13/02/2025 - 15:11

"Il governo Meloni colpisce ancora una volta gli enti locali, imponendo tagli pesantissimi che si tradurranno in minori servizi per i cittadini. Con il decreto approvato ieri in Stato-Città, Comuni e Province subiranno un contributo forzoso di 1 miliardo e 740 milioni di euro nei prossimi cinque anni. Si tratta di una scelta scellerata che mette in ginocchio le amministrazioni locali, già alle prese con difficoltà economiche e con la crescente domanda di servizi essenziali." Lo dichiara Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico, commentando il provvedimento del governo che impone nuovi tagli alle risorse destinate agli enti locali.

"Secondo i dati ufficiali - prosegue Scarpa - ai Comuni verranno sottratti ben 1 miliardo e 350 milioni di euro, mentre Province e Città metropolitane vedranno un taglio di 150 milioni di euro. È un attacco diretto a chi ogni giorno lavora per garantire servizi fondamentali come trasporti, scuole, assistenza sociale e manutenzione delle infrastrutture. Ancora una volta la destra dimostra di non avere alcun rispetto per i territori e per i bisogni dei cittadini. I tagli alla spesa corrente non sono numeri su un bilancio: significano letteralmente meno servizi per i cittadini. Tagliare la spesa corrente vuol dire scuole con meno manutenzione e meno risorse per il sostegno agli studenti, meno corse di autobus, meno assistenza per anziani e disabili, strade meno sicure e meno interventi per la sicurezza del territorio. Il governo Meloni sta condannando le amministrazioni locali a dover scegliere quale servizio essenziale sacrificare. È inaccettabile il silenzio di tanti amministratori locali del centrodestra, che dovrebbero farsi sentire con forza contro questi tagli che penalizzano direttamente i cittadini che amministrano. L'impatto di questi tagli sarà drammatico anche per i comuni delle province di Treviso, Venezia e Belluno. I numeri parlano chiaro: i Comuni della Provincia di Belluno perderanno complessivamente oltre 5,8 milioni di euro in cinque anni, con un aumento progressivo fino a 1,97 milioni nel 2029. I Comuni della Provincia di Treviso subiranno un taglio totale di oltre 15,8 milioni di euro, con 5,47 milioni sottratti solo nel 2029. I Comuni della Città Metropolitana di Venezia saranno tra quelli complessivamente più penalizzati, con una riduzione di oltre 33,9 milioni di euro, arrivando a 10,74 milioni nel 2029. Un esempio ancora più evidente dell'impatto di questi tagli lo si vede relativamente ai capoluoghi di queste province: il Comune di Belluno perderà complessivamente 905.000 euro, passando da 90.187 euro nel 2025 a 305.251 euro nel 2029. Comune di Treviso subirà tagli per un totale di 2,44 milioni di euro, con 828.251 euro nel 2029. Il Comune di Venezia sarà tra i più penalizzati, con una riduzione di oltre 19,3 milioni di euro, passando da 1,93 milioni nel 2025 a 6,53 milioni nel 2029. Anche gli enti provinciali e la Città Metropolitana subiranno tagli pesanti: la Provincia di Belluno avrà una riduzione di 712.036 euro tra il 2025 e il 2029. La Provincia di Treviso subirà un taglio di quasi due milioni e mezzo di euro (2.495.760 complessivi per i cinque anni 2025/29). La Città Metropolitana di Venezia sarà costretta a rinunciare a più di tre milioni di euro (3.007.459 euro 2025/2029). Queste cifre si tradurranno inevitabilmente in meno risorse per i servizi essenziali delle comunità locali. I cittadini vedranno ridotte le corse degli autobus, i fondi per le mense scolastiche e il sostegno per i più fragili. I Comuni si troveranno costretti a tagliare la manutenzione di strade e ponti, lasciando i territori ancora più esposti a situazioni di emergenza. Questi tagli non sono scelte tecniche: sono decisioni politiche che danneggiano il tessuto sociale del nostro Paese. Mentre il governo di Giorgia Meloni vara condoni fiscali per gli evasori e fa regali ai grandi gruppi economici, a pagare il prezzo più alto sono le comunità locali, costrette a ridurre servizi essenziali per far quadrare i conti. Questa politica di tagli indiscriminati è inaccettabile e rischia di compromettere la qualità della vita di milioni di persone. Come Partito Democratico ci opporremo con forza a questa ennesima ingiustizia e continueremo a batterci per garantire agli enti locali le risorse necessarie a svolgere il loro ruolo in favore dei cittadini. Non permetteremo che il governo scarichi sulle amministrazioni comunali il peso delle proprie scelte sbagliate", conclude Scarpa.

