"Il Governo Meloni assiste inerme al progressivo impoverimento di capacità produttiva degli stabilimenti italiani di Stellantis che sono abbandonati al loro destino. Per questo motivo abbiamo presentato una interrogazione al Ministro Urso per sapere quali iniziative intende assumere soprattutto in vista del tavolo del 6 dicembre al fine di salvaguardare il futuro produttivo dello stabilimento di Pomigliano e avere adeguate garanzie sui modelli che verranno realizzati a tutela dei livelli occupazionali". Lo chiedono in una interrogazione presentata alla Camera i deputati Pd Marco Sarracino, Arturo Scotto, Chiara Gribaudo, Emiliano Fossi e Mauro Laus della commissione Lavoro e Cecilia Guerra della Segreteria nazionale.
"Abbiamo appreso, nel corso del vertice Italo-Serbo dalle parole del premier serbo, Aleksander Vucic, nell’ambito dell’incontro con la Presidente del consiglio Giorgia Meloni, che presso lo stabilimento di Kragujevac - scrivono gli esponenti dem - dove attualmente si produce la 500L, Stellantis trasferirà la produzione della Panda elettrica. Si tratta di una notizia molto impattante per l’automotive italiano, in quanto aumentano le incertezze sul futuro in particolare dello stabilimento di Pomigliano. Il prossimo 6 dicembre è previsto il tavolo con l’azienda sul futuro degli stabilimenti Stellantis in Italia, tavolo più volte rinviato. Le organizzazioni sindacali hanno già sollevato preoccupazioni e timori - ricordando i parlamentari Pd - rispetto ad un annuncio non solo inusuale nella modalità ma preoccupante nel merito".
“Domani chiederemo al Parlamento di non ammutinarsi sul salario minimo. Non esiste che si scelga la strada di una delega peggiorativa al governo che cancella la soglia dei 9 euro, ammazza la contrattazione collettiva, introduce le gabbie salariali. Faccio un appello ai colleghi del centrodestra: cambiate strada, ritirate la delega e confrontiamoci nel merito senza pregiudizi. Sarebbe un errore rinunciare al motivo per cui siamo stati eletti: legiferare. Così invece stiamo mettendo tutto nelle mani dell’esecutivo. Siamo rappresentanti del popolo, non degli schiacciabottoni”. Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione lavoro Arturo Scotto.
Lo scrive su X Arturo Scotto, capogruppo Pd commissione Lavoro
La nomina del generale #Vannacci a capo di Stato maggiore sembra una vera e propria partita di giro interna alla destra. Per toglierlo da eventuali competizioni elettorali future. Promuovere per rimuovere, insomma. Peccato sia un gioco cinico sulla pelle delle istituzioni.
“Dal dipartimento sport del Partito Democratico, in occasione del primo evento nazionale “Diritto allo sport!” svoltosi oggi a Prato, viene pressante la richiesta di risorse, con emendamenti alla legge di bilancio, per società sportive a sostegno dell’impatto della riforma del lavoro sportivo, e un fondo dedicato per il ripristino degli impianti nelle zone alluvionate. Inoltre, una proposta di legge per il pieno utilizzo delle palestre scolastiche per le società sportive in orario extracurricolare, il credito di imposta come strumento per far emergere e normare le iper-fatturazioni per sponsorizzazioni e, presto, il deposito di una proposta di legge per la riforma del sistema elettorale delle federazioni sportive”.
Così Mauro Berruto, responsabile Sport del Pd
Grande successo del primo incontro nazionale del dipartimento sport del Partito Democratico, “Diritto allo sport!” oggi a Prato.
Il saluto della segretaria Elly Schlein, del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del Sindaco di Prato Matteo Biffoni e poi 4 ore filate di idee, proposte di legge e interventi delle sei donne e sei uomini che compongono il dipartimento sul rapporto fra sport e lavoro, salute, ambiente, sud, equità di genere, diritti, disabilità, enti locali, scuola e cultura.
A guidare, dal palco del teatro “Il Garibaldi”, l’On. Mauro Berruto, già CT della nazionale maschile di volley, oggi parlamentare e responsabile delle politiche per lo sport del Partito Democratico che ha raccontato il lavoro fatto nel 2023 e indicato l’agenda 2024. Oltre 200 persone in sale in rappresentanza di società (fra cui quelle che hanno concretamente aiutato a Prato e Campi Bisenzio durante l’alluvione” enti di promozione, federazioni e tanti militanti. La registrazione dell’evento sarà presto disponibile sui canali social del Partito Democratico.
Dichiarazione di Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro
Oltre duemila licenziamenti in Alitalia sono il segnale evidente di una dismissione e non di un rilancio della compagnia di bandiera. Chiediamo al Governo di convocare un tavolo immediatamente per salvare i posti di lavoro.
