Venti deputate e deputati dell'Intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità, coordinato da Laura Boldrini, hanno inviato una lettera alla premier Giorgia Meloni per chiedere che dalla Direttiva UE contro la violenza sulle donne e la violenza domestica non venga stralciato il concetto del consenso.
"Le scriviamo per via delle preoccupanti notizie giunte dal Consiglio Europeo, che parlano dello stralcio dalla Direttiva UE contro la violenza sulle donne e la violenza domestica delle norme sullo stupro e di quelle sulle molestie sessuali nel mondo del lavoro - si legge nella lettera -. È a dir poco allarmante che venga cassato il concetto per cui il rapporto sessuale senza consenso è stupro, specie in un periodo storico come quello attuale, dove la violenza da parte degli uomini sulle donne continua a riempire le cronache a qualunque latitudine. Tale decisione può avere una portata devastante, poiché di fatto indebolisce l’applicazione della Convenzione di Istanbul – un trattato storico, recentemente ratificato dalla stessa Unione Europea – e riduce la protezione delle donne nell’intero territorio UE".
"Signora Presidente, lei è una delle poche donne a sedere nel Consiglio Europeo - concludono -; e poiché in diverse occasioni ha affermato di essere in prima linea nella battaglia contro la violenza di genere, la invitiamo ad adoperarsi affinché questa Direttiva non venga snaturata fino a divenire una scatola vuota, impegnandosi per il ripristino della formulazione iniziale". La lettera è firmata da Laura Boldrini, Stefania Ascari, Ouidad Bakkali, Elena Bonetti, Chiara Braga, Andrea Casu, Michela Di Biase, Sara Ferrari, Antonella Forattini, Marco Furfaro, Valentina Ghio, Chiara Gribaudo, Marco Grimaldi, Ilenia Malavasi, Maria Stefania Marino, Emma Pavanelli, Silvia Roggiani, Rachele Scarpa, Debora Serracchiani, Luana Zanella.
"La lettera inviata a Giorgia Meloni con le proposte del Patto per un nuovo welfare spero siano ascoltate dal governo perché ad ora il lavoro dell’esecutivo è insufficiente, fatto di propaganda e annunci vuoti sulla pelle degli anziani. Dalla pandemia in poi è stata chiara a tutti l’urgenza di un intervento per assicurare agli anziani la possibilità̀ di avere percorsi di cura dignitosi e il più possibile fatti di assistenza domiciliare. Servizi che nel nostro Paese o mancano o sono completamente insufficienti. Il governo invece di seguire la legge delega costruita dal Governo Draghi e intervenire su questi punti ha costruito una misura, come la prestazione universale, che universale non è. Si tratta di una sperimentazione spot che arriverà a poco più di 25mila persone. Con l’aggravante che oltre ad essere non autosufficienti bisogna pure essere poveri. Un provvedimento che doveva essere una riforma di sistema invece è una scatola vuota fatta senza coinvolgimento delle organizzazioni che rappresentano gli anziani, senza un’idea di fondo e con requisiti ferrei escludenti. Arrivano persino a legare la disabilità al reddito solo per evitare che il provvedimento sia più largo e preveda più risorse. Le politiche di un nuovo welfare avrebbero bisogno di risorse (in Italia spendiamo 270 euro l’anno per un non autosufficiente contro una media Ue di 584), ma soprattutto di politiche serie sui servizi domiciliari e su prestazioni davvero universali. Qui siamo solo alla propaganda". Lo dichiara Marco Furfaro, capogruppo in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale del Pd.
“Invece di dare più risorse per il trasporto pubblico locale e per la sicurezza stradale la priorità del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti guidato dal Ministro Salvini è scaricare sui comuni con la nuova direttiva una valanga di nuove procedure burocratiche che produrranno un unico risultato: rendere più complicato e difficile il lavoro dei Sindaci di ogni colore politico impegnati per salvare le vite sulle strade. In questo modo il Ministro Salvini non agisce contro il Sindaco Lepore o contro le #città30 ma contro il diritto a una mobilità sicura per tutte e per tutti”.
