17/10/2025 - 15:24

“Le parole del ministro Nordio suonano come l’ennesima dimostrazione di quanto una parte del governo continui a minimizzare il ruolo dell’educazione nelle scuole nel contrasto alla violenza di genere. Sostenere che l’educazione sessuale sia un fatto privato significa ignorare la realtà e non considera i risvolti sociali dei legami affettivi. Ancora più grave è che un ministro della Giustizia, che dovrebbe essere in prima linea nel combattere i femminicidi, scelga di liquidare la questione come un problema “propagandistico”, mostrando una sottovalutazione pericolosa di un fenomeno che nel 2025 continua a registrare numeri intollerabili. E poi, sentir parlare ancora di “razza” da un rappresentante delle istituzioni nel 2025 è sconcertante. Un linguaggio anacronistico, che rivela quanto arretrata sia la visione culturale di questa destra e di chi nelle istituzioni dovrebbe invece promuovere inclusione e rispetto” Così in una nota la Deputata democratica Ilenia Malavasi commenta le parole del ministro Nordio.

 

 

17/10/2025 - 13:53

L’Intergruppo parlamentare della Camera dei deputati per le Donne, i Diritti e le Pari Opportunità ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, per segnalare e stigmatizzare la pubblicazione di diversi articoli che offendono la memoria di Pamela Genini.

 

La lettera promossa dalla coordinatrice dell’Intergruppo, Laura BOLDRINI, è sottoscritta da Stefania ASCARI, Ouidad BAKKALI, Elena BONETTI, Andrea CASU, Michela DI BIASE, Sara FERRARI, Antonella FORATTINI, Marco FURFARO, Renate GEBHARD, Valentina GHIO, Francesca GHIRRA, Maria Cecilia GUERRA, Simona LOIZZO, Ilenia MALAVASI, Maria Stefania MARINO, Federica ONORI, Emma PAVANELLI, Debora SERRACCHIANI, Gilda SPORTIELLO, Luana ZANELLA.

 

Nel testo si fa riferimento in particolare a quanto pubblicato dal sito Dagospia.com poche ore dopo la morte della donna. “Un articolo - si legge nella lettera - pieno di allusioni e insinuazioni sessiste, che riduce la vita di una donna trucidata a oggetto di curiosità morbosa, spostando l’attenzione dalla violenza subita a giudizi sulla sua persona concentrandosi su dettagli irrilevanti della vita privata della vittima, insinuando dubbi sulla sua reputazione e mettendone in discussione la dignità anche dopo la morte”.

 

Nel testo, l’Intergruppo sottolinea come «raccontare un femminicidio significa affrontare una tragedia umana, oltre che una piaga  sociale, non alimentare voyeurismo o sospetto» e ribadisce che «nessuna donna deve essere uccisa due volte: prima dalla violenza di chi la colpisce, poi dalle parole di chi la racconta senza rispetto».

 

Ecco il testo integrale delle lettera sottoscritta dai componenti dei gruppi di Pd, Lega, M5S, AVS e Azione.

 

“Al Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti

 

Gentile Presidente Bartoli,


Gentile Presidente,

a poche ore dall’uccisione di Pamela Genini, un sito online di grande diffusione (Dagospia.com) ha pubblicato un articolo che offende la memoria della vittima e tradisce i principi fondamentali del giornalismo.

 

Il testo, pieno di allusioni e insinuazioni sessiste, riduce la vita di una donna trucidata a oggetto di curiosità morbosa, spostando l’attenzione dalla violenza subita a giudizi sulla sua persona concentrandosi su dettagli irrilevanti della vita privata della vittima, insinuando dubbi sulla sua reputazione e mettendone in discussione la dignità anche dopo la morte.

 

È un modo di fare informazione che non solo manca di rispetto verso Pamela Genini e i suoi familiari, ma contribuisce a perpetuare una cultura tossica che tende a minimizzare la violenza di genere, spostando la colpa dalla mano dell’assassino alla vita della donna uccisa.

 

Chiediamo all’Ordine dei Giornalisti di farsi interprete, presso i propri iscritti, di un richiamo netto ai principi del Codice deontologico, del Testo unico dei doveri del giornalista e del Manifesto di Venezia, affinché episodi come questo non si ripetano più.

