"Accordi prevalentemente commerciali, che puntano all’estrazione di energia fossile e che intendono dare qualcosa ai paesi che si impegnano a ridurre le partenze dei migranti. Questo è il cuore del tanto decantato "Piano Mattei" del governo di Giorgia Meloni, annunciato in pompa magna in Parlamento e in ogni sede internazionale. Cento paginette scritte in stile Wikipedia in cui si parla principalmente di una dimensione commerciale che non darà alcuno slancio all'Africa né ai rapporti con il nostro Paese". Lo ha dichiarato Laura Boldrini, deputata dem e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, durante la conferenza stampa dei componenti PD della commissione Esteri con la capogruppo Chiara Braga sul Piano Mattei.
"Dov'è l'approccio innovativo e paritario? Non c'è nulla sul coinvolgimento della società civile africana, niente che riguardi il ruolo delle diaspore, la democratizzazione dei paesi coinvolti e il rispetto dei diritti umani e delle libertà democratiche. Manca un’analisi sui flussi migratori interni al Continente, così come un investimento sulle energie rinnovabili. E non c'è neanche alcunché sull'empowerment femminile, altro tratto distintivo dell’impegno italiano nei paesi in via di sviluppo - ha proseguito Boldrini -. Il Piano Mattei rappresenta un passo indietro rispetto all'esperienza più che consolidata della cooperazione italiana in Africa. Abbiamo letto progetti descritti senza criteri ne parametri di riferimento che in parte sono già in atto e previsti, su cui è stato messo il bollino "Piano Mattei" senza aggiungere un solo euro". "I fondi provengono dalla Cooperazione allo sviluppo e dal Fondo per il clima. Fondi, questi ultimi, destinati alla non più rimandabile transizione ecologica e che, invece, finiranno in progetti con altre finalità, in perfetta linea con le tendenze negazioniste della crisi climatica che caratterizzano questo governo - ha sottolineato la deputata PD -. Avremmo voluto dare un contributo concreto, perché siamo consapevoli di quanto sia importante che l'Italia e l'Europa puntino a rapporti paritari e a un ruolo centrale dell'Africa nel futuro prossimo, ma qui mancano proprio i presupposti".
“I flussi record di traffico (oltre 757mila auto) per l'esodo estivo che stanno paralizzando la dorsale tirrenica, certificati peraltro da Anas, rendono ancora maggiormente necessaria la realizzazione rapida della nuova strada e lo stanziamento delle risorse necessarie, annunciate dal governo Meloni ma mai erogate nonostante alcuni lotti siano già cantierabili. Le scuse di Matteo Salvini, che ormai è stato giustamente definito il peggior ministro delle Infrastrutture della storia della Repubblica, sono francamente ridicole: ultima in ordine di tempo i troppi turisti presenti nel nostro Paese. Ma le giustificazioni sono ancora peggio: l'immobilismo dei precedenti esecutivi; detto da lui che con la Lega è stato al governo oltre 5 anni sugli ultimi 7 fanno francamente sorridere”.
Così Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente alla Camera.
“L’ordine del giorno a mia firma che chiedeva di velocizzare l’iter di realizzazione del nuovo svincolo di Scandicci per collegare l’A1 con la Fi-Pi-Li, è stato inspiegabilmente modificato dal Governo con una riformulazione che non dà alcuna certezza su tempi e risorse, che potrebbero essere in parte a carico di Autostrade”. Lo dichiara la vicepresidente dei deputati Pd, Simona Bonafè. “Il nuovo svincolo di Scandicci - aggiunge la democratica- è un’infrastruttura strategica, utile a diversificare i flussi di traffico e garantire sicurezza e vivibilità a quel tratto viario, ma anche necessaria per la competitività di un intero territorio a forte vocazione industriale. E’ stata definita da mesi la non assoggettabilità alla procedura di Via. I ritardi accumulati sono però enormi: siamo passati infatti dalla previsione di fine lavori da novembre 2026 ad almeno fine 2028 e le ricadute sul territorio sono pesantissime. Sarebbe ora fondamentale - conclude - garantire un’accelerazione dell'iter permettendo la redazione del progetto esecutivo, con la successiva e conseguente procedura di affidamento dei lavori”.