Il deputato Pd Marco Furfaro ha presentato una interrogazione urgente al ministro del Lavoro e delle politiche sociali
“Chiediamo al ministro del Lavoro di chiarire tutta la vicenda legata all’acquisto dell’appartamento di quasi 200 mq a soli 469 mila euro (praticamente la metà del valore di mercato) in una zona esclusiva di Roma da parte dall’allora on. Claudio Durigon, quando era in affitto per conto dell’Unione Generale del Lavoro (Ugl)”. A chiederlo è il deputato del Pd Marco Furfaro, che ha presentato una interrogazione urgente al ministro Marina Calderone. “E da chiarire – aggiunge Furfaro- non c’è solo l’acquisto dell’appartamento, ma anche la ristrutturazione dello stesso immobile per oltre 30mila euro”. Per Furfaro, “dagli atti pubblicati, risulterebbe che i lavori di ristrutturazione sarebbero stati pagati dalla fondazione Enpaia, l’ente previdenziale degli addetti all’agricoltura prima che Durigon entrasse nell’appartamento, all’epoca solo vicesegretario dell’Ugl e qualche mese dopo sottosegretario al Lavoro del governo Conte I” . Nell’interrogazione, si legge anche che “la cifra complessiva delle fatture pagate nel 2018 alla ditta edile Sama per i lavori effettuati è pari a 33mila euro. I documenti ottenuti da organi di stampa rivelano anche che l’azienda ha applicato uno sconto, così Enpaia ha dovuto versare solo 27mila euro; in un secondo momento, nel 2022, l'onorevole Duringon ha acquistato tale immobile da Enpaia con il 30 per cento di sconto grazie all’operazione di dismissione immobiliare dell’ente di cui hanno beneficiato diversi politici, oltre allo stesso Durigon. Da un punto di vista formale – prosegue l’interrogazione- l’ente ha le delibere che hanno permesso a Durigon di comprare l’appartamento con la scontistica in ordine, i nuovi documenti ottenuti dimostrano ancora -quantomeno- l’inopportunità della condotta. Per Furfaro, infatti “lo sconto del 30 per cento è stato garantito agli inquilini da almeno 36 mesi degli immobili Enpaia mentre dagli atti pubblicati risulta che l'onorevole Durigon sia entrato in quella casa nel 2017 in qualità di vicesegretario dell’Ugl e che il sindacato si sia intestato il contratto di affitto e ha pagato le mensilità. Un anno dopo però Durigon è stato nominato sottosegretario al Lavoro nel governo Conte I e nonostante questo l’affitto è rimasto, però, in capo ancora a Ugl, che ha continuato a pagare ogni mese”. “La situazione è comunque parecchio confusa – aggiunge Furfaro- perché Enpaia è sotto la vigilanza del ministero del Lavoro, in particolare dell’ufficio sul quale ha le deleghe da sottosegretario l'onorevole Durigon.”Per l’esponente del Pd si tratta di “una vicenda con molti punti da chiarire e per questo ho chiesto al ministro Calderone di fare chiarezza al fine anche di tutelare la trasparenza delle azioni del proprio dicastero".
“Buon lavoro a Eugenio Patanè, assessore di Roma Capitale, chiamato da oggi a guidare il nuovo gruppo di lavoro europeo per la mobilità e i trasporti. Un riconoscimento importante per l’Italia e per la Capitale e che premia il lavoro che al fianco del Sindaco Gualtieri sta portando avanti per potenziare il trasporto pubblico locale e garantire il diritto alla mobilità di tutte e di tutti”.
Lo scrive su X Andrea Casu, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
“Il lavoro cooperativo e il lavoro di cura sono essenziali e - come ci hanno dimostrato durante il covid - sono assi portanti del nostro sistema economico e anche del nostro sistema di welfare. Sistema che ogni giorno vede questa maggioranza indebolirlo attraverso provvedimenti che colpiscono sempre i più fragili e i più deboli. Abolizione del reddito di cittadinanza, abolizione del fondo affitto e contro la morosità incolpevole, tagli al fondo per la disabilità, zero euro per i non autosufficienti e condizioni di lavoro sempre più al ribasso a causa di gare di appalto senza regole minime. Per questo, di fronte alle difficoltà, è importante valorizzare quotidianamente lavoratori e lavoratrici, imprese e associazioni di categoria che attraverso il loro impegno e il loro lavoro restituiscono il senso dell'impegno e della solidarietà ad una comunità che, con la pratica e la cooperazione, sa come si costruisce inclusione e sa non lasciare indietro nessuno. Il governo purtroppo ha deciso di privilegiare le rendite per umiliare invece il sociale”. Lo ha dichiarato Marco Furfaro, capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale, intervenendo all’assemblea nazionale dei delegati di Legacoopsociali.
“La prosecuzione dell’attività della Holostem di Modena, centro di ricerca per lo sviluppo, la produzione, la registrazione e la distribuzione di prodotti per terapie avanzate basati sulle colture di cellule staminali, dopo l’acquisizione del 65% della stessa da parte della Fondazione Enea Tech e biomedical, controllata del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è una buona notizia ma non esaustiva delle urgenze e delle necessità. Il tema non è solo aprire il centro di medicina rigenerativa Stefano Ferrari e Holostem ogni mattina e conservare, il pur legittimo posto di lavoro, a tecnici e ricercatori ma che l’attività svolta di entrambe le realtà possa continuare a dare certezze e speranze a migliaia di bambini e adulti farfalla e alle loro famiglie attraverso l’evoluzione della terapia genetica a partire dall’utilizzo di un farmaco, l’Holoclar, autorizzato in ambito europeo, prodotto a Modena. Occorre dunque uscire da una situazione di vaghezza e dare concretezza operativa, con adeguate risorse a disposizione, alla fase del trapasso della governance aziendale e all’avvio del nuovo piano industriale. Le risposte ricevute questa mattina, in Aula alla Camera, dal Governo, a seguito di una interpellanza urgente firmata insieme alla collega Guerra e ad altri deputati del del gruppo del Pd, sono un primo importante passo per la continuità non fugano i dubbi sul percorso e sui tempi rispetto agli impegni assunti. Serve di più. Perché si può tergiversare su tutto ma non sulla sofferenza delle persone e dei bambini in modo particolare. È a loro che occorre dare risposte lontano da logiche di parte. Per questo continueremo a vigilare perché il tempo non passi invano e si continui a lavorare, nella nuova azienda, a Modena per rispondere agli interessi generali della collettività e a garantire il diritto alla salute di tanti concittadini. Un Paese civile non può non investire in ricerca perché le malattie possono essere anche rare ma ciò che non può essere raro è l’impegno dello Stato”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
“Nel click day per il Bonus trasporti solo una parte di richieste e' giunta a buon fine, tante le persone rimaste in attesa si sono trovate di nuovo di fronte ai fondi già finiti. L’ennesima presa in giro del Governo, che invece di stanziare finanziamenti spot che svaniscono nel giro di poche ore, deve trovare il modo per rendere strutturale questa misura. Bisogna inserire fondi organici affinché chi va a scuola e a lavoro e si sposta con i mezzi pubblici abbia la possibilità di farlo senza gravare ulteriormente su un bilancio familiare messo a dura prova dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi. Il bonus trasporti non deve essere un diritto per i più veloci, per chi clicca prima, ma deve essere garantito a tutti quei cittadini, studenti e lavoratori che hanno bisogno di spostarsi con i mezzi per andare a lavoro e a scuola
Occorre farlo stanziando i fondi necessari e allargando la misura alle famiglie al di sotto dei 35.000 euro di reddito come accadeva fino al 2022. Oggi una nuova brutta figura del Governo che ha dimostrato di non considerare la mobilità dei cittadini un obiettivo da sostenere con i fatti”. Lo dichiara Valentina Ghio vicecapogruppo PD alla Camera e componente della commissione Trasporti di Montecitorio.
“Oggi si apre la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, a Dubai. Si tratta del primo vero banco di prova dell’accordo sul clima di Parigi, adottato con l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, puntando a un più ambizioso limite di 1,5°C. Sappiamo già che non siamo sulla buona strada per limitare il riscaldamento globale e che è richiesto un maggiore impegno per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. E sappiamo quanto i cambiamenti climatici e gli eventi estremi che ne derivano siano impattanti per un settore fondamentale come l’agricoltura, che è economia, ma anche salute, salvaguardia del territorio, cibo e vita”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari, in un commento sull’HuffingtonPost.
“Investire nei sistemi agroalimentari e nelle zone rurali - aggiunge - crea la soluzione concreta per affrontare gli impatti della crisi climatica. Questa non è una novità ma una sfida che in primis la Fao lancerà alla Cop28. ‘La crisi climatica e quella alimentare sono inseparabili’, dirà il direttore generale QU Dongyu. Parole d’ordine e temi su cui da tempo ci battiamo come Partito Democratico e che porremo ancora con forza a partire dal lavoro in commissione Agricoltura. Parole che abbiamo ribadito ieri per bocca della nostra segretaria Elly Schlein al Congresso della Cia, una delle più importanti organizzazioni di agricoltori del nostro Paese, il cui titolo era ‘Salvare l’agricoltura per salvare il futuro’. Per parte nostra - conclude - continueremo a stimolare il governo che non investe in questa sacrosanta direzione nella manovra finanziaria e vigileremo sui bandi e sui fondi del Pnrr perché a questo devono servire e perché non siano l’ennesima occasione sprecata”.