 

12/02/2025 - 15:44

“Perché sono stati spiati il direttore di Fanpage e altri sette cittadini italiani e soprattutto da chi? Questa è la domanda che abbiamo posto al ministro ma la risposta non c'è e notiamo solo imbarazzo da parte di Ciriani. Spiare con un software è un atto eccessivamente grave che ci interroga sullo stato di sicurezza per i cittadini che senza un motivo possono essere controllati. Lo spyware è venduto da governo a governo e occorre sapere quale è la lista dei soggetti spiati, chi ha deciso la lista stessa e, soprattutto, perché!”. Così il deputato dem Stefano Graziano in replica al ministro Ciriani durante il Question Time alla Camera.
“Senza una risposta chiara da parte del governo – continua il capogruppo Pd in Commissione Giustizia - si innescano dubbi. Qui nessuno vuole mettere in discussione gli apparati di intelligence ma vogliamo che il grado e lo stato di sicurezza sia valido per tutti. La preoccupazione è diffusa nel Paese. Cosa succederebbe se si spiassero le persone in base alle posizioni politiche?”, conclude Graziano.

12/02/2025 - 12:51

“Siamo di fronte a una situazione di estrema gravità. Il governo sta cercando di nascondere e sminuire una vicenda che assume contorni sempre più preoccupanti. Abbiamo chiesto al Ministro della Giustizia, al Ministro dell’Interno e a Palazzo Chigi di chiarire quanto accaduto in merito al caso Almasri e, oggi, alle notizie riportate da alcuni organi di stampa riguardo a un’interlocuzione tra i vertici dei servizi segreti italiani e il governo libico, durante la quale sarebbero state rivelate informazioni riservate. A questa richiesta non è seguita alcuna risposta. Al contrario, è stata annunciata un’azione legale da parte dei servizi segreti italiani contro i giornalisti che hanno diffuso la notizia. Stiamo vivendo un momento di grande preoccupazione. Non abbiamo memoria di un modus operandi simile, e riteniamo che sia necessario fare immediatamente chiarezza. Per questo rinnoviamo la richiesta di una relazione al Parlamento da parte del Ministro dell’Interno, ma chiediamo soprattutto che sia la Presidente del Consiglio a rompere il silenzio e a riferire in parlamento” così la responsabile nazionale giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani.

11/02/2025 - 17:33

Nel 20 marzo del 2023 in occasione dell'incontro a Londra fra i ministri della Giustizia dei Paesi aderenti alla Corte penale internazionale, l'Italia ha ribadito il pieno sostegno all'attività della Corte e il ministro Nordio addirittura invitava l'Ucraina a ratificare lo statuto di Roma. Noi non sappiamo dove sia finito adesso quel ministro Nordio e abbiamo appreso che il nostro governo, che prima ricordava quanto fosse importante la Corte penale internazionale, abbia deciso di non sottoscrivere un atto firmato da più di 79 paesi che invitava il presidente Trump a rivedere la propria posizione sulle sanzioni alla Cpi. Ci sembra di capire che l'Italia agisca rispetto agli Stati Uniti con una sorta di relazione familiare o interpersonale tra la presidente del Consiglio e il presidente Trump, quando su questi temi ci si dovrebbe muovere non solo come Unione Europea, ma anche nel rispetto di quelle norme fondamentali come lo statuto di Roma che noi convintamente abbiamo voluto e sottoscritto proprio in questa città. Per questi motivi chiediamo un'informativa urgente della presidente del Consiglio per capire se finalmente ci darà voce e notizia della sua posizione, visto che viene tirata in ballo ormai da settimane ma è totalmente scomparsa dai radar. Ci preoccupa come Paese questa sua disattenzione e distrazione proprio in passaggi così delicati. È giunto il momento che la premier Meloni si decida a venire in Parlamento per spiegare la responsabilità politica che l'Italia si sta assumendo con decisioni che non solo non sono condivisibili, ma che isolano e mettono l'Italia dalla parte sbagliata della storia.