“Il Vice ministro Cirielli ci conferma che il Piano Mattei è una scatola vuota e che il Parlamento deve solo attendere quando l'esecutivo sarà più comodo a sottoporre i suoi provvedimenti. È un piano senza contenuti e senza risorse, senza un crono programma e senza obiettivi. Manca perfino la relazione che, per legge, il governo avrebbe dovuto presentare alle Camere entro fine giugno. Manca la verità perché la vostra idea di rapporto di collaborazione con gli stati africani punta solo a fermare i flussi migratori e fare dell'Italia l'hub del gas del Mediterraneo, cioè dei combustibili fossili quando è sulle rinnovabili che bisogna investire”. Lo dichiara la deputata dem Laura Boldrini presentando in aula l'interpellanza urgente sul Piano Mattei e replicando al Vice ministro Cirielli.
“Manca l'Africa, almeno nella vostra narrazione dato che non esiste niente di scritto su questo 'Piano Mattei' – continua Boldrini -. E lo conferma il presidente della Commissione dell'Unione africana Moussa Faki quando sottolinea che il governo italiano non ha coinvolto gli stati africani nella fase di progettazione del presunto piano paritario. Avete un'idea dell'Africa antiquata e forse nostalgica e non riconoscete il fatto che anche lì c'è una società civile organizzata che andrebbe coinvolta e ascoltata. Manca infine l'Europa perché sarebbe molto più utile e logico che l'Italia contribuisca seriamente al piano europeo 'Global Gateway' che stanzia 350 miliardi di investimenti. Anche l'Unione africana è già molto più avanti di voi: con il progetto 'L'Africa che vogliamo' lega il proprio sviluppo alle energie rinnovabili mentre il governo italiano in Africa cerca solo gas e combustibili fossili ignorando che una delle principali cause delle migrazioni è il cambiamento climatico. Per destinare appena 5,5 miliardi in quattro anni al Piano Mattei, ne avete sottratti 3,5 dal Fondo italiano per il Clima e oltre 2 al Fondo per la Cooperazione allo sviluppo. E' una partita di giro: non c'è neanche un euro stanziato in più sul Piano Mattei. Avete fatto il gioco delle tre carte. Non è questo un modo serio per gestire i rapporti coi partner internazionali. Una presa in giro verso l'opinione pubblica italiana, il Parlamento e i paesi africani".
“FdI e la presidente del Consiglio Meloni provano a fare propaganda sulla diminuzione di sbarchi rispetto allo scorso anno. È successo in queste settimane e anche oggi in Aula. Vorrei ricordare però alla presidente Meloni che lo scorso anno, quando si è registrata un'impennata degli sbarchi, governavano sempre loro. E se invece confrontiamo i dati degli sbarchi del 2024 con quelli equivalenti del 2022 scopriamo che sono sostanzialmente identici. Nel 2022 c'era il Governo Draghi, con Luciana Lamorgese al Ministero dell'Interno, che l'allora capo dell'opposizione Meloni attaccava aspramente ogni giorno. Se vuole essere coerente perciò adesso dovrebbe attaccare se stessa!
Alla Presidente del Consiglio, che si è soffermata anche sugli arrivi irregolari e che ha messo in luce alcuni problemi legati ai decreti flussi, vogliamo ricordare che il problema principale che ha l'Italia è che a oggi non c’è una legge che permetta gli arrivi regolari, organizzati, coordinati e che incrocino domanda e offerta. È venuto il momento di rottamare la Bossi-Fini, come tra l'altro lo stesso Fini ha detto più volte.
Questa destra usa il tema dell’immigrazione solo ed esclusivamente a fini elettorali, senza alcuna intenzione di intervenire con politiche migratorie adeguate”. Lo dichiara Matteo Mauri deputato e responsabile Sicurezza del Pd.
“Il ministro Lollobrigida conferma quanto diciamo da tempo. Un gesto criminale non può infangare la correttezza e la trasparenza della stragrande maggioranza degli imprenditori agricoli. Resta un fatto però sul quale, come al solito, il ministro sorvola. Nelle campagne italiane, come ci ricorda l'Osservatorio Placido Rizzotto della Flai CGIL, ci sono 230mila lavoratori senza contratto e senza diritti. Di questi, 55mila sono donne e il 30% non sono migranti extra-comunitari, ma cittadini italiani o della Ue. Un bracciante su quattro lavora in nero e la paga media di una giornata di oltre 10 ore è di 20 euro. Come intende intervenire il governo su queste palesi violazioni della legalità? Come intende concretamente applicare la legge sul caporalato? Basta ipocrisia. Il caporalato esiste perché è il braccio armato di padroni senza scrupolo alla ricerca esasperata del profitto. E le misere paghe a nero servono per tenere bassi i prezzi dei prodotti. Serve cambiare il sistema. Via la Bossi-Fini e si faccia una legge che consideri l’immigrazione una risorsa programmando flussi e rapporti bilaterali. Lavoratori formati e con paghe dignitose, sicurezza e tutele sanitarie, contrasto al lavoro irregolare, intolleranza verso l'evasione fiscale, giusto prezzo per il cibo pulito e di qualità. Questa la strada maestra dalla quale il governo rimane costantemente lontano. Intanto però si continua a morire in campagna. Non bastano più le grida di dolore”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
"Sonia Dahmani è un'avvocata e opinionista tunisina che lo scorso 12 maggio è stata arrestata durante un blitz di uomini incappucciati all'interno della camera penale di Tunisi. Il tutto trasmesso in diretta sulla rete Tv France 24. La sua unica colpa è avere espresso in modo sarcastico opinioni critiche sul regime del presidente Kais Saied. Lo stesso Saied con cui il governo di Giorgia Meloni sigla patti e stringe accordi, costi quel che costi, con l'unico obiettivo di fermare le partenze dei migranti dalle coste tunisine.
