22/12/2025 - 13:36

“Quella sull’oblio oncologico doveva essere una svolta di civiltà. Doveva cancellare una discriminazione odiosa, restituire dignità a chi ha attraversato la malattia e ha il diritto di tornare a vivere senza marchi addosso. E invece, a due anni dall’approvazione della legge, siamo di fronte a una vergogna istituzionale”, così dichiara Marco Furfaro, esponente della segreteria Pd, in merito all’assenza dei decreti attuativi sull’oblio oncologico. “La legge esiste. I diritti, sulla carta, anche. Ma i decreti attuativi, tra cui quello del Ministero del Lavoro, non arrivano. Significa che milioni di persone continuano a pagare sulla propria pelle l’inerzia dello Stato: mutui negati, assicurazioni rifiutate, adozioni impossibili, ostacoli sul lavoro”. “È indegno di un Paese che si definisce civile. Ma soprattutto, è una responsabilità politica enorme. Ogni giorno che passa senza quei decreti è un giorno in cui lo Stato volta le spalle a chi ha già pagato un prezzo altissimo”. “Il governo la smetta di nascondersi dietro la burocrazia e faccia immediatamente ciò che è suo dovere fare. È in gioco la dignità di milioni di persone”.

 

22/12/2025 - 12:00

“Aver inserito nella manovra di bilancio l’emendamento Pogliese è una vigliaccata fatta ai danni dei lavoratori più poveri e indifesi. Una sanatoria mascherata per le imprese che hanno pagato per anni i lavoratori con retribuzioni da fame a cui i giudici hanno chiesto di sanare gli arretrati dovuti. Cosa che grazie a questo intervento non sarà possibile. Mentre le opposizioni continuano a chiedere il salario minimo, loro trasformano lo sfruttamento in una cosa normale”.

Così il capogruppo della commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

 

21/12/2025 - 18:00

"La premier che dopo le liti della sua maggioranza e una legge di bilancio completamente riscritta, si fa i complimenti per un sondaggio è già triste di per sé. Stando ai numeri, lei dovrebbe ricordarsi di essere non la premier di quel 59% ma di tutti quei cittadini e cittadine che aspettano 147 giorni per una mammografia e due anni per una colonscopia, che risparmiano sul mangiare, che guadagnano 600 euro come commesse, e ne dovrebbero pagare 500 per un asilo nido, che prendono una pensione minima che non aumenta nemmeno di un euro. Le persone in carne e ossa, che sono la spina dorsale di un Paese che soffre e andrebbe trattato con più rispetto. Soprattutto se nella manovra ci sono solo segni meno e nemmeno una promessa mantenuta, dalle pensioni alla casa, dalla sanità al lavoro".

Così in una nota Chiara Braga, capogruppo PD alla Camera dei Deputati.

 

20/12/2025 - 14:20

"La Lega pensa di aver rimediato alla figuraccia sulle pensioni facendo ritirare il maxi emendamento. Una vittoria di Pirro. Intanto perché l’età pensionabile cresce comunque per il 96 per cento dei lavoratori a legge di bilancio vigente. E perché ora nel mirino entrano i lavoratori precoci. Una vergogna. La loro parola, le loro promesse valgono zero. Con questa pantomima hanno rotto il patto di fiducia con milioni di lavoratori. Che oggi sanno che se, non oggi, ma sicuramente domani potrebbero essere toccati i loro diritti acquisiti. Dovrebbero chiedere scusa, anziché esultare". Così il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.

20/12/2025 - 13:50

“Lo spettacolo è indecoroso. Non si è mai visto, da quello che dovrebbe essere il governo più stabile e coeso della storia della Repubblica per giunta, che al 20 dicembre non ci sia ancora un testo su cui discutere”.

Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, in diretta su SkyTg24 sulla Legge di Bilancio.

“La Maggioranza ha solo prodotto caos, un gran pasticcio - ha proseguito la deputata dem - Hanno mandato al Senato la Manovra e il Decreto Sicurezza sul lavoro insieme, rendendo impossibile modificare quest’ultimo perché il Mef era impegnato sulla legge di bilancio”.

“Il risultato è stato che hanno approvato un Decreto Sicurezza sul lavoro senza che ci sia stata una reale discussione e senza alcuna modifica, nonostante le nostre proposte, rendendolo inutile perché rimanda solo i problemi su un tema fondamentale. Nel frattempo riscrivono continuamente la Manovra, litigando nella notte, proponendo emendamenti e maxiemendamenti che poi vengono rimandati. La crisi è evidente” ha concluso Gribaudo.

