Trovo inspiegabili le decisioni prese ieri sera dalla maggioranza del Consiglio Comunale di Treviso. Siamo al paradosso: con una mano si concede la cittadinanza onoraria a Giacomo Matteotti, motivandola con l’adesione profonda ai valori che lui incarnava, e con l’altra si conserva la cittadinanza onoraria concessa 100 anni fa a Benito Mussolini, che dell’omicidio di Matteotti fu mandante e responsabile, perché il fatto è “storico” e “datato”.
Eppure Giacomo Matteotti fu ucciso proprio per i valori che rappresentava. Giustamente le forze di opposizione e il Partito Democratico, che ringrazio, hanno chiesto con la mozione di minoranza che si eliminasse questa paradossale ambiguità: i voti di ieri sera erano afferenti alla storia immobile e monumentale, oppure forse alla memoria, viva, che respira ogni giorno anche grazie alle nostre scelte politiche?
Quel delitto conserva una grande portata storica e simbolica a maggiore ragione oggi, nell’anno in cui si ricordano i 100 anni dall’accaduto e nei giorni in cui un’inchiesta di Fanpage scoperchia come nell’organizzazione giovanile della principale forza di governo si coltivino rigurgiti di antisemitismo, neofascismo e su queste questioni non dovrebbe esserci che unità, invece spiace constatare che la maggioranza a sostegno dell’amministrazione Conti forse ha fatto i conti con la storia del nostro paese solo a metà: non a caso, in questa discussione su fatti “storici, circoscritti e datati” erano assenti i consiglieri comunali che vengono dal percorso di Forza Nuova.
È sicuro, Mario Conte, che la nostra città, Medaglia d’oro al valore militare, non meriti una discussione più matura, consapevole e attaccata alla realtà, che mai può prescindere dalla storia?
Così la deputata del Pd Rachele Scarpa.
Cara Meloni, Fanpage non è un partito, non è un pezzo di Stato.
“È la stampa bellezza! E tu non puoi farci niente, niente”.
Solidarietà a Francesco Cancellato e ai giornalisti liberi.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Ora se la prendono col metodo giornalistico di Fanpage. Ma se non ci fosse stata questa inchiesta Giorgia Meloni avrebbe continuato a comportarsi come Alice nel Paese delle Meraviglie. La puzza di ‘regime’ non proviene dal giornalismo libero che fa il proprio mestiere, ma da chi prova a dire che non devono intromettersi negli affari del primo partito del Paese. Invece il problema è serio, molto serio. Perché queste non sono ragazzate. Rivelano purtroppo un brodo di coltura nel quale sono stati allevati i giovani di Fdi. Che non sono altra cosa rispetto a un partito presuntamente depurato da fascismo, antisemitismo, razzismo. Dunque, il vittimismo per una volta lo lascino fuori dalla porta. I dirigenti di Gioventù nazionale sono stati per anni protetti dall’inner circle di Giorgia Meloni. Hanno avuto potere, risorse, accesso ai ministeri e al Parlamento”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, intervistato da Fanpage.
“Ora - aggiunge - troveranno qualche capro espiatorio. Anche se con molta calma, visto che le stesse dimissioni di Flaminia Pace dal Consiglio Nazionale dei Giovani sono state chieste e ottenute dalla dirigenza di questa struttura e non dal Partito. E senza nessuna condanna delle minacce nei confronti della segretaria Pd, Elly Schlein. Anche questo è rivelatorio di un maquillage per passare la nottata. Aprano invece - conclude - una riflessione vera sui fondamentali e partano dai propri cattivi maestri. Perché gli alunni indisciplinati sono figli di quella impronta lì, le frasi terribili che hanno pronunciato non sono tutta farina del loro sacco”.
“La seconda puntata dell'inchiesta di Fanpage Blackstairs conferma che nel partito di Giorgia Meloni e in particolare nella sua giovanile il fascismo è diffuso, rivendicato, difeso. E ciò di per sé sarebbe già grave ma a questo si affiancano le rivendicazioni del terrorismo nero, il razzismo e l'antisemitismo, le offese e le minacce a esponenti politici come la senatrice Mieli (a cui va la nostra solidarietà) e soprattutto alla nostra segretaria, Elly Schlein, che alcuni militanti di Fratelli d'Italia auspicano di vedere ‘impalata’. Tutto ciò è terribile e nefasto ed è assurdo che Giorgia Meloni non abbia ancora sentito il bisogno di esprimersi e prendere le distanze. Vergogna. Tagliare definitivamente i ponti con tutto questo sarebbe il minimo richiesto alla premier di un Paese democratico e antifascista”.