Alla luce di questi gravissimi fatti, che in Tunisia sono all'ordine del giorno, insieme al collega Peppe Provenzano abbiamo chiesto in Commissione esteri al governo se non intenda rivedere gli accordi con il paese guidato dall'autocrate Saied e condannare l'arresto arbitrario dell’avvocata Dahmani e di decine di altri avvocati, magistrati, politici, giornalisti e attivisti per i diritti umani.
Per tutta risposta, il viceministro Cirielli ci ha spiegato che Saied è stato invitato al G7 in corso in Puglia, come si fa con gli ospiti d'onore, che gli accordi con la Tunisia non sono in discussione perché è un paese strategico per limitare i flussi migratori. Tutto questo a scapito del rispetto dei diritti umani più basilari non solo dei migranti che arrivano in Tunisia, che vengono deportati nel deserto e lì finiscono abbandonati a morire, ma anche contro cittadine e cittadini tunisini dissidenti, oppositori e attivisti colpevoli solo di esprimere le loro posizioni critiche verso Saied.
Il governo Meloni si conferma del tutto indifferente al rispetto dei diritti umani e delle libertà civili e democratiche nei paesi con cui sigla accordi. Sono disposti a tutto pur di contare qualche centinaia di migranti in meno sulle coste italiane.
In queste ore stiamo raccogliendo le firme di deputati e deputate in calce ad un appello allo stesso Kais Saied perché liberi immediatamente e incondizionatamente Sonia Dahmani e i detenuti e le detenute politiche e di coscienza". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Sperava che i centri in Albania fossero operativi in tempo per il voto delle europee, invece Giorgia Meloni deve fare i conti con la realtà: non c'è nulla di pronto, nulla di operativo.
E allora come fare a sfruttare la questione migranti per la sua becera campagna elettorale sulla pelle dei più deboli? Ieri si è inventata l'esposto alla Procura nazionale antimafia - che non ha il compito di fare indagini, quindi dovrà inoltrare l'esposto ad una procura o alla polizia o ai Carabinieri - sui presunti interessi della criminalità organizzata nei decreti flussi, poi ha annunciato una stretta alla Bossi-Fini, l'orrenda legge che regola l'immigrazione nel nostro Paese, e oggi è andata in gita fuori porta in Albania, al porto di Shengjin, dove altro non c'è che qualche container mentre del principale centro per migranti, quello di Gjadër, non c'è ancora neanche l'ombra.
L'accordo con l'Albania, come abbiamo più volte detto, non avrà alcun impatto per la gestione dell’immigrazione e viola il diritto internazionale, oltre ad arrivare a costare circa un miliardo di euro dei soldi delle italiane e degli italiani. Soldi che sarebbero potuti andare alla sanità, invece di partorire un decreto, elettorale anche quello, che promette l'abbattimento delle liste d'attesa, ma senza stanziare un solo euro. E per cosa? Forse, ed è tutta da vedere, per tremila persone al mese che poi, comunque, saranno rispedite in Italia.
