Nel decreto “post calamità” c’è di tutto tranne una strategia e soprattutto risorse per affrontare emergenze e interventi di prevenzione. Hanno bocciato anche un ordine del giorno a mia firma che impegnava semplicemente il Governo a rendere disponibili, nella prossima legge di bilancio, le risorse finanziarie necessarie per le famiglie e le aziende danneggiate dagli eventi calamitosi del 2022 e del 2023. Quello che ha chiesto la Conferenza delle Regioni, denunciando l’assoluta insufficienze degli stanziamenti attualmente previsti. Famiglie e imprese lasciate sole o ristorate in minima parte, come in Emilia Romagna, dopo le immagini della premier Meloni che in stivaloni nel fango prometteva fondi nel giro di qualche settimana. Non era vero niente e ancora una volta la propaganda della destra si scontra con la realtà.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Con la discussione in Commissione Ambiente della Camera del DL Emergenze è andato in scena l’ultimo vergognoso spettacolo di maggioranza e governo: scadenza degli emendamenti fissata mentre il testo doveva ancora essere approvato al Senato, poche ore per definire le proposte emendative, 9 minuti (un record assoluto per Montecitorio) per preparare i ricorsi sugli emendamenti non ammessi (quando alcuni di loro erano stati ammessi al Senato) e mezzo pomeriggio per bocciare tutto e confermare il provvedimento uscito da Palazzo Madama. Ci sono però dei territori, come la Sicilia, la Calabria e la Basilicata in piena emergenza siccità. Ma soprattutto la Laguna di Orbetello, che ha bisogno subito di risorse per le imprese in ginocchio (ricettive, balneari, ittiche) per la moria dei pesci e questo decreto era l’ultima opportunità prima della pausa estiva per dare ristori e risorse concrete. La destra ha colpevolmente evitato ogni confronto: vedremo come avranno il coraggio di spiegarlo alla popolazione, continuando magari ad addossare le colpe alla Regione: l’unico ente che si è mosso concretamente chiedendo lo stato di calamità. Se c’era la volontà politica il DL Emergenze poteva essere modificato visto che il decreto scade tra 10 giorni: evidentemente era più importante dare oltre 4 milioni alla città di Latina (con una legge lampo approvata in due giorni dai due rami del Parlamento) per un centenario che si terrà tra 8 anni che aiutare la Laguna di Orbetello”: è quanto dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio.
“Ministro lei l’ha chiamata emergenza, calamità. Non fatelo, perché era tutto previsto. Sono mesi che la crisi idrica è nota alla Regione siciliana. La prima interrogazione l’abbiamo fatta a febbraio e il governo non ha risposto. Aspettavate la pioggia? Non è arrivata. Oggi lei rompe questo irridente silenzio per parlarci di cabine di regia, tavoli tecnici? Servono risposte. Ora. Non c’è più tempo. La Regione in questi mesi non ha fatto nulla. Ora il tema è mettere in sicurezza intere comunità. Lei non andava dai pastori? Ci torni, se ha il coraggio. Se i consorzi di bonifica, che voi avete occupato, non portano l'acqua alle aziende zootecniche saranno costretti ad abbattere gli animali. I cittadini ricevono l’acqua razionata e tra Agrigento e Caltanissetta è stata a lungo non potabile. E mentre una comunità ha sete, qualcuno forse sta ridendo e sta facendo affari: c’è una speculazione senza regole sui pozzi privati e le autobotti private, per non parlare di quelli abusivi. Se la crisi è senza precedenti, si requisiscano questi pozzi e si garantisca una distribuzione equa. Invece di buttare i soldi dell’FSC in mille rivoli, si concentrino sulle dighe, sulle reti, e si facciano partire i lavori con urgenza. Le risorse stanziate non bastano e non c’è più tempo. Se la Protezione civile siciliana non ce la fa, intervenga la Protezione civile nazionale. Dovrebbe esserci un ministro competente, se non ricordo male, persino siciliano. E se la Regione Sicilia non è in grado di dare risposte, il governo intervenga in via sostitutiva, perché si stanno calpestando i diritti fondamentali e la dignità di intere comunità”. Lo dichiara il deputato dem Giuseppe Provenzano, membro della segreteria nazionale del Pd, intervenendo in replica al Question time al ministro Salvini sulla crisi idrica in Sicilia.
