21/08/2025 - 18:58

“La Dichiarazione Congiunta tra Commissione Europea e governo americano conferma la resa del governo Meloni alle imposizioni Usa sui prodotti agroalimentari italiani. È certamente positiva la tariffa omnicomprensiva al 15 per cento applicata a molti prodotti, ma il Made in Italy del settore primario ne è escluso: nessuna esenzione o riduzione è infatti prevista per i prodotti agricoli, dalla pesca ai vitivinicoli, che sostengono gran parte dell’export verso gli Stati Uniti e che sono espressione di migliaia di imprese e di posti di lavoro’. Così la deputata Antonella Forattini, capogruppo PD in commissione Agricoltura.

“Mentre la Germania - prosegue l’esponente dem - è riuscita a difendere le proprie posizioni nel mercato dell’automotive, l’Italia ha svenduto il Made in Italy agroalimentare per l’incapacità del governo di rappresentare gli interessi del Paese e per la totale sottomissione di Meloni e dei suoi ministri alla partita verso l’“amico” Trump, che, di contro, pretende azzeramenti e sostanziali riduzioni dei dazi sui prodotti americani. L’entusiasmo di Fitto che parla di ‘accordo che rafforza i rapporti economici tra le due sponde dell’Atlantico’, è perciò completamente fuori luogo e suona offensivo nei confronti dei produttori agricoli italiani. Il danno per filiere fondamentali come formaggi, vino, pasta e conserve sarà infatti catastrofico, con perdite nell’ordine di miliardi di euro”.

“Perché - conclude Forattini - il governo Meloni non era presente quando si decideva il futuro del vino, dell’olio, del comparto caseario italiano? Ancora una volta, l’Italia si ritrova spinta ai margini delle trattative internazionali. Il Partito Democratico continuerà a battersi, sia in sede europea sia nazionale, per ottenere riduzioni reali dei dazi, tutele per le filiere DOP e IGP, e un piano straordinario di promozione del Made in Italy agroalimentare, prima che sia troppo tardi”.

 

21/08/2025 - 16:09

“La Dichiarazione Congiunta siglata fra la Commissione Europea e il governo americano conferma tutte le forti criticità e preoccupazioni che abbiamo rilevato nelle scorse settimane. Al netto di un progresso legato alla possibilità di restare entro il 15% per il settore automobilistico e per alcuni beni, tra cui sughero, aeromobili, farmaci generici e precursori chimici, restano intatti i termini di quella che è stata una vera e propria resa UE rispetto alla guerra commerciale avviata da Trump. Dazi generalizzati al 15% cui si aggiungono impegni ad acquistare prodotti energetici USA per un valore di 750 miliardi di dollari, ad acquistare chip per l'intelligenza artificiale statunitensi per un valore di almeno 40 miliardi di dollari e 600 miliardi di dollari di nuovi investimenti dell'Ue in settori strategici statunitensi fino al 2028. La debolezza negoziale causata da posizioni ambigue e arrendevoli dei governi sovranisti, anzitutto quello italiano della Premier Meloni, ha condotto alla conferma di questa enorme Trump Tax sui prodotti UE venduti negli USA senza alcuna esenzione per nessun bene strategico della filiera del Made in Italy come prodotti manifatturieri, agricoli, della pesca o vitivinicoli. I danni all'economia e all'occupazione dell'intero continente ma soprattutto dell'Italia saranno drammatici. Gli interessi nazionali sono stati svenduti completamente dal Governo Meloni. Questa è l'amara verità” così Piero De Luca capogruppo Pd in commissione affari europei della camera.

17/08/2025 - 14:03

“Il ritrovamento di una bomba a mano nei pressi dello studio del sindaco di Ostuni, Angelo Pomes, è un fatto gravissimo, che richiama tutta la nostra attenzione e la più ferma condanna. A lui e alla sua comunità esprimo piena solidarietà e vicinanza. Nessun atto intimidatorio potrà fermare l’impegno di chi ha scelto di servire le istituzioni e la propria città. Confido nel lavoro delle Forze dell’Ordine e della Magistratura affinché venga fatta al più presto chiarezza e siano individuati i responsabili”. Così Claudio Stefanazzi, deputato pugliese del Partito Democratico.

