'art. 33 della Costituzione, la libertà dell'insegnamento”
Così il deputato democratico, responsabile nazionale sport, Mauro Berruto.
Il deputato democratico Mauro Laus ha depositato oggi un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Infrastrutture in merito alla decisione di Trenitalia e SNCF di escludere Bardonecchia dalle fermate dei treni ad alta velocità Frecciarossa e TGV sulla linea Torino-Milano-Parigi, a partire dal 31 marzo 2025. Una decisione che per il deputato democratico “rischia di creare un grave danno al territorio. Il nuovo assetto prevede peraltro fermate a Oulx in Piemonte e a Modane e Saint Jean de Maurienne in Francia, penalizzando le valli olimpiche piemontesi a vantaggio di destinazioni sciistiche d’Oltralpe”.
“Bardonecchia - ricorda Laus - è una delle principali mete turistiche invernali ed estive del Paese, con circa un terzo dei visitatori che raggiungono la località in treno. Negli ultimi anni, il comprensorio ha investito significativamente nel modello di trasporto sostenibile “sci + treno”, guadagnandosi un posto tra le prime dieci località europee per questa tipologia di mobilità. La soppressione della fermata ferroviaria non solo danneggia il turismo locale, ma crea anche disagi dal punto di vista della sicurezza, costringendo la polizia di frontiera a spostarsi su Oulx”.
L’interrogazione chiede quindi al ministro Salvini di chiarire le motivazioni dietro questa scelta scellerata e di adottare misure urgenti per garantire il mantenimento della fermata di Bardonecchia”.
L’interrogazione è stata sottoscritta dai democratici: Alberto Pandolfo, Antonella Forattini, Claudio Stefanazzi, Marco Simiani, Federico Fornaro, Mauro Berruto, Stefania Marino, Marco Lacarra, Maria Cecilia Guerra, Arturo Scotto.