01/08/2025 - 15:00

"Un paese si può definire "sicuro" quando lo è per tutti i gruppi che compongono la sua società: per tutte le etnie, le religioni, gli orientamenti politici, le identità di genere. E i giudici possono valutare se un paese è sicuro oppure no. Lo stabilisce la sentenza di oggi della Corte di giustizia  europea. Quindi la lista dei "paesi sicuri" stilata dal governo Meloni non è conforme al diritto europeo che è di rango superiore rispetto a quello italiano e la legge italiana non può andare contro quella europea, checché ne pensino Meloni e Piantedosi.
Ed è proprio su quella lista che nasce il malaugurato "protocollo Albania" sulla base del quale sono stati costruiti i due centri di identificazione e detenzione a Gjader e Shengjin, dove i diritti dei migranti vengono regolarmente violati e per i quali il governo sta spendendo 114mila euro al giorno per la detenzione di pochissime persone.
Non sono neanche serviti a ridurre i flussi migratori, come raccontava la propaganda del governo, dato che nei primi 6 mesi del 2025 gli sbarchi sono aumentati del 16% rispetto allo scorso anno.
Un fallimento su tutta la linea: legale, economica, umana, in termini di diritti e di politiche migratorie. Una premier con un briciolo di coscienza dovrebbe chiedere scusa per aver buttato via il denaro dei contribuenti, mettendo in piedi in Albania un sistema di centri inutilizzabili, raccontando bugie agli italiani e alla italiane". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

01/08/2025 - 12:37

“La Corte di giustizia dell’Unione europea si è pronunciata sulla definizione di paese sicuro che coinvolge i procedimenti di frontiera nei Cpr in Albania. Alla luce della sentenza della Corte, l’impianto della normativa italiana ridisegnato dal Governo con il Dl 157/2024 si dimostra nella sostanza non pienamente in linea con il diritto UE. Anzitutto non può essere qualificato come sicuro un Paese che non soddisfi, per talune categorie di persone, le condizioni sostanziali di tale designazione. I giudici UE aggiungono peraltro che i motivi e le fonti di informazione sui cui si fonda la designazione di Paese sicuro devono essere pienamente accessibili e valutabili, allo stato attuale di ogni singola procedura, da parte del giudice nazionale, che in assenza di tali informazioni può svolgere anche propri controlli, per garantire un'effettiva tutela giurisdizionale ai richiedenti protezione internazionale, che oggi invece si vedono respinte le domande sulla base della normativa italiana senza possibilità di provare o verificare se il loro paese sia effettivamente sicuro o meno ai sensi della normativa UE”.

Così il capogruppo Pd nella commissione affari europei della Camera, Piero De Luca.

 

 

01/08/2025 - 12:26

“La sentenza della Corte di Giustizia Europea sui paesi sicuri segna uno spartiacque: il modello Albania, per come era stato concepito dal Governo Meloni, non regge e non è compatibile con il diritto comunitario. Un paese non può essere inserito nella lista dei paesi sicuri da uno stato qualora non offra una protezione sufficiente a tutta la sua popolazione, e l’eventuale designazione deve poter essere oggetto di un controllo giurisdizionale effettivo. Già dopo il primo trasferimento ad ottobre il governo avrebbe dovuto fermarsi: alla luce di questa sentenza i tentativi di novembre e gennaio risultano dolosi, attuati per esigenze meramente politiche e propagandistiche. Se c’è un momento in cui fermare questa follia, quello è adesso: la “prima fase”, la funzione originaria dei centri, non è sostenibile, e la seconda, quella che trasforma il centro di Gjadër in CPR, ha mostrato in questi mesi le sue enormi disfunzionalità, in termini di diritti umani innanzitutto, ma anche a livello logico, logistico ed economico. Il Governo continuerà a portare in Albania persone che già si trovano trattenute in Italia, per poi doverle riportare tutte in Italia, anche in caso di rimpatrio? Continuerà a deportare persone vulnerabili, che poi verranno valutate come incompatibili con il trattenimento? Continuerà ad accanirsi su poche decine di sfortunati, per tenere in piedi il frutto mostruoso della sua propaganda? L’unica soluzione dignitosa per l’esecutivo è di fermarsi: rinunciare a questa follia, risarcire chi ne ha pagato il prezzo, e abbandonare la bugia del “funzioneranno”: il nostro paese merita politiche migratorie migliori” così la deputata democratica, Rachele Scarpa.