14/08/2025 - 19:43

"L'uccisione del lupo avvenuto in Alto Adige rappresenta un gravissimo precedente e un passo indietro nella tutela della biodiversità in Italia. È inaccettabile che si sia arrivati alla soppressione di un esemplare appartenente a una specie ancora rigorosamente protetta nel nostro Paese, senza che siano state adottate tutte le misure preventive previste dalla normativa europea, condannando a morte un lupo 'a caso' senza alcuna verifica della sua effettiva responsabilità della predazione, considerato che l’analisi del DNA verrà incredibilmente eseguita dopo la sua uccisione", dichiarano le deputate del Partito Democratico Eleonora Evi e Patrizia Prestipino.

«L’ordinanza della Provincia Autonoma di Bolzano e il parere favorevole espresso da ISPRA sollevano dubbi profondi sulla legittimità del provvedimento, soprattutto alla luce della Direttiva Habitat, che ammette deroghe all’abbattimento solo in casi eccezionali e dimostrati. È inaccettabile che si sia scelto di eliminare un predatore senza aver fatto prima tutto il possibile per prevenire i danni al bestiame, come peraltro riconosciuto dalla stessa ISPRA", aggiungono le deputate.
"Presenteremo un’interrogazione parlamentare per chiedere al Governo di fare chiarezza sul ruolo di ISPRA, sulla coerenza dell’ordinanza con le normative italiane ed europee e su come intenda garantire che la convivenza tra grandi carnivori e attività zootecniche venga gestita nel rispetto della legalità e della scienza. Il Pd si è opposto al declassamento dello status di protezione del lupo perchè siamo convinte che la strada maestra da seguire sia quella della pacifica coesistenza e della tutela della biodiversità, oggi in crisi a causa delle attività umane e dello sconvolgimento del clima", concludono Evi e Prestipino.

 

11/08/2025 - 13:59

"Se il 30 per cento degli italiani non fa nemmeno un giorno di vacanza non è colpa del destino cinico e baro. La responsabilità è anche di chi in questi tre anni di governo non ha fatto alcuna politica salariale. Hanno fatto tanta filosofia sulla nostra proposta di salario minimo spiegando che non era la soluzione. Ma non hanno mai proposto nient’altro. Forse non è chiaro: con i dazi in campo o c’è uno scudo su salari e occupazione oppure andiamo incontro a un autunno difficilissimo. Ormai siamo alla negazione della realtà come metodo di governo". Così in una nota il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in Commissione Lavoro alla Camera.

 

05/08/2025 - 18:17

“Ci aspettavamo ben altro da un provvedimento che dovrebbe occuparsi di economia in una fase così complessa per il Paese. Invece il governo propone un decreto omnibus, con l'ennesimo indegno condono fiscale che ancora una volta strizza l’occhio agli evasori. La destra continua con i soliti favori ai soliti noti e lo fa in un’Italia dove il 9% dei lavoratori a tempo pieno vive in povertà, oltre 6 milioni di persone non arrivano a 1.000 euro al mese e 4,5 milioni di cittadini sono costretti a rinunciare alle cure. La verità è che questo governo continua ad accanirsi contro chi ha più bisogno, come dimostrano l’impugnazione della legge toscana sul salario minimo e il respingimento dell’emendamento che proponeva di intervenire sul tetto al 5 per mille. E’ gravissimo che nel decreto non ci sia una sola riga sui dazi imposti da Trump che mettono a rischio oltre 100mila posti di lavoro e 8,5 miliardi di export. Eppure il governo Meloni, che si vantava di rapporti privilegiati con il presidente americano, oggi si limita a scaricare ogni responsabilità su Bruxelles. Le imprese italiane, come i cittadini, meritano risposte. Non propaganda”.

Così la deputata Pd, Silvia Roggiani, annunciando il voto contrario del Partito Democratico al Dl Economia.

 

05/08/2025 - 17:47

Come temevamo, la guerra dei dazi non accenna a finire e oggi Trump torna a minacciare di colpire l’Europa con tassi al 35% e addirittura del 250% sui farmaci. Tutto questo nel silenzio e nell’inerzia assoluta del governo e della presidente Meloni che ha sempre mostrato una totale subalternità nei confronti del presidente americano. L’accordo tra Ue e Usa, stipulato solo pochi giorni fa, era già di per sé disastroso e l’unico vantaggio per i più ottimisti era da rintracciare nella fine dell’incertezza per il sistema economico. I danni dell'accordo raggiunto sono già enormi. Ma visto l'inaffidabilità di Trump e l’eccessiva accondiscendenza dell’Ue, dovuta alla debolezza dei governi sovranisti, siamo di fronte ad uno scenario ancora molto incerto e imprevedibile che rischia di peggiorare ulteriormente. La premier Meloni è sempre soddisfatta o si rende conto del disastro e inizierà a lavorare per una risposta Ue a schiena dritta, la sola in grado di difendere davvero imprese e lavoratori italiani ed europei.

