"Per quale ragione il ministero degli Esteri ha diffuso una nota in cui ricostruisce in modo non veritiero quello che è successo a Hizma, in Cisgiordania, durante la missione di deputate e deputati del Pd in quei luoghi? Più volte abbiamo raccontato come, lungo la strada tra Gerico e Gerusalemme, nella località di Hizma, ci siamo imbattuti in un improvviso blocco, in una delle quotidiane azioni intimidatorie dell’esercito israeliano che lanciava bombe stordenti sulle auto in fila ai gate chiusi, sia in entrata che in uscita dallo stesso Idf. Il nostro pulmino si è riparato in una strada laterale. Come da prassi abbiamo informato il Console Domenico Bellato e il personale dell’ambasciata. Poi siamo stati ospitati per qualche ora da una famiglia palestinese. Nel frattempo, siamo stati raggiunti da una telefonata della sicurezza israeliana. Non appena l’esercito israeliano ha riaperto i gate siamo usciti da Hizma con il nostro pulmino in direzione di Gerusalemme e noi stessi abbiamo informato tutti coloro con cui eravamo in contatto che stavamo superando il check point, a bordo del nostro mezzo. Non c'è stato dunque alcun nostro trasferimento sulle auto blindate del console, con la scorta e un funzionario del Cogat israeliano, come riportato nella nota.
E' inspiegabile perché la Farnesina abbia raccontato fatti mai avvenuti. Per questo, insieme al collega Mauro Berruto e alle colleghe Ouidad Bakkali, Valentina Ghio e Sara Ferrari, abbiamo presentato una interrogazione al ministro Tajani perché spieghi le ragioni di una scelta così incomprensibile". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Talebani muti”. Così la deputata democratica Laura Boldrini ha definito in aula alla Camera i deputati di maggioranza che, per tutta la giornata, non sono mai intervenuti sul DDL Valditara sull’educazione sessuale nelle scuole. “Che cosa vi terrorizza? Con il vostro silenzio state dicendo no all’educazione affettiva e sessuale delle giovani generazioni. Perché negate questo diritto fondamentale? Perché vi state avvicinando a quei fondamentalisti che voi stessi dite di combattere? Mettete da parte il vostro fondamentalismo ideologico e riconoscete il legame tra la mancanza di educazione al rispetto e la violenza contro le donne. Il PD è contrario a questo provvedimento oscurantista e retrogrado e ribadisce che costruire una cultura del rispetto si realizza attraverso istruzione, formazione e conoscenza», ha concluso Boldrini.
“Oggi, Martedì 2 dicembre alle ore 11.00
presso la sala Berlinguer della Camera dei deputati
si terrà una conferenza stampa promossa dalla delegazione dei deputati del Pd appena rientrati dalla missione in Cisgiordania.
Interverranno Mauro Berruto, Laura Boldrini, Ouidad Bakkali, Sara Ferrari, Valentina Ghio e Andrea Orlando
Sono stati quattro giorni intensi di visite e interlocuzioni dai più alti rappresentanti istituzionali ad associazioni, a persone che hanno subito torture e prevaricazioni, espropri di terre e demolizioni di case.
Una situazione drammatica messa in atto dal governo israeliano con l’obbiettivo di annientare e scacciare il popolo palestinese dalla propria terra. È necessario raccontare per denunciare quanto sta accadendo e contrastarlo con le azioni che la politica mette a disposizione.
Sarà presente Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Partito Democratico.
“In occasione della Giornata Mondiale contro l’HIV, la deputata del Partito Democratico Lia Quartapelle, insieme ai colleghi Amendola, Boldrini, Della Vedova, Fratoianni, Onori, Porta e Provenzano, ha presentato una risoluzione per chiedere al Governo di rivedere la riduzione del contributo italiano al Fondo Globale per la lotta a HIV, tubercolosi e malaria.
“Proprio ora che è possibile raggiungere traguardi storici, l’Italia sceglie di fare un passo indietro e allinearsi alla logica dei tagli inaugurata dall’amministrazione Trump, invece di esercitare quella leadership nella salute globale che per anni ci è stata riconosciuta. A differenza di altri Paesi, il nostro bilancio della cooperazione allo sviluppo non ha subito riduzioni tali da giustificare un taglio così drastico. Si tratta di una scelta politica”. Lo dichiara Lia Quartapelle, deputata Pd.
