Dichiarazione di Arturo Scotto, deputato Pd-Idp
Siamo impegnati per riaprire la discussione sulla lista dei lavoratori usuranti. E’ in corso di preparazione un’interrogazione per chiedere l’inserimento del lavoro marittimo nella lista, dopo anni in cui questo tema era stato completamente rimosso. La parificazione di chi naviga in mare ad altri mestieri con carichi di lavoro altrettanto stressanti sul piano fisico e psicologico dovrebbe essere una scelta scontata. Oggi non lo è. Aspettiamo risposte dal Governo dopo le promesse della campagna elettorale.
Dichiarazione di Rachele Scarpa
Deputata Pd
Ho partecipato oggi alla conferenza stampa di presentazione del Manifesto per il Ban delle molecole PFAS promosso da Greenpeace , Mamme no Pfas, ISDE, Pfas Land,CiLLSA, Medicina Democratica, Legambiente, per sostenere il loro lavoro e la loro richiesta.
Nessuna legislatura ha ancora mai affrontato seriamente la questione PFAS. È un tema ambientale ma anche un tema sanitario e sociale. In Veneto abbiamo avuto uno dei più gravi casi di contaminazione d’Europa, e l’Italia ha latitato per troppo tempo. Con la proposta di legge a prima firma Braga, che sono orgogliosa di aver sottoscritto, proponiamo di bandire la produzione e l'impiego degli PFAS, che già hanno lasciato un’eredità tossica irreversibile alle future generazioni.
In Veneto, da quando il problema è venuto fuori, sin dal 2013 abbiamo visto una grande mobilitazione e denuncia dal basso, che ora deve avere anche una rappresentanza e un riflesso nell’iniziativa parlamentare.
“Signor ministro, l’abbiamo ascoltata con attenzione, ma dalle sue parole si avverte nitidamente che il governo non ha ancora fatto tesoro delle parole di ieri a Palazzo Chigi di sindaci e rappresentanti del tavolo regionale per lavoro e clima. Il decreto approvato, che non sottovalutiamo, è un primo passo che raccoglie una parte delle proposte che arrivano direttamente dall'Emilia Romagna. Oggi avremmo voluto sentire anche gli altri passi da compiere, ma così non è stato. Ecco perché ci riteniamo solo parzialmente soddisfatti. Vogliamo poter credere che nei prossimi giorni avrete modo di riflettere meglio e vi consigliamo di ascoltare le richieste del territorio e tra le prime quella di nominare un commissario a cui affidare la responsabilità della ricostruzione in piena continuità con la gestione dell’emergenza già affidata al presidente Bonaccini. Serve un commissario che garantisca continuità e unicità di azione sia per l'emergenza che per la ricostruzione, che conosca il territorio, sia riconosciuto da esso e che sappia coinvolgere oltre alle istituzioni e ai portatori di interesse anche le migliori competenze tecniche e professionali in grado di contribuire ad un ridisegno innovativo dell’assetto del territorio e della difesa del suolo, per far diventare l’agricoltura protagonista di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e resiliente. Se la traiettoria di lavoro sarà questa noi del Pd ci saremo con grande spirito di collaborazione”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura, Stefano Vaccari, nel corso del Question time alla Camera, rivolgendosi al ministro Francesco Lollobrigida.
Illustrando l’interrogazione, il deputato dem, Andrea Rossi, aveva segnalato gli ingenti danni provocati dall’alluvione con devastazioni che hanno riguardato “oltre 5mila aziende agricole e allevamenti, per una produzione lorda pari a circa 1,5 miliardi di euro l’anno che si moltiplica lungo la filiera grazie a un indotto di avanguardia ora fortemente compromesso”.
Basta ritardi. Neppure sul RepowerEu si è mosso nulla e il governo non ha ancora attivato nessuna interlocuzione concreta con l’Europa, non rispettando la scadenza sollecitata dall'UE del 30 aprile e dimostrando di essere in totale confusione sui progetti da presentare. Le raccomandazioni della Commissione confermano la necessità di accelerare. Il Pd aveva già chiesto con un’interpellanza urgente al governo Meloni di presentare il nuovo capitolo dedicato al RepowerEu all’interno del PNRR entro fine aprile e di condividere con il Parlamento tutti gli interventi da predisporre per utilizzare al meglio i 2,76 miliardi dell'Italia da investire in infrastrutture rinnovabili, energia sostenibile e comunità energetiche, per contrastare la povertà energetica e riqualificare la forza lavoro con competenze green. La decisione del governo di rimandare tutto all’ultimo treno del 31 agosto ci preoccupa molto perché rischia di aumentare le possibilità di perdere questa occasione fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici e per sostenere al meglio famiglie e imprese, non lasciandole sole nel fronteggiare la crisi e il caro energia.
Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
dichiarazione di Rachele Scarpa, deputata Pd
Oggi ho avuto l'onore di ospitare una conferenza stampa con Egyptwide, Amnesty International e la Rete Pace e Disarmo in cui si presentava un rapporto sulla vendita di armi piccole e leggere da parte dell'Italia nei confronti dell'Egitto. L'Italia vende guerra ad un Paese che ha già dimostrato di non rispettare i diritti umani fondamentali, anche sulla pelle di un cittadino italiano come Giulio Regeni. Il governo egiziano reprime il dissenso, e come se non bastasse ha rifiutato più volte di collaborare con la giustizia italiana. Ringrazio Egyptwide per il lavoro: è fondamentale fare agency. Bisogna fermare subito il commercio d'armi verso un Paese che le impiega in violazioni dei diritti umani.
“Decine di scuole, di ogni ordine e grado, verranno chiuse e accorpate anche in Toscana a causa delle norme presenti nella Legge di Bilancio 2023. Si tratta di scelte politiche precise volute e votate dalla destra che riguardano città capoluogo, province ed aree interne: queste norme penalizzeranno studenti, famiglie, docenti e personale tecnico amministrativo, causando problemi logistici e didattici. Per sapere quanti e quali istituti verranno realmente coinvolti dai tagli abbiamo presentato una interrogazione parlamentare”. Lo dichiarano i deputati toscani del Pd Marco Simiani, Emiliano Fossi, Simona Bonafè, Federico Gianassi, Christian Di Sanzo, Laura Boldrini e Marco Furfaro. L’atto è stato sottoscritto anche da Irene Manzi, responsabile Scuola della segreteria nazionale del Partito Democratico.
“Nelle aree interne la chiusura di alcune scuole potrebbe quindi causare, oltre a denigrare il diritto all’istruzione promosso dalla Costituzione, anche la perdita di decine di posti di lavoro tra collaboratori scolastici e amministrativi. Condividiamo pienamente la scelta della Regione Toscana di fare ricorso alla Corte Costituzionale contro questi tagli indiscriminati”, concludono i deputati Pd.
“Voglio dare una lettura positiva del fatto che tutti ci si è messi a lavorare, ad approfondire e a proporre, in merito a un tema tanto delicato, non come momento di divisione dell'Aula, ma come momento di condivisione di obiettivi. Dobbiamo sempre di più fare in modo che quello che chiediamo oggi diventi il lavoro di consuetudine fatto dal ministero, fatto dal sistema sanitario nazionale, senza bisogno di continui richiami da parte dell'Aula parlamentare. Questa patologia colpisce un nato ogni 2.500, quindi non banale e che mette a dura prova la qualità della vita della persona colpita e il contesto familiare. Quindi abbiamo un obbligo davvero importante, nel rispetto del dettato costituzionale, di garantire a queste persone tutto quello che possiamo fare”. Lo ha detto in Aula alla Camera, il deputato dem Gian Antonio Girelli, della commissione Affari Sociali, durante lo svolgimento delle dichiarazioni di voto sulle mozioni in materia di fibrosi cistica.
“Abbiamo indicato – ha concluso Girelli - delle priorità indiscusse: la prima è la ricerca. Perché più che mai quando ci troviamo di fronte a patologie di questo genere, la ricerca è di fondamentale importanza come lo è l'apporto del profit. Dobbiamo anche fare in modo che la ricerca ci porti a produrre dei farmaci che siano davvero accessibili a tutti. Molte volte si dimentica che il fine è il bene della persona. La seconda, è il tipo di assistenza che dobbiamo garantire ai malati e le loro famiglie garantendo uniformità di servizi sul territorio nazionale. La terza, un utilizzo della fiscalità a favore di queste persone. La quarta, riguarda l'inserimento sociale delle persone affette dalla patologia. Ci sono persone che vivono in grossissima difficoltà e che sperano di trovare da oggi una risposta diversa. Ho ben presente il limite dello strumento della mozione, ma voglio avere anche ben presente la volontà che mi auguro unanime di questo Parlamento che consegna al governo la responsabilità non banale di risposta. Ogni atto che noi facciamo ha due occhi che ci guardano e sono in attesa di una risposta”.