 

31/07/2025 - 16:23

“Pedagogia da quattro soldi e ossessione punitiva per il ministro Salvini, che oggi si è spinto a dire che bisogna equiparare le pene per i reati dei minorenni a quelle degli adulti. Sono affermazioni gravissime, che mostrano ancora una volta il chiaro tentativo di una certa parte di questo Governo di voler smantellare il diritto penale minorile, un modello che rappresenta un’eccellenza sul piano internazionale. La via del carcere per i minorenni è la scelta più sbagliata, un fallimento per lo Stato. Serve semmai investire di più sulla rieducazione per un vero riscatto sociale. Mi sento di dare un consiglio al ministro: si occupi dei trasporti e delle infrastrutture, che di problemi ne hanno già molti forse anche a causa della sua distrazione”. Lo dichiara la deputata Pd Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.

 

30/07/2025 - 14:13

“Non è un bel segnale che la Presidenza della Commissione Affari Costituzionali della Camera abbia rigettato la nostra richiesta di avviare un nuovo ciclo di audizioni sulla separazione delle carriere. Parliamo di una riforma costituzionale, che nella prima lettura è stata blindata dalla maggioranza e che ora si vuole portare avanti in tutta fretta, accelerando i tempi in Parlamento”.  Lo dichiara Simona Bonafé, capogruppo del Partito Democratico nella Commissione Affari Costituzionali della Camera, al termine dell’Ufficio di Presidenza della Commissione riunitosi questa mattina.

“Questa accelerazione – prosegue Bonafé – va esattamente nella direzione opposta rispetto a quanto auspicato dal Presidente della Camera Lorenzo Fontana, che solo pochi giorni fa, nel corso della cerimonia del Ventaglio, ha richiamato alla necessità di un approfondimento serio, evitando strappi regolamentari e garantendo il diritto al confronto e al dibattito, soprattutto su una riforma costituzionale di questa portata.”

 

30/07/2025 - 11:04

"Per fermare Netanyahu, oltre al riconoscimento della Palestina, servono anche misure che lo mettano alle strette: sanzioni, fermare la compravendita di armi, sospendere accordi di cooperazione militare e l’accordo di associazione tra Ue e Israele. E serve sostenere l’invio dei Caschi blu dell’Onu a Gaza. Ma il governo Meloni continua a rifiutarsi di prendere qualsiasi iniziativa e perfino di condannare in maniera netta quello che accade a Gaza e in Cisgiordania". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, in un'intervista pubblicata oggi su L'Unità.
"Tajani e Meloni non vogliono dispiacere l’alleato Netanyahu:  un esempio di vigliaccheria politica che rende l’Italia complice di un genocidio - è l'attacco di Boldrini -. Ogni giorno il grido che arriva dalla Striscia chiede aiuti sufficienti e la fine del massacro. Noi che siamo all’opposizione e mettiamo in campo tutte le azioni possibili, ma anche l’opinione pubblica che da quasi due anni manifesta contro questo orrore, viviamo un senso di impotenza immenso che si associa alla rabbia verso quei governi che potrebbero fare qualcosa e non la fanno. Questo immobilismo, appena scalfito da qualche timida dichiarazione, è insopportabile".
"L’avanzata dei nazionalismi in tutto il cosiddetto Occidente sta mettendo a durissima prova tutto questo impianto di regole condivise facendo prevalere la legge del più forte. La Palestina ne è l’esempio più lampante - sottolinea la deputata dem -. In questo preoccupante contesto noi del Pd abbiamo voluto presentare  la legge che introduce nel nostro ordinamento il codice dei crimini internazionali per rimettere al centro l’importanza del diritto internazionale, rafforzarlo e tutelarlo perché è solo grazie a questo sistema di regole condivise che si può garantire giustizia alle vittime dei crimini di guerra e contro l’umanità. Ed è solo così che si impedisce che a prevalere sia la forza invece del diritto".

