"Perché sono qua?" È la domanda che, durante il colloquio che abbiamo avuto oggi nel carcere calabrese di Castrovillari, Maysoon Majidi, iraniana, 27 anni, attivista e militante politica, ha ripetuto più volte incredula e inorridita. Lo ha chiesto in italiano, grazie ad un dizionario datole in carcere. E ha voluto dirlo in italiano, nonostante con me ci fossero Parisa Nazari e Shadi Alizadeh, due attiviste iraniane del movimento “Donna, vita, libertà“.
Una domanda che da due mesi sta tormentando questa giovane attivista per i diritti umani e regista scappata dall’Iran, insieme al fratello. Per quattro anni ha vissuto nel Kurdistan iracheno dove ha lavorato in Tv locali e ha continuato l’attività politica, fino a quando la sua sicurezza non è stata più garantita neanche lì. E con il sostegno del padre, professore in Iran, lei e il fratello hanno deciso di andarsene. “Mio padre ha venduto tutto per salvare noi, non gli è rimasto più niente” ha raccontato quasi piangendo. Dalla Turchia si sono imbarcati verso l’Italia sperando di trovare finalmente protezione. E invece, da quasi due mesi, si trova in carcere con l'accusa di essere una scafista, “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Una situazione kafkiana, surreale. E tutto sulla base di testimonianze che, per chi come me ha lavorato tanti anni con i rifugiati, difficilmente possono dimostrare la sua partecipazione all’organizzazione del viaggio. Tant'è che gli stessi testimoni, che non sono più in Italia, hanno fatto avere alla famiglia dei video in cui smentiscono di avere detto che lei fosse una scafista e che, evidentemente, c’è stato qualche errore nella traduzione.
Ho fiducia nella magistratura e sono certa che saprà approfondire tutti gli elementi e acquisirne di nuovi. Il rischio è che Mysoon Majidi finisca in un enorme equivoco le cui conseguenze ne comprometterebbe il futuro. Questo non deve accadere". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
Sarà presentata interrogazione al Ministro Piantedosi
“Ho riscontrato una situazione che non esiterei a definire indecente. Si tratta di un vero e proprio centro di detenzione in cui attualmente vivono 56 persone in spazi sottodimensionati rispetto alle effettive necessità. Ho raccolto diverse testimonianze e informazioni sugli ospiti, che spesso vivono situazioni di fragilità e che necessiterebbero un’attenzione immediata e specifica. La verità è che queste persone vengono recuperate dal mare e rinchiuse dentro i CPR senza aver commesso alcun reato, e che prima del Decreto Cutro sarebbero state, invece, inserite nel circuito dell’accoglienza.
La sintesi di come il Governo Meloni intende gestire il fenomeno migratorio: nasconderlo più in profondità possibile agli occhi dei cittadini e dimenticarsi dei diritti di chi qui arriva alla ricerca di un futuro”. Lo spiega in una nota la deputata del Pd, Giovanna Iacono in una nota al termine della visita presso il CPR di Milo (TP), oggetto nei giorni scorsi di una rivolta da parte dei migranti, accompagnata da Valentina Villabuona, presidente del PD della provincia di Trapani e Responsabile del Dipartimento regionale Immigrazione del partito.
Iacono ha annunciato che sarà presentata un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Piantedosi perché “ci spieghi cosa realmente è accaduto nei giorni scorsi, ma soprattutto cosa avverrà adesso che la struttura sarà chiusa per ristrutturazione e i migranti saranno trasferiti. Serve chiarezza – conclude Iacono – per comprendere dove verranno portate queste persone e quale sarà il loro futuro”.
Quanto sta accadendo in queste ore nel Cpr di Milo è davvero preoccupante. Secondo fonti di stampa, a seguito di un incendio, più di 100 persone sarebbero costrette a vivere in uno spazio destinato a 10 e, per questo, esposti anche alla pioggia e al freddo. Come se non bastasse, le proteste dei migranti sarebbero state represse duramente.
Ancora una volta, sono i più deboli a soffrire le conseguenze degli scellerati provvedimenti di questo governo in tema di immigrazione: molte di queste persone, prima del decreto Cutro, avrebbero avuto accesso al sistema di accoglienza e di integrazione italiano. Chiederemo al Ministro dell’Interno di fare immediata chiarezza su questa vicenda che, se confermata, comporterebbe una palese e grave violazione dei diritti umani.