Dichiarazione di Anthony Barbagallo, deputato Pd e segretario della commissione Antimafia
“Oggi non potrò essere a Palermo all’albero Falcone per ricordare il giudice e le vittime della strage di Capaci. Sono infatti a Roma poiché si è insediata la commissione nazionale antimafia, di cui faccio parte e nella quale sono stato chiamato a svolgere il ruolo di segretario. Inoltre , sono l’unico siciliano presente nell’ufficio di presidenza. Un incarico che, ancora di più e oggi in particolare, sento la responsabilità”. Lo dichiara Anthony Barbagallo, segretario regionale del PD Sicilia e deputato alla Camera durante una pausa dei lavori della commissione nazionale antimafia.
“Con ritardo questa Commissione - aggiunge - si sta avviando ai lavori ed ora bisogna mettersi sotto. La mafia non è per nulla sconfitta: lo è certamente quella militare, dei corleonesi, il cui ultimo esponente di spicco, Matteo Messina Denaro, è stato arrestato nei mesi scorsi. Ma restano i tanti “misteri” sulle coperture di cui ha potuto godere Messina Denaro durante una latitanza lunga 30 anni. O le ombre – lunghe – sui tanti depistaggi, da Capaci a via D’Amelio. La mafia non spara ma si insinua nella pubblica amministrazione, drena i grossi capitali, è più impalpabile. E dunque – credo – più insidiosa. Mi metterò al lavoro – conclude - col pensiero e l’azione , lo dobbiamo alla nostra terra, la Sicilia, e ai nostri martiri che hanno immolato la loro vita per un futuro migliore senza la mafia”.
L’insediamento della Commissione Antimafia, proprio oggi il 23 maggio, rappresenta un momento importante per la legislatura. La storia ci dice che la lotta alla mafia ha bisogno di unità e credibilità delle istituzioni. Proprio per questo le polemiche sviluppatesi sulla figura del presidente rischiano di compromettere dalla nascita il lavoro della commissione, su un tema che invece richiede la massima compattezza delle forze politiche.
Non possiamo ignorare le preoccupazioni espresse dalle associazioni delle vittime della mafia e della criminalità organizzata, che in questi anni hanno supportato il lavoro del Parlamento e che sono una voce autorevole nel paese.
Consapevoli dell’importanza di individuare una figura che sappia interpretare lo spirito della legge istitutiva della commissione, rivolgiamo un ulteriore appello alla maggioranza affinché si giunga ad individuare un presidente che allontani i timori espressi dalla società civile e che raccolga la volontà di collaborazione e di unità di tutti i gruppi parlamentari nella lotta alla mafia.
Così in una nota i componenti Pd nella Commissione Antimafia in seguito ad una riunione con i capigruppo Pd di Camera e Senato tenutasi questa mattina.
Nessun dialogo e nessun confronto con la maggioranza è stato possibile nel percorso per l'istituzione della commissione d'inchiesta sul Covid. Abbiamo svolto delle audizioni di cui non una parola è diventata oggetto di arricchimento della proposta di questa commissione. Sono stati presentati 109 emendamenti. 105 sono stati bocciati e addirittura uno del Partito Democratico è stato approvato con il nostro voto contrario, perché la riformulazione della maggioranza era peggiorativa. Sui tempi di lavoro della commissione previsti fino a fine legislatura, abbiamo avanzato una proposta con le altre opposizioni provando anche a sollecitare nella maggioranza una riflessione. Perché se la maggioranza prevede che questa commissione avrà tempo tutta la legislatura per arrivare in fondo, dall'altra parte del Parlamento in Senato invece sulla commissione Orlandi la loro proposta è di andare a 24 mesi.