30/07/2025 - 10:52

Dopo alcune settimane di latitanza la ex deputata brasiliana Carla Zambelli è stata arrestata a Roma. Come avevo già chiesto all'indomani della notizia del suo arrivo in Italia, occorre procedere celermente alla sua estradizione in Brasile secondo quanto previsto dall'accordo esistente in materia tra i due Paesi, peraltro già rispettato nel recente passato nel caso di cittadini brasiliani anche in possesso della cittadinanza italiana. Il reato per il quale è la Zambelli è stata già condannata a dieci anni di reclusione è molto grave ed è giusto che sia la giustizia brasiliana a prendere in carico colei che lo ha commesso.   Continueremo a seguire questa vicenda, in coerenza con quanto abbiamo fatto in passato chiedendo tanto all'Italia quanto al Brasile il pieno rispetto di un accordo che prevede la cooperazione giudiziaria e la reciproca estradizione dei detenuti.

29/07/2025 - 19:13

“Trump ha un’ottima lobbista in Europa che si chiama Giorgia Meloni” così sui social la responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani che, in un video, ricorda come gli impegni presi da Meloni nella sua visita di aprile a Trump coincidano con l’accordo siglato Usa-Ue sui dazi, dall’aumento degli acquisti di gas liquido dagli Stati Uniti, alle coproduzioni di armamenti, al riparo dalla digital tax per le big-tech americane.  “Giorgia Meloni – dice Serracchiani - può rivendicare un vero risultato nei 1000 giorni di Governo: aver fatto da perfetta lobbista per il suo amico Donald Trump. Peccato che, nel frattempo, non abbia rappresentato gli interessi dell’Italia. Dietro le foto sorridenti e le visite istituzionali dal tono trionfalistico, la realtà è ben diversa: né l’Italia né l’Europa stanno ricavando benefici concreti da questa strategia. Anzi, l’ultimo accordo sui dazi del 15% colpisce direttamente il Made in Italy, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e interi settori della nostra economia. L’Italia non ha bisogno di passerelle internazionali senza contenuti, ma di una visione strategica, di una politica estera seria, credibile, capace di rafforzare il nostro ruolo in Europa e nel mondo. Perché se la Premier si dichiara sovranista ma poi non difende davvero gli interessi del Paese, a pagarne il prezzo saranno — ancora una volta — imprese, lavoratori e tutti i cittadini italiani.

https://www.facebook.com/reel/1273311257599637

 

28/07/2025 - 18:45

"A Paolo Bolognesi ed alla Associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto deve andare la gratitudine di tutta la comunità nazionale per una battaglia di verità e giustizia che ha reso più forte la nostra democrazia. A chi da destra lo attacca dico che tutte le forze politiche hanno il dovete di fare i conti con le sentenze sulla strage del 2 agosto, che ci dicono di un piano eversivo guidato dalla loggia massonica P2, sostenuto da settori deviati dello Stato, eseguito da terroristi neofascista. Pagine della storia del Paese su cui tutti devono dire parole chiare, se crediamo davvero tutti, come deve essere, ai valori della Costituzione". Così Andrea De Maria, deputato PD.

