Dichiarazione di Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro
“Non so chi siano le fonti del Cnel che citano una mia dichiarazione. Sarei curioso di conoscerle. Quello che è chiaro a tutti è che da quando è stata cambiata la legge, ovvero dal 2011, al Cnel non è mai stato commissionato un lavoro così impegnativo e politicamente delicato su una proposta di legge dell’opposizione che riguarda la vita di milioni di persone. Non aver trovato- o forse non aver cercato l’unanimita’ - è un problema enorme. Perché un organo che ha rilevanza costituzionale e che ha come funzione quella di consulenza del Governo e del Parlamento, deve essere avvertito come la casa di tutti e non di una parte.”
“La destra usa il Cnel per dire No al salario minimo. Non hanno il coraggio di farlo alla luce del sole e si rifugiano dietro organismi di rilevanza costituzionale che andrebbero preservati da strumentalizzazioni politiche. Questo accade nel giorno in cui il Cnel si spacca, fatto senza precedenti nella storia. La proposta di rinvio del salario minimo in Commissione - visto che è previsto il voto il 17 ottobre in Parlamento dopo due mesi di rinvio - è una fuga vigliacca dal Paese reale e dalla crisi del potere d’acquisto di milioni di persone. Per noi rinviare ancora è semplicemente irricevibile”.
Lo dichiara il capogruppo del Partito Democratico in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"La destra non si nasconda dietro la decisione del CNEL sul salario minimo, organismo che tra l’altro risulta spaccato e diviso. Il luogo in cui affrontare questa discussione è il Parlamento. La maggioranza venga in aula la prossima settimana e ci dica cosa intende fare nei confronti della nostra proposta di legge sottoscritta da migliaia di cittadini. Una proposta che parla ad oltre tre milioni di lavoratori e che affronta in maniera seria il problema del lavoro povero, fissando una soglia minima a 9 euro l’ora sotto la quale non parliamo più di lavoro ma di sfruttamento". Così il deputato e membro della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
“L’11 novembre in piazza per difendere diritto alla cura”
Ieri abbiamo espresso la nostra contrarietà alla Nota di aggiornamento di Economia e Finanza perché ancora una volta ha evidenziato la mancanza di volontà di questo Governo di occuparsi dei bisogni dei cittadini: non contiene elementi di miglioramento delle condizioni economiche e sociali di famiglie e imprese. Solo interventi corporativi, di corto respiro. Nessuna misura strutturale sul lavoro, zero provvedimenti significativi sul sostegno agli affitti e alle spese di scuola e formazione. Soprattutto una diminuzione della spesa sanitaria sulla quale diversi osservatori hanno evidenziato forte preoccupazione.
Con questa Nadef il Governo ha scelto di non occuparsi dei 5 milioni di persone che hanno rinunciato a curarsi perché non possono permettersi il costo del privato, ha scelto di non impegnarsi per diminuire le liste d'attesa e incrementare il personale sanitario. Per queste ragioni l'11 novembre scenderemo in piazza per tutelare il diritto alla cura e la sanità pubblica per tutte e tutti.
Così la vicecapogruppo Pd alla Camera, Valentina Ghio.
“Il governo oggi ha mortificato il lavoro del Parlamento stravolgendo il testo base del progetto di legge sull’imprenditoria giovanile che, dopo gli esami degli emendamenti, era stata votato all’unanimità in commissione. Stralciati 10 articoli su 18 e gli altri 8 articoli sono stati modificati anche in modo sostanziale, snaturando di fatto l’impostazione iniziale del provvedimento. Soppresse quelle parti che prevedevano significativi investimenti e risorse per la promozione e il consolidamento dell’imprenditoria giovanile con il taglio netto da 100 a 15 milioni per gli stanziamenti. Siamo alla farsa. Da una parte il governo e il ministro Lollobrigida si sperticano, tutti i giorni, in roboanti dichiarazioni sulla centralità del comparto agricolo e sulla necessità di favorire le nuove generazione e poi di fronte a provvedimenti che vanno in tale direzione arriva il Mef con Giorgetti e la sottosegretaria Albano che impediscono che ciò si realizzi perché non ci sono le coperture finanziare per poterlo fare”.
Lo dichiarano con una nota le deputate e i deputati Pd della commissione Agricoltura della Camera, Stefano Vaccari, Antonella Forattini, Stefania Marino e Andrea Rossi.
“Dal governo delle chiacchiere - aggiungono - non ci si poteva aspettare altro tanto che comprendiamo lo stupore dei deputati di centrodestra che appresa la notizia del taglio hanno cercato di manifestare invano il loro disagio e imbarazzo. Un precedente pericoloso che mette in discussione la centralità del Parlamento rispetto ai poteri dell’Esecutivo. Una situazione intollerabile - concludono - con i parlamentari di centrodestra costretti a fare i passacarte di Palazzo Chigi”.