 

L’Ordine promuove una formazione costante e vigila sull’uso di un linguaggio rispettoso, consapevole e libero da stereotipi. È evidente che episodi di questo tipo rischiano di compromettere il grande sforzo compiuto finora per costruire un’informazione più attenta e responsabile.

 

Raccontare un femminicidio significa affrontare una tragedia umana oltre che una piaga sociale, e non alimentare voyeurismo o sospetto. Nessuna donna deve essere uccisa due volte: prima

dalla violenza di chi la colpisce, poi dalle parole di chi la racconta senza rispetto.

Un cordiale saluto.

Laura BOLDRINI, coordinatrice dell’Intergruppo della Camera per le Donne, i Diritti e le Pari opportunità;

Stefania ASCARI, Ouidad BAKKALI, Elena BONETTI, Andrea CASU, Michela DI BIASE, Sara FERRARI, Antonella FORATTINI, Marco FURFARO, Renate GEBHARD, Valentina GHIO, Francesca GHIRRA, Maria Cecilia GUERRA, Simona LOIZZO, Ilenia MALAVASI, Maria Stefania MARINO, Federica ONORI, Emma PAVANELLI, Debora SERRACCHIANI, Gilda SPORTIELLO, Luana ZANELLA.

Ecco il link dell’articolo in oggetto:

https://www.dagospia.com/cronache/era-veramente-pamela-genini-29enne-ucc...

 

17/10/2025 - 11:41

“Il gruppo del Partito democratico in Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e violenza di genere ha scritto una lettera alla presidente della Commissione Martina Semenzato, per chiedere l’audizione urgente dei ministri Valditara e Roccella, per riferire sulla cancellazione dei percorsi di educazione antiviolenza nelle scuole dopo l’approvazione dell’emendamento della Lega alla Camera.

 

“Questa modifica normativa - si legge nel testo della lettera - qualora fosse confermata nel voto assembleare della Camera, introdurrebbe un gravissimo ostacolo ai percorsi educativi che rappresentano il principale strumento di contrasto al fenomeno della violenza contro le donne e ai femminicidi”.

 

Ecco il testo della lettera inviato dalla Capogruppo democratica in Commissione Femminicidio, Sara Ferrari.

 

“Egregia Presidente,

in considerazione di quanto accaduto nei giorni scorsi in commissione istruzione alla Camera dei Deputati, con l’approvazione di un emendamento della deputata Latini al ddl Valditara, con il quale si introduce di fatto il divieto di svolgere “attività didattiche e progettuali, nonché ogni altra eventuale attività aventi ad oggetto temi attinenti all’ambito della sessualità” non solo nella scuola primaria ma anche nella secondaria di primo grado, sono a chiederla a nome del gruppo del Partito Demicratico una convocazione plenaria della commissione con una audizione urgente del ministro Valditara e della ministra Roccella. Questa modifica normativa, qualora fosse confermata nel voto assembleare della Camera, introdurrebbe un gravissimo ostacolo ai percorsi educativi che rappresentano il principale strumento di contrasto al fenomeno della violenza contro le donne e ai femminicidi. Nelle numerosissime audizioni che la Commissione Femminicidio ha potuto compiere in questi due anni di lavoro, infatti ci è sempre stata rappresentata, da qualsiasi associazione, da soggetti pubblici e privati, dalle categorie economiche, da singoli specialisti e specialiste e professionisti che a vario titolo hanno a che fare col fenomeno della violenza maschile sulle donne, la necessità di promuovere e rendere strutturale all’interno dei luoghi formativi ed educativi, in primis nella scuola, l’educazione all’affettività e alla sessualità, alle relazioni corrette e rispettose, alla parità, al superamento degli stereotipi di genere, ai pregiudizi, alle discriminazioni, come azione primaria di contrasto a questa terribile piaga sociale.

La responsabilità pubblica che ci siamo assunte e assunti nel partecipare e condividere spesso all’unanimità il lavoro di questa commissione, richiede oggi che non ignoriamo quanto grave possa essere il danno che deriverebbe a studenti e studentesse se non solo non dessimo seguito a quella richiesta di promozione di educazione, ma addirittura venisse frenato quello che oggi a macchia di leopardo viene fatto nelle scuole del nostro Paese su base volontaria. Riteniamo dunque indispensabile e urgente che il ministro all’istruzione e la ministra alle pari opportunità riferiscano alla commissione di indagine su femminicidio e violenza, come intendano agire per scongiurare il rischio di questo danno non solo per le giovani generazioni, ma anche per garantire l’efficacia delle azioni di prevenzione, fondamentali per il contrasto alla violenza e il cui studio e ricerca rappresentano parte essenziale del mandato della nostra commissione”.

