“Dagli interventi della destra che sentiamo in Aula sul fisco sembra che il Black Friday non sia ancora finito. La realtà è che questo decreto è vuoto di contenuti, con misure pasticciate, che possiamo definire misurette, ed anche ingiusto. Vi era da parte della maggioranza un’attesa spasmodica, messianica, sulle entrate del concordato. Erano pronti a sbranarsi per qualche mancia in più, come abbiamo visto sul canone Rai. Poi, visto il fallimento, è cominciata la telenovela delle correzioni e degli interventi al ribasso. Perché a pagare è stato solo chi ne aveva convenienza. Sono stati sottratti alle entrate dello Stato 800 milioni con un nuovo condono e già si annunciano rottamazioni di cartelle che ancora devono arrivare. Per non parlare del Bonus Natale, voluto della presidente del Consiglio che diceva ‘con noi basta bonus’. Cento euro distribuiti alle famiglie a caso, senza un criterio ragionevole. Una lotteria. Non va a chi è povero. Va in misura ridotta a chi è precario. Lo ottengono invece, addirittura, famiglie che hanno un genitore con un reddito altissimo. Un bonus finanziato con duecento milioni sottratti ingiustamente all’assegno di inclusione e che non sono utilizzati per sostenere un’economia in crisi o il reddito dei lavoratori poveri. Uno strano corto circuito a spese dell’erario e di coloro che pagano regolarmente le tasse senza i quali questo Paese crollerebbe”.
Così la deputata dem e responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo al Decreto Fiscale.
È stato votato all’unanimità l’ordine del giorno presentato dalla deputata Pd, Antonella Forattini che impegna il governo a procedere a una celere adozione del decreto della presidente del Consiglio di istituzione delle Zone Logistiche Semplificate (Zls) dei porti lombardi, che include i porti Cavatigozzi di Cremona e Valdaro di Mantova. “Dopo lunghe e incomprensibili attese, per Cremona e Mantova si tratta di un grande successo”, commenta Forattini. "È un primo passo importante: per le imprese lombarde si tratta di beneficiare delle agevolazioni fiscali legate agli investimenti nelle aree portuali, o anche solo della semplificazione amministrativa”, continua la deputata dem, “per i territori si tratta di fruire di un decisivo driver di sviluppo”. La votazione si è svolta nell’ambito della discussione sul decreto recante misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali.
Odg su contratti filiera e graduatorie
“Ritardi, ricorsi, correzioni dei punteggi e rallentamenti rischiano di pregiudicare l’assegnazione dei fondi del Pnrr a sostegno dei contratti di filiera dei settori agroalimentare, pesca ed acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e e vivaismo. Per questo con uno specifico ordine del giorno al Decreto fiscale, insieme ai deputati Pd della Commissione Agricoltura, Forattini, Marino, Romeo e Rossi, chiediamo al governo di adottare ogni iniziativa utile finalizzata a scongiurare la perdita dei fondi Pnrr a sostegno dei contratti di filiera e a procedere con rapidità allo scorrimento delle graduatorie, tenendo conto dei ricorsi presentati, garantendo, al contempo, il pieno utilizzo de delle risorse assegnate entro le scadenze fissate tra milestone e target. Ricorsi che non sono stati ad oggi trattati dalla giustizia amministrativa e che tengono bloccate l’assegnazione delle risorse e la pubblicazione definitiva delle graduatorie”.
Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“I contratti di filiera - aggiunge - sono decisivi per valorizzare le produzioni italiane e promuoverle sui mercati internazionali e sono il più importante strumento di politica nazionale a favore del settore agroalimentare. Peraltro nel percorso che ha portato all’incremento delle risorse a disposizione e all’assegnazione ad Ismea come soggetto attuatore attraverso uno specifico decreto pubblicato qualche giorno fa con cinque mesi di ritardo rispetto alla firma e alla registrazione della Corte dei Conti appare singolare che Masaf e Ismea abbiano firmato una apposita convenzione, con conseguente incarico economico alla società Ernst e Young Spa, senza la pubblicazione del decreto sulla gazzetta ufficiale. Non vorremo - conclude - che le procedure seguite producessero un ennesimo pasticcio, con conseguenti ricorsi, delle quali il comparto agricolo non ne sente davvero il bisogno perché rischierebbe di perdere definitivamente le risorse del Pnrr, visti i target stringenti”.