 

28/07/2025 - 18:40

"È UN FALLIMENTO DI CIVILTÀ”

“I dati del rapporto di Antigone sono allarmanti: in meno di tre anni i ragazzi detenuti negli istituti penali per minorenni sono aumentati del 50%. Un dato drammatico, che ha una origine evidente nelle norme repressive introdotte dal decreto Caivano voluto dal Governo Meloni. Il carcere è diventato la risposta automatica alla fragilità sociale. È un fallimento di civiltà.” Lo dichiara la deputata Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia, commentando il rapporto semestrale dell'associazione Antigone sul sistema penitenziario.“Nel settembre 2023 – prosegue Di Biase – il Governo ha scelto di ampliare l’utilizzo della custodia cautelare per i minorenni, restringendo drasticamente l’accesso alle misure alternative. Il risultato? Oggi negli IPM ci sono 586 giovani, di cui 355 minorenni, spesso in condizioni disumane: materassi a terra, igiene assente, celle chiuse tutto il giorno, attività scolastiche sospese. In 8 istituti su 17 si registra sovraffollamento, un fenomeno che non si era mai visto prima nei penitenziari minorili” prosegue la deputata. “Colpisce poi che il 63,5% di questi ragazzi non abbia una condanna definitiva e che tra i minorenni questa percentuale arrivi quasi all’80%. Parliamo di adolescenti per i quali la custodia in carcere dovrebbe essere l’extrema ratio, non la regola. E invece - sottolinea la deputata dem –si sceglie la scorciatoia repressiva, scaricando sulle carceri il fallimento delle politiche educative, sociali e di inclusione. Serve un cambio di rotta: più investimenti su scuola, servizi sociali, percorsi educativi e misure alternative, meno carcere e meno propaganda securitaria. I giovani non si salvano con la repressione - conclude Di Biase - ma con il dialogo, l'inclusione e la fiducia.”

 

 

28/07/2025 - 12:04

“I dazi sono il frutto avvelenato della cultura sovranista.

Una tassa che costerà molto caro all’economia globale e come spesso è capitato nella storia a pagare il conto finale saranno i soggetti più deboli: le lavoratrici e i lavoratori.

Ancora una volta l’esaltazione identitaria dei nazionalismi produce guerre commerciali e alimenta un clima di tensioni e egoismi pericolosi e sterili.

Di fronte a rivoluzioni globali come quella digitale e i cambiamenti globali in atto ci sarebbero stato bisogno dell’esatto contrario: uno sforzo comune per salvare il pianeta e garantire una maggiore giustizia sociale.

Quando l’economia entrerà in recessione sapremo chi ringraziare a cominciare da quelli che salutavano entusiasticamente il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump e ancora in queste ore hanno il coraggio di difendere questa scellerata politica dei dazi”.

 

Lo scrive in una nota Federico Fornaro, dell’ufficio di presidenza del PD alla Camera

 

26/07/2025 - 13:00

“Non si è mai vista una riforma così sul Csm senza una discussione emendata, invece qui si procede a colpi di maggioranza: si piega la giustizia al volere politico, quindi non possiamo che essere contrari nel merito e nel metodo”.

Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, in diretta su Sky Tg24, parlando della riforma della Giustizia.

“Alla giustizia in Italia in questo momento servirebbe altro: questa riforma non affronta le vere emergenze - ha proseguito la deputata dem - Lo ha ricordato anche il presidente della Repubblica Mattarella: ora le urgenze sono il sovraffollamento carcerario e la situazione di estrema gravità di scarsità delle risorse di personale. Su questo bisognerebbe concentrarsi”.

“Per fare un altro esempio: anche ieri abbiamo avuto una giornata nera di morti sul lavoro. Sto chiedendo da tempo una procura speciale sul lavoro. I famigliari, spesso e volentieri, hanno risposte di giustizia molto tardi, spesso i processi finiscono in prescrizione ed è gravissimo. Mai come in questo momento abbiamo bisogno di un’attenzione dedicata e di una specialità di indagini, altrimenti non si riesce ad affrontare questi argomenti. Questa è una cosa molto concreta” ha concluso Gribaudo.