Così sui social il deputato democratico e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“Meloni è ancora così orgogliosa dei suoi pupilli di gioventù nazionale? Il silenzio della presidente del consiglio è assordante, chiediamo una sua netta presa di distanza e la rimozione delle persone coinvolte nell’inchiesta di Fanpage da tutti gli incarichi istituzionali, a partire da quelli parlamentari. Non è possibile che nel tempio della democrazia si aggirino persone che incitano alla violenza, insultano gli avversari, e portano avanti pericolosi rigurgiti nazifascisti e antisemiti”. Così il deputato democratico, capogruppo in commissione Difesa alla Camera, Stefano Graziano che stigmatizza, inoltre, la gravità degli insulti e delle minacce rivolte contro la segretaria del Pd Schlein.
Cara Meloni, sono sempre “stupendi” questi ragazzi di Gioventù Nazionale? Sei sempre “fiera” di loro? Sono queste le tue ultime parole? Nulla da dire sulle frasi razziste, omofobe e antisemite emerse dall’inchiesta di Fanpage? Niente sulle minacce a Elly Schlein ?
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati postando il video in cui la Premier Meloni saluta la Gioventù Nazionale.
“Forse c’è una spiegazione nell’agghiacciante silenzio della leader di Fratelli d’Italia - a cui, evidentemente, va ricordata la responsabilità di essere anche la Premier pro-tempore - sull’apologia di razzismo e di antisemitismo, su inni e gesti da camerati, sulle orrende frasi tanto nei confronti di Ester Mieli quanto di Elly Schlein che trovano spazio nell’organizzazione giovanile del suo partito. Era questo ciò che intendeva quando ripeteva: “sogno che le persone che per tanti anni hanno dovuto abbassare la testa possano dire come la pensano”?” così il deputato democratico, Mauro Berruto.
"Apprendiamo che per l'onorevole Donzelli, fedelissimo di Giorgia Meloni, il limite da non superare è l'antisemitismo. Se ne deduce che, invece, il razzismo, l'evocazione del fascismo e del nazismo, il plauso ai Nar siano per Donzelli, dentro i limiti dell'accettabilità.
Che l'antisemitismo non sia, in alcun modo, tollerabile è ovvio. Ma l'odio verso gli ebrei è una logica conseguenza per chi urla "Sieg Heil" e inneggia a Mussolini. Non condannare con la stessa forza tutto quello che è emerso dall'inchiesta di Fanpage sui giovani di Fdi, e non prendere seri provvedimenti significa buttare fumo negli occhi sperando di salvare i rapporti con la comunità ebraica. Con quale coraggio Donzelli accusa di antisemitismo chi chiede la fine della guerra a Gaza? E con quale coraggio si scaglia contro la giornalista che ha condotto l'inchiesta accusandola di aver tradito "gli amici" per fare carriera?
Donzelli non provi a manipolare e mistificare la realtà per sviare l'attenzione dalle degenerazioni del suo partito. E Meloni, che accusa la sinistra di usare toni da "guerra civile", cos'ha da dire sulle minacce dei suoi "stupendi" ragazzi a Elly Schlein?". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
La seconda parte dell'inchiesta di Fanpage evidenzia che i richiami al fascismo e all'antisemitismo sono profondamente radicati nel movimento giovanile di Fratelli d'Italia. Dopo la sbalorditiva difesa d'ufficio alla Camera da parte del ministro Ciriani e il debole commento di Donzelli, continua a spiccare il silenzio assordante della premier Meloni, che non ha ancora pronunciato una parola sui comportamenti razzisti e di apologia del fascismo radicati in modo strutturale nel movimento giovanile del suo partito, spesso anche alla presenza di diversi parlamentari del gruppo di Fratelli d'Italia.
La presidente Meloni rappresenta il governo del nostro Paese, non può continuare a far finta di nulla e a non condannare parole e gesti che inneggiano al fascismo e all’antisemitismo da parte del movimento giovanile del suo partito che hanno già fortemente messo in imbarazzo le istituzioni europee, da cui hanno immediatamente preso le distanze. Tutto questo è inaccettabile e non può avere alcuna giustificazione. Serve una presa di posizione chiara e netta, che fino a oggi è mancata.
Così la deputata e vicepresidente PD alla Camera Valentina Ghio.