“Martedì 2 dicembre alle ore 11.00, presso la sala Berlinguer della Camera dei deputati, si terrà una conferenza stampa promossa dalla delegazione dei deputati del Pd appena rientrati dalla missione in Cisgiordania. Interverranno Mauro Berruto, Laura Boldrini, Ouidad Bakkali, Sara Ferrari, Valentina Ghio e Andrea Orlando.
Sono stati quattro giorni intensi di visite e interlocuzioni dai più alti rappresentanti istituzionali ad associazioni, a persone che hanno subito torture e prevaricazioni, espropri di terre e demolizioni di case. Una situazione drammatica messa in atto dal governo israeliano con l’obbiettivo di annientare e scacciare il popolo palestinese dalla propria terra. È necessario raccontare per denunciare quanto sta accadendo e contrastarlo con le azioni che la politica mette a disposizione.
Sarà presente Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Partito Democratico.
Per info e accrediti: pd.ufficiostampa@camera.it
“Ad oltre un anno dalla ingiusta detenzione in Venezuela del cooperante Alberto Trentini, il Partito Democratico ha presentato in commissione esteri un’interrogazione urgente al Ministro degli Esteri Tajani, sottoscritta dai suoi membri Provenzano, Amendola, Boldrini, Porta e Quartapelle, denunciando la lentezza dell’iniziativa politica e diplomatica italiana anche alla luce della recente liberazione del cooperante francese Camilo Castro.
Con l’interrogazione i deputati democratici in commissione esteri hanno chiesto chiarimenti sulle criticità che hanno accompagnato la mancata missione in Venezuela dell’inviato del governo italiano Luigi Vignali, invitando il Ministro degli Esteri a mettere in atto con urgenza nuove iniziative sul piano politico-diplomatico, compresa una nuova missione dell’inviato speciale se questa fosse utile a facilitare il rapido rientro in Italia di Trentini.
Il governo, rispondendo all’On. Porta che è intervenuto a nome dei colleghi del PD, ha confermato attraverso la Sottosegretaria Tripodi l’impegno per la liberazione di Alberto Trentini anche riprogrammando la missione in Venezuela dell’ambasciatore Vignali; abbiamo ribadito la nostra disponibilità a sostenere questa e ogni altra iniziativa che l’esecutivo e il Parlamento vogliano mettere in campo con l’unico obiettivo di riportare a casa e all’affetto dei suoi familiari il nostro cooperante”. Così una nota dei deputati Pd della commissione Esteri della Camera.
I deputati del Partito Democratico della Commissione Esteri della Camera hanno presentato al ministro degli Esteri Antonio Tajani un’interrogazione urgente per chiedere quali iniziative il Governo intenda assumere "affinché a Alberto Trentini siano finalmente garantiti i suoi diritti fondamentali e ne sia assicurato il tempestivo rientro in Italia".
La richiesta nasce dalla gravità della situazione dell’operatore umanitario italiano, detenuto da oltre un anno "nello Stato di Apure" e poi trasferito sotto la direzione del controspionaggio militare, "senza comunicazioni ufficiali sulla sua condizione".
Nel testo si ricorda che Trentini, "affetto da ipertensione e bisognoso di cure regolari", inizialmente "non ha avuto accesso a un legale, né a funzionari consolari, né alla famiglia", mentre tuttora "i colloqui con autorità diplomatiche e familiari sono rari".
Ulteriori nuovi allarmi provengono dalle testimonianze del francese Camilo Castro, che parla di "condizioni detentive inumane e degradanti, caratterizzate da violenze, torture e assenza di tutela". I deputati PD richiamano anche il fallimento della missione dell’inviato speciale Luigi Vignali, "respinto dalle autorità venezuelane" ad agosto. Pur ricordando la richiesta di Tajani di mantenere "la massima riservatezza", i parlamentari ritengono indispensabile, dopo oltre dodici mesi e alla luce del recente rilascio del cittadino francese grazie anche a un "intervento politico ai massimi livelli", un aggiornamento chiaro sulle trattative diplomatiche.