Così i deputati del Pd Giovanna Iacono ed Anthony Barbagallo.
"Con l'accordo Italia-Albania, la politica sull'immigrazione del governo Meloni segna un'altra inconcludente e discriminatoria tappa. È un progetto pieno di lacune e approssimativo, buono solo per la propaganda delle prossime elezioni europee quando la maggioranza tenterà di far credere che nessun migrante arriverà più in Italia. Ma è solo una bugia, un'altra bufala: i flussi migratori si possono e si devono gestire, ma non si possono bloccare. Questo è un accordo costosissimo. Mentre nel nostro Paese si nega il reddito alle persone in difficoltà e in tanti non possono più curarsi, si spendono almeno 670 milioni di euro, per la gestione di non più di 3 mila migranti al mese sul territorio albanese. Una goccia se consideriamo le oltre 150mila persone sbarcate in Italia nell'ultimo anno e uno spreco incredibile di risorse, tenuto conto che gli stessi centri si potevano fare in Italia con una spesa enormemente inferiore. E, in più, le persone che saranno portate nei centri in Albania, nella quasi totalità dei casi torneranno in Italia, sia che ottengano la protezione internazionale, sia che non la ottengano. Ma questo non va di pari passo con una prospettiva che aumenti il numero dei rimpatri.
Inoltre alcuni diritti vengono compressi, come il diritto alla difesa, con buona pace del garantismo di cui si vantano le destre e che, evidentemente, vale solo per alcuni e non per altri. Sull'immigrazione Giorgia Meloni le ha provate tutte, e tutte sbagliate. Fino ad arrivare nei giorni scorsi alla corte del presidente turco Erdoğan per chiedergli di bloccare le partenze dalla Libia, cioè da un altro paese. A questo è ridotta la politica estera del governo: a elemosinare favori perfino da autocrati discutibili come il tunisino Saied ed Erdoğan nell’illusione che fermino le partenze verso l'Italia. Ma noi non possiamo accettare né che i migranti vengano sottoposti a pesanti e inutili trattamenti discriminatori, né che venga sperperato così tanto denaro pubblico in questo modo scellerato solo perché la maggioranza e il governo devono fare propaganda e sono pronti a tutto pur di nascondere i loro insuccessi".
Così Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, dichiarando in Aula il voto contrario del Pd alla legge di ratifica del Protocollo Italia-Albania.
“La Commissione di questa notte alla Camera sull'Accordo con l'Albania è stata l'ennesima tappa dell'operazione di propaganda di Giorgia Meloni sul tema dell'immigrazione.
In particolare un tassello della competizione tra FdI e Lega a chi si supera più a destra.
Un accordo che non regge da nessun punto di vista. E che soprattutto è utile solo al Governo albanese e che crea un danno notevole alle tasche delle italiane e degli italiani. Oltre al fatto che non avrà nessun effetto sul numero degli sbarchi e sull'integrazione di chi ha diritto ad essere accolto in Italia.
Basti pensare che è prevista una spesa di 653 milioni di euro per soli 5 anni e per al massimo 3.000 migranti al mese. Una spesa folle per fare le stesse cose che si fanno normalmente in Italia a costi immensamente minori. Cioè in sintesi un Accordo per fare cose inutili e costosissime.
È per evitare questo scempio e per denunciare il mancato rispetto di fondamentali principi umanitari che abbiamo dato battaglia in Commissione, come PD e come opposizioni unite.
La relazione del Governo e della maggioranza è stata sempre la stessa: un muro di gomma.
Hanno dato parere contrario agli emendamenti che abbiamo presentato. Compresi quelli che provavano semplicemente ad inserire nel testo della Legge i principi su cui il Viceministro Cirielli è venuto ufficialmente a dare garanzie in Commissione.
Un atteggiamento assurdo e inaccettabile per un provvedimento su cui il Governo ha voluto prevedere una procedura accelerata, che ha contribuito a strozzare la discussione in Commissione, quando siamo in attesa della sentenza della Corte costituzionale albanese che potrebbe anche annullare tutto.