Così il capogruppo del Pd nella Commissione Affari europei della Camera, Piero De Luca.

 

05/08/2025 - 17:20

“E’ molto grave la scelta del governo di impugnare la legge sul salario minimo della Regione Toscana. Meloni deve spiegare perché continua a ostinarsi a bloccare una legge che in 22 Paesi europei su 27 ha consentito la tenuta dei salari per milioni di lavoratori. Il governo dopo aver abbattuto la proposta unitaria delle opposizioni, mette in discussione anche l’autonomia delle regioni. Qui si fa ostruzionismo contro la parte di società che pagherà il prezzo più alto della scelta scellerata dei dazi voluti da Trump”.

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

 

05/08/2025 - 16:36

Sono trascorsi dieci giorni e l’accordo tra Trump e Von der Leyen non ha dato alcuna certezza. Tra contromisure sospese e minacce americane, non si capisce come le aziende dovranno affrontare il futuro. Uniche verità, un presidente Usa arrogante e minaccioso e un’Europa incerta e attendista. Mentre vini e farmaci, settori chiave delle nostre esportazioni, rimangono nel limbo. Nel frattempo Meloni scomparsa. Preferisce andare in giro a fare promesse elettorali che poi non manterrà. O forse è già in vacanza con Giorgetti, anche lui disperso senza dire una parola su come aiutare commercio e lavoro e su come intende fare una legge di bilancio in un paese che vedrà il pil perdere mezzo punto a causa dei dazi.

 

Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati

 

05/08/2025 - 12:32

“L’attuale gestione del ponte girante pedonale a Torre del Lago, in provincia di Lucca, penalizza realtà sportive, sociali e di soccorso attive da decenni sul Lago di Massaciuccoli. Ho presentato un’interrogazione ai ministri competenti per chiedere soluzioni immediate": è quanto dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente alla Camera, intervenendo sulla segnalazione dei circoli velici e sportivi della zona, che lamentano l’apertura limitata e non tempestiva del ponte sul canale d’accesso al lago, gestito dalla Fondazione Festival Puccini.

“La chiusura del ponticello compromette l’uso del porticciolo di Torre del lago, la sicurezza della navigazione nello stesso e la continuità delle attività di realtà fondamentali come il Circolo Velico di Torre del Lago e il Circolo Canoa e Kayak della Versilia. Considerando che l’accesso al teatro può avvenire da percorsi alternativi chiediamo subito un intervento per arrivare ad una soluzione tecnicamente valida e che a livello organizzativo consenta la piena coesistenza tra il Festival Puccini e le attività nautiche e sociali, tutelando un patrimonio sportivo e culturale strategico per tutta la Versilia": conclude. 

 

04/08/2025 - 17:43

"Il governo ha deciso l'inserimento dell'Umbria, insieme alle Marche, nelle Zone economiche speciali. È una decisione che di per sé è difficile non condividere, nonostante sia tardiva e appaia troppo smaccatamente schiacciata sulla imminente scadenza elettorale nelle Marche. Decidere queste cose alla immediata vigilia di un voto contiene un sapore elettoralistico e propagandistico, che imprese e cittadini non meritano. Comunque leggeremo bene il provvedimento, le risorse contenute, l'effettiva e reale praticabilità. Da mesi sosteniamo la necessità di aiutare le imprese, gli investimenti, le famiglie, lo abbiamo fatto con emendamenti e ordini del giorno che prevedevano sgravi fiscali e contributivi, semplificazione delle procedure, tutti respinti dall'esecutivo e dalla maggioranza. Sono misure fondamentali per le aree interne, soprattutto per quelle colpite dal terremoto. Valuteremo bene il testo del provvedimento e le risorse disponibili, chiedendo fin da ora che, anche dopo le elezioni regionali, si sostengano davvero le imprese e le famiglie, le aree interne.  Lo si deve fare con politiche industriali serie, con supporto alle produzioni manifatturiere e agroalimentari, per il costo dell'energia e delle bollette, per infrastrutture ferroviarie, stradali e digitali che richiamino investimenti e promuovano innovazione. E con politiche che contrastino gli effetti dei dazi imposti da Trump, verso i quali la Presidente Meloni ha tenuto una linea troppo remissiva e accomodante. Essere inseriti nella Zes è dunque solo un primo passo, compiuto il giorno dopo una manifestazione elettorale della stessa Meloni nelle Marche. Le nostre regioni meritano molto altro e meritano attenzione sempre, non solo quando si vota". Così i parlamentari PD Anna Ascani e Walter Verini.