Il gruppo PD chiede quindi al Governo di riferire subito "quali ulteriori iniziative intenda intraprendere, compreso un nuovo invio a Caracas dell’incaricato speciale Vignali", per arrivare alla liberazione di Alberto Trentini. L’interrogazione è firmata da Peppe Provenzano, Enzo Amendola, Laura Boldrini, Fabio Porta e Lia Quartapelle.
"Il vergognoso voltafaccia della maggioranza in Senato, dove chiede di tornare alle audizioni sulla legge sul consenso invece di procedere al voto in aula, non è contro l'opposizione che lo aveva proposto, ma contro le donne e anche contro la Presidente Meloni che proprio su quella legge ha garantito il suo sostegno. E così è stato alla Camera, dove lo abbiamo approvato all'unanimità.
Delle due l'una: o Meloni non ha la fiducia della sua maggioranza o la sua parola non vale nulla.
Oggi, nella Giornata contro la violenza maschile sulle donne, il Parlamento avrebbe potuto e dovuto dare prova di unità nella lotta a quel fenomeno che miete decine e decine di vittime ogni anno, la maggioranza decide di voltarsi dall'altra parte e condannare, nuovamente, le donne a non avere giustizia.
Vergogna è l'unico commento che si possa fare". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e prima firmataria del progetto di legge originario sul consenso.
"Inizia da Gerusalemme, la nostra visita. Siamo una delegazione di deputate e deputati del Pd: con me ci sono Ouidad Bakkali, Mauro Berruto, Sara Ferrari, Valentina Ghio e l'ex ministro Andrea Orlando. Siamo partiti dai quartieri palestinesi di Gerusalemme est dove molte famiglie vivono sotto minaccia di espropriazioni e demolizioni delle proprie abitazioni da parte dei coloni e dell'esercito israeliano. Da qui proseguiremo e andremo a visitare altri luoghi dei territori palestinesi occupati. Proprio ora che il mondo ha smesso di guardare da questa parte, non possiamo fare calare l'attenzione su quello che accade in Cisgiordania dove ogni giorno i palestinesi vengono uccisi e scacciati dalle proprie terre". Lo scrive sui suoi canali social Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Congratulazioni a Roberto Fico, neopresidente della Campania, e ad Antonio Decaro, neopresidente della Puglia. Campani e pugliesi hanno deciso di continuare ad essere amministrati dal centrosinistra. In Campania, in particolare, la sconfitta è tutta del governo, dato che il candidato del centrodestra era un componente del governo. A niente sono servite le campagne populiste né mezzucci come le surreali promesse di sanatorie. E neppure gli show a base di saltelli sui palchi: mentre loro saltano, noi vinciamo le elezioni. Alla fine della partita delle regionali, il centrosinistra ha conquistato due regioni strappandole alla destra: Sardegna e Umbria. Non possiamo che dirci soddisfatti.
Anche in Veneto, sebbene abbia vinto il centrodestra, il risultato di Manildo quasi doppia quello del candidato di centrosinistra delle scorse regionali.
Il centrosinistra unito può vincere e lo ha dimostrato tante volte: la linea "testardamente unitaria" della segretaria Schlein è quella giusta. Ora va consolidata sul piano nazionale per dare un'alternativa vera al governo Meloni.
Amareggia il dato dell'astensionismo molto alto. Un fenomeno che va compreso fino in fondo per riuscire a contrastarlo e tenere viva la democrazia di questo Paese". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Alla vigilia del 25 novembre, il ministro Nordio pensa bene di spiegarci che la violenza degli uomini sulle donne è una questione iscritta nel DNA maschile. Chissà come l'hanno presa tutti quelli che all'indomani di un femminicidio si premurano di specificare che "non tutti gli uomini" sono violenti.
Un'affermazione non solo grave, quella del ministro, ma anche falsa. Buona solo a ignorare la complessità del fenomeno che, come dimostrano decine di studi, ha radici culturali profonde, non biologiche.