Nel presentare l’interrogazione, il deputato dem Anthony Barbagallo, ha detto a Salvini “la Sicilia è in piena crisi, una situazione mai vista con queste proporzioni: animali che bevono fango, laghi prosciugati, raccolti di grano e foraggio azzerati, zone in cui l'acqua non arriva da 40 giorni, danni enormi per i produttori, i cittadini e per il turismo. Il dramma siccità in Sicilia è oggi in prima pagina sul New York Times, non serve aggiungere altro. A nostro giudizio c'è una responsabilità evidente nel centrodestra. Non servono parole, ma fatti e soluzioni indifferibili perché la Sicilia è siciliani non possono più aspettare”.
Simiani, la linea di Palazzo Chigi è quella di Lollobrigida che plaude alla siccità nel Mezzogiorno
“Il commissario Dell’Acqua conferma che non c’è un piano del governo per contrastare l’emergenza idrica nel mezzogiorno. È allineato con Lollobrigida che, gaffe dopo gaffe, è arrivato addirittura a festeggiare per la siccità nel Sud Italia” così il capogruppo democratico nella commissione Ambiente della Camera, Marco Simiani, al termine dell’audizione alla Camera del Commissario straordinario nazionale per l'adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, Nicola Dell'Acqua, sulle tematiche concernenti il fenomeno della scarsità idrica nelle regioni meridionali e insulari e l'adozione di interventi per fronteggiare tale situazione. “Sono settimane che chiediamo al governo di convocare dei tavoli di crisi regionali per affrontare l’emergenza e predisporre un piano di interventi sulla rete e sulle infrastrutture anche in considerazione all’oggettivo mutamento climatico in atto, al fine di dichiarare lo stato di calamità naturale. Ma niente si muove e oggi Dell’Acqua ha confermato che il governo è del tutto impreparato e brancola nel buio”.
“Siamo davanti all'ennesima fiducia, che non sarà l'ultima, su un provvedimento fondamentale per il Paese nel solco di un metodico svilimento della democrazia parlamentare. Votiamo in realtà su un decreto omnibus che non dà risposte strutturali al comparto agricolo che soffre da troppo tempo: l'emergenza climatica e la peste suina non sono arrivate adesso ma voi continuate a rincorrerle tardivamente. E solo adesso vi accorgete della siccità che attanaglia le regioni del sud dopo l'inefficacia dei 14 mesi di commissariamento che non hanno prodotto risultati apprezzabili”. Lo dichiara la deputata dem Antonella Forattini esprimendo il voto contrario del Pd alla fiducia posta dal governo sul Dl Agricoltura.
“Al provvedimento – continua Forattini - manca il coraggio di proteggere la redditività delle imprese e a mantenere alto il 'made in Italy' nel mondo. Tutti gli interventi si susseguono sull'onda della cronaca quotidiana e sulle leve del consenso e non affrontano strutturalmente gli stravolgimenti legati ai cambiamenti climatici. Manca inoltre dell'aspetto preventivo che da un lato acuisce i gravi ritardi per gli aiuti alle colture colpite da patogeni o calamità e dall'altro non combatte la concorrenza selvaggia che stravolge i meccanismi del giusto prezzo e non garantisce giusti salari. Non incide sulla lotta al caporalato che deve essere essere contrastato con la piena attuazione della legge Martina Orlando e il superamento della Bossi Fini che non permette una presenza regolare dei lavoratori emigrati nelle nostre campagne".
“Quali sono le iniziative che il governo intende attivare al fine di sostenere le comunità colpite dalla intensa ondata di maltempo che negli ultimi giorni ha colpito il Centro-Nord del Paese e ha particolarmente interessato l’Emilia Romagna con violente precipitazioni, iniziando dal riconoscimento dello stato di calamità, come richiesto dalle istituzioni e dalle forze economiche e sociali dei territori interessati?”. E’ quanto chiede un’interrogazione al ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, a prima firma del deputato dem Andrea Rossi e sottoscritta dai colleghi Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola e Vaccari.