Così il deputato democratico, Andrea Casu, complente della commissione trasporti della camera.
Mercoledì question time PD a Calderone
Mercoledì prossimo al Question time in Commissione Lavoro chiederemo al Governo di vincolare gli incentivi su automotive alla salvaguardia dei livelli occupazionali degli stabilimenti Stellantis. Non un posto di lavoro va perso e il ministro Calderone deve dare risposte certe su questo punto che è decisivo.
Così la deputata Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd e tutti i componenti dem della commissione Lavoro della Camera Arturo Scotto, Emiliano Fossi, Chiara Gribaudo, Mauro Laus, Marco Sarracino.
“Apprendiamo con sconcerto l’eventualità annunciata da Tavares di ridurre i posti di lavoro di Stellantis a Mirafiori e Pomigliano d’Arco se non arriveranno incentivi statali all’auto elettrica.
C’è un evidente problema nel nostro Paese e in Regione Piemonte di classe dirigente politica che non è in grado di assicurare piani industriali e accordi seri che garantiscano la produzione industriale e i posti di lavoro” così la deputata democratica, vicepresidente del Pd, Chiara Gribaudo. “Dalla nascita di Stellantis - aggiunge la deputata - si è osservato un continuo ridimensionamento della forza lavoro negli enti centrali di Mirafiori, migliaia sono i posti di lavoro già persi tra gli impiegati della ex Fiat senza contare l'impatto devastante su tutto l'indotto.
Ora queste minacce sugli stabilimenti produttivi sono inaccettabili.
La politica di Stellantis ha portato ad aprire fabbriche in Marocco e minaccia di chiuderle in Italia, tutto questo in Francia non avviene perché lo stato è presente direttamente e indirettamente nel definire le politiche industriale del settore automobilistico.
Il governo del Made in Italy si attivi immediatamente per conoscere le vere intenzioni di Stellantis e il Presidente Cirio alzi la voce visto che è il coordinatore delle regioni al tavolo nazionale. Entrambi facciano quanto in loro potere per garantire il milione di veicoli prodotti in Italia promesso a suo tempo”.
Se è vero che la cucina italiana sia nel mondo universalmente apprezzata, è altrettanto vero che sono altre le priorità che dovremmo affrontare riguardo il comparto agricolo, come vediamo dalla mobilitazione in diverse città italiane di questi giorni. Per sostenere le eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare è necessario implementare politiche strutturali in grado di incidere direttamente sul settore intero. Mi riferisco a scelte come quelle di continuare a finanziare il fondo per le eccellenze istituito nel 2022 dal Governo Draghi, allo scopo di promuovere i settori della ristorazione e della pasticceria italiani, così come la difesa dall’italian sounding per superare le contraffazioni dei marchi. Oppure sostenendo il lavoro di promozione dei territori grazie al turismo enogastronomico, come stanno facendo diverse regioni. Serve una visione di sistema per un settore che rappresenta una nostra eccellenza e non un premio che sembra più una strumentalizzazione della cucina italiana quale segnale distintivo di questo governo, il food come identificante nazionalpopolare. Condanniamo fermamente questa tendenza della maggioranza ad appropriarsi della cultura, dei simboli e dei meriti italiani. È la cifra ideologica di questo governo, che necessita continuamente di ergersi a baluardo della difesa dell’italianità, nascondendo in questo modo tutte le sue assenze.