Così la deputata democratica Debora Serracchiani, responsabile nazionale giustizia del Pd, intervenendo in Aula.

 

10/02/2025 - 17:54

“L'apertura del fascicolo da parte della Cpi conferma che l'Italia ha violato il diritto internazionale non eseguendo l'arresto di Almasri. Il ministro della Giustizia Nordio aveva il dovere di eseguire l’arresto di un criminale internazionale senza entrare nel merito delle accuse. La legge italiana è molto chiara a riguardo: l’obbligo di cooperare con la Cpi non è discrezionale”. Così in una nota il democratico, Andrea Casu, che aggiunge: “L'intervento del ministro Nordio in Parlamento è stato uno schiaffo istituzionale senza precedenti che è apparso più come una difesa d’ufficio di un torturatore che come l’azione di un rappresentante di un Paese fondatore della Corte Penale Internazionale”.

09/02/2025 - 09:18

“Basta con questi atti brutali, provocatori e intolleranti. La memoria delle vittime delle foibe deve essere rispettata, i morti si ricordano e si piangono. È particolarmente odioso dover ancora una volta constatare che qualcuno a ridosso del Giorno del Ricordo tenta di speculare e di scavare ancora solchi ideologici. Pochi vandali non rovineranno la solennità della cerimonia di lunedì a Basovizza né incrineranno oggi l'inaugurazione della Capitale europea della cultura a Gorizia-Nova Gorica".

Lo dichiara la deputata democratica, Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, commentando l'imbrattamento del monumento nazionale della Foiba di Basovizza alla vigilia del Giorno del Ricordo.

 

07/02/2025 - 20:08

"Siamo sconcertati ma, dopo le ultime vicende, non stupiti, dalla decisione del governo di non firmare il documento in cui 79 Stati che aderiscono alla Corte penale internazionale condannano la scelta di Trump di sanzionare i giudici, i funzionari della Cpi e i loro familiari, che stanno indagando sui crimini commessi dai soldati Usa in Afghanistan e da quelli israeliani nella Striscia di Gaza. Come l'Italia, tra i paesi dell’Ue, solo Ungheria e Repubblica Ceca.
Un ordine esecutivo che deve essere condannato perché mette in grave pericolo chi lavora nella Cpi, la Corte stessa e, di conseguenza, il diritto internazionale. Come ci avevano spiegato, preoccupati, i vertici dell'Aja durante la nostra recente visita, a pagare saranno le vittime di crimini contro l'umanità, di crimini di guerra e di genocidio che chiedono giustizia.
Come si può assecondare una tale sciagurata scelta che riporta il mondo indietro di 80 anni, condannandolo alla barbarie più assoluta? E' una vergogna che offende l'Italia intera e la sua storia". Lo dichiarano le deputate e i deputati del PD Ouidad Bakkali, Laura Boldrini, Sara Ferrari, Valentina Ghio, Rachele Scarpa e Arturo Scotto che hanno visitato la Corte a dicembre scorso.

06/02/2025 - 18:34

“La giustizia riparativa è giustizia dell’incontro, segna il passaggio da una giustizia verticale ad una giustizia orizzontale.  Il diritto penale con le condanne, le carceri speciali e le pene espiate sembra non aver soddisfatto la domanda di giustizia tanto dalla parte delle vittime che da quella dei responsabili, sembra infatti incapace di offrire ricomposizione”. Lo ha detto la deputata del Partito Democratico introducendo oggi i lavori del convegno “Parole della giustizia – Incontro” organizzato dall’Associazione Fare presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati alla presenza del prof. Adolfo Ceretti, Agnese Moro e Adriana Faranda.