 

04/08/2025 - 16:10

"Più che un decreto Economia è un decreto per le rendite, per continuare a proteggere le posizioni dominanti e scaricare sui cittadini, lavoratori e contribuenti, i costi delle inefficienze, delle rinunce politiche e dei ritardi del Governo. I miglioramenti apportati grazie agli emendamenti dell'opposizione non sono sufficienti per dare il nostro voto favorevole al provvedimento".

Così Silvio Lai, deputato Pd della commissione Bilancio, intervenendo in Aula sul decreto Economia.

"Nel decreto - aggiunge - non c'è nessuna misura riferibile alla programmazione economica, dall'industria al lavoro, dai salari ai dazi, nel mentre si è aggravata la fase della decrescita come segnalato dall'Istat. Peraltro sotto il profilo dell’urgenza e della sua regolarità il decreto è un omnibus che la Corte Costituzionale ha già denunciato ed è stato bocciato dagli organismi superpartes del Senato, perché non è chiaro cosa abbia indirizzato le scelte normative del Governo nel provvedimento. Siamo alla confusione totale. Quando ci sono soluzioni, queste sono inique e pericolose come quelle sul payback dei dispositivi medici. È stata presentata come una mediazione, ma il risultato finale è che pagano le piccole aziende (quanto le grandi) che hanno fornito prodotti al Servizio Sanitario Nazionale per errori di programmazione. Sulle opere pubbliche fuoriuscite dal Pnrr, ora ammesse al fondo per le opere indifferibili, siamo davanti a un paradosso: si usano risorse ordinarie per coprire fallimenti straordinari, senza alcuna analisi pubblica su chi ha sbagliato, quali enti hanno perso tempo, quali gare non sono partite. Nel decreto ci sono anche disposizioni sulle cripto-attività, fintech, startup. Bene. Ma tutto si riduce a modifiche formali e strumenti di incentivo senza visione. Nessuna connessione con il sistema scolastico, l’università pubblica, la formazione dei giovani. E poi emerge il modo con cui il lavoro viene trattato da questo Governo che voleva aumentare a 4 anni la precarietà e dare il via ai contratti di zona. Per l’esecutivo Meloni il lavoro è solo merce come fossimo nell’800. Sulla Sugar tax ennesimo rinvio. Ormai siamo ad 800 milioni di costi che hanno pagato i cittadini per far risparmiare le grandi aziende come Coca-Cola e Pepsi. La sintesi è: rendita privata, costo pubblico. Il nostro voto contrario è la coerente conseguenza dell'ennesimo scadente decreto. Di economia - conclude - speriamo di occuparcene la prossima volta".

 

04/08/2025 - 13:32

Manzi e Curti: “Dalla Premier solo passerelle elettorali e promesse pelose”

 

“Meloni chieda scusa ai marchigiani. Le sue false promesse, rilanciate puntualmente a ridosso delle elezioni, servono solo a mascherare l’indifferenza totale del suo governo verso la nostra regione. Altro che farsi bella con il Made in Italy: nelle Marche, dove il Made in Italy ha il cuore pulsante, le imprese sono oggi sotto attacco proprio a causa delle scelte di Meloni, che ha deciso di allinearsi alle scellerate politiche dei dazi volute da Trump”.Così i deputati democratici marchigiani Irene Manzi e Augusto Curti commentano le dichiarazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Nel momento in cui i dazi statunitensi colpiscono duramente i nostri settori di eccellenza – proseguono – il governo resta in silenzio, subisce e finge di non vedere. Invece di difendere il sistema produttivo marchigiano, Meloni continua a rifugiarsi nella propaganda. Come già accaduto un anno fa, torna a rispolverare provvedimenti annunciati solo a ridosso del voto. Ricordiamo tutti il decreto sulle liste d’attesa: grande enfasi, nessun risultato. Ora tocca al Consiglio dei Ministri straordinario sulla ZES Umbria-Marche. Ma anche stavolta si tratta solo di fumo negli occhi: non conosciamo il testo, non conosciamo le risorse, non sappiamo nemmeno quali territori o imprese saranno coinvolti”.“E nel frattempo tutto resta fermo. Per le imprese marchigiane colpite dai dazi non c’è nulla. Per i lavoratori che ogni giorno fanno i conti con l’inflazione, nulla. Per la sanità marchigiana, dove un cittadino su dieci ha ormai rinunciato a curarsi e le liste d’attesa hanno superato ogni soglia di decenza, ancora nulla”.