 

16/10/2025 - 16:36

“Da due anni a questa parte nei lavori della Commissione Femminicidio e violenza udiamo professionisti e associazioni che unanimemente individuano nell’educazione affettiva la chiave della prevenzione della violenza contro le donne. Ci chiediamo come sia possibile che le stesse forze politiche di maggioranza, che siedono in quella commissione, possano contemporaneamente approvare nella commissione istruzione la cancellazione delle pochissime esperienze di educazione sessuale che si fanno nelle scuole medie d’Italia. Siamo sconcertati da tanta ipocrisia e chiediamo che la destra dimostri di agire seriamente per il contrasto a questa terribile piaga sociale che conta già 70 vittime quest’anno. Si lavori sulla prevenzione, non eliminando ma rendendo strutturale quel che viene fatto su base volontaria dagli istituti scolastici. Non possiamo lasciare soli i giovani ad informarsi attraverso il web, va assunta una responsabilità pubblica, colmando anche la distanza con gli altri paesi europei”. Lo dicono i parlamentari del Pd nella Commissione Bicamerale Femminicidio Cecilia D’Elia, vicepresidente, Sara Ferrari, capogruppo dem, Filippo Sensi, Valeria Valente, Antonella Forattini, Valentina Ghio che chiedono alla maggioranza di ‘ intervenire con efficacia per prevenire e fare marcia indietro sull’emendamento della Lega approvato ieri alla Camera’.

16/10/2025 - 14:11

“Nel giorno dell’ennesimo femminicidio, con una giovane uccisa con venticinque coltellate, la Lega pensa bene di cancellare quei pochi percorsi di educazione sessuale esistenti nelle scuole medie del nostro Paese. È una scelta dannosa e profondamente irresponsabile”. Lo dichiara la deputata Sara Ferrari, capogruppo del Partito Democratico nella commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio.

“Abbiamo bisogno di andare nella direzione opposta. L’Italia – spiega l’esponente dem - è uno dei soli sette Paesi europei a non avere l’educazione sessuale obbligatoria a scuola. È un vuoto che pesa, perché occorre aiutare le ragazze e i ragazzi a costruire relazioni corrette e rispettose, a superare stereotipi e pregiudizi che troppo spesso sono all’origine della violenza di genere. La scuola pubblica ha una responsabilità fondamentale: non possiamo lasciare i giovani soli, a formarsi un’idea delle relazioni e della sessualità esclusivamente attraverso il web. Serve un impegno serio e strutturale, non passi indietro dettati da ideologia".

“Chiediamo al governo – conclude Ferrari – di modificare il provvedimento in discussione e cancellare questa vergogna. Contrastare la violenza contro le donne significa partire dall’educazione e dal rispetto, non dall’oscurantismo”.

 

16/10/2025 - 12:08

"Nel giorno in cui un’altra donna, Pamela, è stata uccisa, questo Governo ha scelto di togliere l’educazione sessuale dalle scuole. È una decisione grave e miope, che va nella direzione opposta rispetto a ciò che servirebbe davvero per prevenire la violenza di genere».
Lo dichiara la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, commentando l’emendamento approvato in Commissione Cultura alla Camera al disegno di legge sul consenso informato, che vieta di affrontare i temi della sessualità nelle scuole secondarie di primo grado e limita tali percorsi nelle superiori al solo consenso dei genitori.
«Una legge sul femminicidio non basta se non si affronta il problema in modo complessivo – prosegue Di Biase –. Il contrasto alla violenza maschile contro le donne non passa solo dalle misure penali: è prima di tutto una questione culturale ed educativa. Serve educare al rispetto, al consenso, all’affettività sana fin dall’età più giovane. Togliere l’educazione sessuale dalle scuole significa togliere ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze gli strumenti per capire, per proteggersi e per costruire relazioni libere e paritarie».

«Chiediamo di tornare indietro su questa norma sbagliata – conclude la deputata dem – e di impegnarsi invece a introdurre percorsi obbligatori di educazione alla sessualità. Solo partendo dalla scuola possiamo davvero cambiare le cose».