Non c’è giorno che il nostro Paese non ricorra all’intervento della Protezione Civile e ne apprezzi il lavoro svolto con dedizione e professionalità. Grazie al presidente Sergio Mattarella che, interpretando un sentimento diffuso, ha deciso di assegnare la medaglia d’oro al valor civile al Dipartimento di Protezione Civile. E grazie a Fabrizio Curcio che guida una squadra di donne e uomini, coordinando tante organizzazioni e tanti volontari che si mettono al servizio delle necessità e delle emergenze con grande spirito solidaristico nell’interesse generale delle collettività. Spesso ci si ricorda di queste persone solo dopo una missione od un intervento. Per questo il riconoscimento attribuito dal Capo dello Stato assume ancor più valore ed importanza perché segna la storia e la vita quotidiana di questo comparto così decisivo per la vita del nostro Paese.
Lo dichiara il deputato Pd Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera.
"La fotografia di Gimbe sullo stato della sanità italiana certifica il valore dell’enorme lavoro fatto in questi anni dalla Regione Puglia, che oggi la porta a figurare tra le pochissime regioni meridionali ad adempiere a tutti i livelli essenziali di assistenza, nonostante, occorre sottolinearlo con forza, un commissariamento de facto che da quasi vent’anni impedisce investimenti e nuove assunzioni.” Così i deputati dem Claudio Stefanazzi, Marco Lacarra e Ubaldo Pagano, commentando il sesto Rapporto sul SSN della fondazione Gimbe presentato oggi presso la sala Capitolare del Senato.
“Ovviamente i veri protagonisti di questo successo sono i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari che quotidianamente si sacrificano per rispondere adeguatamente ai bisogni di salute dei pugliesi e che più di chiunque altro soffrono la gravissima carenza di personale nella nostra Regione. Basti pensare che a sostanziale parità di abitanti con Toscana ed Emilia-Romagna, i primi possono contare su 16.000 operatori in più e i secondi su quasi il doppio del personale pugliese. Crediamo che il ministero della Salute debba finalmente prendere atto dell’eccezionalità di questi risultati e rimettere la nostra Regione in condizioni di parità con le altre, cancellando tutti quei vincoli che immotivatamente ci impediscono di migliorare le strutture e i servizi offerti ai cittadini”, concludono.
“Dal '92, il 10 ottobre, il benessere mentale e psicologico torna nel dibattito pubblico. Quest'anno, però, non se n'è parlato solo in questa data per fortuna. Le nuove generazioni hanno rotto un tabu: oggi si può parlare serenamente anche di questo aspetto della salute individuale e collettiva, che deve avere piena dignità e il giusto spazio nel dibattito. Urge però ricordare che il lavoro politico e istituzionale, ancora ai suoi primi passi nell'implementazione di politiche opportune per la tutela della salute psicologica e psichiatrica, deve associare ai concetti di cura e salute anche quello di prevenzione e di promozione. In questi giorni è in discussione in commissione Affari Sociali la possibilità di istituire lo psicologo di base: un lavoro trasversale, che sta includendo proposte di tutte le forze politiche. Auguro che si possa trovare una sintesi coraggiosa nelle prossime settimane. Bisognerà però lavorare anche su altri ambiti, che sembrano eludere strettamente il tema della salute mentale e del benessere psicologico, ma che invece sono strettamente connessi. Penso ad esempio al lavoro di contrasto alla precarietà giovanile o a come i programmi scolastici possano giocare un ruolo nella formazione emotiva ed affettiva degli individui”.
Lo dichiara la deputata democratica, Rachele Scarpa.
Oggi più che ieri c’è l’esigenza di tutelare la redditività delle imprese agricole spesso condizionate nella fase della produzione da processi biologici e da fattori meteorologici. Per questo come Gruppo Pd, insieme ai colleghi Stefania Marino, relatrice del progetto di legge, Antonella Forattini e Andrea Rossi, siamo intervenuti con una serie di proposte emendative alla Camera, approvate dalla Commissione Agricoltura, al decreto legislativo 198/2021, che consentono ora di mantenere in equilibrio la fissazione dei prezzi e il rapporto tra fornitori e grande distribuzione, con una più puntuale definizione dei costi di produzione. Mai più dunque prodotti acquistati sotto costo dalla grande distribuzione rispetto ai costi effettivi di produzione.