“Le Marche non hanno bisogno di passerelle elettorali, ma di misure concrete, strutturali e durature. Serve un governo che non si ricordi della nostra regione solo quando si avvicinano le urne. Meloni dovrebbe avere il coraggio di chiedere scusa ai marchigiani e smetterla di usare le Marche come scenografia per i suoi teatrini elettorali”, concludono Manzi e Curti, sottolineando che se la volontà del governo fosse stata sincera, la ZES per le Marche sarebbe potuta arrivare ben prima, in tempi non sospetti, e non sarebbero state sistematicamente bocciate le proposte avanzate dal Partito Democratico in questa direzione.

 

31/07/2025 - 12:48

"L’accordo tra Ue e Usa sui dazi è "disastroso" e rappresenta una vera e propria disfatta. Più che un’intesa è una resa a Trump. Una conseguenza certo della debolezza della presidente della Commissione. Ma va detto però che il suo mandato politico negoziale era molto fragile a causa di posizioni ambigue e di subalternità a Trump di alcuni governi nazionali, tra cui in particolare quello italiano. Meloni ha danneggiato e svenduto gli interessi nazionali in nome di un’alleanza politica con Trump". Lo ha detto Piero De Luca in un'intervista al Quotidiano Nazionale

"I dati parlano chiaro: lo stesso ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha annunciato un dimezzamento delle prospettive di crescita. Questo accordo farà molto male all’economia italiana. Per questo la premier dovrebbe venire a riferire in aula. Ha definito l’intesa “positiva”. Non capisco cosa ci sarebbe da festeggiare in una tassa che porterà a una riduzione dell’export italiano di almeno 20 miliardi di euro e che metterà a rischio oltre 100mila posti di lavoro".

"Ora serve rilanciare e rafforzare il lavoro sulle proposte che abbiamo avanzato per attenuare l’impatto dei dazi. Occorre rinegoziare e ampliare la lista dei prodotti che ne sono esenti. Servono investimenti per sostenere la domanda interna e investimenti comuni per arrivare a un’autonomia strategica dell’Europa. Servirebbe un nuovo Next Generation Eu da 800 miliardi per investimenti nelle filiere strategiche per difendere il modello sociale europeo. Servirebbe anche un programma simile al Sure per difendere l’occupazione e dobbiamo lavorare per arrivare a imporre una Global Minimum Tax alle grandi multinazionali. Infine, occorre cercare nuovi mercati di sbocco, accelerando su accordi commerciali come quello con il Mercosur e investire nella politica industriale interna".

 

30/07/2025 - 15:27

“La definizione dei dazi al 15 per cento da parte degli Stati Uniti, rappresenta una vera e propria tragedia annunciata per il nostro agroalimentare e, più in generale, per tutto l’export italiano”. Lo dichiara Antonella Forattini, capogruppo Pd in commissione Agricoltura alla Camera.
“Parliamo – evidenzia l’esponente Pd - di un impatto diretto su un export che vale circa 65 miliardi di euro verso gli USA, e che oggi subisce un colpo durissimo. Il contraccolpo ricadrà sui consumatori, ma soprattutto sulle nostre imprese, già provate da una congiuntura economica difficile. Quel che colpisce maggiormente è l’atteggiamento del governo Meloni, che ha scelto di disinteressarsi totalmente della partita, lasciando che la trattativa tra Europa e Stati Uniti si consumasse senza alcuna voce italiana autorevole al tavolo. Il governo si è persino fatto promotore di un ministero del Made in Italy, salvo poi voltargli le spalle nel momento più delicato. Mascherarsi dietro un generico ‘vedremo i dettagli dell’accordo’ è una risposta inadeguata di fronte a una situazione così grave”.
“Recuperare quel 15 per cento imposto – conclude Forattini - sarà molto difficile, ma ciò che è urgente è mettere subito in campo risorse straordinarie per sostenere le imprese colpite. Il Partito Democratico continuerà a battersi, in Italia e in Europa, per difendere un settore che è eccellenza assoluta del nostro Paese”.

 

 

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