 

 

25/09/2025 - 18:06

“L’odio in rete contro le donne non conosce pause ma se viene da esponenti politici e’ ancora più grave. Proprio all’indomani dell’avvio da parte della Commissione parlamentare sul femminicidio e la violenza dell’indagine conoscitiva sulla violenza digitale, per approfondire il fenomeno e proporre iniziative di legge per contrastarlo, un esponente locale di Forza Italia ha attaccato in modo violento, volgare e sessista la collega Laura Boldrini, “colpevole” di essere la prima firmataria di una proposta di legge, che abbiamo sottoscritto in molte e molti, per introdurre anche in Italia il principio che ogni rapporto sessuale senza consenso e’ stupro. A partire dallo squallido articolo di un giornale non degno di questo nome, si è scatenata sui social la solita orribile rincorsa dei leoni da tastiera ad insultare violentemente l’ex presidente della Camera dei Deputati. Alla sua giusta indignata, reazione ha fatto seguito un comunicato di scuse del vice responsabile di Forza Italia di Bari, autore del post. Prendiamo atto di queste doverose scuse, che non cancellano però il danno personale alla collega e collettivo alle donne tutte, perche’ ogni atto di aggressione anche verbale, peggio ancora se in sfregio alle vittime di stupri, continua a tenere viva una cultura della sopraffazione e della violenza normalizzata, che risulta più grave quando espressa da parte di esponenti politici che dovrebbero dare un esempio positivo. Ci aspettiamo che chi sta indegnamente accusando una parte politica di fomentare odio, sappia invece costruire rispetto a partire proprio dai suoi rappresentanti. Così la vicepresidente della Commissione Femminicidio, senatrice Cecilia D’Elia e la capogruppo del partito democratico nella commissione, la deputata Sara Ferrari.

13/09/2025 - 13:34

“La sentenza della Corte d’Assise di Chieti sull’omicidio di Alina Cozac a Spoltore rischia di tradursi in una insostenibile contorsione della Giustizia e della norma: pare quantomeno difficile comprendere come si possa derubricare un delitto da volontario a preterintenzionale valutando solo per quanto tempo le mani dell’uomo hanno stretto la gola della donna. Sarebbe come dire che il compagno voleva ucciderla, ma non troppo. Mi ritengo un garante del diritto alla difesa e del giusto processo, ma credo anche che il diritto non possa essere stiracchiato o sbrindellato come un elastico in virtù di valutazioni emozionali". Così in una nota il deputato abruzzese del Pd Luciano D'Alfonso sulla sentenza dell'omicidio di Alina Cozac.
Ma, al di là delle motivazioni - continua il parlamentare dem - quello che oggi suscita perplessità è l’impatto che l’esito delle investigazioni e degli interrogatori in aula ha generato: da una prima lettura della vicenda se ne deduce che la sera dell’omicidio l’uomo avrebbe voluto ferire la compagna, ma siccome le sue mani hanno indugiato sul collo della donna pochi minuti o secondi, vuol dire che dopotutto non voleva proprio ucciderla, e se poi è morta è stato un tragico incidente. Una tale lettura, che significa veramente fare un gioco di prestigio con il diritto penale, manderebbe in archivio anni di lotte sul femminicidio che pure hanno partorito la norma che disciplina i reati del Codice Rosso. E non credo che fossero queste le intenzioni dei magistrati giudicanti. Sicuramente la sentenza non ha determinato la chiusura di una vicenda tragica, drammatica, che ha segnato il nostro Abruzzo, una vicenda che a nostra volta non possiamo derubricare come l’ennesimo episodio da relegare a una fredda statistica di fine anno". "Spetterà agli ulteriori gradi della Magistratura, che è scontato verranno interpellati, decidere se eventualmente aggiustare, o meno, il tiro di una lettura della norma che effettivamente rischia di diventare un caso-scuola, apripista di sentenze difficili da accettare e da capire”, conclude D'Alfonso.