“Dopo la seconda tranche dell’inchiesta di Fanpage c’è una sola cosa che Giorgia Meloni può e deve fare ed è sciogliere l’organizzazione giovanile del suo partito e ricostruirla eliminando ogni rigurgito di antisemitismo, neofascismo e neonazismo. Se non lo farà, sarà del tutto inutile chiedere ai vertici di Fratelli d’Italia prese di distanza da qualcosa che evidentemente non sono in grado o non hanno la volontà di cancellare” così il deputato democratico, Gianni Cuperlo.
“Ormai è evidente come ci sia un nucleo neofascista, in questa maggioranza che tiene sotto scacco e ricatto politico tutta la destra di governo. Questo nucleo interroga direttamente i vertici nazionali di Fratelli d’Italia e quei numerosi esponenti di primo piano che fino ad oggi hanno minimizzato episodi gravissimi abbiano almeno la dignità oggi di rimanere in silenzio. Non basteranno le dimissioni di una giovane dirigente a cancellare una ideologia che permane oramai ogni aspetto del bagaglio politico e culturale del partito di Giorgia Meloni”. Lo dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi sull’inchiesta di Fanpage sui giovani di Fdi.
“Altro che montaggio fatto male, la seconda parte dell’inchiesta Fanpage dimostra la gravità delle parole e dei gesti che caratterizzano Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia. L’apologia di fascismo non è un’eccezione ma la normalità per giovanissimi che militano nel principale partito di governo del Paese. Cosa aspetta Giorgia Meloni a prendere le distanze? Mi auguro di non dover assistere di nuovo ad un ministro che viene in Aula per fare l’avvocato difensore di Gioventù Nazionale, come accaduto con il ministro Ciriani. Voglio anche esprimere tutta la mia solidarietà alla senatrice Ester Mieli, fatta oggetto di commenti antisemiti. E’ arrivato il tempo che anche a destra facciano i conti con il fascismo e ne prendano le distanze”.
Lo afferma la deputata del Partito Democratico, Michela Di Biase.
"Non sono "casi isolati": è sistema. Tra i giovani del partito di Giorgia Meloni regnano l'antisemitismo, il razzismo, la nostalgia del regime fascista. La seconda parte dell'inchiesta di Fanpage non lascia spazio a dubbi né a interpretazioni. E quel sistema è strettamente legato alla dirigenza di Fratelli d'Italia. L'ex portavoce del ministro Lollobrigida, Paolo Signorelli, non è un'eccezione. Lo staff di vari esponenti di spicco del partito di maggioranza sono intrisi di questa subcultura neofascista. Che, vale la pena ricordarlo, è la stessa espressa da diversi dirigenti di quel partito, perfino tra gli eletti. Viene da pensare che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Le dichiarazioni di Donzelli, ora che sono emersi perfino gli insulti antisemiti alla senatrice di FDI Ester Mieli, ex portavoce della comunità ebraica di Roma a cui va la mia solidarietà, appaiono tardivi e di circostanza. Non è in alcun modo credibile che il responsabile dell'organizzazione del partito non sapesse chi c'è tra i suoi stessi collaboratori e cosa succede, a telecamere spente, tra i militanti di Gioventù nazionale.
Non è più accettabile alcun silenzio da parte della premier. Era scritto, qualche giorno fa, su uno striscione al presidio di Piazza Vittorio dopo l'aggressione ai ragazzi di Sinistra universitaria: chi non condanna è complice". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente sui diritti umani nel mondo.
"La seconda parte dell’inchiesta di Fanpage su Gioventù Nazionale rivela particolari ancora più agghiaccianti. Giorgia Meloni condanni e prenda le distanze dalle frasi razziste e antisemite dei giovani del suo partito. Il suo silenzio è inaccettabile".
Così su X la deputata Pd Silvia Roggiani.
“La seconda inchiesta di Fanpage ci dice che non siamo davanti a una ragazzata. Qui c’è un gruppo politico che ha potere, soldi e legami con chi comanda oggi l’Italia. Sono collaboratori di parlamentari e sottosegretari e parlano tranquillamente come dei neonazisti. Magari troveranno qualche capro espiatorio da offrire al pubblico, ma dentro FdI hanno il dovere di aprire una riflessione. Una generazione di dirigenti del principale partito italiano è cresciuta e si è formata con un linguaggio e una simbologia che è fuori dai codici della Repubblica e della Costituzione. Non è possibile che la leader di un Paese del G7 faccia finita di nulla”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.