Al tempo stesso con gli emendamenti Pd si è stabilito che la definizione di parametri di sostenibilità ambientale sociale ed economica di un prodotto non può prescindere dal rispetto dei diritti dei lavoratori a cominciare dalla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Spetterà infine al Ministero dell’Agricoltura promuovere campagne divulgative e programmi di comunicazione istituzionale volti a favorire una corretta informazione del consumatore sulla composizione e formazione dei prezzi dei prodotti agroalimentari ivi compresi i prodotti freschi.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
Presentata interrogazione al ministro Calderone firmata da Valentina Ghio, Vicepresidente gruppo Pd, Federico Fornaro e Luca Pastorino
"La siderurgia è un asset strategico per il nostro Paese e l’attuale situazione di Acciaierie Italia ci preoccupa molto, come evidenzia il record negativo di produzione dello scorso anno di 3 milioni e mezzo tonnellate di acciaio e le previsioni tutt’altro che rosee per il 2023, che dovrebbe chiudere con meno di 3 milioni di tonnellate di produzione.” Lo scrivono, in una interrogazione urgente alla ministro del Lavoro Calderone, i parlamentari del Pd Valentina Ghio, vicepresidente del gruppo alla Camera, Federico Fornaro e Luca Pastorino.
“Da mesi -sottolineano Ghio, Fornaro e Pastorino in una nota- i rappresentanti sindacali delle Acciaierie Italia, segnalano anomalie e carenze di manutenzione agli impianti, in particolare in quello dello stabilimento di Genova Cornigliano. Il 2 ottobre scorso, inoltre, i lavoratori dello stabilimento hanno scioperato manifestando la loro preoccupazione per il futuro dell'azienda e della siderurgia in Italia, anche alla luce di un non soddisfacente incontro con il Governo, e per chiedere la fine dell'utilizzo della cassa integrazione."
"Le stesse organizzazioni sindacali – si legge ancora nell’interrogazione del Pd- hanno denunciato delle irregolarità circa la gestione della cassa integrazione da parte di Acciaierie d'Italia, in particolare sarebbero state tramutate arbitrariamente le ferie programmate, varie assenze giustificate, nonché permessi retribuiti dei lavoratori in cassa integrazione, facendo così ricadere sullo Stato specifici oneri sociali a carico dell' Azienda." Gli esponenti del Pd hanno pertanto chiesto alla ministro del Lavoro “quali siano i risultati degli accertamenti dell'ispettorato nazionale del lavoro su tutti gli stabilimenti di Acciaierie Italia - predisposti dal giugno del 2022 dall'allora Ministro del Lavoro Andrea Orlando per verificare l'effettiva piena realizzazione degli investimenti effettuati dal governo Draghi - e i presupposti sulle cui basi l'azienda continua a beneficiare della cassa integrazione per i lavoratoro di Acciaierie d'Italia”. Inoltre, il Pd ha chiesto al ministro Calderone “quali ulteriori investimenti il governo Italiano preveda per tutelare un settore di interesse strategico come quello della siderurgia” .
"Il premio Nobel all’economista Claudia Golbin è una notizia importante per tutte le donne. Golbin ha studiato la genesi del gender gap, il divario di accesso al mondo del lavoro e la disparità salariale, aprendo la strada al superamento delle differenze tra uomo e donna."
Lo afferma su X la deputata del Pd Michela Di Biase.
“La diga, quella notte, fu scavalcata da un onda di oltre 100 milioni di metri cubi d’acqua, che spazzò di via gli insediamenti della valle. La frana del monte Toc era prevista e si sapeva che si sarebbe verificata. Alcuni operai assistettero alla frana dal parapetto della diga, perché sapevano che era in arrivo e furono essi stessi travolti. Gli errori di valutazione geologica furono fatali. Eppure il progetto della diga aveva più di trent’anni”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, che ricorda la tragedia del 9 ottobre del 1963.
“Ancora oggi - spiega Morassut- l’Italia manca di un efficace sistema di prevenzione del rischio idrogeologico, pur avendo risorse e strumenti. Occorre investire in personale qualificato e specializzato nei comuni e negli enti territoriali. Sostenere le autorità distrettuali nel lavoro di pianificazione. Invece il Governo, nel PNRR, riduce le risorse per la difesa del suolo e del rischio idrogeologico”.
“La raccolta di firme sul salario minimo che il Pd e le forze di opposizione stanno animando in tutte le piazze d’Italia rappresenta è una spinta formidabile per la battaglia che faremo in Parlamento il 17 ottobre per far passare la nostra legge. Palazzo Chigi, anziché nascondersi dietro il Cnel e alimentare fake news, dia una risposta seria a questa mobilitazione popolare”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
"Oggi è la Giornata Nazionale per le vittime incidenti sul lavoro. Una piaga per il nostro Paese. È una responsabilità che investe tutti. Servono più formazione, controlli più efficaci, cancellare scelte sbagliate come i subappalti a cascata. Serve un patto per il lavoro sicuro".
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
"Ogni due giorni 5 persone escono da casa per andare al lavoro ma non non tornano più. Non è una fatalità. Muoiono di precarietà, di incertezze, di assenza di sicurezza, per avere un reddito, qualunque esso sia, pur di provare a vivere. Ecco dove intervenire per un Paese civile. Lo scrive sui social il deputato Pd Stefano Vaccari dell'Ufficio di Presidenza della Camera in occasione della 73esima giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro.