“E’ compito dello Stato italiano e dell’Unione Europea difendere la Global Sumud Flotilla e tutto l’equipaggio. Le notizie di questa notte destano preoccupazione: polveri urticanti e bombe sonore hanno colpito le imbarcazioni che battono bandiera italiana. Quelle imbarcazioni trasportano medicinali e beni di prima necessità destinati a Gaza, è un’operazione umanitaria non un atto ostile. Siamo in pensiero per le sorti dei volontari, per i nostri colleghi di partito Arturo Scotto, Annalisa Corrado e Paolo Romano. È un fatto grave e inaccettabile che impone un intervento immediato del governo”. Lo dichiara la deputata Pd Michela Di Biase.
"Nella notte ben 11 barche della Global Sumud Flotilla sono state attaccate con droni, bombe sonore, gas urticante e l'interruzione delle comunicazioni. Gli ordigni hanno colpito gravemente diverse barche danneggiando la vela principale di almeno una di queste dove sono imbarcati due parlamentari italiani: Benedetta Scuderi e Marco Croatti. La Karma, a bordo della quale viaggiano Arturo Scotto e Annalisa Corrado, non è stata colpita. Fortunatamente, tutti sono illesi. L'attacco è avvenuto in acque internazionali al largo di Creta contro le barche di tre paesi: Italia, Regno Unito e Polonia. Questo equivale ad avere colpito tutti e tre questi Stati. L’Italia ha subito un attacco. Un atto gravissimo, contrario al diritto internazionale che ha messo a repentaglio l'incolumità delle persone a bordo. Quando Israele colpì la missione Unifil in Libano, dove è presente personale militare italiano i ministri e la stessa presidente Meloni, reagirono immediatamente con toni duri. Dove sono quelle reazioni assertive adesso?
Rispondendo alla lettera inviata da Elly Schlein, la presidente del Consiglio Meloni aveva assicurato tutte le misure di tutela e sicurezza dei connazionali all’estero: quali sono queste misure? Non sembra che stiamo funzionando. Tajani e Meloni pretendano da Netanyahu il totale rispetto del diritto internazionale e la sicurezza della missione umanitaria il cui unico scopo è rompere l’assedio illegale di Gaza e portare aiuti umanitari alla popolazione stremata della Striscia. La missione della Global Sumud Flotilla ci rappresenta tutti e tutte e deve essere tutelata". Lo ha dichiarato intervenendo in aula, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Vergognosi e ridicoli gli attacchi al sindaco di Rimini Jamil Sadhegolvaad che ha detto no al governo israeliano della guerra e del massacro”
Sulla Palestina è evidente che anche oggi c’è chi vuole fare confusione e usare le violenze di alcuni per oscurare le manifestazioni enormi di questi giorni. E lo si fa per assecondare di fatto Trump e Netanyahu e il governo di quest’ultimo; che vuole radere al suolo la Palestina, prendersi le sue terre, continuare il massacro di innocenti. Hamas va combattuta in ogni modo, anche con la forza, e chi sfascia e delinque, come a Milano, va condannato. Ma ora basta. Stanno massacrando un popolo. E c’è un vittimismo aggressivo e un ribaltamento della realtà. Come l’attacco al sindaco di Rimini “accusato (ridicolo) di essere iraniano (per altro cosa falsa) e che viene messo nel mirino di attacchi filogovernativi israeliani per avere preso una posizione contraria alla presenza alla fiera del turismo TTG dell’ente di turismo del governo Netanyahu. Ha fatto bene. È l’ente di un Governo che fa una guerra a un popolo che scappa a piedi nudi, con 20mila bambini sterminati. “Mi definisca cosa vuole dire bambino” o “Riviera Gaza sarà una miniera d oro che divideremo con Trump”. Sono solo alcune bestialità che è quasi impossibile commentare per la disumanità. Ma sono parole di chi sostiene il governo Netanyahu e del Ministro israeliano Smotrich. Avrebbero portato questi progetti, queste parole queste volontà al TTG? Si può ignorare quanto fa il governo di