L’atteggiamento di Meloni non è all’altezza della gravità della situazione innescata da Trump e rivendicare, come ha fatto in Parlamento, l’equidistanza tra il presidente Usa e l’Europa attesta che la presidente del consiglio ha più a cuore il rapporto con l’alleato sovranista rispetto agli interessi del paese. Sui dazi finora non abbiamo ascoltato nessuna presa significativa di distanza, forse preoccupata di non rompere definitivamente con Salvini e la Lega. L’Italia della destra guarda con fastidio a una Unione europea forte e unita. Cosa che è invece la premessa, come indicano anche le forze produttive del Paese. La sottovalutazione è la conseguenza di un atteggiamento arrendevole nei confronti di Trump e delle sue politiche sovraniste e separatiste. A Trump interessa governare gli equilibri mondiali per affermare i grandi interessi. Sta succedendo anche nei conflitti in atto, in Ucraina e a Gaza. L’idea predominante non è la pace duratura ma come con altri oligarchi ci si divide i bottini di guerra”.
Così Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e capogruppo Pd in commissione Agricoltura, intervistato dal quotidiano “il manifesto”.
“ Il PD continua a sensibilizzare il Parlamento e il governo sulla drammatica situazione di Gaza. Meloni e l'esecutivo rompano il silenzio e l'inerzia che gettano vergogna e colpa sul nostro Paese. È l'ora di riconoscere lo Stato di Palestina e mettere in campo azioni politiche per fermare il massacro.
Nella nebbia di silenzio e di rassegnazione che avvolge da un anno e mezzo l'Occidente democratico, sembra che abbiamo bisogno di azioni individuali da assumere a simbolo, storie di eroi che, purtroppo, quando si parla di Palestina sembra abbiano perso di valore”. Così la deputata dem Rachele Scarpa interevendo in Aula di Montecitorio.
“Non basta – continua la parlamentare PD - la storia di Hamdan Ballal, regista premio Oscar, aggredito in casa sua da coloni israeliani e poi arrestato dall'Idf in ambulanza dove stava ricevendo soccorso. Non basta raccontare la violenza sistematica e crescente dei coloni in Cisgiordania che, con oltre 900 check point, rendono impossibile la vita dei palestinesi. Non bastano le storie dei 208 giornalisti uccisi e del medico Abu Safiya, rimasto fino all'ultimo a soccorrere i pazienti che non si potevano muovere nell'ospedale che stava venendo evacuato. Non bastano gli oltre 15 mila bambini uccisi e tutti quelli che si porteranno il dolore per il resto della loro vita. Il massacro deve avere fine”, conclude Scarpa.
"Israele vuole cancellare la Palestina, con la complicità di Trump e nel sostanziale silenzio dell'Ue. Lo sta facendo annettendo, chilometro dopo chilometro, i territori palestinesi della Cisgiordania. Non solo nelle città e nei villaggi assaltati dall’Idf e dai coloni, ma anche nei siti archeologici.
In Cisgiordania ci sono circa 6mila aree di interesse archeologico. Come hanno denunciato nell'audizione al Comitato diritti umani della Camera, i rappresentati dell'ong israeliana Emek Shaveh e di quella palestinese Mosaic Centre, i coloni stanno chiudendo ai palestinesi l’accesso a molte di queste aree. I siti vengono occupati dai coloni e militarizzati dall'Idf, la narrazione storica e archeologica stravolta a uso politico, le fonti di reddito che arrivano da queste aree vengono sottratte ai palestinesi. Tutto questo viola gli accordi di Oslo e la Convenzione dell’Aja del 1954, che disciplina rigorosamente la tutela dei beni culturali in caso di guerra, nel tentativo di cancellare la storia e la cultura palestinesi.
Su questo, ho presentato un'interrogazione al governo per chiedere se non ritenga di dover fare pressioni su Israele perché rispetti i siti archeologici della Cisgiordania.
Ma vorremmo anche sapere se il governo italiano pensi o meno di esprimere condanna e di prendere le distanze dal piano rivelato dal Financial Times che prevede lo svuotamento di Gaza e il confinamento di oltre 2 milioni di palestinesi in una piccolissima area ad al-Mawasi.
Netanyahu e il suo governo vogliono eliminare la Palestina dalle carte geografiche e nessuno sembra volerli fermare. Una colpa gravissima di cui la storia chiederà il conto". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Aggredito e letteralmente linciato dai coloni, ferito alla testa e allo stomaco e, quando stava per essere trasportato in ospedale, i soldati israeliani lo hanno arrestato. E' successo ieri sera ad Hamdan Ballal, regista di "No Other Land", premiato agli Oscar come miglior documentario. Non basta uccidere decine di migliaia di donne e bambini innocenti, bisogna zittire chi racconta l'orrore.
L'ennesima vergogna compiuta dai coloni e dall'esercito di Netanyahu, nel giorno in cui altri due giornalisti sono stati uccisi a Gaza, in cui viene bombardata la sede della Croce rossa e in cui l'Onu annuncia che ridurrà l'attività nella Striscia dopo che un carro armato israeliano ha colpito uno dei suoi edifici.
Basta tacere, presidente Meloni, basta voltarsi dall'altra parte, basta continuare a difendere un governo criminale che sta violando qualsiasi regola del diritto internazionale e qualsiasi norma di umanità.
Dov'è l'Unione europea? Non si può più fare finta di nulla: imporre sanzioni a Israele, fermare la vendita di armi e sospendere l'accordo di associazione tra Ue e Israele". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Le piazze di Tel Aviv e Gerusalemme straripano per le proteste contro Netanyahu e la sua decisione di riprendere i bombardamenti indiscriminati a Gaza.
Le piazze turche straripano di manifestazioni contro Erdogan e l'arresto del suo unico competitor, il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu in difesa del quale si stanno alzando le voci di sindaci di mezzo mondo.
E il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, non è in grado di esprimere una sola parola di condanna verso tutte queste evidenti violazione dei diritti umani, del diritto internazionale e delle regole democratiche in paesi ritenuti alleati dell'Italia. Come un vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro, Tajani tentenna e si limita a esprimere "preoccupazione" davanti alla morte di oltre 500 persone a Gaza in pochi giorni e davanti e di "seguire con attenzione la vicenda Imamoglu". L'Italia dovrebbe condannare fermamente quello che sta accadendo alle porte dell'Europa, senza tentennamenti. Il governo e Tajani dovrebbero stare dalla parte dalle piazze che difendono la democrazia e i diritti e non dalla parte degli autocrati che le reprimono con la forza come, invece, stanno facendo". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
I raid dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza non si fermano. Dalla ripresa dei bombardamenti, nella notte tra domenica e lunedì, sono già 504 le vittime di cui 190 bambini e 5 componenti dello staff di Unrwa che, adesso, conta 284 morti.
Un orrore senza fine che ha il solo obiettivo di sterminare il popolo palestinese. Un orrore davanti al quale l'immobilismo della comunità internazionale non è più tollerabile. Un orrore contro cui le proteste della società civile israeliana stanno infiammando le piazze di Tel Aviv e Gerusalemme, represse violentemente dalla polizia.
Le famiglie degli ostaggi animano le proteste contro Netanyahu perché sanno benissimo che non è continuando a bombardare che i loro cari torneranno a casa e che questa ripresa dei raid serve solo allo stesso Netanyahu per mantenere il suo potere e sfuggire ai processi che ha in corso.
Dobbiamo essere all’altezza di quanto sta accadendo, che non ha precedenti: da quasi un anno e mezzo il governo di un paese alleato del cosiddetto Occidente, ritenuto avamposto della democrazia in Medio Oriente, sta sterminando un popolo e gli viene consentito di farlo. E L'Italia sostiene in tutto e per tutto il governo Netanyahu senza mai avanzare neanche una vaga perplessità, senza mai esprimere cordoglio per le vittime, né tantomeno condanna per le stragi di donne e bambini.