“Oggi in commissione Finanze abbiamo votato contro il decreto fiscale. Il messaggio del governo è sempre più chiaro e sempre più preoccupante: ‘per favore pagate qualcosa’. Hanno di nuovo fatto slittare i termini per il concordato preventivo a cui si aggiungono ulteriori proroghe, dilazioni, ravvedimenti operosi e imposte sostitutive che annullano tutte le altre tasse. Così facendo il governo sta compromettendo il gettito fiscale generale del nostro Paese a favore di alcune corporazioni e soprattutto sta aumentando le ingiustizie verso i lavoratori dipendenti e pensionati”. Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze.
“Questo – ha concluso Merola - non è accettabile, si sta frantumando il nostro sistema fiscale. Il nostro è un voto contrario a un decreto che non farà altro che aumentare le ingiustizie, ma soprattutto non coprirà le entrate necessarie per la riforma dell'Irpef che il governo aveva messo in cantiere. Le adesioni al concordato sono molto basse e noi non riteniamo che dicendo ai contribuenti ‘per favore versate qualcosa’ si possa rimediare all’ingiustizia fiscale. Questa destra invece di aumentare i controlli aumenta le mance agli evasori e a chi elude il fisco”.
“Governo bocciato due volte nella stessa giornata su temi economici, in piena sessione di bilancio. La maggioranza non c'è più: Meloni ne tragga le conseguenze e riveda la manovra. Le tensioni sono evidenti e nascono da una profonda insoddisfazione, diffusa anche nei partiti di maggioranza, per scelte economiche sbagliate e incapaci di rispondere alle vere esigenze dei cittadini. Temi cruciali come sanità e lavoro restano dimenticati, nonostante la propaganda del governo” così il capogruppo democratico nella commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano.
Un governo confuso e diviso viene bocciato in commissione sul canone Rai. Litigano su tutto e non si occupano dei problemi veri delle persone. Intanto oggi si divideranno anche in Europa: l’unico motivo per stare insieme è il potere, non l’interesse del Paese.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“La ventilata proroga per cercare di attenuare l’evidente fiasco del concordato preventivo biennale dimostra tutta l’incapacità del governo. Era già evidente che i tempi fossero troppo stretti e malgrado sanatorie e condoni si è aggiunta incertezza e confusione al magro ricavato, rispetto alle aspettative, di soli 1,3 miliardi. Il dato di fondo è che invece di aumentare i controlli ci si ostina ad incentivare una adesione al concordato che è sempre più un aiuto ad evadere. Aderire evadendo, senza essere più controllati, questo è il messaggio del governo”. Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze, in merito a fonti di agenzia che riferiscono come l’esecutivo starebbe valutando l'ipotesi di riaprire i termini per l'adesione al concordato.
“Lo sciopero dei commercialisti contro la mancata proroga del concordato preventivo dimostra tutta l’ incapacità del governo. Tra sanatorie e ravvedimenti si complicano tecnicamente gli adempimenti e soprattutto si aggiunge incertezza e confusione. Il dato di fondo è che invece di aumentare i controlli e mettere in grado l’agenzia delle entrate di poterlo fare (mancano migliaia di dipendenti nell’ agenzia) si continua a provare ad incentivare una adesione al concordato che è sempre più in aiuto ad evadere . Aderire evadendo, senza essere più controllati, questo è il messaggio. E la maggioranza dei cittadini che fa il proprio dovere di contribuenti si vede sempre più presa in giro e discriminata da inaccettabili diseguaglianze”. Così il capogruppo democratico nella commissione finanze della camera, Virginio Merola.
“Sebbene oggi in commissione il Partito Democratico abbia votato a favore del provvedimento attuativo alla legge di delegazione europea 2022-2023 di adeguamento al quadro normativo comunitario, per un’azione di maggiore contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, tuttavia occorre ricordare che, come dimostrano autorevoli pubblicazioni anche di Banca d’Italia, l’uso del contante produce effetti di facilitazione nei confronti dell’evasione e della criminalità”. Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze.