28/08/2025 - 15:59

"Alla luce di quanto sta emergendo in maniera sempre più evidente e preoccupante, il gruppo del partito democratico in Commissione Femminicidio chiede, alla ripresa dei lavori della commissione, di avviare con urgenza nella sua competenza un filone di indagine sull’odio in rete contro le donne. Bisogna confrontarsi con esperti, giuristi, regolatori, per trovare gli strumenti più efficaci, rispettosi delle libertà e dei diritti, per arrivare a proposte legislative che possano fare argine all’abisso social nel quale vengono sprofondate le donne aggredite, sessualizzate, profilate e violate. E’ una battaglia civile, sociale, culturale, legale, politica alla quale siamo fiduciose vogliano aderire e collaborare tutte le forze politiche". Lo dicono in una nota congiunta la capogruppo Sara Ferrari, la vice presidente della commissione Cecilia d’Elia, con Antonella Forattini, Valentina Ghio, Filippo Sensi, Valeria Valente.

 

20/08/2025 - 11:11

Basta tolleranza del sessismo e della violenza contro le donne sui social, altrimenti è complicità. Il gruppo del Partito democratico nella Commissione Femminicidio e violenza del Parlamento si associa alla denuncia che è stata fatta alla polizia postale rispetto all’esistenza del gruppo Facebook 'Mia moglie', che con 32.000 iscritti pubblica foto di donne a loro insaputa, con commenti violenti e sessisti. “Troviamo sconcertante e inaccettabile l’esistenza di queste chat misogine, specchio di una cultura di possesso e sopraffazione che ignora il consenso delle donne. Chiediamo alla piattaforma Meta di chiuderla immediatamente, vigilando sulla sua possibile e purtroppo probabile riapertura sotto altro nome, così come di monitorare qualsiasi altra forma di maschilismo tossico e nocivo, veicolato attraverso i social di sua competenza” dice la capogruppo onorevole Sara Ferrari insieme alle colleghe Antonella Forattini e Valentina Ghio, alle senatrici Cecilia D’Elia e Valeria Valente e al senatore Filippo Sensi. “Questi gruppi social sono abominevoli. Grazie a chi ha segnalato e commentato tanta violenza e mortificazione. Le piattaforme devono intervenire su questi gruppi che nella logica del branco perpetuano e normalizzano una violenza di genere così becera e aggressiva. Il caso Pelicot non è bastato?”

 

13/08/2025 - 17:45

“A Spezia l’ennesimo femminicidio che coinvolge una donna vittima della violenza del suo ex marito impone una riflessione e interventi adeguati. Occorre un più serio investimento sull’efficacia delle misure cautelari oltre l'incremento e la specializzazione di personale dedicato e un migliore funzionamento dei braccialetti elettronici in modo da rendere effettivo l'intervento di personale in tempi brevi . L'azione del Governo continua a concentrarsi nell'incremento delle pene, ma non basta e non è risolutivo. Bisogna intervenire  meglio e di più sull’attuazione delle misure di protezione delle donne e sulla prevenzione, rafforzando e rendendo davvero efficaci le misure già in essere. Non è tollerabile che ancora una volta un’altra donna venga uccisa nonostante le disposizioni di allontanamento a cui l’uomo è stato sottoposto. Non servono nuove misure se non sono accompagnate dai finanziamenti necessari ad investire sul rafforzamento delle misure di tutela oltre che su cultura della prevenzione che continua a essere trascurata”. Lo dichiarano in una nota congiunta la deputata Valentina Ghio, vicepresidente Gruppo Pd alla Camera e componente Commissione Femminicidi, insieme alle consigliere regionali Pd Carola Baruzzo e Katia Piccardo in merito al femminicidio che è avvenuto a Spezia.

06/08/2025 - 12:04

“Il gruppo del PD  ha votato a favore della relazione sugli orfani di femminicidio, perché riconosce il lavoro plurale fatto in questi mesi, con audizioni e approfondimenti che ci hanno consentito di maturare indicazioni e proposte che tengono conto di quanto ci chiedono i familiari delle vittime di femminicidio, in termini di attenzione, tutela, accompagnamento, vicinanza. Crediamo che le differenze che esistono tra le forze politiche su questi temi, su queste battaglie, debbano trovare una ragione comune per far fare al nostro paese passi avanti sulla strada della lotta alla violenza di genere; lotta che è fatta di concretezza, di cura, di ascolto, di risposte perché non ci siano più morti di donne in quanto donne per mano di uomini. Come gruppo del Partito Democratico abbiamo partecipato attivamente ai lavori, elaborando contenuti che sono stati raccolti nella relazione come contributi di arricchimento del testo, anche con il riconoscimento del tema di genere all’origine dei femminicidi”. Lo dice la deputata Sara Ferrari capogruppo PD in commissione femminicidio.