L'Europa, che è il progetto dei diritti e della pace, deve fare molto di più per fermare il massacro: faccia sentire forte la sua voce di condanna, sospenda l'Accordo di associazione tra Ue e Israele, imponga le sanzioni al governo di Tel Aviv, riconosca lo Stato di Palestina e dia seguito, compattamente, ai mandati di cattura emessi dalla CPI contro Netanyahu e Gallant". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“È urgente che il ministro Tajani venga in Aula a riferire su quanto accaduto a Gaza con la rottura della tregua da parte di Israele. Gli attacchi voluti da Netanyahu hanno prodotto oltre 400 morti e piu' di 500 persone ferite. La situazione è gravissima, siamo al sedicesimo giorno di blocco totale di cibo e medicinali voluto da Israele che, di fatto, è la continuazione di una situazione mai migliorata da oltre un anno a questa parte”. Così la deputata dem Valentina Ghio, vicepresidente del Gruppo PD, intervenendo in Aula di Montecitorio.
“Dopo 70 mila morti nel territorio di Gaza – ha continuato l'esponente dem - la tregua che avrebbe dovuto tutelare la vita delle persone è stata volutamente infranta e gli uomini, le donne e i bambini della striscia sono sempre più soli senza cibo, senza cure, senza protezione alcuna. La situazione non è diversa in Cisgiordania dove proseguono attacchi, demolizioni e uccisioni”. “ Di fronte al massacro criminale che Netanyahu sta portando avanti, occorre una sveglia comunità internazionale, a partire dall'Unione Europea e dal nostro governo, le parole di generica circostanza non bastano più. Il ministro Tajani venga in Aula a riferire cosa questo governo sta facendo e intende fare per contrastare lo sterminio della popolazione civile palestinese”, conclude Ghio.
“413 persone uccise in una notte. Tantissimi bambini. Colpevoli di cosa? Di un grave crimine: dormire. Gaza è stata colpita ancora. Netanyahu continua a sterminare civili con la complicità della comunità internazionale, che guarda, tace e lascia fare. Il suo governo criminale ha distrutto ospedali, scuole, rifugi. Ha bloccato gli aiuti. Ha tagliato l’elettricità. Ha ridotto Gaza a un cumulo di macerie, mentre i bambini combattono la fame e muoiono di freddo o di bombe. Non c’è più tempo per la diplomazia vuota. Non c’è più tempo per gli appelli retorici che non servono a niente.
L’Unione Europea agisca nei confronti di Netanyahu nello stesso modo in cui agirebbe e agisce contro altri criminali di guerra. Il terrorismo non si combatte uccidendo bambini e civili. Basta bombardamenti. E basta ipocrisie” così sui social il responsabile welfare del Pd, il deputato Marco Furfaro.
"Lo sconforto è totale e la rabbia è davvero tanta davanti all’ennesima strage a Gaza.
Netanyahu ha ripreso i bombardamenti nella Striscia per salvare il suo governo, sotto il ricatto di Smotrich. E per salvare se stesso dai processi. In un raid dell'Idf della scorsa notte, secondo fonti mediche, sono morte 412 persone, tra cui molti bambini. L'esercito israeliano bombarda per uccidere le persone, per sterminare un popolo. Le postazioni di Hamas, tutte le infrastrutture militari e civili, le abitazioni, gli ospedali, le scuole sono già stati distrutti: quello che resta sono solo uomini, donne e bambini palestinesi. Su di loro cadono le bombe del governo israeliano. Si bombarda e si impedisce agli aiuti umanitari di entrare nella Striscia, affamando persone già sfinite dalle privazioni. Si bombarda e si stacca la fornitura di elettricità e di acqua. Sono crimini di guerra.