“I disagi – si legge nell’interrogazione - causati alle popolazioni dei territori appenninici delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna, dove si registra anche una vittima, sono numerosi: diversi corsi d’acqua sono esondati e molte aree sono state interessate da frane, strade e ferrovie interrotte, case allagate, cittadini evacuati, impianti industriali danneggiati e coltivazioni agricole compromesse. L’’impegno dei soccorritori, della Regione Emilia Romagna e della protezione civile con la colonna mobile tempestivamente giunta sui luoghi d’emergenza, che hanno fatto tutto il possibile per mettere in sicurezza le persone, è stato straordinario. Le piene dei fiumi in queste ore sono costantemente monitorate in quanto la portata d’acqua può determinare ancora danni ai territori con enorme mole di detriti e fango trascinati a valle”.
“Dopo un recente sopralluogo avvenuto in occasione di una visita del Partito Democratico in più comuni della Sicilia orientale con il Segretario regionale del PD Sicilia Barbagallo, il Capigruppo al Senato Boccia e il senatore Nicita candidato alle elezioni europee, ho presentato un’interrogazione urgente ai Ministri Salvini e Pichetto Fratin – sottoscritta anche dai colleghi Barbagallo, Provenzano, Marino, Iacono e Simiani - per risolvere una questione che ha dell’incredibile in un momento di così grave siccità dell’isola: ovvero chiedendo che vi sia la più celere riparazione delle perdite alle paratie dell’invaso di Ponte Barca, nel Comune di Paternò in provincia di Catania, che causano lo spreco di oltre 400 litri di preziosa acqua che attualmente va dispersa, riversandosi direttamente in mare. Infine, di conoscere anche il cronoprogramma per lo sviluppo dei 27 progetti individuati da Nicola Dell’Acqua, Commissario Straordinario nazionale per l'adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, per la Sicilia. Basti pensare che il periodo ottobre 2023 - marzo 2024 ha registrato la siccità più grave dal 1980. Una circostanza che sta creando serie difficoltà a tutto il comparto agricolo della piana di Catania e della Sicilia. Ricordiamo le parole inaccettabili del Ministro Lollobrigida sulla siccità dell’isola: il Governo faccia quello che deve, riconoscendo anche lo stato di calamità per un territorio che merita risposte rapide e concrete ”.
Ne dà notizia la Presidente del Gruppo PD alla Camera, Chiara Braga insieme ai colleghi deputati Barbagallo, Provenzano, Marino, Iacono e Simiani.
Servono interventi più coraggiosi e sostenibili
"Il decreto superbonus conferma il sostanziale fallimento delle misure decise precedentemente dal governo Meloni e il fatto che i conti pubblici siano fuori controllo.
Una cosa è certa, che in questi diciotto mesi di governo la premier Meloni e il ministro Giorgetti non sono riusciti a gestire in modo ordinato ed efficace il riordino degli incentivi per la riqualificazione degli edifici.
È tempo che il governo faccia i conti con la realtà: servono scelte molto più coraggiose sia sulle entrate - abbandonando la politica lassista sul fronte dell'evasione fiscale - che sulle spese. Il governo Meloni ha fatto cassa sui pensionati e sui poveri ma una vera spending review non è mai partita.
Serve, in particolare, un riordino più coraggioso degli incentivi per l'edilizia sostenibile: come quello di passare ad un meccanismo di erogazione diretta di spesa con un tetto annuale predeterminato, adottando criteri più selettivi e mirati di accesso alle agevolazioni, indicando una strada ragionevole per incentivare in modo finanziariamente sostenibile la riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare, anche alla luce della direttiva europea 'casa green'.
E serve altresì evitare scelte estemporanee come quelle che penalizzano le aree terremotate, cambiando radicalmente prospettiva.
Alcune nostre proposte, proprio sulle aree terremotate sono volte a rendere omogenea la disciplina della ricostruzione per tutte le aree del paese. Ancora oggi infatti esistono differenze e discriminazioni territoriali inspiegabili che in presenza delle calamità naturali
non consentono a tutti i cittadini della repubblica di applicare le stesse norme. Mi riferisco in particolare ai 9 comuni colpiti dal terremoto di Santo Stefano il 26 dic del 2018 in Sicilia. Una diversità di trattamento inspiegabile di fronte a situazioni uguali per famiglie, cittadini
ed imprese. Ad oggi la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma di Santo Stefano procede con notevole ritardo. Soltanto un cittadino su tre si è avvalso della possibilità di attivare la procedura di ricostruzione. I dati non ammettono diverse interpretazioni, se non quella del sonoro fallimento. A distanza di 5 anni e mezzo dal sisma che ha messo in ginocchio Fleri e i comuni di Zafferana e Santa Venerina, Aci Sant'Antonio e Acireale e per porzioni meno significative Aci Catena, Trecastagni, Viagrande, Milo e Aci Bonaccorsi, il bilancio è magrissimo.