Quanto alla Bossi-Fini, la cui paternità è chiara già solo dal nome, non c'è niente da riformare: bisogna cancellarla e sostituirla con una legge completamente nuova che reintroduca la figura dello sponsor per ricerca di lavoro e regoli i flussi legali, necessari all'imprenditoria italiana, e che garantisca davvero il diritto d'asilo. Serve una missione europea di salvataggio in mare e servono accordi bilaterali con i paesi d'origine per i rimpatri. Il meccanismo dei decreti flussi, lo denunciano le associazioni da sempre, è insufficiente e apre ad abusi e storture di cui Meloni si accorge solo oggi". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“La metropolitana di superficie fra Prato e l’aeroporto di Firenze è una opportunità straordinaria: promuove il diritto alla mobilità, snellisce e decongestione i flussi di traffico e riduce le emissioni nocive di un territorio vasto con un’alta densità abitativa. L’obiettivo per i prossimi mesi sarà quello di incalzare il governo per reperire, di concerto con la Regione Toscana ed i comuni interessati, le risorse pubbliche necessarie per realizzare una infrastruttura che potrebbe dare un impulso decisivo alla crescita del sistema produttivo ed occupazionale locale ed alla qualità della vita dei cittadini”:
Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati Pd Emiliano Fossi, segretario Dem della Toscana, Marco Furfaro, capogruppo In Commissione Affari sociali, Marco Simiani, capogruppo in Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici e Federico Gianassi capogruppo in Commissione Giustizia.
“Il ministero dell’Ambiente ha finalmente ammesso le numerose criticità che riguardano la raccolta ed il riciclo dei pneumatici fuori uso (Pfu): chiediamo ora che si attivi concretamente ed in fretta per risolvere queste problematiche, segnalate da tempo dalla filiera e che stanno penalizzando un settore fondamentale dell’economia circolare: un comparto virtuoso capace di creare economia, occupazione e soprattutto ridurre emissioni nocive e lo spreco di materie prime”.
Lo dichiara il capogruppo Pd in commissione Ambiente alla Camera, Marco Simiani, riguardo l’interrogazione discussa oggi.
“L'impiego dei Pfu come risorsa energetica, la ricerca di nuove applicazioni nell'ambito degli asfalti e l'esplorazione delle possibilità offerte dal riciclo chimico - aggiunge - sono innovazioni che vanno sostenute e sviluppate. La nuova governance dei rifiuti non può prescindere da questi punti cardine: stabilire un nuovo ‘extra target’ quale utile strumento di supporto per alleviare le difficoltà operative degli autoriparatori-gommisti ed evitare sanzioni; intensificare il controllo dei flussi degli pneumatici a monte della filiera; regolarizzare l’acquisto degli pneumatici per contrastare abusivismo e concorrenza sleale garantendo prodotti sicuri; promuovere un’informazione puntuale sui dati di raccolta; rivedere il sistema di assegnazione dei quantitativi di Pfu secondo criteri che rispondano alle effettive esigenze e specificità territoriali”.
“Giorgia Meloni, pur di raccontare agli italiani di aver fatto diminuire i flussi migratori, non solo è disposta a elargire fondi dei contribuenti a regimi autocratici e violenti come quelli egiziano e tunisino, ma anche inserire questi Stati nell'elenco dei cosiddetti ‘Paesi sicuri’”.
Lo dichiarano il responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano, e la deputata Laura Boldrini, presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Se - aggiungono - come si legge nel decreto del ministero degli Esteri, un Paese è considerato sicuro ‘sulla base dell’applicazione della legge all’interno di un sistema democratico’ chiederemo al ministro Tajani di spiegare secondo quali criteri l’Egitto possa rientrare in questa definizione, un Paese che tiene in carcere almeno 60mila dissidenti, attivisti, sindacalisti e oppositori. Questo fa il paio con le nuove disposizioni di Enac (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile), di diretta competenza del ministro Salvini, secondo cui gli aerei delle Ong non potranno più alzarsi in volo sul Mediterraneo per individuare eventuali imbarcazioni in difficoltà, dare l'allarme e salvare le vite di chi è a bordo. Una decisione cinica che mette a rischio la sopravvivenza di migliaia di uomini, donne e bambini, come accade già a causa del decreto Piantedosi che impedisce alle navi umanitarie di intervenire per più di un soccorso alla volta. L'ennesimo tentativo di smantellare un sistema di monitoraggio e salvataggio che la società civile ha messo in atto per compensare le mancanze dello Stato. Per Meloni e Salvini - sottolineano Boldrini e Provenzano - la priorità non è evitare i naufragi, ma ostacolare i salvataggi delle Ong. Per questo, presenteremo un'interrogazione al governo”.
"Rimaniamo esterrefatti dalle parole della sottosegretaria di Fdi, Wanda Ferro, sull'operazione contro il caporalato da parte delle forze dell'ordine in provincia di Livorno. Chi dovrebbe governare i flussi migratori per assicurare manodopera alle imprese italiane finanzia i lager in Albania con i soldi dei contribuenti; chi dovrebbe verificare la legalità e l'umanità nei Cpr e nei Cas si volta dall'altra parte; chi dovrebbe garantire il lavoro dignitoso affossa in ogni modo il salario minimo. Nonostante tutto chi rappresenta questo governo ha anche il coraggio di fare sciacallaggio sulla pelle degli immigrati sfruttati. Siamo di fronte a una vergogna senza limiti e consigliamo alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di occuparsi dei problemi reali invece di continuare a fare e soltanto campagna elettorale”.