Israele? Va poi ricordato che alle fiere di Ieg dall’inizio del conflitto ucraino non è consentito alla Russia di intervenire per via delle sanzioni che l’Italia applica. E ora anziché sanzionare Israele, persino si attacca personalmente il sindaco Jamil Sadegholvaad sindaco di una città già martoriato dalle bombe e ricostruita sulla pace tra i popoli, sindaco che pone un tema di pace in Palestina. A questo punto è bene che Se il governo scapperà dalle sanzioni a Israele e non riconoscerà due popoli due Stati allora siano Comuni e Regioni d’Italia a fare ciò che il governo non fa. Ogni Regione e Comune dovrebbe riconoscere con un proprio atto lo Stato di Palestina. Non un solo atto simbolico. Ma un inizio. Il punto politico è che la Meloni non fa nulla e regge il moccolo a Netanyahu e Trump. Su 193 paesi Onu ,152 riconoscono la Palestina. Anche Spagna, Francia, Inghilterra e tutto il mondo anglosassone tranne gli USA. Solo l’Italia e la Germania dicono no a sanzioni e no a sospendere l ‘accordo di partneriato con Israele. Ai tedeschi e alla Meloni chiediamo “Avete un complesso su Israele per quello che è accaduto nei campi di stermino e per leggi razziali? L’Italia democratica non ce l’ha quel complesso. Perché resisteva, era deportata e uccisa insieme agli ebrei. Bene allora i sindaci e i comuni di Romagna e d’Italia che con atti e gesti si battono per la pace e non hanno paura neanche delle minacce e del ribaltamento dei fatti che li accusa.
Così Andrea Gnassi, deputato Pd ed ex sindaco di Rimini.
“Condanniamo le violenze, sempre, ma vorrei sentire una risposta da parte del Governo a questi ragazzi che chiedono spiegazioni sul silenzio imbarazzante su Gaza”.
Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, in diretta a ReStart su Rai3, sulle manifestazioni di ieri.
“Per la prima volta tantissime persone, soprattutto giovani, hanno deciso di manifestare e sono scese in piazza pacificamente per dire che pretendono un atteggiamento diverso da parte della politica - ha proseguito la deputata dem - Non si può usare il pretesto di pochi che ieri hanno sbagliato a fronte di quelle centinaia di migliaia di persone che hanno scelto di rinunciare a uno stipendio e vogliono una presa di posizione”.
“Gli altri Paesi lo hanno fatto, Francia, Inghilterra, Spagna, perché l’Italia no? Abbiamo sempre svolto un ruolo di mediatore in quei territori, anche in momento di dialettica difficile. Invece dal Governo, come sempre, arrivano solo risposte sicuritarie, senza trattare ciò che è realmente importante: abbiamo chiesto a Giorgia Meloni di riferire in Aula, ci manderà il ministro Tajani. Nel frattempo l’Italia resta indietro” ha concluso Gribaudo.
La mobilitazione di tanti giovani, studenti e lavoratori che chiedono al governo italiano di agire per bloccare Netanyahu, non può e non deve associata a episodi di violenza.
Ancora una volta mentre l’Italia manifestava pacificamente alcune decine, forse un centinaio di esaltati hanno deciso di far degenerare la protesta e scontrarsi con le forze dell’ordine. A quest’ultime va la solidarietà del Partito Democratico. Per noi la violenza va sempre condannata, ma non accettiamo strumentalizzazioni di chi non fa nulla contro lo sterminio che si sta consumando a Gaza e tenta di sminuire il peso di una mobilitazione che chiede all’Italia di schierarsi dalla parte giusta della storia.
Così in una nota Chiara Braga e Francesco Boccia, capigruppo Pd alla Camera dei Deputati e al Senato, e Nicola Zingaretti, capo delegazione Pd al Parlamento Europeo
“Chi usa la violenza, come avvenuto oggi a Milano in coda alla manifestazione per Gaza, tradisce lo spirito e la volontà di una manifestazione sentita e partecipatissima. Non c'è nessuna giustificazione per le violenze che sporcano un messaggio chiaro e netto”, così la deputata democratica, Lia Quartapelle.