Poi Nordio si contraddice sostenendo che per combattere la violenza degli uomini sulle donne serve la prevenzione sul piano culturale. E su questo siamo d'accordo. Ma allora deve spiegarlo al suo collega Valditara e alla sua collega Roccella che invece continuano a non volere vedere il nesso tra educazione al rispetto e violenza degli uomini contro le donne. E per questo non vogliono introdurre l'educazione all’affettività e alla sessualità fin dai primi anni di scuola. La violenza si combatte con misure di prevenzione, con l’educazione, la formazione e investendo le risorse necessarie a dare una risposta adeguata a questa piaga sociale. Tutto quello che non abbiamo ancora visto da questo governo". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"In Commissione esteri la maggioranza ha bocciato la risoluzione a mia prima firma che impegnava il governo ad adottare misure concrete in direzione del disarmo nucleare rafforzando il Trattato di non proliferazione e attuando le indicazioni contenute nel Trattato sulla proibizione delle armi nucleari a proposito delle vittime e del risanamento ambientale. Inoltre, chiedevamo l'adozione di politiche di "non primo uso". In sostanza, che l'Italia chiedesse agli altri paesi l'impegno a non usare per primi l'arma nucleare. L'unica vera deterrenza possibile: se nessuno usa per primo le armi nucleari, nessuno le userà mai. Solo così si salva l'umanità da una totale catastrofe". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Ma il governo ha presentato riformulazioni che sminuivano la portata della risoluzione in merito al sostegno alle vittime delle esercitazioni e sul risanamento ambientale - sottolinea Boldrini -. E si è espresso in senso contrario rispetto al "non primo uso". Di fatto, un passo indietro rispetto ad un'altra risoluzione, sullo stesso tema, che, invece, era stata approvata all'unanimità nel 2023, col parere favorevole dello stesso governo di adesso".
"Non potevamo accogliere le proposte della maggioranza che contraddice se stessa solo perché, adesso, a parlare di test nucleari e a ventilare l'uso dell'arma sono i loro più grandi alleati: Trump e Netanyahu - aggiunge -. In più occasioni il presidente Sergio Mattarella è stato perentorio nell’affermare che è inaccettabile anche solo fare allusioni all'impiego di armi nucleari. E se lo ha fatto è perché oggi questa minaccia è reale, arriva da capi di Stato e di Governo. Va ricordato anche che in Italia ci sono decine di testate nucleari statunitensi, in particolare nelle basi di Ghedi e Aviano, cosa che espone il nostro Paese ad altissimi rischi".
"Anche per questo le riformulazioni proposte erano irricevibili. La nostra risoluzione, quindi, è stata bocciata. La maggioranza e il governo si assumono la responsabilità di non prendere alcuna iniziativa per contrastare il rischio di una guerra nucleare che comporterebbe la distruzione dell'umanità e del pianeta" conclude Boldrini.
“Quella sulla modifica dell’articolo 609 bis del Codice Penale è davvero una svolta: non solo una riforma del codice, ma una svolta culturale”. Lo afferma sui canali social dei deputati Pd, Michela Di Biase deputata del Partito Democratico e relatrice di minoranza alla proposta di legge dei dem, a prima firma Laura Boldrini, commentando il via libera della Camera al provvedimento che introduce nel reato di violenza sessuale il principio del consenso libero e attuale, ora atteso al Senato. “Auspichiamo un rapidissimo voto anche a Palazzo Madama. Oggi le donne sono meno sole nelle aule dei tribunali, meno sole rispetto a quelle sentenze ingiuste che spesso le hanno vittimizzate una seconda volta”.
Richiamando l’intervento in dichiarazione di voto di Laura Boldrini, l’esponente dem parla di “una vittoria del lavoro di squadra tra donne”, ricordando “il dialogo tra la presidente del Consiglio e la segretaria Schlein e il lavoro parlamentare che ha portato all’emendamento delle relatrici: ”Quando le donne si mettono insieme – aggiunge – l’obiettivo lo portano a termine”.
Di Biase ha richiamato anche l’emergenza dei femminicidi. “Ogni tre giorni una donna muore per mano di un uomo: moltissimo resta da fare su educazione e formazione”. E conclude: “Non risolveremo un problema strutturale con una sola norma, ma riconoscere oggi il consenso nel nostro Codice Penale è un passo avanti fondamentale, un avanzamento di civiltà e cultura giuridica”.
“Con il voto unanime della Camera compiamo un passaggio decisivo: senza consenso è stupro. La legge proposta da Laura Boldrini e di cui sono cofirmataria introduce finalmente nel codice penale il consenso esplicito, libero ed attuale come criterio centrale nei reati sessuali.