“C’è la necessità di guardare al reato come ad un evento relazionale, che coinvolge offensore, vittima e collettività. In questa nuova visione – ha sottolineato Di Biase parlando dei principi della giustizia riparativa - l’illecito non è più unicamente un illecito da punire ma va considerato come un accadimento complesso che ha luogo tra persone ed il gesto riparativo è possibile solo nell’economia di una relazione che è disponibile ad accoglierlo.  Da qui il bisogno di piena attuazione di un’altra giustizia – ha concluso la deputata Pd - che sia emendata dalla crudeltà. E di un sistema penale che non ricorra unicamente alla forza coercitiva”.

06/02/2025 - 18:00

“Il Governo ha condotto l’Italia al centro di uno scandalo internazionale, impedendo che il criminale libico venisse assicurato alla giustizia. Nordio e Piantedosi ieri si sono smentiti, Meloni è sparita. Ma non può continuare a scappare. Al di là di ogni aspetto giudiziario, deve risponderne sul piano politico, davanti al Parlamento e al Paese” così il democratico, Peppe Provenzano.

06/02/2025 - 17:11

Orfini, non ci sono più scuse, Meloni in aula

“La notizia dell'apertura di un fascicolo sull'operato del governo italiano da parte della Corte Penale Internazionale era inevitabile. Ieri in aula, il ministro Nordio ha di fatto presentato una difesa d'ufficio di un torturatore, attaccando invece chi cercava di arrestarlo e fare la cosa giusta. È evidente che la Corte Penale abbia motivo di sollevare obiezioni, soprattutto alla luce delle dichiarazioni dello stesso ministro della Giustizia, che ha ammesso di non aver rispettato la legge. Quest'ultima prevede infatti un automatismo nella procedura: non spettava e non spetta a lui eccepire sugli atti della Corte Penale internazionale. La legge non lo prevede”. Così in una nota il deputato democratico Matteo Orfini, che aggiunge: “Serve responsabilità, il governo dovrebbe cambiare linea, ma purtroppo già sappiamo che non lo farà e proseguirà ad attaccare i giudici, in Italia e all’estero, nel tentativo di distrarre l'opinione pubblica dalla gravità di questa vicenda, sempre più opaca e poco trasparente. L'informativa di ieri non è stata affatto esaustiva, il governo si è presentato con ricostruzioni contraddittorie. Riteniamo che non vi siano più scuse per la Presidente del Consiglio per disertare il Parlamento. Giorgia Meloni ha il dovere di presentarsi in aula per chiarire la posizione del governo” conclude il democratico.

 

06/02/2025 - 12:03

“Il  Guardian smentisce il Governo poiché apprendiamo la notizia secondo cui il direttore della testata giornalistica online Fanpage risulti essere spiato da un’azienda di fondazione israeliana e attualmente di proprietà di un fondo USA, la Paragon Solutions. Si apprende dal Guardian che questa società di spyware spierebbe giornalisti e altri individui scomodi al governo attraverso WhatsApp, nonostante il governo abbia con una nota escluso che giornalisti siano stati sottoposti a controlli. Sembrerebbe quindi che il Guardian abbia rivelato il contrario. Chiediamo quindi che il governo venga al più presto in aula per chiarire questa vicenda dai contorni molto inquietanti e ancora una volta pericolosi per la sicurezza nazionale”. Lo dichiarano in una nota i parlamentari PD della commissione di vigilanza sulla Rai Stefano Graziano, Vinicio Peluffo, Nico Stumpo e Ouidad Bakkali, che hanno presentato una interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Interno e al Ministro della Giustizia.

“Si chiede pertanto di sapere in riferimento a quanto riportato in premessa - si legge nell’interrogazione dei dem - se e quali iniziative il governo intenda assumere al fine di chiarire se anche l’Italia è tra i paesi utilizzatori di tale spyware e perché il telefonino di un giornalista sia diventato target in quanto si tratterebbe ove confermato di un atto lesivo della libertà di stampa costituzionalmente tutelata dallo Stato”.