La propaganda in vista delle prossime elezioni Europee e l'ansia da prestazione della Presidente Meloni sta superando ogni limite e sta producendo danni che pagherà l'Italia”. Lo dichiara Matteo Mauri, deputato Pd e vicepresidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio.
“Il ddl Italia - Albania passato ieri notte in commissione è inutile e costoso; un accordo che impegnerà più di 650 milioni di euro per allontanare poche migliaia di migranti soccorsi in mare dal nostro paese, ma che non avrà nessun effetto sul numero di sbarchi e sull’integrazione di coloro che hanno diritto di rimanere nel nostro paese.
Il protocollo Italia-Albania rischia inoltre di presentare gravi criticità in merito alla sua applicazione pratica sulle quali il Partito democratico ha più volte nel corso dell’esame in commissione chiesto al governo delucidazioni mai arrivate.
Per la presidente Meloni la ratifica di questo protocollo serve solo da sventolare in campagna elettorale ma nasconde il doppio fallimento del governo nella gestione del fenomeno migratorio, tanto a livello nazionale con il triplicarsi degli sbarchi nell’ultimo anno, quanto in Europa”. Lo dichiarano in una nota congiunta Simona Bonafè e Vincenzo Amendola, rispettivamente capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali ed Esteri di Montecitorio, i quali aggiungono: “Una maggioranza in cui relatori e membri del governo dipendono dai sospiri di Palazzo Chigi.
Nemmeno le disposizioni di legge italiana sull’immigrazione e i diritti costituzionali sono stati presi in considerazione.
Si dimostra che questa legge è solo uno spot per la campagna elettorale della premier”.
"Speravamo che, dopo più di un anno di annunci vuoti, la creazione di una struttura con i relativi incarichi e di plurime richieste di chiarimenti in Parlamento, almeno nella conferenza di inizio anno la presidente del Consiglio ci dicesse in cosa consiste questo fantomatico "Piano Mattei". Ma non è avvenuto. Anzi, ci ha detto che lo illustrerà prima ai potenziali partner africani e solo dopo in Parlamento - com'è già successo con l'accordo con l'Albania. Ha sottolineato anche che i progetti ci sono, ma non ce li dice. Probabilmente invece non ci sono affatto ed è solo velleitaria propaganda. Come lo è stata tutta la conferenza stampa in cui Meloni ha parlato tanto, tantissimo, senza mai rispondere nel merito su niente. Niente. Anzi, appellandosi in continuazione alla speranza che prevalga il buon senso e alla collaborazione dell'Europa, la stessa Europa per la quale, in campagna elettorale, era "finita la pacchia". Prendiamo atto che, almeno, ha riconosciuto lei stessa il fallimento delle sue politiche sull'immigrazione. Dopo ben quattro decreti, la promozione del memorandum con la Tunisia, l'accordo con Tirana, ha dovuto ammettere che non ci sono risultati.
E non solo non ci sono risultati, ma la situazione è drammaticamente peggiorata, specialmente in termini di morti in mare.
Una linea inefficace e deleteria che, però, Meloni, nonostante il flop, continua incredibilmente a perseguire". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
"Ha ragione il Papa: le Ong salvano tanta gente. Per questo bisognerebbe andare esattamente in quella direzione. Il Mediterraneo rimane drammaticamente sguarnito di soccorsi, e il governo ha saputo mettere in campo solo politiche di ostacolo al lavoro delle Ong, senza in alcun modo compensarle con un rafforzamento delle missioni di soccorso. Poi la macchina del fango, con accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e l’utilizzo giornalistico, gravissimo, di intercettazioni illegali a danno di parlamentari per sostenere queste accuse, manipolandone i contenuti. L’immigrazione è parte della sfida più grande dei prossimi decenni, e su questo ci sono tante visioni diverse. Ma sul soccorso in mare non dovrebbe essere così: chi è in pericolo va messo in salvo, sempre. Papa Francesco ha fatto ben emergere questo elemento. Magari la destra italiana, per una volta, potrebbe mettersi in discussione e in ascolto". Così la deputata dem Rachele Scarpa.