L'annunciata apposizione della fiducia da parte del governo è l'ennesimo NO alla nostra proposta di equiparazione che non
ci fermerà. A partire dal prossimo testo coerente con questa materia riproporremo gli emendamenti per chiedere giustizia ed equità per le popolazioni dell'Etna. Non ci fermeremo!". Lo ha detto Anthony Barbagallo, intervenendo in Aula sul dl superbonus.
“L’iter del decreto Superbonus, domani in Aula alla Camera, dimostra plasticamente che il governo Meloni è incapace e cerca goffamente, dopo più di due anni e mezzo in carica, di scaricare il peso dei suoi errori sulle opposizioni, ma anche su imprese, banche e risparmi delle famiglie, mettendo in serio pericolo un settore trainante per il Pil del Paese. Con l’aggravante di omettere costantemente dallo story telling di Palazzo Chigi, sia che la misura, oggi demonizzata, è stata sempre sostenuta da due dei tre partiti che oggi formano la maggioranza e sia che i conti sono andati fuori controllo per le loro scelte di questi due anni”. Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze.
“Il governo - ha aggiunto Merola - preoccupato per la tenuta della maggioranza, che ha manifestato più di un mal di pancia per questo decreto, ha annunciato che ricorrerà all’ennesima fiducia, evitando così di discutere meno di 30 emendamenti delle opposizioni e comprimendo, senza una reale giustificazione, il confronto democratico. Noi abbiamo chiesto che venga mantenuta la cessione del credito e lo sconto in fattura per le aree colpite da calamità, per il Terzo settore e per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Inoltre, chiediamo che venga mantenuta l’aliquota per le ristrutturazioni al 36 per cento e non al 30 per cento come vorrebbe il governo. Riducendo gli emendamenti presentati abbiamo creato tutte le premesse per un giusto confronto tra maggioranza e opposizione. Il governo rinunci a contingentare i tempi in commissione e a ricorrere alla fiducia in Aula”.
“Riguardo l’iniziativa legislativa sulla gestione delle emergenze di rilievo nazionale e la ricostruzione post-calamità, la maggioranza appare confusa nella scelta della governance ed è certamente in grave ritardo nella gestione delle crisi già in atto in Emilia Romagna, Toscana e Marche, tre regioni che ancora attendono le risorse promesse dopo le ultime alluvioni. La proposta del Partito Democratico, posta nero su bianco nella Pdl a prima firma Chiara Braga, offre un importante contributo alla gestione delle post/emergenze da eventi catastrofali, una volta per tutte, senza dover attendere decreti ad hoc o sterili discussioni sulla nomina dei commissari. Bene continuare a discutere in commissione Ambiente di un provvedimento indispensabile per gestire emergenza e ricostruzione, ma occorre essere efficaci e strutturati su: governance, meglio in capo ai presidenti di Regione; stanziamento delle risorse, da destinare al fondo della Protezione civile; criteri di distribuzione dei ristori a imprese e privati che hanno subito il danno. Con una centralità da dare alla prevenzione legata ai problemi connessi al dissesto idrogeologico dei territori e ai maggiori rischi dovuti al cambiamento climatico”.
Così i deputati democratici della commissione Ambiente, Marco Simiani (capogruppo) e Augusto Curti.
“Hanno i conti fuori controllo e al governo non sanno fare altro che sferrare un colpo mortale al Superbonus, mettendo in ginocchio decine di migliaia di famiglie colpite dal terremoto e dalle emergenze metereologiche che non potranno più contare sullo sconto in fattura e sulla cessione del credito, impedendo di fatto la ricostruzione nonostante gli impegni presi. Stessa fine anche per le onlus, le cooperative di abitazione e gli Iacp per le case popolari.
