"La legittima, e doverosa, condanna del regime del terrore e dei crimini di guerra e contro l'umanità commessi dal governo israeliano a Gaza e in Cisgiordania non può in alcun modo essere confusa con l'antisemitismo. L'odio contro gli ebrei è un male che va combattuto senza tentennamenti e ovunque si manifesti, ma confonderlo con la critica e la condanna alle politiche di Netanyahu e dei suoi ministri, per altro sotto indagine da parte della Corte penale internazionale e della Corte internazionale di giustizia, sarebbe un grave errore. Un errore che rischierebbe anche di minare la difesa del diritto internazionale, dei diritti umani e l'autorevolezza degli organismi multilaterali.
Per questo non sono favorevole a leggi che rischiano di equiparare antisemitismo a critica aspra al governo Netanyahu. Bene ha fatto il Pd a chiarire che al Senato si è trattato di un'iniziativa di singoli senatori e che non è questa la linea del partito". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Leggiamo che le valutazioni della delegazione di Fratelli d'Italia - ECR al Parlamento europeo sulla revoca delle immunità parlamentari risponderanno solo a valutazioni politiche. E noi che credevamo che in questi casi le valutazioni dovessero essere solo giuridiche. Per buona pace del ministro Nordio che è riuscito a liberare un criminale libico proprio perché ha studiato gli atti e ha fatto solo valutazioni giuridiche, arrivando addirittura a dire che la richiesta di arresto della Corte penale internazionale fosse scritta in inglese ma pure male. Che ne pensa il ministro Nordio di questa posizione del suo partito? Proprio lui che sulla riforma costituzionale chiede di non politicizzare il referendum e di guardare solo al merito. Attendiamo che si dissoci, da se stesso o dal suo partito” così la responsabile giustizia Pd, Debora Serracchiani.
“Il Partito Democratico riconosce i miglioramenti alla legge di Delegazione europea introdotti durante l’esame parlamentare, inclusa la delega sulla direttiva anti-Slapp, che però resta limitata alle sole controversie transfrontaliere, rischiando di produrre una disparità di tutela tra chi opera in Italia e chi è coinvolto in procedimenti in più Stati Ue. Accanto ai passi avanti, restano tuttavia elementi significativi di preoccupazione. Il nostro Paese conta oggi 68 procedure di infrazione aperte, 22 riguardano l’ambiente: qualità dell’aria, gestione dei rifiuti, tutela delle acque, biodiversità, emissioni industriali. In questo quadro, la mancata presentazione per il secondo anno consecutivo della Legge europea rappresenta un punto critico. Le mancanze in materia ambientale, i ritardi nella gestione delle infrazioni e l’assenza di una strategia europea realmente efficace non consentono l’espressione di un nostro voto favorevole. Dal Pd giungerà un’astensione responsabile per evidenziare le insufficienze del provvedimento, ma per affermare anche la nostra volontà di continuare a lavorare per un’Italia più credibile, più europea, più moderna, capace di trasformare la transizione ambientale e la tutela dei diritti democratici non in un peso, ma nella più grande occasione di sviluppo e giustizia sociale del nostro tempo”.
Così la deputata dem, Rosanna Filippin, intervenendo in Aula per annunciare il voto di astensione del Gruppo Pd sulla legge di Delegazione europea.
“Sono tre anni che non fate niente per il sovraffollamento delle carceri italiane. Anzi lavorate per peggiorarne le condizioni come sta accadendo per esempio negli istituti minorili. Sono tre anni che promettete interventi, avete fatto decreti carceri urgenti e ancora non avete fatto niente. A proposito che fine hanno fatto i provvedimenti per consentire l’accesso alle cure in comunità per i detenuti che hanno dipendenze? E anche stavolta il problema sono i giudici, quelli di sorveglianza. Ma lo sa il sottosegretario che i magistrati di sorveglianza sono solo 233 per 64 mila detenuti e circa 190 istituti penitenziari? Chieda al ministro Nordio se sta facendo qualcosa. La risposta è semplice: niente.
Del resto il ministro ritiene che il sovraffollamento serva come deterrente per i suicidi in carcere. Fra l’altro il sottosegretario Mantovano smentisce a sua insaputa il presidente del Senato La Russa che propone un mini indulto. Il solito gioco delle parti all’interno del Governo sulla pelle delle persone”. Lo dichiara la deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, rispondendo al sottosegretario Mantovano.