In questo modo salta l’accordo di tregua a tre fasi: la seconda tappa prevede, infatti, il ritiro dell’Idf da Gaza non voluto dall'estrema destra messianica. Con questa decisione Netanyahu ha scelto di poter anche sacrificare gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas come temuto dai parenti che hanno protestato e sono stati malmenati e portati via con la forza. Di fronte a tutto questo Trump incoraggia Netanyahu ad andare avanti e “portare a termine il lavoro”. Bene che la commissaria europea per la Gestione delle crisi, Hadja Lahbin, abbia chiesto che si ripristini la tregua e si ponga fine all’ennesima strage. Il governo italiano, invece, è muto. Cosa deve fare, ancora, Netanyahu, per suscitare almeno un po' di sdegno nella presidente Giorgia Meloni e nel ministro Antonio Tajani?" Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
In un'epoca di conflitti, bisogna ribaltare la predominante narrazione di guerra e mettere la pace al centro di tutto quello che facciamo e che diciamo, al centro della nostra azione politica, anche sostenendo la società civile impegnata per pace e disarmo. Alla terza Conferenza degli stati parte del Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) che è in corso fino al 7 marzo, alla sede dell'Onu a new York, ho rivolto questo appello al forum dei parlamentari riuniti". Lo ha dichiarato Laura Boldrini, deputata Pd e Coordinatrice dell'Intergruppo della Camera per il disamo nucleare, intervenendo alla conferenza di New York.
"La Conferenza si celebra nell'80esimo anniversario del lancio dell'atomica su Hiroshima e Nagasaki, alla presenza dell'organizzazione Nihon Hidankyo, premio Nobel per la pace nel 2024 - ha ricordato Boldrini -. Quando ritirò il premio, il rappresentante dell'organizzazione stessa, Toshiyuki Mimaki, disse: "A Gaza i bambini muoiono dissanguati. È come in Giappone 80 anni fa". Da qui sono partita, per ricordare che a Gaza sono state sganciate 85mila tonnellate di bombe che hanno lasciato 50 milioni di tonnellate di macerie e, secondo Lancet, 70 mila morti".
"Da quando il trattato per la proibizione delle armi nucleari è stato firmato, nel 2017, il mondo è cambiato in peggio- ha proseguito -. Oggi ci sono capi di stato e ministri che minacciano l'uso delle armi nucleari. Lo ha fatto Putin e lo ha fatto il ministro israeliano Amihai Eliyahu sostenendo che fosse la soluzione per Gaza.
E anche in questi giorni assistiamo a una narrazione terribile e pericolosa, tutta basata sulla guerra, sul riarmo, che va ribaltata".
"Dobbiamo far passare il messaggio che il riarmo non è la soluzione all’instabilità e che la deterrenza nucleare non è una strategia che garantisce la sicurezza. Se vogliamo salvare il futuro dell'umanità, dobbiamo rovesciare la prospettiva e mettere la pace, il dialogo e la diplomazia - non le armi - al centro della soluzione delle controversie tra Stati - ha sottolineato la deputata dem -. In un momento in cui la guerra imperversa, può sembrare che non sia il momento di parlare di pace. Ma è proprio ora che bisogna far capire all’opinione pubblica che con un'escalation dei conflitti e, peggio, con il ricorso alle armi nucleari, l’umanità non sopravviverebbe. I fatti dimostrano che anche la politica della deterrenza non ha aperto e non apre prospettive di pace".
"C'è molto lavoro da fare, ma siamo qui, a New York, per non desistere e per ribadire che non solo non abbiamo intenzione di fermarci ma che cercheremo nuovi modi per coinvolgere le persone e i giovani in particolare, per affermare un mondo senza la minaccia nucleare" ha concluso Boldrini.