“Caro ministro Lollobrigida la violenza e le devastazioni accompagnate da sangue e morte sono altrove, non certo nelle decine e decine di piazze libere e democratiche del nostro Paese, animate da decine di migliaia di persone, che chiedono di fermare il massacro del popolo palestinese da parte di Netanyahu e del suo governo e di riconoscere subito lo Stato di Palestina, come hanno fatto nelle ultime ore Canada, Regno Unito e Australia. Semmai quel criminale può continuare ad operare indisturbato grazie all'indifferenza e ai silenzi dei governi occidentali, pur con delle eccezioni, tra i quali il governo italiano. Questo non significa non condannare qualche episodio di scontri e violenze verso le forze dell’ordine, ma generalizzare in modo strumentale serve solo a non assumersi quelle responsabilità che lei e la presidente Meloni fate di tutto per non prendervi: che Netanyahu e’ un criminale che va arrestato e che quello che sta compiendo è un genocidio anche letteralmente parlando!”.
Così il segretario di Presidenza della Camera e capogruppo Pd in commissione Ecoreati, Stefano Vaccari.
Comunicazioni Tajani non sono concessione ma fondamento democrazia
“Apprendiamo che, solo dopo le forti sollecitazioni delle opposizioni e la volontà di bloccare l’Aula in assenza di risposte, il Ministro Tajani è disponibile a rendere comunicazioni su Gaza il 2 ottobre. Non si tratta di una concessione, ma del fondamento della democrazia” così una nota dei capigruppo Chiara Braga (Pd), Riccardo Ricciardi (AVS), Luana Zanella (AVS). “È in ogni caso molto grave – proseguono - che il Governo partecipi a un vertice internazionale come quello che si aprirà a New York senza avere comunicato al Parlamento la propria linea e, se ancora una volta sarà schiacciato sulle posizioni di Trump, senza avere la minima idea di come fermare il massacro di Gaza. Mentre in tutta Europa, alla vigilia di voti significativi, i governi stanno prendendo iniziative concrete in Italia viviamo una vera anomalia democratica, con la Presidente del Consiglio Meloni che continua a sottrarsi al dibattito parlamentare”, concludono.
nche Canada, Gran Bretagna e Australia riconosceranno lo stato di Palestina in sede Onu. Un messaggio potente davanti all'occupazione di Gaza. Non è chiara invece quale sia la linea Italiana che continua a dire che non è il momento, mentre altri due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu fanno questa scelta. Si tratta di una linea politica non soltanto ingiusta ma che fa precipitare l'Italia in pieno isolamento internazionale. Forse anche per questo imbarazzo Giorgia Meloni ha deciso di evitare il confronto parlamentare richiesto dalle opposizioni sulla prossima assemblea generale dell'Onu. Una decisione sbagliata e poco rispettosa del Parlamento. Non si fa politica estera scegliendo di nascondersi.
Così i parlamentari democratici a bordo della Global Sumud Flotilla, Arturo Scotto e Annalisa Corrado.
“Nemmeno ai tempi di Berlusconi la Rai si è prostrata così spudoratamente alle volontà di un presidente del Consiglio. Oggi Telemeloni ha raggiunto l’apice con il collegamento di Domenica in. Lo spottone della Rai è ancora più grave perché sono mesi che Giorgia Meloni sfugge a qualsiasi confronto parlamentare. Il mondo sta bruciando , da Gaza a Kiev, ma i cittadini italiani possono ascoltare il proprio presidente del Consiglio che discetta solo di cucina e di altre bagatelle dal megafono di una trasmissione Rai.
Il pranzo della domenica riguarda tutti e Domenica In non può farlo diventare un totem della destra. È francamente imbarazzante per tutti . questa è la rappresentazione del brutto clima che si vive in Rai e nel Paese.”
Così in una nota i componenti del Pd della Commissione di Vigilanza Rai.
A Tajani chiediamo due cose semplici: fare pressione su Israele insieme agli altri Governi europei per aprire il corridoio umanitario via a mare e assicurare la protezione diplomatica agli attivisti come ha fatto Sanchez. Mi sembra invece che la sua linea sia un'altra: siamo impotenti, non possiamo fare nulla per aiutare la Flottilla a sbarcare gli aiuti. Ma un grande paese come l'Italia non può fare politica estera con la rassegnazione dicendo: purtroppo c'è il blocco navale. Perché è come accettare de facto uno status che è fuori dalla legalità internazionale. E questo non va bene.
Così i parlamentari democratici a bordo della Global Sumud Flotilla, Arturo Scotto e Annalisa Corrado.