Ricordo alla Camera dei Deputati
“Enea Piccinelli è stata una figura centrale della storia politica toscana e un esempio autentico di dedizione al bene comune”: è quanto dichiara il deputato Dem Marco Simiani, intervenuto nell’Aula di Montecitorio per ricordare l’ex parlamentare originario di Piancastagnaio (provincia di Siena) recentemente scomparso, che per cinque Legislature – dal 1963 al 1983 – ha saputo rappresentare con competenza e passione le comunità della Maremma e dell’Amiata.
“Piccinelli ha dedicato ogni fase della sua vita pubblica alla difesa della dignità delle persone e allo sviluppo dei territori spesso marginali. Tra le numerose iniziative da lui promosse rimane centrale la Legge 780 del 1975 sulla silicosi e l’asbestosi, un provvedimento fondamentale che ha garantito tutela e giustizia a migliaia di lavoratori, in particolare nelle aree minerarie e industriali del paese. La sua azione politica, inoltre, fu sempre orientata al rafforzamento delle infrastrutture essenziali, all’elettrificazione, all’accesso all’acqua potabile e alla salvaguardia delle condizioni di lavoro.”
“Enea Piccinelli rappresenta un modello di politica intesa come servizio, radicata nel rispetto dei valori comunitari e nella capacità di trasformare le parole in azioni concrete. Ricordarlo significa raccoglierne l’eredità e impegnarsi affinché il Parlamento continui a mantenere alta l’attenzione verso i territori più fragili, dando risposte reali a chi ogni giorno cerca dignità, sviluppo e speranza”: conclude.
Serve scelta condivisa nell’interesse del Paese
“Il Partito Democratico nel sostenere in Aula al Senato le ragioni dell’approvazione del disegno di legge sulle disposizioni sanzionatorie a tutela dei prodotti alimentari italiani aveva dato seguito agli auspici del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida per una scelta condivisa nell’interesse del Paese. Oggi alla Camera chiediamo però che il governo introduca le parti mancanti generate dalla riforma Caselli. Ci riferiamo, ad esempio, alla riduzione del delitto di agropirateria a semplice aggravante della frode e all’esclusione delle prove sperimentali tra quelle direttamente ammissibili. A differenza del decreto Terra dei Fuochi, inoltre, si registra una sostanziale riduzione. La violazione del Made in Italy (vendita di prodotti con segni mendaci), infatti, è punita con la multa fino a 20mila euro e la reclusione da tre a 18 mesi e non si applicano le intercettazioni telefoniche almeno alle ipotesi citate di agropirateria. Possiamo risolvere velocemente queste integrazioni con una corsia preferenziale concordata tra tutti i gruppi e concludere dopo l’approvazione della legge di bilancio con la votazione definitiva del provvedimento. Chiediamo a Lollobrigida quell’atto di responsabilità che aveva chiesto a tutti i parlamentari e che sostanzialmente ha ricevuto vista l’assenza di voti contrari al Senato. Ci vuole solo un po’ di coraggio, ci auguriamo che il ministro e la maggioranza possano trovarlo qui alla Camera”.
Così i capigruppo Pd alla Camera, Stefano Vaccari (commissione Ecomafie), Antonella Forattini (commissione Agricoltura) e Federico Gianassi (commissione Giustizia), in una lettera aperta inviata al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
“Oggi in Aula ho replicato alla risposta del viceministro Sisto sul disegno di legge 978, dichiarandomi insoddisfatto. Il provvedimento, come denunciano la Consulta Nazionale Antiusura, il Centro Studi SoloAffitti, le associazioni dei debitori e perfino la Federazione Europea della Giustizia, rischia di accelerare sfratti ed esecuzioni, non di semplificare la giustizia. Togliere il controllo del giudice sull’ingiunzione di pagamento significa colpire soprattutto chi è più fragile. Già oggi il 20% delle esecuzioni delle prime case nasce da debiti condominiali, aggravati dall’aumento delle bollette e degli affitti: il Ddl 978 renderebbe questi processi ancora più rapidi e incontrollati. Con il pretesto della semplificazione, il governo arriva a cancellare garanzie fondamentali di difesa e giustizia sociale. Non a caso in Senato sono già stati presentati emendamenti (da una senatrice della stessa maggioranza) per correggere un impianto che rischia di trasformare la giustizia civile in un terreno di caccia per chi ha maggiore potere economico. Continueremo a opporci con forza a questo disegno di legge, chiedendo soluzioni che tutelino davvero cittadini e famiglie in difficoltà, che sono sempre di più, come i dati ogni giorno ci confermano”.