 

19/12/2025 - 13:19

"Leggo che i colleghi Bignami e Lisei hanno convocato oggi una sorta di incontro nei locali della Caserma Smiraglia a Bologna con gli agenti di polizia. Continua una evidente strumentalizzazione delle Forze dell' Ordine. Chi opera per la sicurezza dei cittadini non risponde ad una singola Forza Politica, e noi che abbiamo ruoli istituzionali dovremmo sempre difenderne l' indipendenza. Invece di fare queste inutili ed ambigue "passerelle"  impegniamoci insieme, come parlamentari bolognessi, per garantire quel rafforzamento in uomini e mezzi  e di miglioramento dei tempi e delle condizioni di lavoro, che vengono  chiesti con grande puntualità dai sindacati di polizia, che, come Partito Democratico, abbiamo incontrato negli scorsi giorni, per approfondire le problematiche esistenti". Così Andrea De Maria, deputato PD

 

18/12/2025 - 16:59

“Di fronte all’aumento delle morti, degli infortuni e delle malattie professionali, la sicurezza sul lavoro non può essere ridotta a un esercizio retorico. Servono atti politici chiari e scelte strutturali”. Lo dichiarano le deputate del Partito Democratico Valentina Ghio e Ouidad Bakkali, presentando l’atto di indirizzo sul decreto sicurezza in discussione alla Camera. “Il lavoro portuale è oggettivamente un lavoro usurante – affermano Ghio e Bakkali – per le condizioni in cui si svolge: turni notturni, lavoro in quota, esposizione a condizioni climatiche estreme, ritmi pressanti e rischi elevati. Continuare a negarne il riconoscimento previdenziale significa voltare le spalle a migliaia di lavoratori e lavoratrici”. Con l’atto di indirizzo, le deputate impegnano il Governo a riconoscere le prestazioni portuali come attività usuranti e a sbloccare immediatamente il fondo per l’anticipo del pensionamento, per il quale da anni vengono accantonate risorse senza alcuna attuazione concreta. “È una scelta di giustizia sociale – spiegano – e una condizione indispensabile per garantire sicurezza, salute e ricambio generazionale nei porti. È paradossale – proseguono – che mentre il Governo annuncia per lunedì 22 dicembre l’approvazione in Consiglio dei ministri di una riforma dei porti, attesa da oltre due anni tra stop and go, annunci e retromarce, continui a ignorare il tema centrale del lavoro. Questa legislatura sta perdendo l’occasione di aprire una vera riforma partendo dalle persone, da chi ogni giorno tiene in piedi i porti con il proprio lavoro, la propria fatica e, troppo spesso, mettendo a rischio la propria vita. Senza il riconoscimento della gravosità del lavoro portuale, senza tutele previdenziali e senza investimenti seri sulla sicurezza – concludono Ghio e Bakkali – ogni riforma resterà un’operazione di facciata. Il Partito Democratico non si accontenterà di annunci: continueremo a incalzare il Governo perché metta al centro il lavoro, la sicurezza e la dignità delle persone”.

 

18/12/2025 - 16:56

“Loculi ricavati in una soffitta, materassi a terra in cinquanta metri quadri, impianti elettrici fuori norma, nessuna igiene né sicurezza. La Procura di Prato parla di condizioni ‘incompatibili con la dignità umana’: è sfruttamento allo stato puro, non un episodio isolato. Operai costretti a vivere dove lavorano, a cucire per grandi marchi della moda in anfratti e ripostigli, mentre qualcuno massimizza i profitti calpestando ogni diritto.

Di fronte a tutto questo, mentre a Prato magistratura, forze dell’ordine e ispettori smascherano caporalato, lavoro nero e nuovi sistemi per occultare i veri datori di lavoro, la destra aveva pensato bene di mettere pure uno scudo penale per i committenti. Un’idea folle, che racconta meglio di mille parole da che parte stanno.

Servono più controlli, più ispettori, tracciabilità della filiera, meno subappalti e piena responsabilità di chi sta in cima alla filiera. La dignità del lavoro non è negoziabile e non può essere sacrificata sull’altare del profitto.”

Marco Furfaro, deputato e componente della Segreteria nazionale del Partito Democratico

 

18/12/2025 - 16:30

“Non si tratta della separazione delle carriere dei magistrati, perché quella esiste già ed è operativa dal 2020 con la riforma Cartabia. Qui l’obiettivo vero è un altro: smantellare la Carta costituzionale e ledere l’indipendenza e l’autonomia della magistratura”. Così Debora Serracchiani, deputata e responsabile nazionale Giustizia del Pd.