Dichiarazione dì Ouidad Bakkali, deputata Pd
“Il diritto di cittadinanza è un tema che riguarda la precarietà esistenziale e socio-economica di un milione di ragazze e ragazzi. In un momento di forte crisi abitativa e lavorativa, la legge 91/92 lega ancora la cittadinanza al reddito e alla residenza. Una gentile concessione che, se hai un qualche inciampo nella vita, puoi vederti negata.” Così l’On. Ouidad Bakkali, presidente dell’Intergruppo per la Riforma della Cittadinanza, in occasione della presentazione alla Camera del Rapporto Annuale sui Diritti in Italia di A Buon Diritto Onlus.
“Oggi una persona con background migratorio, afro-italiana, italo-musulmana, o comunque appartenente ad una dimensione di italianità che non abbiamo saputo rendere visibile, è esposta ad una vera e propria violenza sociale, ad una segregazione che è anche culturale ed educativa. I dati ci dicono che lo ius sanguinis impatta sulle scelte scolastiche e lavorative, sull’auto-rappresentazione di ragazze e ragazzi che qui nascono e qui crescono senza essere riconosciuti.
Credo si debba rimettere al centro quell’attivismo civico da cui il dibattito sulla cittadinanza è partito più di 10 anni fa. Come Intergruppo vogliamo chiamare qui dentro i suoi protagonisti, a partire dagli amministratori e le amministratrici con background migratorio, tantissimi e tantissime, che in Italia si occupano non solo di immigrazione ma in maniera integrale delle proprie comunità Queste storie devono essere rese visibili, è questa la contro-narrazione che dobbiamo portare avanti per decostruire quella disumanizzante che ancora oggi trova spazi nelle sedi più alte e minaccia la coesione sociale.”
La premier prova a contrastare la concorrenza della Lega di Salvini sul tema dei migranti.
“Con la discussione in Consiglio dei Ministri di oggi iniziano a venire al pettine tutti i problemi del Protocollo con l'Albania sui migranti. Prima il governo è stato costretto ad ammettere che fosse necessario passare dal voto del Parlamento per la ratifica, smentendo così importanti esponenti della maggioranza che lo negavano e dovendo riconoscere che avevano ragione il Partito Democratico e tutte le opposizioni che lo chiedevano a gran voce. Adesso iniziano le note dolenti dei costi. Sul tavolo del Consiglio dei Ministri c'è una prima stima che prevede che servano centinaia di milioni di euro. Soldi che vengono letteralmente buttati nel cestino inutilmente. E che si potrebbero risparmiare evitando un'operazione di pura propaganda di un governo che deve fare i conti con il clamoroso fallimento della gestione dell'immigrazione. Fare in Albania quello che si dovrebbe fare in Italia non risolve nessun problema e costa, come è ovvio, immensamente di più. Il tutto mentre è in discussione una Legge di Bilancio la cui parola d'ordine è che la “coperta è corta’ e che toglie a chi più ha bisogno. È l'ennesima operazione propagandistica della Presidente Meloni che prova a contrastare la concorrenza della Lega di Salvini sul tema dei migranti. Una campagna elettorale pagata dagli italiani e dalle italiane”. Così il deputato dem Matteo Mauri, vicepresidente della commissione Affari costituzionali.
“Il dl immigrazione è una delle tante norme incivili che sta facendo in questi mesi il governo. Dall'inizio dell'anno hanno fatto quattro decreti, un accordo con l'Albania, che tra l'altro non sta in piedi e un decreto ministeriale. Vuol dire che il governo è intervenuto sul tema dell'immigrazione più di una volta ogni due mesi, ha fatto già delle cose che noi consideriamo vergognose come il decreto sulle ong contro i salvataggi in mare o il cosiddetto decreto Cutro che complica ancora di più la vita sull'assistenza e sull'accoglienza dei migranti. Ma con il dl immigrazione si sono superati, perché se la sono presa con i minori, stranieri non accompagnati”. Lo ha detto il deputato dem Matteo Mauri, vicepresidente della commissione Affari Costituzionali, intervistato sul sito web dei deputati Pd.