È un cambiamento atteso, che allinea l’Italia agli standard europei, nel rispetto della Convenzione di Istanbul e mette al centro la volontà della donna, evitando che nei processi si torni a valutare il suo comportamento, l’abbigliamento o il suo grado di resistenza. Non dovranno più esserci sentenze che rendono le donne abusate vittime due volte.
Questo risultato nasce da una proposta del Partito Democratico e da un lavoro condiviso portato avanti dalla Segretaria Elly Schlein con la Presidente Meloni e dalla condivisione tra parlamentari di diverse forze politiche, a partire dall’emendamento promosso dalle relatrici Michela Di Biase e Carolina Varchi.
Dobbiamo proseguire su questo percorso e dopo la legge sul consenso dare risposte su formazione operatori e un investimento serio sull’educazione sessuo affettiva e al rispetto.
Ma il messaggio che esce dal Parlamento è già un punto fermo: senza consenso e’ stupro. Ed e’ un passo storico”. Lo dichiara Valentina Ghio, vicepresidente del gruppo Pd alla camera e componente della commissione parlamentare Femminicidio.
"Oggi diciamo basta. Basta alle sentenze nei casi di stupro in cui l'accusato viene assolto perché lei "doveva sapere cosa aspettarsi", perché lei aveva già avuto rapporti e quindi era "in condizione di immaginarsi i possibili sviluppi della situazione". Basta a "se manca il dissenso non c’è violenza". Basta a domande come "perché non sei scappata?", "perché non hai detto no?", "perché non hai reagito?". Tutto questo si chiama paura, non consenso. Si chiama paralisi, non consenso. Si chiama momentanea incapacità di intendere, non consenso. Il consenso è un’altra cosa. E con l'approvazione alla Camera della legge sul consenso, mettiamo nero su bianco che solo sì è sì. Che il sesso senza consenso è stupro". Lo ha dichiarato Laura Boldrini, deputata Pd e prima firmataria della proposta di legge originaria, durante la dichiarazione di voto alla Camera del deputati.
"Principi già sanciti dalla Cassazione e della Convenzione di Istanbul e sulla base dei quali ho elaborato e presentato la proposta di legge a mia prima firma che è stata oggetto di discussione e di numerose audizioni in Commissione giustizia - ha sottolineato Boldrini -. Un sincero ringraziamento va ai giuristi, alle giuriste e alle associazioni che sono intervenute in proprio in Commissione e lo hanno fatto con grande competenza.
E un grazie in particolare ad Amnesty International, promotrice di una intensa campagna dal titolo molto chiaro: "Solo sì è sì".
Questo risultato è frutto di un lavoro di squadra tra donne, donne di diverso orientamento politico, che fa bene al nostro paese. Perché quando c’è da combattere la violenza contro le donne, essere avversarie non conta più: unite si va dritte alla meta".
"È stata molto importante l’interlocuzione tra la segretaria Elly Schlein e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Decisivo è stato il confronto tra le due relatrici, Michela De Biase e Carolina Varchi, che ringrazio sentitamente, da cui poi è nato il testo condiviso approvato con voto unanime in commissione Giustizia e, oggi, votato a Montecitorio . Grazie anche alla capogruppo Chiara Braga che ha sostenuto questa proposta di legge e il suo iter - ha ricordato la deputata dem -. Prima di chiudere vorrei chiarire un altro punto. Non serviranno, come sostiene una volgare e becera campagna di fake news, di vera e propria disinformazione, moduli da compilare e contratti da firmare prima di avere un rapporto sessuale. Tutto falso. L'unica cosa che serve è un sì. Un sì libero ed esplicito. È un principio di civiltà quello che introduciamo oggi, unendoci a 21 paesi europei.
Lo dobbiamo a tutte quelle donne che – non essendo state in grado di reagire all’aggressione sessuale – non sono state credute e quindi non hanno avuto giustizia".
"Non abbiamo la pretesa di avere risolto, con questa legge, il problema della violenza sulle donne - ha concluso Boldrini -. E' fondamentale che si passi dall'educazione all'affettività e alla sessualità. Il consenso va insegnato fin da piccole e piccoli perché non si arrivi a doverlo ribadire nei tribunali, quando la violenza è stata già compiuta".