"L'Oscar come miglior documentario a "No Other Land", frutto del lavoro di registi palestinesi e israeliani, che parla della violenza dei coloni e delle politiche di annessione di Israele in Cisgiordania, è una bellissima notizia. Non solo perché squarcia il velo sulla realtà drammatica che stanno vivendo i territori occupati dove recentemente oltre 40mila palestinesi sono stati cacciati dalle loro case, centinaia di persone uccise e case distrutte. Ma anche per le parole dei suoi autori, il palestinese Basel Adra e l'israeliano Yuval Abraham. Parole di condanna durissima, ma anche di speranza per una soluzione politica che rispetti entrambi i popoli e permetta a Israele e Palestina di vivere in pace e sicurezza". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Non stupisce la reazione del ministro della Cultura di Israele, Miki Zohar, che stigmatizza l'Oscar - sottolinea la deputata dem -: il governo di Tel Aviv non vuole che si sappia la verità di quello che succede in Cisgiordania come non voleva che si sapesse quello che accadeva a Gaza, ragione per cui ha impedito ai giornalisti internazionali di entrare a fare il loro lavoro. Tutto viene letto come un attacco a Israele, ma a morire sotto le bombe, a dover lasciare le loro case, a subire l'aggressione dei coloni e dell’esercito israeliano sono i palestinesi".
"La notizia arriva mentre dal Medio Oriente Netanyahu fa sapere di avere bloccato gli aiuti umanitari per Gaza. “Finiti i pranzi gratis”, ha ammonito con disprezzo - prosegue Boldrini - . Un anno fa esatto, con una delegazione di cinquanta persone tra parlamentari, accademici, attivisti delle Ong e giornalisti eravamo al valico di Rafah, al confine con l'Egitto, e abbiamo visto con i nostri occhi le centinaia di tir carichi di aiuti fermi fuori da Gaza, magazzini pieni di beni di prima necessità, farmaci, dispostivi medici accatastati perché le autorità israeliane ne impediva l'accesso. Abbiamo visto l’utilizzo della fame come arma di guerra: solo una delle tante violazioni del diritto internazionale perpetrate da governo israeliano". "La tregua - conclude - aveva aperto uno spiraglio di speranza, ma l'evoluzione dei fatti e l'appoggio incondizionato di Trump a Netanyahu rischiano di far vacillare tutto".
"Due anni fa ci davano per morti e invece siamo qui, in piena forma, il primo partito dell'opposizione. Ho apprezzato che Elly Schlein abbia iniziato la sua relazione da un'analisi dello scenario internazionale che stiamo vivendo, condannando fermamente le parole del vice presidente della Knesset che ha parlato dei palestinesi di Gaza come "feccia e subumani" auspicando l'eliminazione degli adulti. E la ringrazio per avere condannato altrettanto fermamente il raccapricciante video di Trump su Gaza "riviera del Medio Oriente".". Lo ha dichiarato, intervenendo alla direzione del Pd, Laura Boldrini, deputata dem e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Se siamo tornati a crescere è perché abbiamo una linea politica chiara: lo è sull'immigrazione, avendo preso le distanze dalla stagione dei memorandum con la Libia, lo è sulle questioni sociali che riguardano da vicino le vite delle persone: il salario minimo, la sanità pubblica, le crisi aziendali sulle quali le lavoratrici e i lavoratori sanno che sanno che siamo al loro fianco - ha proseguito -. Questo impegno ci porta naturalmente a sostenere i cinque referendum della CGIL, in perfetta coerenza con le nostre scelte per un lavoro stabile e sicuro, oltre che per la riduzione dei tempi per ottenere la cittadinanza italiana per quei ragazzi e quelle ragazze che sono nati e cresciuti in Italia".
"Ora serve meno timidezza sulla tassazione dei grandi patrimoni finanziari e immobiliari: i fondi per il welfare vanno cercati dove ci sono - ha sottolineato Boldrini -. E serve anche che il Pd spinga il Partito socialista europeo e l'Ue a una risposta compatta e ferma alle pulsioni autocratiche degli Usa di Trump dove i pilastri dello stato di diritto stanno pericolosamente vacillando con l'attacco al diritto internazionale, i licenziamenti in massa di dipendenti pubblici e delle agenzie federali, le deportazioni di migranti, l'annullamento delle politiche per le persone LGBTQIA+, l'offensiva contro la libertà di stampa e l'autodeterminazione delle donne. Difronte a questa minaccia, l'Europa come ha reagito? Finora si è limitata a parlare solo di alzare la spesa militare magari pensando che ogni Stato debba riarmarsi fino ai denti, forse comprando le armi dagli Usa. Questa non è difesa comune e non è la risposta adeguata alla gravità del momento che impone un'elaborazione politica che manca". "Questi temi devono essere al centro del dibattito, anche pensando a mobilitazioni pubbliche per costruire, insieme, proposte politiche concrete che arginino questa deriva e dare un futuro alle nuove generazioni". ha concluso.