“La riforma proposta dalla maggioranza – spiega l’esponente dem - ha un disegno politico preciso: Si vuole colpire l’equilibrio tra i poteri dello Stato e indebolire una magistratura che deve porre limiti alla politica. In sostanza, si vuole una politica che scelga i giudici e dica alla magistratura cosa può e cosa non può fare. Il Partito Democratico è già al lavoro sul territorio, stiamo organizzando incontri e momenti di formazione, Regione per Regione, per spiegare nel merito e nel significato politico questa riforma. Sta nascendo in questi giorni un grande comitato per il No, perché qui è in gioco la Costituzione e la nostra idea di democrazia”.

“Una vittoria del No – conclude Serracchiani - vuol dire salvaguardare la democrazia liberale, la separazione dei poteri e la Carta costituzionale così come l’hanno voluta i costituenti. Vuol dire difendere una magistratura autonoma, fondamentale per garantire il rispetto delle regole. Se si fosse trattato davvero di discutere la separazione delle carriere, avremmo partecipato volentieri al confronto, portando anche nostre proposte, ad esempio sull’Alta Corte disciplinare. Ma questa riforma interviene in un contesto completamente diverso, qui si colpiscono i poteri previsti dalla Costituzione. È l’idea che aveva Giorgio Almirante della magistratura, ovvero interpretare la legge secondo la volontà di chi ha vinto le elezioni. È una visione pericolosa, che va contrastata”.

18/12/2025 - 16:06

“La cancellazione dell’articolo 30 del disegno di legge sulle piccole e medie imprese è una grande vittoria del Partito Democratico”. Così Alberto Pandolfo, deputato e capogruppo Pd in commissione Attività produttive, commenta lo stralcio della norma contestata sul settore moda. “È il risultato di una ferma opposizione portata avanti in commissione, con il supporto determinante del Gruppo Pd”.

“Quella norma – spiega il deputato Pd - creava di fatto uno scudo per le imprese capofila, cancellando le responsabilità lungo la filiera e favorendo subappalto incontrollato e caporalato. Parliamo di una filiera strategica per il nostro Paese, che va tutelata garantendo legalità e diritti. Il risultato è stato possibile anche grazie a una mobilitazione più ampia, non solo il Pd e le opposizioni, ma anche il sindacato, il mondo imprenditoriale sano e la società civile hanno espresso una contrarietà netta. C’è stata una forte pressione, appelli pubblici che hanno contribuito in modo decisivo a questo esito”.

“Si tratta – conclude Pandolfo - di un passo avanti, ma non del punto di arrivo. Cancellare l’articolo 30 non significa aver regolato il settore. Serve ancora un lavoro per costruire una normativa seria che garantisca controlli, trasparenza e tutela del lavoro. A questo confronto noi siamo pronti a dare il nostro contributo”.

 

18/12/2025 - 15:47

"Di fronte alle stragi silenziose, il governo ha scelto di dire no a una proposta di buon senso, respingendo senza appello un ordine del giorno presentato sul Decreto Sicurezza sul lavoro. Un atto che lascia sgomenti: mentre continuano a morire lavoratrici e lavoratori in ambienti confinati e sospetti di inquinamento, l’esecutivo ha rifiutato di impegnarsi su verifiche preventive obbligatorie e controlli tecnici qualificati, strumenti essenziali per prevenire tragedie ampiamente prevedibili":  è quanto dichiara la deputata dem Maria Stefania Marino sul suo atto di indirizzo respinto dall'Aula di Montecitorio.

"Esperienze già consolidate nei settori a più alto rischio, come quello portuale, hanno dimostrato che certificazioni preventive, responsabilità chiare e procedure rigorose hanno funzionato. Respingere questo ordine del giorno significa rinunciare a costruire un sistema omogeneo e serio di prevenzione a livello nazionale, lasciando irrisolti vuoti normativi che mettono quotidianamente a rischio la vita delle persone": conclude.

 

18/12/2025 - 14:43

"Il governo ha prorogato lo stato di emergenza per le alluvioni del 2023 in Toscana, ma ha di fatto bocciato ogni nostra iniziativa per rendere questa proroga realmente incisiva ed utile. È un atto grave e irresponsabile: a fronte di oltre 2,7 miliardi di euro di danni accertati, nei territori colpiti è arrivato poco più di un decimo delle risorse necessarie. Senza fondi adeguati, la proroga dello stato di emergenza rischia quindi di essere solo un annuncio sterile. Le comunità di Firenze, Prato, Pistoia, Lucca, Massa-Carrara, Pisa e Livorno aspettano da oltre due anni risposte concrete su ricostruzione, sicurezza del territorio e ristori a famiglie e imprese. Respingerle significa voltare le spalle a una regione che ha pagato un prezzo altissimo". Lo quanto dichiara il deputato e segretario Pd della Toscana Emiliano Fossi in merito all'ordine del giorno, respinto, a sua prima firma al Decreto sicurezza sui luoghi di lavoro.