Così il deputato dem, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e capogruppo in commissione Ecoreati.
Parlare di “vendetta” nel caso di donne che si rivolgono alla giustizia per aver subito violenza è l’ultima frontiera della volgarità di Salvini. Denunciare un reato è un diritto. E spesso nei casi di violenza sessuale comporta sofferenze, disagi, preoccupazioni e spese che molte si sarebbero risparmiate. Chissà che ne pensa Giulia Bongiorno che ha fatto della difesa delle donne una ragione professionale e che ieri evidentemente ha dovuto bloccare un provvedimento che aveva un unico scopo: proteggere le donne da altre violenze e dare alla magistratura strumenti per una giustizia giusta.
Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd alla camera dei Deputati.
Oggi Roccella ha riacquistato la voce e dopo il silenzio assordante di ieri e prende la parola per dire una cosa falsa: nel testo - condiviso - introduciamo il principio del "consenso" nel codice penale per evitare che l'onere della prova della propria innocenza gravi, come spesso succede, sulla vittima di violenza. Quindi contrariamente a quanto afferma la Ministra non si effettua alcuna inversione dell'onere della prova, che rimane ovviamente, in capo all'accusa: è lo Stato (pubblico ministero) a dover provare ogni elemento del reato, inclusa l’assenza di consenso.
Vorrei ricordare alla Ministra che tutti i passaggi sono stati condivisi con gli uffici del Ministero della Giustizia e poi con la maggioranza che infatti una settimana fa ha votato a favore. Cosa sia successo nel frattempo, non lo sappiamo. Ci auguriamo solo che ci sia un rinsavimento e soprattutto che si torni a considerare l’interesse e la difesa delle donne l’aspetto fondamentale anche contro ingerenze e pressioni che hanno come radice solo un maschilismo becero e misogino.
Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
"Il vergognoso voltafaccia della maggioranza in Senato, dove chiede di tornare alle audizioni sulla legge sul consenso invece di procedere al voto in aula, non è contro l'opposizione che lo aveva proposto, ma contro le donne e anche contro la Presidente Meloni che proprio su quella legge ha garantito il suo sostegno. E così è stato alla Camera, dove lo abbiamo approvato all'unanimità.
Delle due l'una: o Meloni non ha la fiducia della sua maggioranza o la sua parola non vale nulla.
Oggi, nella Giornata contro la violenza maschile sulle donne, il Parlamento avrebbe potuto e dovuto dare prova di unità nella lotta a quel fenomeno che miete decine e decine di vittime ogni anno, la maggioranza decide di voltarsi dall'altra parte e condannare, nuovamente, le donne a non avere giustizia.
Vergogna è l'unico commento che si possa fare". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e prima firmataria del progetto di legge originario sul consenso.
“Siamo però di fronte ad un fatto inoppugnabile. È stata sfiduciata la Presidente del Consiglio ed è stata sfiduciata la ministra Roccella ed è stato sfiduciato il ministro Nordio, proprio da Fratelli d'Italia e dalla Lega, perché non si capisce, se l'accordo è ancora in piedi, perché sia stata fatta questa scelta al Senato. Quindi se quell'accordo c’è ancora e se sono in buona fede coloro che quell'accordo lo hanno portato avanti, evidentemente c'è qualcuno che li ha sfiduciati e questo qualcuno siede da quella parte dell'emiciclo. Questa è un’evidente sfiducia nei confronti della Presidente del Consiglio. Penso che i colleghi ne debbano trarre le conseguenze”. Lo ha detto in Aula alla Camera, la deputata Debora Serracchiani, responsabile nazionale Giustizia del Partito Democratico, dopo che la maggioranza, al Senato, ha bloccato la proposta di legge sul consenso libero e attuale nei casi di violenza sessuale, rinviando l’esame sine die.
“Riteniamo che questo comportamento – ha aggiunto l’esponente dem - sia inaccettabile. Non tiene conto di un accordo politico fatto nell’interesse delle donne, nell’interesse di chi soffre e che da questi due provvedimenti aveva e ha la possibilità di avere una risposta e un quadro normativo chiaro. Mi appello alla Presidenza della Camera affinché si sottolinei quanto sia inopportuno ciò che sta accadendo al Senato”.