“Ragazzini e ragazzine – ha aggiunto l’esponente Pd - che arrivano da soli nel nostro Paese, vivono una realtà completamente diversa, sono completamente disorientati, sono più vulnerabili di altri e loro riescono, da un lato ad aumentare la capienza dei centri per i minori, oltre che per quelli degli adulti, per decreto, da un giorno all'altro, del 50 per cento, ma soprattutto prevedono, ed è una cosa che non era mai stata fatta in passato, che i minori stranieri non accompagnati di 16, 17 anni, possano essere messi dentro i centri per adulti, creando una promiscuità molto pericolosa di cui si assumono le responsabilità e andando contro la normativa europea che dice che al limite si può fare, ma solo nel rispetto del superiore interesse del minore. Usano i ragazzini immigrati per coprire i propri fallimenti perché non sono in grado di gestire il fenomeno migratorio, continuano a fare solo propaganda e nel farlo se la prendono con chi ha più bisogno. Noi crediamo che questa cosa sia assolutamente inaccettabile”.
“Con questo decreto sull’immigrazione siamo arrivati a quota quattro, uno a trimestre, come le vecchie pagelle di una volta. Avete introdotto la norma incivile sulla cauzione di 5mila euro per non finire in un centro di accoglienza, fino all'accordo con l’Albania che costerà molto, complicherà tanto e non risolverà nulla. La realtà è che non sapete come gestire quella che da molti anni oramai battezzate come un'emergenza, ma che emergenza non è. Perché fenomeno che appartiene a questo nostro tempo ed è per questo che chiede uno sguardo coerente sul piano umano con i nostri principi di civiltà. Noi pensiamo che queste norme calpestano la Costituzione”.
Lo ha detto il deputato democratico, Gianni Cuperlo, annunciando il voto contrario del Gruppo Pd al Dl Immigrazione.
“Viene cancellato lo Stato di diritto - ha aggiunto - quando si stabilisce, come fate in questo decreto, l’espulsione di persone che vivono in Italia e sono integrate nel lavoro. Da domani, infatti, si potrà venire espulsi a discrezione del ministro dell'Interno per supposti gravi motivi di ordine pubblico o sicurezza dello Stato. In alcuni casi la misura sarà disposta direttamente dal prefetto, con misure più restrittive anche sul diritto di difesa. Violando tre sentenze della Corte Costituzionale e con una misura inedita decidete di colpire i più fragili, i minori stranieri non accompagnati, una terminologia che sa molto di polvere e burocrazia. Ma parliamo di sedicenni partiti spesso dal girone più infernale del mondo, lì dove si muore di fame o di guerra. Ragazzini che rischiano di essere collocati in un centro per adulti con una promiscuità vietata dalle stesse norme europee. Occorrerebbero risposte - ha concluso - guardando a quei 25mila corpi in fondo al Mediterraneo che mai vedranno una sepoltura e invece votate un decreto che peggiorerà le cose. Poi a marzo, con il primo caldo e il mare più clemente, tornerete qui in Parlamento per un quinto decreto per fermare l'emergenza che non c’è”.
Dichiarazione di Valentina Ghio, vicepresidente deputati Pd
“Abbiamo chiesto al Governo di dare una risposta alle 5600 persone, in prevalenza famiglie e bambini, incluse nel sistema di accoglienza e integrazione (Sai) gestito dai Comuni, che, se non ci sara' un rinnovo, da gennaio non sanno dove abiteranno e dove andranno a scuola. E abbiamo chiesto al Governo di dare una risposta anche a più di 200 comuni, di diverso colore politico, che con impegno e umanità hanno gestito il sistema di accoglienza e integrazione che ha dato sin qui risultati positivi e per il quale da mesi, attraverso l'Anci, hanno chiesto la proroga per il 2024”. Così Valentina Ghio, vicepresidente dei deputati Pd, illustrando in aula un ordine del giorno del gruppo Pd al decreto immigrazione. “Parliamo di persone che sono inserite nel sistema di accoglienza diffusa che ha consentito in questi anni di gestire percorsi di integrazione nelle comunità territoriali grazie al grande impegno dei comuni . Nel complesso – ha aggiunto Ghio- questo è un sistema che coinvolge più di 43 mila persone, con oltre 1000 comuni titolari di progetto . Un sistema che ha dimostrato di funzionare bene. Ad oggi – ha concluso Ghio- non si hanno notizie circa l’uscita dei decreti necessari a garantire la prosecuzione di progetti per 5600 persone inserite in questo percorso. E a fine 2023 andranno in scadenza anche gli altri 4000 posti destinati a persone giunte in Italia a seguito dei conflitti in Afghanistan e Ucraina, per i i quali – lo ricordo- all’inizio c’era la gara ad accoglierli ma adesso il destino di queste persone non interessa più. Oggi, dunque, i comuni coinvolti non hanno nessuna notizia, nonostante la richiesta dell’Anci e la grande preoccupazione dei sindaci che conoscono bene le loro comunità e sanno che qualora non venisse garantita la prosecuzione occorrerà, in fretta e furia, trovare collocazione per migliaia di persone, prevalentemente famiglie e bambini che vivono già in una situazione di grande sofferenza.”