06/02/2025 - 11:04

Un dialogo, partendo dalla parola incontro, per riflettere sul tema della giustizia riparativa. E' il tema del convegno "Parole della giustizia" organizzato presso la sala del Refettorio della Camera dei Deputati dall'associazione F.A.R.E. (Femminista, Ambientalista, Radicale ed Europeista). All'iniziativa - che si terrà oggi, giovedì 6 febbraio alle ore 18 - porteranno il proprio saluto introduttivo il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, e la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase. Un dialogo tra Agnese Moro e Adriana Faranda, introdotto e moderato dal prof. Adolfo Ceretti. "Il dialogo tra Agnese Moro e Adriana Faranda - ha spiegato Michela Di Biase - ci condurrà, attraverso le loro parole, ad approfondire il cammino percorso e la riconciliazione possibile grazie alla giustizia riparativa. Cogliere la portata innovativa dei percorsi di riparazione, il loro contributo per ricomporre storie e vissuti. Continueremo ad organizzare momenti di approfondimento". "E' necessario - ha aggiunto la deputata dem- arricchire il vocabolario delle parole della giustizia. 'Incontro' indica il cammino che si è percorso, la volontà di andare una incontro all'altra verso il reciproco riconoscimento".

 

05/02/2025 - 18:15

"Maysoon Majidi è libera, giustizia è fatta!
I giudici di Crotone hanno assolto la giovane attivista curdo-iraniana ingiustamente accusata di essere una scafista. Fin dal primo incontro, nel carcere di Castrovillari, quanto da lei raccontato in merito al suo attivismo civico e politico era apparso credibile e coerente e ho confidato che la magistratura giudicante avrebbe sanato il grande equivoco su cui si basava la sua imputazione.
Sono felice per Maysoon Majidi: la sua storia, con ben 10 mesi di sofferta reclusione, è emblematica di come in Italia oggi il destino di chi scappa da regimi totalitari e cerca sicurezza sia appeso ad un filo, e messo a dura prova nei meandri di una legislazione in cerca di un capro espiatorio.
Oggi, più che mai, diciamo "donna, vita, libertà!". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

05/02/2025 - 18:00

“Che fine ha fatto la delega che nel dicembre 2023 il governo Meloni si è preso sul salario minimo? Dobbiamo cercarla a 'Chi lo ha visto?' per sapere la verità? Cinquecentomila giovani hanno lasciato il nostro Paese negli ultimi anni nella vostra indifferenza a causa dei bassi salari e le poche opportunità. Una generazione precaria che va via perché è costretta a farlo, non per volontà. La vostra risposta è stata il silenzio. Quindi davanti a questi dati, dovete dirci perché siete contrari all'introduzione del salario minimo e cosa vi hanno fatto 4 milioni di lavoratori che nonostante siano occupati si ritrovano in condizione di povertà? Se per voi è tutto normale, per il Pd non lo è. È un'ingiustizia e la combatteremo”. Così il deputato dem Marco Sarracino durante il question time alla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone sul salario minimo.

05/02/2025 - 16:43

Un dialogo, partendo dalla parola incontro, per riflettere sul tema della giustizia riparativa. E’ il tema del convegno “Parole della giustizia” organizzato presso la sala del Refettorio della Camera dei Deputati dall’ associazione F.A.R.E. (Femminista, Ambientalista, Radicale ed Europeista). All’iniziativa – che si terrà domani, giovedì 6 febbraio alle ore 18 – porteranno il proprio saluto introduttivo il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, e la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase. Un dialogo tra Agnese Moro e Adriana Faranda, introdotto e moderato dal prof. Adolfo Ceretti.

«Il dialogo tra Agnese Moro e Adriana Faranda ci condurrà, attraverso le loro parole, ad approfondire il cammino percorso e la riconciliazione possibile grazie alla giustizia riparativa - ha spiegato la deputata Michela Di Biase -. Cogliere la portata innovativa dei percorsi di riparazione, il loro contributo per ricomporre storie e vissuti. Continueremo ad organizzare momenti di approfondimento. E’ necessario – ha aggiunto la deputata- arricchire il vocabolario delle parole della giustizia. “Incontro” indica il cammino che si è percorso, la volontà di andare una incontro all’altra verso il reciproco riconoscimento».

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