Oggi migliaia di cittadini sono scesi in piazza per chiedere al governo di fermare il governo israeliano. Nel frattempo arrivano tragiche notizie di civili uccisi mentre cercano riparo in una fuga senza precedenti e senza speranza. Rimanere inerti significa complicità: per questo abbiamo chiesto alla Presidente Meloni di consentire al Parlamento di prendere decisioni per poter agire subito. Ci sono alcuni appuntamenti importanti all’Onu e in Europa per far tacere le armi e lavorare per una pace duratura. Non accetteremo di riprendere i lavori con normali votazioni, senza aver avuto risposta della presenza del governo in Aula. Abbiamo diritto di sapere qual è la posizione di Governo, chi fa la politica estera del nostro paese, soprattutto dopo le parole inqualificabili del ministro Salvini a sostegno del governo israeliano.
Non è democratico estromettere il parlamento dalle decisioni su quello che sta avvendendo a Gaza. Non è democratico non rendere conto al Paese in un momento così delicato.
Così in una nota Chiara Braga, Francesco Boccia, capigruppo Pd alla Camera di deputati e al Senato, e Nicola Zingaretti, capo delegazione Pd al parlamento europeo
"La bandiera della Palestina esposta dal Campidoglio è un segnale importante per la Capitale del Paese. La maggioranza dell'assemblea capitolina, insieme a parte dell'opposizione, ha fatto la scelta giusta manifestando vicinanza e solidarietà al popolo palestinese che sta subendo quello che i maggiori esperti del mondo e la commissione indipendente dell'Onu hanno definito un genocidio.
Una scelta in linea con la mozione unitaria che Pd, Avs e M5S hanno presentato alla Camera con dodici punti che elencano tutte le iniziative che il governo dovrebbe intraprendere per fermare Netanyahu e il suo piano di annientamento dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. Governo che invece finora ha colpevolmente dimostrato vicinanza e sostegno alle scelte criminali di Benjamin Netanyahu.
E' nostro dovere stare dalla parte delle vittime, esprimere loro solidarietà e pretendere che si riconosca lo Stato di Palestina. Tutto questo va fatto con scelte politiche e anche simboliche, in tutte le sedi possibili. I comuni e le regioni possono fare e stanno facendo moltissimo. Oltre a Roma voglio ricordare, solo per fare qualche esempio, Bologna, Firenze, Napoli e Perugia ma anche la Regione Toscana, la Puglia, l'Emilia Romagna, l'Umbria e la Sardegna, oltre a centinaia di amministrazioni locali che si stanno mobilitando in tutta Italia perché, proprio come le tante persone che manifestano ogni giorno in piazza, non vogliono essere complici di un genocidio". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
«Altro che risse preordinate: il Partito Democratico ha esercitato in Aula le proprie prerogative parlamentari, di fronte a una maggioranza che da mesi cerca in ogni modo di mettere a repentaglio il rispetto delle regole e le garanzie delle opposizioni. Le parole di Bignami sono soltanto l’ennesimo tentativo di spostare l’attenzione, e la sua è una minaccia alle minoranze e un’indebita pressione istituzionale, che ci riporta a antiche abitudini della destra, in Parlamento e fuori. Ieri in aula abbiamo richiamato al rispetto del regolamento e del ruolo istituzionale che anche il governo deve tenere in parlamento. Finché non ci saranno comunicazioni formali della presidente del Consiglio su Gaza, seguite da un voto dell’Assemblea, non permetteremo che la Camera prosegua come se nulla fosse. Difendiamo la dignità del Parlamento, non tollereremo che venga ridotto a palcoscenico propagandistico della maggioranza» così una nota del gruppo parlamentare del partito democratico della camera.
Che il ministro degli Esteri italiano, di fronte alla guerra in Ucraina e alla catastrofe a Gaza, trovi il tempo per citarmi e per citare una mozione congressuale di un altro partito è indicativo dei tempi che stiamo vivendo e dell'inadeguatezza di questo governo. In ogni caso, il Partito Democratico, come ha già fatto in Parlamento, spiegherà le ragioni del no in tutte le sedi. Quanto al metodo, lo decideremo nei nostri organismi di partito e con le altre opposizioni. E chissà, magari si aggiungerà anche il ministro Nordio che firmò un appello contro la separazione delle carriere e, chissà perché, ora ha cambiato idea.
Così la deputata e responsabile nazionale Giustizia del Pd Debora Serracchiani.