“Con la legge di bilancio 2023 – ha aggiunto l’esponente Pd - il governo Meloni ha innalzato la soglia all’utilizzo del denaro contante da 1.000 a 5.000 euro, quando fino al 31 dicembre 2022 il limite era di 2.000 euro. In Italia l’evasione raggiunge livelli record rispetto agli altri Paesi europei e si concentra principalmente sull’Irpef dovuta dai lavoratori autonomi e sull’Iva”.
“Con l’incremento della soglia al contante insieme a tutte le altre misure di favore introdotte in questi ultimi anni, dall’incremento della flat tax, al concordato preventivo, fino a tutte le forme di condono fiscale fin qui introdotte, il governo Meloni favorisce e continua a favorire principalmente quei 5 milioni di contribuenti, contro i 18 milioni di lavoratori dipendenti e i 16 milioni di pensionati che non possono proprio evadere perché pagano le proprie imposte sul reddito alla fonte”, conclude Merola.
“Sono passati due anni da quando il governo Meloni è entrato in carica promettendo la semplificazione del fisco e l’alleggerimento delle imposte per famiglie e imprese. Due anni di annunci e propaganda che, analizzando i risultati, possiamo sintetizzare con il titolo: fallimento totale. Dal concordato preventivo biennale, all’incremento della flat tax fino a tutte le forme di condono fiscale fin qui introdotte, abbiamo visto solo regali agli evasori a discapito dei contribuenti onesti. Un governo che ha nel Dna l’idea che l’evasione fiscale si combatta con le sanatorie e i condoni, nonostante abbia raggiunto nel nostro Paese livelli intollerabili e si concentri principalmente sull’Irpef dovuta dai lavoratori autonomi e sull’Iva. Il governo, con l’incremento della soglia al contante insieme a tutte le altre misure di favore introdotte in questi ultimi anni favorisce e continua a favorire principalmente quei 5 milioni di contribuenti, contro i 18 milioni di lavoratori dipendenti e i 16 milioni di pensionati che non possono proprio evadere perché pagano le proprie imposte sul reddito alla fonte”. Cosi il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze.
“Con la nuova campagna di comunicazione sul concordato preventivo biennale, il governo invia un messaggio pericoloso e fuorviante: sembra quasi invitare i contribuenti a non pagare le tasse per poi negoziare e arrivare a una cifra ‘giusta’. È un insulto per quei lavoratori dipendenti e partite Iva oneste, che pagano regolarmente le tasse contribuendo al bene collettivo. Invece di promuovere legalità e trasparenza, si rischia di legittimare la cultura dell'evasione fiscale. Nei fatti, il governo offre con questo provvedimento un regalo a chi evade, riducendo le sanzioni amministrative e penali, nonostante l’evasione fiscale abbia raggiunto nel nostro Paese livelli intollerabili”. Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze.
“Non posso che dichiararmi totalmente insoddisfatta, come è evidente, da questa risposta. Una risposta che non risponde. Questa cosa comincia a stupirmi, perché non è la prima volta che poniamo al governo questo tema. La domanda non era indirizzata alle 625 voci complessive indicate come Tax expenditures, ma soltanto alle Tax expenditures che sono state quantificate all'interno del rapporto, che sono in numero di 411, non le ho quantificate io le ha quantificate il rapporto. Quindi il primo problema era distinguere all'interno di queste voci, quelle che sono strutturali e non strutturali e poi di quantificare quelle che hanno come proprie le finalità tutelate dalla legge delega fiscale: le detrazioni Irpef relative alla numerosità familiare e alla tutela del lavoro, della salute e della previdenza complementare”. Così la deputata dem Cecilia Maria Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria Pd, intervenendo in replica al Question time in commissione Finanze al sottosegretario del Mef, Federico Freni in merito ai dati riportati nel rapporto sulle Spese Fiscali.