Avrei suggerito al governo Meloni di mettere in campo proposte su un tema di forte rilevanza, come quello dell’alimentazione che ci parla di disuguaglianze nell'accesso alle risorse e alla tutela della salute, alla qualità degli alimenti e la necessità di rendere consapevoli sull’importanza delle scelte le giovani generazioni. Sono sei milioni le persone residenti nel nostro Paese e con almeno 16 anni in condizioni di povertà alimentare, sono stati nel 2021 200.000 under 16; si tratta di ragazzi e bambini che non sono stati in grado di consumare una adeguata quantità frutta e verdura e di fare un pasto completo almeno una volta al giorno. Per questo voglio ricordare anche alcune splendide testimonianze di una cucina sociale e solidale come le cucine popolari di Bologna o realtà come PizzaAut a Cassina Dè Pecchi e Monza o Planet Aut nel mio comune, Casalgrande, grazie alle quali ragazzi autistici possono mettersi in gioco aiutando noi tutti ad abbattere un muro di pregiudizi. Queste esperienze devono trovare la giusta valorizzazione. Va premiata la solidarietà, l’inclusione e l’innovazione, non solo la qualità.
Lo dichiara il deputato democratico Andrea Rossi, intervenendo in Aula durante la dichiarazione di voto.
“Siamo stanchi delle frottole del governo e della destra sui dati dell’occupazione nel mese di dicembre. Sono trionfalismi fondati sul nulla. Quella che cresce e’ l’occupazione a termine. E dunque precaria e intermittente. Lo dice l’Istat: aumentano dello 0,7 i contratti a termine, diminuiscono quelli permanenti dello 0,5, scende il lavoro femminile. Sono numeri incontestabili. Consiglio alla destra di riprovarci il mese prossimo”. Così il capogruppo del Pd nella commissione lavoro della Camera, Arturo Scotto.
“Apprendiamo dai media che il Presidente La Russa, avrebbe notizia che in Italia vi sarebbero detenuti “al guinzaglio”. Si tratta di una dichiarazione molto grave a cui auspichiamo seguirà una denuncia circostanziata” Così la responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani che sottolinea: “non vogliamo minimamente credere - aggiunge Serracchiani - che il presidente del Senato intervenga in questo modo solo per difendere a testa bassa l’amico Orban. Sarebbe ancor più sgradevole, dal momento che questa sua dichiarazione avviene proprio nel giorno in cui il parlamento ha lungamente dibattuto sulla condizione carceraria italiana evidenziando l’emergenza umanitaria che si vive in molti istituti dove, per colpa dell’inerzia del governo, sono fermi gli investimenti per rinnovare l’edilizia carceraria, rilanciare i progetti per la rieducazione e il lavoro in carcere, potenziare gli organici e incentivare le misure alternative alla pena e le pene sostitutive”.
“Oggi il lungo percorso di ascolto sull'istituzione di un servizio di supporto psicologico nelle scuole e nelle università sbarca finalmente in Commissione e continua con le audizioni informali. Tre proposte di legge che uniscono diversi partiti nel comune intento di dare sostanza ad un servizio già presente negli altri paesi europei, assente in Italia, e la cui esigenza ci viene proprio da quelle comunità studentesche che, soprattutto dopo la pandemia, si sono mobilitate per reclamare il diritto al benessere psicologico. Sono fiduciosa che la discussione in Commissione verrà finalizzata in un testo unico e che poi possa terminare l'iter legislativo, avviando una potente innovazione nei luoghi di formazione del nostro Paese." Così Rachele Scarpa, deputata Pd e responsabile nazionale "Giovani e Salute" per il Partito Democratico, dichiara: "
"La proposta di legge che ho presentato è stata firmata da colleghi e colleghe del Pd, di AVS e del M5S, ed è frutto di un lavoro che ha visto l'impegno delle associazioni studentesche più rappresentative del Paese, Rete degli Studenti Medi e Unione degli Universitari, e del Sindacato Pensionati Italiani. Un lavoro che cominciò con un questionario sui disagi emersi durante la pandemia, con 30mila risposte e risultati drammatici, e che si è concretizzato con una proposta di legge. Un lavoro importante, collettivo e nazionale, che ci auguriamo veda la luce presto.