Lo dichiara il deputato Pd, Marco Simiani, annunciando che si recherà nei prossimi giorni nel Cas di Piombino per verificare la situazione.
Secondo il primo rapporto sui lavoratori immigrati nell’agroalimentare italiano presentato nei giorni scorsi al Cnel, il lavoro migrante rappresenta il 50% della manodopera attiva del made in Italy agroalimentare. Eppure i flussi regolari restano gravemente sottodimensionati, con 151.000 quote nel 2024 su 690.000 istanze. E mentre le aziende faticano a reclutare manodopera attraverso i canali ufficiali, vi sono 519mila stranieri presenti irregolarmente in Italia, spesso in balia di mediatori e datori di lavoro che speculano sulla loro invisibilità forzata. Un fenomeno che va fermato con una regolamentazione dei flussi aderente alle esigenze del comparto e con il potenziamento delle attività ispettive. Purtroppo, anche su un tema così importante c’è stato il totale disimpegno della maggioranza, che ha approvato l’ordine del giorno ma senza l’impegno a reperire le risorse per attuarlo”.
Così Antonella Forattini, deputata Pd in commissione Agricoltura, intervenuta in Aula per illustrare l’ordine del giorno che, nell’ambito del Pnrr, impegna il governo a contrastare il fenomeno del caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori migranti in agricoltura.
“Risolvere le persistenti e notevoli criticità sulla raccolta e riciclo dei pneumatici fuori uso (Pfu), rafforzando i controlli, garantendo trasparenza, promuovendo le imprese autorizzate, contrastando l’illegalità e assicurando la sicurezza dei prodotti”. Lo dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio Marco Simiani depositando sul tema una interrogazione al Ministro Pichetto Fratin, che raccoglie le istanze delle associazioni di categoria.
“L’annoso problema della giacenza si concentra in modo particolare durante i periodi del cambio gomme stagionale e sfocia nel blocco del ritiro degli pneumatici, generando una situazione di emergenza in tutta Italia non più sostenibile dagli autoriparatori-gommisti che ne subiscono le conseguenze dirette. Occorre un cambio di passo nella governance di un settore chiave dell’economia circolare: va istituito un nuovo ‘extra target’ quale utile strumento di supporto per alleviare le difficoltà operative degli autoriparatori-gommisti ed evitare sanzioni; va intensificato il controllo dei flussi degli pneumatici a monte della filiera; va regolarizzato l’acquisto degli pneumatici per contrastare abusivismo e concorrenza sleale garantendo prodotti sicuri; occorre una informazione puntuale sui dati di raccolta; va rivisto il sistema di assegnazione dei quantitativi di Pfu secondo criteri che rispondano alle effettive esigenze e specificità territoriali”, conclude Marco Simiani.
“C’è sicuramente grande attenzione sulla vicenda dei beni confiscati alla mafia, una grande conquista ottenuta con la legge Rognoni-La Torre. Ma occorre innalzare ulteriormente il livello di controlli e riscontri per assicurarsi che questi beni vengano restituiti alla società civile. Per questo deve destare allarme ciò che è successo a Gela, dove una villa confiscata alla criminalità organizzata ed in procinto di essere affidata ad una Onlus è stata incendiata dopo che l’esponente a cui era stata sottratta ne era tornato in possesso violando i sigilli”. Lo dichiara il segretario della commissione nazionale antimafia, Anthony Barbagallo, incontrando gli studenti del liceo scientifico Vittorini a Gela, dove si è recato a Gela proprio per rafforzare l’impegno delle istituzioni dopo che questa notta una villa confiscata alla “stidda” gelese e in procinto di affidata con bando pubblico ad una onlus è stata data alle fiamme.
“Agli studenti e alle studentesse ho tenuto a ricordare che la mafia non è sconfitta e che un grande lavoro rispetto al contrasto alla criminalità mafiosa è stato fatto grazie anche all’immenso lavoro di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Pio La Torre, solo per citarne alcuni. Grazie al lavoro e al loro sacrificio sappiamo che seguendo i flussi di denaro e sottraendo i proventi illeciti si toglie ossigeno alla criminalità organizzata. Non bisogna recedere. E, anzi, è necessario – conclude - contribuire ad aumentare il concetto di un modello di società diverso, lontano dalla logica della pervasività della mafia”.