 

25/07/2025 - 15:41

“La mancata previsione del ripristino del Tribunale di Mistretta nel recente disegno di legge sulle circoscrizioni giudiziarie approvato dal Consiglio dei Ministri è l’ennesima dimostrazione di disattenzione verso le aree interne della Sicilia e, in particolare, verso il territorio dei Nebrodi e l’intera provincia di Messina”: è quanto dichiara Maria Stefania Marino, deputata del Partito Democratico, commentando il provvedimento del ministro della Giustizia Carlo Nordio.
“Nonostante la clausola di invarianza finanziaria e la copertura economica già garantita dalla Regione Sicilia, il Tribunale di Mistretta non rientra tra le sedi destinate alla riapertura. La soppressione del presidio giudiziario, deciso nel 2013, ha aggravato l’isolamento di un’area già segnata da spopolamento, infrastrutture carenti e infiltrazioni criminali. Oggi le cause vengono smistate a Patti, con costi e tempi che scoraggiano soprattutto i più deboli. L’edificio, ancora in buono stato, e l’organico compatibile rendono logisticamente possibile la riattivazione, purché vi sia volontà politica. Durante l’iter parlamentare del disegno di legge mi batterò affinché venga presentato un emendamento per inserire Mistretta tra le sedi da ripristinare e restituire alla comunità dei Nebrodi un presidio essenziale di giustizia”: conclude.

24/07/2025 - 17:44

“Finalmente chiuse le indagini, ora si arrivi rapidamente a una conclusione. Deve emergere tutta la dinamica, comprese le condizioni di lavoro, i tempi ristretti, i carichi eccessivi e i processi burocratici complessi che, come abbiamo segnalato nella relazione prodotta dalla Commissione nel settembre scorso, hanno determinato il grave incidente ferroviario che ha scosso il nostro territorio”.

Così Chiara Gribaudo, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, dopo la chiusura delle indagini sulla strage di Brandizzo.

“Credo si debba fare un plauso al lavoro della procura di Ivrea che, nonostante la ben nota carenza di personale e di risorse, è riuscita a concludere in tempi ragionevoli un lavoro certamente molto complesso - prosegue Gribaudo - Nella Relazione pubblicata dalla Commissione abbiamo fornito delle indicazioni per garantire la sicurezza di chi lavora sui binari, dove si continua a morire”.

“Mi auguro che queste proposte possano venire presto prese nella dovuta considerazione, anche alla luce di quanto emergerà dall'indagine giudiziaria. Perché è certamente indispensabile individuare le responsabilità, lo dobbiamo alle vittime e ai loro famigliari, che troppo spesso vedono trascorrere troppo tempo prima di avere giustizia. Ma dobbiamo, tutti, fare di tutto affinché incidenti di questo genere non accadano più” conclude Gribaudo.

 

24/07/2025 - 17:20

Il 25 e 26 luglio 2025 la provincia di Agrigento ospiterà “Resistenza è Restanza”, un’iniziativa di due giorni promossa da PD Open, e dalla deputata agrigentina Giovanna Iacono, che coinvolgerà i comuni di Ravanusa e Bivona alla presenza dell’On. Marco Sarracino, Responsabile Sud, Aree Interne e Coesione territoriale della Segreteria nazionale del PD. Un viaggio in provincia di Agrigento, dalla Valle del Salso, ai Monti Sicani, alla Costa del Mito. La due giorni è organizzata per illustrare la proposta di legge sulle aree interne a prima firma di Elly Schlein con cui il Pd prevede la tutela e la valorizzazione di territori fondamentali per la crescita e lo sviluppo di tutto il Paese.

Programma e titoli degli incontri:

25 luglio ore 19.30 in Piazza XXV Aprile a Ravanusa: “Ridurre i divari: lavoro e giustizia al Sud”, dibattito sui temi delle disuguaglianze socio-economiche e delle opportunità di sviluppo.
26 luglio ore 10.00 dalla Diga Castello a Bivona: “Avere cura dei territori: aree interne e montane come risorsa”. La mattinata prevede la visita presso la Diga Castello e le aziende agricole locali e confronti con le realtà territoriali sulle potenzialità delle aree interne e montane. In conclusione un passaggio dalla storica Casa del Popolo del PD di Bivona.

 

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