"Perfino l'archeologia, in Cisgiordania, è diventata strumento di annessione dei territori palestinesi da parte del governo israeliano. E' quello che hanno riferito le ong Emek Shaveh e Mosaic Centre, rispettivamente israeliana e palestinese audite oggi dal Comitato diritti umani della Camera che presiedo.
Entrambe le associazioni si occupano di difendere il patrimonio culturale e per tutelare i siti archeologici e denunciano come da moltissimi anni ormai, siti archeologici di Gerusalemme Est e della Cisgiordania vengano narrati privilegiando la storia ebraica a scapito di quella araba.
Negli ultimi sei anni, ha spiegato Talya Ezrahi, rappresentante di Emek Shaveh, il processo di militarizzazione dei siti con il pretesto di proteggere i beni archeologici si è intensificato notevolmente. Diverse aree archeologiche sono state occupate dai coloni con il pieno sostegno del governo.
In Cisgiordania ci sono circa 6mila siti di interesse archeologico e quasi ogni insediamento palestinese ne ha uno vicino. Ma i coloni stanno via via chiudendo ai palestinesi l'accesso a queste aree. E' quello che sta succedendo, ad esempio a Sebastia, nei pressi di Nablus, dove tutta l'area archeologica che testimonia insediamenti da circa 4mila anni, è stata isolata per impedire l'accesso ai palestinesi del vicino villaggio, in totale violazione non solo degli accordi di Oslo, ma anche della Convenzione dell'Aja del 1954 che disciplina la tutela dei beni culturali in caso di conflitti armati.
Il tentativo, denunciano le Ong, non è solo di annessione, ma anche di cancellazione della cultura palestinese oltre che di sottrarre fonti di reddito agli abitanti palestinesi della Cisgiordania.
Un attacco a 360 gradi che il governo Netanyhau sta sferrando indisturbato e, anzi, sostenuto dall'alleato statunitense che non perde occasione di ribadire il suo programma di pulizia etnica a Gaza e l'appoggio incondizionato al governo israeliano.
Presenterò un'interrogazione al governo italiano per chiedere di fare pressione sulle autorità israeliane affinché rispettino i siti archeologici in territorio palestinese e finisca la politica di aggressione volta alla totale annessione della Cisgiordania". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"In un momento così buio, la scelta di 200 ebree ed ebrei italiani di dire un "no" netto e inequivocabile al piano di pulizia etnica di Trump e Netanyahu su Gaza ha un significato molto importante e un valore enorme proprio perché nasce dall'interno delle comunità ebraiche. Ringrazio chi, sentendo la necessità di farla, l'ha promossa e le 200 persone che l'hanno firmata ben sapendo l'esposizione a cui andavano incontro.
Rimango esterrefatta da certi commenti aggressivi e violenti provenienti anche da alcuni rappresentanti della stessa comunità ebraica ed esprimo la mia solidarietà a coloro che stanno ricevendo insulti e attacchi per aver firmato l'appello". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"La presidente Meloni deve venire in Aula a dire qual è il suo pensiero rispetto a dei video che noi riteniamo inaccettabili e vergognosi, video che riguardano un territorio che sta soffrendo molto, che vede ogni giorno decine di morti civili, fra cui bambini e donne. E' importante prendere le distanze da questi messaggi sul sangue delle persone". Lo ha detto Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio, intervistato a Montecitorio sui video diffusi da Trump sui social sul futuro di Gaza.