 

24/07/2025 - 19:40

“Il decreto sport discusso oggi in Aula in realtà, con lo sport ha poco a che fare. È meglio definirlo per ciò che è: una rappresentazione plastica della voracità insaziabile di questo Governo rispetto all’occupazione di poltrone, spazi, potere nel mondo dello sport”. Lo dichiara il deputato Pd Mauro Berruto, responsabile per le politiche sportive del Partito Democratico, sul dl Sport.
“Ne sono esempi lampanti – sottolinea l'esponente dem - l’aumento dei componenti nella governance della fondazione Milano-Cortina arrivato nottetempo, l’America’s Cup ma senza la rappresentanza della Regione Campania e l’attacco frontale alle ATP finals che metteva a rischio l’assegnazione del torneo stesso all’Italia, fortunatamente scampato in base alla possibilità di mantenere l’attuale governance rinunciando al contributo pubblico, insieme alla soglia di 5 milioni al di sotto della quale si manterrà autonomia gestionale a tutele delle federazioni medio-piccole, frutto di un nostro emendamento. E ancora sub-emendamenti dell’ultimo minuto sulle figure di ipotetici commissari, la vergogna del contributo per la doverosa sicurezza dei Giochi Olimpici, stornato però dai risparmi del fondo di rotazione per le vittime di mafia, usura, racket e orfani di femminicidio nonostante tre diverse proposte delle opposizioni per trovare quel denaro da fondi diversi”.
“Tutto in un balletto di interruzioni, rinvii, emendamenti difesi e ritirati al punto di non permettere oggi la conclusione del provvedimento, come doveva essere. Siamo felici delle correzioni che siamo riusciti ad apportare al testo: in particolare quella orientata a promuovere l’equilibrio di genere all’interno delle governance dei grandi eventi sportivi, promossa, difesa e ottenuto grazie a un emendato che ho firmato insieme alla collega Sara Ferrari”, conclude Berruto.

23/07/2025 - 14:51

“La lotta alla violenza sulle donne non passa solo attraverso le aule giudiziarie, ma anche e soprattutto attraverso l’educazione e la prevenzione. Ringrazio quindi il gruppo al Senato del Pd per aver fatto approvare gli ordini del giorno che impegnano il Governo anche su questo fronte”.

Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, sull’approvazione in Senato del Ddl Femminicidio e sui tre odg presentati dal gruppo del Pd.

“Conosciamo bene i tempi della giustizia in Italia - prosegue la deputata dem - e per quanto sia importante dare il corretto nome ai fenomeni lo è altrettanto prevenirli, attraverso l’educazione e strumenti che agiscano prima che venga commesso un reato”.

“Ora attendiamo che il testo arrivi alla Camera, ricordando che quella dei femminicidi è una strage da combattere in maniera prioritaria” conclude Gribaudo.

 

10/07/2025 - 13:02

“Commissione femminicidio PD: Ottima la notizia dell’approvazione unanime in commissione giustizia al Senato delle modifiche al testo di legge del Governo che introduce il reato di femminicidio, grazie anche alla collaborazione proficua tra la segretaria del PD Schlein e la Presidente del Consiglio Meloni. Fa piacere che quanto la Ministra Roccella aveva respinto due anni fa rispetto alla formazione obbligatoria sulla violenza per la magistratura, oggi finalmente diventi legge. Questa prevenzione secondaria, capace di riconoscere la violenza, per adottare le misure cautelari più adeguate ad impedire il femminicidio, (braccialetto elettronico, divieto di avvicinamento, arresti domiciliari, etc.) deve però essere accompagnata da formazione primaria, quell’educazione scolastica permanente alla parità e all’affettività che contrasta lo sviluppo stesso della violenza nei rapporti interpersonali. Con lo stesso approccio collaborativo, attendiamo che la maggioranza metta in calendario quanto prima la discussione parlamentare delle proposte di educazione scolastica, per la prevenzione primaria”. Lo dichiarano le deputate del PD in commissione femminicidio Sara Ferrari, Antonella Forattini, Valentina Ghio.

Pagine