I dati economici del Paese sono terrificanti e Meloni e Giorgetti anziché prendere i soldi da chi li ha fatti speculando sulle crisi e dai grandi evasori colpiscono la povera gente e i portatori di solidarietà già in difficoltà per le traversie che hanno dovuto affrontare. Un disastro che sarà più evidente con la presentazione del Def dove sarà complicato far quadrare i conti senza prevedere nuovi tagli ed introdurre nuove tasse. Hanno pure il coraggio di accelerare sull'autonomia differenziata che spaccherà ulteriormente il Paese e verranno meno pari diritti per milioni di cittadini”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
Il Governo dia poteri speciali d’intervento
“Tommaso Foti, capogruppo di Fdi, con informazioni imprecise, cerca di scaricare sulla Regione Emilia-Romagna la responsabilità di un mancato contenimento dei cinghiali e di conseguenza del virus della Psa. Sceglie una modalità da respingere categoricamente perché utilizza pretestuosamente dati non aggiornati per fare un confronto fra Regioni e trarne conclusioni affrettate, e perché cerca di distrarre dal vero tema. La Regione Emilia Romagna sta giustamente ponendo dai primi mesi in cui la Pesta Suina Africana è stata individuata, più di due anni fa, la questione della mancata individuazione di una strategia nazionale efficace di contenimento del virus.
Decidere infatti che ogni singola Regione possa affrontare un problema di tale portata senza nemmeno un riconoscimento di potere speciali, posto che lo stesso virus circola non considerando i confini territoriali, è una semplificazione eccessiva della materia, che non considera adeguatamente il ruolo che ha il settore zootecnico dell’Emilia-Romagna, in particolare nelle produzioni di eccellenza che rappresentano il vero cuore del made in Italy del Paese”.
Lo dichiara il capogruppo Pd in commissione Agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari.
“Ben ha fatto l’assessore Regionale all’agricoltura, Alessio Mammi - aggiunge - a chiedere al Governo un cambio di passo e che si valuti lo stato di calamità del settore perché potrebbe rendere disponibili quei poteri straordinari, anche in capo alle Regioni attraverso la nomina di subcommisari regionali, che possano consentire procedure rapide sia per quanto riguarda la riduzione della specie cinghiale, sia nel mettere in sicurezza le aziende e garantire i ristori a quelle che già oggi attraversano una fase critica per le restrizioni imposte dal commercio dei prodotti della salumeria. Peraltro Foti dovrebbe informarsi meglio dai suoi deputati in Commissione Agricoltura sul fatto che più volte come gruppo Pd abbiamo sollecitato il commissario a fare presto coinvolgendo le regioni anche con poteri speciali e che i danni della psa al settore se non preveniti e contenuti sarebbero stati drammatici per le imprese e l’occupazione.
Di fronte a queste richieste - conclude - la destra e il governo hanno preferito impegnarsi su norme di nessun rilievo per l'agricoltura solo per poter comunicare di aver impegnato il tempo a disposizione”.
“Con il decreto Milleproroghe il Governo, per fare cassa, continua a puntare sul gioco d’azzardo e rinnova, anche per il 2024, la possibilità di giocate suppletive infrasettimanali al Lotto e al Superenalotto. Con gli ulteriori introiti sarà incrementato il Fondo per le emergenze nazionali, tra le quali la recente alluvione dell’Emilia Romagna. Una scelta sbagliata, perché non si esprime solidarietà a popolazioni colpite dalle grandi calamità puntando sulla sofferenza di migliaia di cittadini che cadranno non solo nella rete della ludopatia e che, come attestano le cronache, rischiano di cadere nelle mani dell’usura e delle attività criminali”.
Lo dichiara il deputato democratico, Stefano Vaccari, dell’Ufficio di Presidenza della Camera.
“Facendo nuovamente ricorso ad un aumento dell’offerta di gioco - aggiunge - si rafforzano di fatto le abitudini dei giocatori, soprattutto quelli più fragili. Per questo insieme ai colleghi del Pd Gnassi, Pagano, Simiani, Merola, Rossi, Bakkali, con un’apposita interrogazione, ho chiesto al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, se intenda continuare a fare affidamento sulle entrate fiscali derivanti dal gioco pubblico d'azzardo per incrementare il Fondo per le emergenze nazionali; se è in grado di fornire una relazione puntuale e aggiornata relativa alla ripartizione del Fondo per l’anno 2023; e se, al fine di razionalizzarne l’impiego e quindi l’efficienza del Fondo stesso, quali criteri e quali modalità di ripartizione intende adottare per l’anno 2024”.