"La destra - conclude Fossi - non ha più alibi. C’erano almeno tre provvedimenti all’esame del Parlamento in queste ultime settimane, dal Decreto Ristori alla Legge di Bilancio oltre alla legge attuale, per stanziare subito almeno 500 milioni di euro. Eppure, nonostante le opportunità, la Toscana è stata completamente dimenticata. Le comunità locali hanno dimostrato una straordinaria solidarietà, ma sono state lasciate sole dallo Stato. Il continuo respingimento delle richieste di chi ha perso casa, lavoro e sicurezza ha alimentato crisi economica, spopolamento e sfiducia. Il governo deve assumersi le proprie responsabilità e garantire risorse all’altezza dei danni subiti: senza questo, lo stato di emergenza rimane una scatola vuota".

 

18/12/2025 - 14:41

“La maggioranza è a pezzi: il maxi emendamento sta provocando sempre di più una spaccatura tra la Lega e il resto degli alleati. E persino dentro la Lega. Non stiamo parlando di una mozione parlamentare, ma della legge di bilancio. Chiediamo il ritiro del maxi emendamento. Non si cambia la disciplina pensionistica di milioni di persone con un espediente parlamentare. Hanno fatto un guaio grande e gli italiani se ne stanno accorgendo. Basta arroganza e chiedano scusa”.

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

 

18/12/2025 - 14:05

“Quello tra Italia e Svizzera sui frontalieri è un accordo che rappresenta un’occasione persa”. Lo ha detto in Aula alla Camera Toni Ricciardi, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, annunciando il voto favorevole dei dem sulla ratifica dell’accordo Italia-Svizzera sui frontalieri. “C’è stato un grande dibattito e una richiesta esplicita da parte della Svizzera di estendere lo smart working fino al 40 per cento, come già avviene con la Francia. Purtroppo il governo italiano ha mostrato una forte ritrosia”.

“L’unico elemento positivo è l’istituzionalizzazione del 25 per cento di lavoro agile su base settimanale. È un passo avanti che consente di alleggerire il traffico di frontiera, ridurre l’inquinamento e migliorare concretamente la qualità della vita di migliaia di lavoratori. Tuttavia, il governo Meloni avrebbe potuto essere più generoso e più coraggioso. La scelta di fermarsi al 25 per cento è un passo indietro, soprattutto considerando che da oltre tre anni questo esecutivo penalizza proprio una parte del suo bacino elettorale, i frontalieri”.

“Resta il rammarico per un’intesa che poteva fare di più – conclude Ricciardi – ma come Partito Democratico resteremo vigili e continueremo a spingere affinché le esigenze dei frontalieri vengano finalmente ascoltate”.

 

18/12/2025 - 13:00

“C’è una distanza siderale tra ciò che serve e ciò che è stato discusso: a questo Governo interessa fare solo i titoli, ma poi il contenuto non c’è. Con questo decreto la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici è vista come adempimento burocratico e non come diritto inalienabile”.

Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, sula Decreto Sicurezza sul Lavoro.“Hanno annunciato queste misure in pompa magna il primo maggio: badge elettronico, assunzioni degli ispettori, soldi e coperture in più. Tutto questo non c’è - prosegue la deputata dem - in compenso non manca il regalo, sulla pelle dei lavoratori, al settore turismo tanto caro alla ministra Santanchè. Si poteva e si doveva fare di più, perché la sicurezza non è retorica, non è propaganda: la sicurezza del lavoro deve essere la priorità di tutte e tutti. E invece ancora una volta si scelgono scorciatoie, anche bizzarre”.

“Per merito e per metodo questo decreto rappresenta un’occasione mancata. Un’offesa al confronto parlamentare, a chi ci ascolta da fuori e soprattutto a chi resta dopo una morte sul lavoro. Per queste ragioni il Partito Democratico vota contro, e aspettiamo in Parlamento le forze di maggioranza per discutere e votare insieme proposte che dimostrino, davvero, che su questo tema possiamo fare molto meglio di così” conclude Gribaudo.

 

Pagine