"Con l'ennesimo voto di fiducia, il governo fa approvare il peggiore dei suoi decreti sull'immigrazione. Il peggiore perché questo si accanisce sui minori stranieri non accompagnati e mira a cancellare una buona legge, la legge Zampa. Lo fa in due modi: il primo stabilendo che da 16 anni in poi potranno essere inseriti nelle strutture dedicate agli adulti esponendoli, dunque, a promiscuità e ad abusi di ogni tipo. Una misura criticata non solo dalle opposizioni, ma anche dalla Garante per l'infanzia e l'adolescenza, oltre che dalle associazioni laiche e cattoliche e sulla quale perfino il Servizio Studi della Camera ha manifestato serie perplessità.
Il secondo è il ritorno a metodi di accertamento dell'età vecchi e che si sono dimostrati inefficaci.
Dopo la guerra alle Ong che salvano le vite in mare, il decreto Cutro contro i "falsi richiedenti asilo", la dichiarazione dello stato di emergenza, la sponsorizzazione dell’inefficace memorandum Eu-Tunisia e l'accordo propaganda con l'Albania, il governo ha identificato nei presunti "falsi minori" il nuovo nemico su cui accanirsi con particolare cattiveria. Ragazze e ragazze che, a 16 anni, dopo avere affrontato da soli viaggi terribili, spesso anche le torture dei centri di detenzione libici o le violenze contro i migranti che si perpetrano in Tunisia, invece di essere adeguatamente assistiti e accuditi vengono esposti a ulteriori rischi in centri per adulti sovraffollati e non idonei a loro. Una manifestazione di disumanità che dimostra tutto il cinismo di un governo che sull’immigrazione continua a collezionare flop.
Mentre aspettiamo con ansia l'ormai famigerato "piano Mattei", finora utile solo a distribuire incarichi, non possiamo che constatare il totale fallimento del governo Meloni che, non solo ha tradito le promesse elettorali, ma non ha ottenuto risultati di nessun genere. Solo spregiudicata propaganda, sulla pelle dei più fragili, a partire dai minori stranieri non accompagnati". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
“Oggi siamo chiamati a votare l’ennesima fiducia che questo governo mette su decreti fondamentali, come questo che contiene rilevanti modifiche in materia di immigrazione, privando l’Aula e il Paese di un importante dibattito, direi fondamentale e previsto dalla nostra Costituzione.
Ci sono troppe persone che ancora oggi muoiono in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa e le risposte di questo governo sono insufficienti; forse è per questo che ricorre in continuazione alla decretazione d’urgenza.
Ma con questo decreto il governo ha dato il peggio di sé, in particolare nella parte che riguarda i ragazzi, prolungando ulteriormente il limite dei giorni di trattenimento da 30 a 45 per chi ha meno di 16 anni e da 90 a 150 per quelli che hanno dai 16 anni in su. Complimenti!
Una scelta dunque, questa, che si pone in drammatico contrasto con il principio del superiore interesse del minore, oltre che rappresentare una grave discriminazione tra minorenni italiani e stranieri.
Ecco allora il perché della fiducia: forse per evitare che qualcuno in questa aula prenda coscienza di cosa c’è scritto veramente in questa norma. Ecco colleghi ve lo semplifico: col vostro sì oggi direte che un ragazzo o una ragazza arrivati in Italia da soli avranno meno diritti dei minori italiani, saranno meno minorenni dei nostri figli. Cioè, invece di proteggerli di più, li proteggeremo di meno”. Lo ha detto intervenendo in Aula, Paolo Ciani vicecapogruppo Pd-Idp e segretario di Demos, dichiarando il voto convintamente contrario del gruppo alla fiducia posta dal Governo sul decreto immigrazione n.133.