“Con questo nostro emendamento si dava una risposta a un tema decisivo in un quadro di cambiamenti climatici e cioè a quello delle assicurazioni in agricoltura. Calamità naturali ed emergenze sanitarie stanno mettendo a rischio la sopravvivenza stessa dell’attività primaria del settore. Eppure il contributo pubblico per le polizze assicurative sottoscritte dagli agricoltori nel 2023 sarà del 40% e non del 70% come invece previsto dal Piano di gestione dei rischi. Si tratta di una vera mazzata al sistema della gestione del rischio in Italia, che porterà le aziende agricole a non assicurarsi, semplicemente perché non potranno più permettersi di sostenere i costi. La realtà è che il governo non è stato in grado di produrre un disegno organico di misure in grado di collocare l’agricoltura tra le priorità della propria azione per innovare e sostenere uno dei settori strategici dell’economia italiana: ampiamente insufficienti sono infatti gli stanziamenti per il Fondo emergenze e per il Fondo per la sovranità alimentare. Anche in tema di diritti di superficie legati allo sviluppo delle energie rinnovabili, c’è il rischio concreto di favorire strumenti elusivi”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo democratico in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, intervenendo nell’Aula di Montecitorio.
Dichiarazione di Silvio Lai , deputato Pd
“Continuate, inesorabilmente, a dimostrare che eravate pronti solo a fare opposizione, a urlare contro lo Stato, l’Europa, i poteri forti, le forze oscure e gli alieni, ma non eravate pronti a governare. Perché governare non è fermare un treno dove non dovrebbe fermarsi ma è dare l’esempio, rispettare le istituzioni e non piegarle. Governare è decidere, non prorogare. Noi non ci faremo l’abitudine, nessuna assuefazione ci fermerà dal denunciare il vostro comportamento e le vostre incapacità.” Così Silvio Lai nella dichiarazione di voto contraria a nome del gruppo Pd al decreto sulla proroga dei versamenti fiscali. “In questo decreto – ha proseguito Lai - sono numerose le questioni, proroghe comprese, che riguardano il Paese e che avrebbero meritato risposta e che non l’hanno avuta. A cominciare dai Comuni, dove si continua a scaricare sulle nostre Amministrazioni costi e compiti, senza adeguate dotazioni finanziarie e senza nemmeno la flessibilità che gli enti locali, assieme all’Anci, avevano chiesto. Autonomia senza risorse e senza flessibilità è niente. Un raggiro, una presa in giro, un inganno elettorale.” Lai ha poi ricordato il tema casa e contestualmente la vicenda dei mutui e degli affitti “dove sono previsti solo ulteriori aggravi per le famiglie e i giovani, ad iniziare dalla cedolare secca”, ha rimarcato l’esponente Pd secondo il quale “non aver prorogato l’aliquota al 21 per cento per gli affitti ma l’averla, di fatto, aumentata è una grave responsabilità di questo esecutivo.” “Altro capitolo vergognoso – ha proseguito Lai- è quello dell’energia dove il governo si è girato dall’altra parte di fronte al costo della bolletta che erode salari e redditi, soprattutto alle fasce più deboli. E se c’era qualcosa da prorogare era proprio il mercato tutelato, come hanno negoziato molti Paesi Europei, e invece i cittadini sono sommersi di telefonate incomprensibili e si possono già prevedere aumenti quantificati del 30% dal prossimo anno.” Infine, Lai ha ricordato l’annosa questione dell’Agenzia italiana del farmaco. “Dopo un anno siamo alla sesta proroga rispetto ad un Ente di primaria importanza per la vita sanitaria nazionale, ha aggiunto. Prima si impone una riforma e poi, proroga dopo proroga, si ammette di fatto che quella stessa riforma non si riesce ad attuare”. “Prorogare – ha concluso Lai- può essere un’esigenza dovuta ad una grave calamità ed è un bene; oppure prorogare può significare non essere in grado di decidere. Ebbene, In questo decreto c’è poco del primo e molto del secondo.”