“Siamo francamente sconcertati dalla nota di Ferrovie dello Stato che a poche ore dall’incidente in cui ha perso la vita un operaio a Chiari parla di ‘indebito attraversamento dei binari’. Sarà la magistratura a fare luce su questo tragico incidente ma scaricare subito la colpa su un cittadino morto mentre stava lavorando e quindi non in grado di poter spiegare la dinamica è francamente squallido ed indegno per un’azienda di Stato”. Così il deputato Pd in Commissione Lavoro Emiliano Fossi.
Governo non ha mosso un dito per l’Automotive
“Dopo un anno e mezzo di Governo stiamo ancora aspettando un piano industriale per il Paese da parte di Meloni, un’idea per tutelare e rilanciare l’occupazione in Italia. Non hanno mosso un dito per fermare la delocalizzazione delle produzioni all’estero o attrarre nuovi investimenti per creare nuovi posti di lavoro. A pagare il prezzo piú alto sono le lavoratrici e i lavoratori di territori come il Piemonte, che vedono ormai completamente svuotata la propria vocazione storica di area industriale in particolar modo per quel che riguarda l’automotive.” denuncia Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito democratico.
“Veniamo da cinque anni disastrosi di giunta Cirio che non ha mai tutelato gli interessi piemontesi e difeso il lavoro.” - aggiunge la deputata dem - “Il Governo Meloni sta proseguendo su questo solco. Allora la domanda è molto semplice: come intendono tutelare la componentistica, attrarre gli investimenti delle nuove Gigafactory di produzioni elettriche, riattivare la produzione di veicoli che stanno tornando ad investire in Europa?”
“La crisi del settore sta producendo un dramma sociale in Piemonte. E il tempo delle chiacchiere è finito. Cara Presidente non sei più all’opposizione.” Ha concluso Chiara Gribaudo.
“La propaganda di fake news del governo continua senza sosta. L’Inps, che dopo un’ora smentisce i dati resi noti dalla ministra del Lavoro sugli assegni realmente versati del nuovo reddito di cittadinanza, è un fatto gravissimo mai accaduto prima d’ora. I 450 mila nuclei familiari che, secondo Marina Calderone, avrebbero ricevuto il sussidio sono invece molti di meno, ovvero soltanto 287 mila. Siamo di fronte ad una destra irresponsabile che da i numeri sulla pelle dei poveri e che, nonostante le nostre interrogazioni parlamentari, non ha ancora reso dati certi sui reali beneficiari del nuovo assegno di inclusione”. Lo dichiara il il deputato dem Emiliano Fossi, componente della commissione Lavoro e segretario Pd Toscana.
“La destra dovrà confrontarsi con la proposta avanzata dal Pd per la pace in Medio Oriente. Innanzitutto il cessate il fuoco: serve per liberare gli ostaggi e fermare la carneficina a Gaza. L’unica pace possibile passa per il riconoscimento europeo dello stato di Palestina che conviva in sicurezza con Israele. Si può e si deve far tacere le armi e restituire la parola alla diplomazia. Il governo italiano non faccia la bella statuina”. Così il deputato del gruppo parlamentare del Pd, Capogruppo in commissione lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
Finalmente in commissione affari sociali alla Camera è stata calendarizzata la proposta di legge del partito democratico che chiede di riconoscere la figura del caregiver familiare. È un fatto importante perché aprirà una discussione profonda con le altre forze politiche su quella che riteniamo essere una vera e propria emergenza sociale. Una proposta che nasce dalla necessità di dare un sostegno a più di 2,8 milioni di persone in Italia che per ragioni affettive, per scelta o per necessità, si prendono cura dei propri cari non autosufficienti. Un caregiver familiare spesso vive le conseguenze di questa sua scelta a livello professionale, in termini di assenza al lavoro, ad esempio, o nelle limitazioni della vita sociale. Per questo è urgente riconoscere queste figure e sostenerle anche dal punto di vista economico. La calendarizzazione è un primo passo e le prossime settimane saranno decisive per una legge decisiva per la vita di milioni di persone. Lo afferma Marco Furfaro della segreteria nazionale PD e capogruppo in commissione affari sociali.