“L’interrogazione – ha concluso Guerra – era tutta finalizzata ad avere delle quantificazioni. Presentarsi con una risposta che non ha neanche un numero è segno di scarsa disponibilità. Mi sarei aspettata una elencazione dettagliata dei dati su cui è stata costruita la tabella che porta le quantificazioni, divisa per le voci delle singole detrazioni. Avrei capito che fosse accompagnata dal caveat, importantissimo, che avvertisse di non poter usare immediatamente questa cifra come copertura per eventuali provvedimenti futuri, perché l’impatto finanziario e la quantificazione non sono esattamente la stessa cosa. So bene che il tema è molto complesso, però uno sforzo in più sarebbe stato non solo gradito ma penso dovuto.”
“Il concordato fiscale biennale, che ha ricevuto il parere favorevole della maggioranza in commissione Finanze, è l’ennesima presa in giro per i milioni di contribuenti fedeli al fisco. Questo provvedimento correttivo conferma che il governo Meloni non ha alcun interesse nel combattere l’evasione endemica che affligge il nostro Paese, deteriorando ancora di più ogni forma di giustizia fiscale e sostenibilità economica per l’Italia”. Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze.
“Il collega Claudio Stefanazzi – ha aggiunto l’esponente Pd – ha motivato il nostro parere contrario, che è stato respinto. Il testo, seppur condivisibile nell’intenzione di voler introdurre sostegni, non solo economici, a favore di cittadini e famiglie bisognose e in difficoltà, ha visto il nostro voto contrario perché rischia di alimentare comportamenti opportunistici o elusivi a chi tali necessità non ha e di ridurre le entrate fiscali. Inoltre, si potenziano gli effetti premiali riducendo le sanzioni amministrative e penali”.
“Pensare di fare – conclude Merola - la lotta all’evasione con l’ennesima sanatoria appare quanto mai inopportuno. Il governo di fatto offre con questo provvedimento un regalo a chi evade, nonostante l’evasione fiscale abbia raggiunto nel nostro Paese livelli intollerabili”.
“Come emerso nelle audizioni in commissione, il provvedimento estende le cause di non punibilità anche all'evasione da omesso versamento, che al momento è la fattispecie più pericolosa, perché il mancato pagamento delle imposte dichiarate ma non versate può essere utilizzato come fonte di finanziamento alternativa e più ‘conveniente’ rispetto al credito bancario, laddove le sanzioni sono sistematicamente ridotte e gli interessi cancellati attraverso le procedure della rottamazione e attraverso i condoni fiscali che il governo sta portando avanti fin dal suo insediamento”. Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze, in merito al parere contrario espresso dal Pd nei confronti del decreto sanzioni nelle commissioni Finanze e Giustizia.
“Dall'inizio della legislatura ad oggi – ha concluso Merola – si contano 18 sanatorie fiscali approvate. A questi condoni si aggiunge da ultimo quello che il governo vorrebbe realizzare in ambito edilizio con il cosiddetto Piano Casa. Pensare di fare la lotta all'evasione con l'ennesima sanatoria e con l'alleggerimento delle sanzioni penali e amministrative appare inopportuno e controproducente. Il governo continua ad avvantaggiare alcune categorie a scapito di contribuenti onesti e virtuosi, facilitando la concorrenza sleale e riducendo le sanzioni amministrative, rendendo più conveniente non pagare le tasse. E’ il paradosso di una riforma che incentiva i contribuenti ad evadere per poi negoziare la rateizzazione del debito”.
“Crescita fantasma, debito e deficit alle stelle e nessuna riforma promessa all’orizzonte. E’ questo il bilancio di un anno e mezzo di bugie del governo Meloni”. Così il deputato dem Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio.
“Il Def 2024 – ha concluso Pagano - non sarà tanto diverso dai precedenti: da un lato si continuerà a bluffare sulla crescita del Pil che, sebbene comunque bassa, viene pompata al doppio delle previsioni di Ue, Bankitalia, Ocse ed Fmi; dall’altro si rimandano ancora una volta le promesse su fisco, pensioni e riforme con cui la destra ha vinto le elezioni del 2022. Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti continuano a raccontare frottole, cercando di nascondere la polvere sotto al tappeto. Mentre gli stipendi restano fermi e il costo della vita aumenta, questo governo resta a guardare, incapace persino di spendere risorse già programmate come quelle del Pnrr”.