“Il governo non può stare alla finestra mentre giorno dopo giorno prendiamo atto della volontà di Mittal di sfilarsi da ogni impegno assunto sull’ex Ilva. Fatto ancor più grave poiché abbiamo anche perso i fondi del Pnrr destinati alla riconversione dello stabilimento di Taranto. Occorre un immediato e serio intervento per salvare il più importante polo siderurgico, tutta la filiera dell’acciaio e i posti di lavoro, e accelerare sulla conversione ecologica. Senza questa operazione il governo Meloni sarà ricordato come il complice di un disastro economico, occupazionale e ambientale”.
Così il capogruppo del Partito Democratico in commissione Attività produttive alla Camera, Vinicio Peluffo.
“Il ministro Fitto deve venire urgentemente in Aula a riferire su quanto sta avvenendo all’ex Ilva. E’ una follia che il Parlamento non venga informato. La situazione sta ormai assumendo dei contorni inquietanti, che sembrano prefigurare addirittura l’ipotesi di messa in liquidazione del più grande polo siderurgico europeo. Fitto deve spiegare cosa ha promesso a Mittal, dalla stampa sembra oltre 4 miliardi per la decarbonizzazione, senza però ottenere in cambio nessun impegno e, soprattutto, il ministro deve motivare il perché il governo non dà indicazioni al socio Invitalia per convertire il prestito e nazionalizzare l’azienda. La nazionalizzazione dell’azienda è oggi l’unica soluzione per allontanare un socio che da sempre non ha alcun interesse a garantire la continuità aziendale, salvare il comparto siderurgico e posti di lavoro e avviare una reale decarbonizzazione. In assenza di questi passaggi il governo sarà responsabile della più grande crisi industriale e lavorativa che questo Paese ricordi dal Dopoguerra”.
Così il deputato democratico, Claudio Stefanazzi, intervenendo nell’Aula della Camera sull’ordine dei lavori.
“Nei rapporti tra governo Meloni, ex Ilva e città di Taranto - ha aggiunto - sembra emergere un percorso predefinito verso un ineluttabile destino e cioè quello in cui Mittal chiude il suo più grande concorrente in Europa e, attraverso la ridistribuzione delle quote acciaio, diventa sostanzialmente monopolista. Prima il definanziamento da parte del ministro Fitto delle risorse contenute nel Pnrr che avrebbero dovuto garantire la decarbonizzazione. Poi l’incomprensibile passaggio di consegne tra il ministro dello Sviluppo economico e lo stesso Fitto, già oberato da tanti dossier. Poi il famoso memorandum, ancora oggi segreto, e sottoscritto senza in coinvolgimento di Invitalia; infine l’assemblea di due giorni fa in cui Mittal ha sostanzialmente annunciato che non intende partecipare all’aumento di capitale sociale. A metà di ottobre il presidente Bernabè, audito alla Camera ha ricordato che in questo momento Ilva non ha nemmeno la caparra per poter rinnovare il contatto per la fornitura di gas. Se l’azienda non ottiene rapidamente 300 milioni di euro non è in grado di assicurarsi la fornitura di gas e non può neanche far fronte ai debiti accumulati, a cominciare dagli oltre 200 milioni che deve alla Snam. Questo ha già prodotto ripercussioni clamorose rispetto al piano annunciato all’inizio dell’anno. Probabilmente Ilva - ha concluso - chiuderà il 2023 con una produzione inferiore ai 3 milioni di tonnellate, e cioè con il 75% in meno di quello che aveva previsto come target. Non c’è più tempo da perdere”.
Fino a quando anche un solo bambino sarà costretto a crescere dietro le sbarre di un carcere o di un Icam sarà giusto dare battaglia per evitarlo". Lo ha detto la deputata Michela Di Biase, capogruppo Pd in Commissione Infanzia e Adolescenza, durante la presentazione del libro di Paolo Siani "Senza colpe. Bambini in carcere" presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati.
"È fondamentale raccogliere il lavoro parlamentare fatto da Paolo Siani nella passata legislatura per superare la reclusione dei minori con madri detenute - ha aggiunto Di Biase - ma la grande difficoltà è che oggi il Governo ha varato un decreto addirittura peggiorativo, che elimina l'obbligo di rinvio della esecuzione della pena per donne incinte o madri con minori di un anno. Un irrigidimento che evidenza la precisa volontà di colpire gli ultimi e che - ha concluso Di Biase - mette in discussione il principio di tutela dell'interesse superiore dei bambini".