“Quando un provvedimento passa all’unanimità – conclude Serracchiani - con un accordo politico chiaro, con la volontà delle leader di approvarlo, e lo approviamo tutti insieme, è inaccettabile che al Senato si fermi questa volontà. Ci auguriamo che nel più breve tempo possibile si possa approvare anche il provvedimento sul consenso libero e attuale, perché serve alle donne contro la violenza”.
«La risposta fornita oggi in Commissione Finanze dalla sottosegretaria Albano è del tutto insoddisfacente e conferma un problema strutturale che il Governo continua a ignorare: la progressiva erosione della base imponibile IRPEF dovuta al proliferare dei regimi sostitutivi, più volte denunciata da autorevoli analisi indipendenti.»
Lo dichiara il deputato Virginio Merola (PD–IDP), a seguito della risposta del MEF all’interrogazione a risposta immediata presentata dal gruppo.
«È un dato di fatto – prosegue Merola – che quote crescenti di reddito vengono sottratte alla progressività, esentando dal pagamento delle addizionali regionali e comunali i redditi assoggettati a imposta sostitutiva, come quelli del regime forfettario o della cedolare secca sugli affitti. Questa architettura fiscale produce una evidente iniquità orizzontale tra contribuenti con pari capacità contributiva: da un lato lavoratori dipendenti e pensionati che continuano a finanziare i servizi pubblici locali e il Servizio sanitario nazionale; dall’altro una platea crescente di soggetti che ne è esentata.»
«Alla nostra richiesta di una stima aggiornata e puntuale delle maggiori entrate potenziali per Regioni ed Enti locali qualora anche i redditi oggi in regime sostitutivo fossero assoggettati alle aliquote medie delle addizionali, con scomposizione regionale e per fascia di reddito, la sottosegretaria non ha fornito alcun dato numerico. Si è limitata ad affermare che le minori entrate delle Regioni sarebbero compensate dallo Stato attraverso una maggiore compartecipazione IVA, e quelle dei Comuni tramite i trasferimenti del Ministero dell’Interno.»
«Una risposta che non chiarisce l’impatto reale dei regimi sostitutivi sul gettito locale e che, anzi, contiene un’ammissione grave: dipendenti e pensionati pagano due volte. La prima volta attraverso le addizionali trattenute direttamente in busta paga o sulla pensione; la seconda attraverso la fiscalità generale, che deve compensare i mancati introiti degli enti territoriali. In pratica – conclude Merola – chi paga già tutto continua a sostenere anche ciò che altri non pagano.»
«Il Partito Democratico continuerà a chiedere trasparenza, numeri chiari e un confronto serio sulla riforma dell’IRPEF, affinché il principio costituzionale di equità fiscale non rimanga solo un enunciato.»
"Bene che oggi il Parlamento approvi due leggi che modificano il codice penale sul tema della violenza alle donne, ma bisogna agire anche sulla prevenzione". Lo dice la deputata Sara Ferrari, capogruppo del PD in commissione bicamerale sul femminicidio e la violenza. "Mentre oggi la Camera vota il reato di femminicidio, il Senato approva definitivamente la legge sul consenso nei rapporti sessuali, che ci avvicina finalmente ai Paesi europei più avanzati e promuove il rispetto per la volontà delle donne, che va insegnato fin da piccoli, per costruire rapporti corretti e non tossici. Così si fa prevenzione della violenza. Continueremo ad insistere però, affinché la destra convinca i suoi ministri, all'istruzione, alla giustizia, alle pari opportunità che questo è quello che serve per il vero contrasto al fenomeno strutturale della violenza, di cui deve farsi responsabile il sistema pubblico.
Oggi conferenza stampa alla Camera ore 13
Non si riunirci a cercare verità e giustizia per la Strage di Ustica. Oggi conferenza stampa nella Sala stampa della Camera dei Deputati alle ore 13, con Daria Bonfietti, presidente Associazione Parenti Vittime della Strage di Ustica. All’appello per non fermare la ricerca della verità, lanciato dai parlamentari democratici Walter Verini e Andrea De Maria, hanno subito aderito parlamentari di diversi gruppo parlamentari, che interverranno alla Conferenza Stampa: Marco Pellegrini del M5S, Marco Lombardo di Azione, Ivan Scalfarotto di Italia Viva e Ilaria Cucchi di AVS.
Parteciperanno inoltre alla Conferenza Stampa Giuseppe Giulietti di Articolo 21, Vittorio Di Trapani presidente della Federazione Nazionale della Stampa e Carlo Bartoli, presidente dell'Ordine dei Giornalisti.