Forse perché poi se sia ha più tempo si corre il rischio di trovare qualche convivenza storica tra quegli anni e la propria provenienza culturale. La legge è un testo unico a firma di due dei soggetti politici del centrodestra e di Italia viva. Dopodiché si è aperto il terzo articolo con la richiesta di riscrivere il senso della commissione da parte di uno dei firmatari della legge stessa. E questa è un unicum nelle istituzioni di una commissione come questa. Dentro quell'articolo c'è anche il senso politico di questa vicenda. Siccome i presidenti Cirio, Fontana e Zaia non possono permettere di andare a vedere quello che è successo, noi ci fermiamo a indagare quelle che sono state le indicazioni dei governi centrali. La maggioranza sta istituendo questa commissione solo per utilizzare una clava contro i governi precedenti, ma ricordo che fatto salvo Fratelli d'Italia nei governi precedenti c'erano anche Lega e Forza Italia. C'erano le forze minori che compongono il centrodestra che hanno sostenuto con il governo Draghi una linea che era la stessa che ha consentito all'Italia, nonostante il dramma che abbiamo vissuto e nonostante i morti, di contenere la pandemia. Volete usare le istituzioni per andare contro una parte dell'opposizione? Questa non è l'idea di costruire un Paese unito. Cambiate linea, prendetevi questa finta vittoria in quest'aula del Parlamento oggi e nei prossimi giorni al Senato provate a riprendere una discussione, altrimenti i rischi di rottura istituzionale saranno davvero alti.
Così il deputato del PD Nico Stumpo intervenendo in Aula.
“La proposta di legge che arriva oggi in Aula non è la proposta Madia presentata dal Partito Democratico. Quest'Aula si è vista sottratta con una forzatura la prerogativa di discutere del voto dei fuorisede nel merito della questione. L’emendamento presentato dal relatore di maggioranza al testo Madia di fatto, con un colpo di spugna, spazza via tutto l'articolato della legge. Consegna di fatto senza scadenze, senza vincoli, una delega in bianco al governo. Lo stesso governo, che attraverso il suo personale tecnico, ha detto chiaramente in audizione, che le difficoltà operative sul voto fuori sede sono pressoché insormontabili. Ma chiedo ai miei colleghi della maggioranza, perché? Perché discutiamo oggi non una proposta di legge, ma del suo guscio svuotato, delegando completamente al potere esecutivo, ciò che noi siamo stati eletti per discutere?”. Lo ha detto la deputata dem Rachele Scarpa, durante la discussione generale in Aula del provvedimento sul voto ai fuorisede.
“Ho l'impressione - ha concluso Scarpa - che quella di oggi verrà decantata come una vittoria, ma che sarà forse un furto. Un furto sicuramente alla discussione parlamentare. Un furto alla corretta prassi della dialettica democratica, ma soprattutto un furto alle cittadine e cittadini fuori sede che chiedono solo che si data loro la dignità più importante di tutti, la dignità del diritto di voto. Noi rimarremo qui ogni giorno ad incalzarvi con atti di sindacato ispettivo, nelle piazze, nei luoghi di istruzione, di lavoro e anche nell’Aula del Parlamento. Non accetteremo un solo passo indietro perché se se lo vorrete fare, dovrete prendervi la responsabilità di fronte al Paese”.
Importante mobilitazione questa mattina a Napoli organizzata da Cgil, Cisl e Uil.
“I sindacati, che conoscono bene i problemi del nostro tessuto sociale e operaio, presentano proposte ponderate per affrontare le sfide del futuro: tutela dei redditi, riforma del fisco, promozione dell'occupazione, sicurezza sul lavoro, riforma del sistema previdenziale” ad affermarlo è il capogruppo in vigilanza Rai del Pd Stefano Graziano a margine della manifestazione dei sindacati a Napoli.
Le contestazioni dei sindacati” - continua Graziano - “si oppongono apertamente alla proposta di Calderoli in materia di autonomia differenziata che finirebbe per aggravare il divario tra le regioni, compromettendo l'equilibrio territoriale e limitando le opportunità di crescita per le aree più bisognose.”
“Oggi a Napoli, in piazza accanto ai sindacati per ribadire il nostro NO all’Autonomia differenziata. Un progetto che non unisce ma divide gravemente, aumentando i divari già inaccettabili tra Nord e Sud, in alcuni settori decisivi come scuola, salute, assistenza, lavoro.
Continueremo ad opporci, come Partito Democratico, in ogni sede contro questa proposta secessionista e contro le politiche di un Governo di destra che crea più precarietà e lavora ogni giorno per rompere la coesione e l'unità del Paese”.
Lo ha dichiarato in una nota l’on. Piero De Luca che ha partecipato a Napoli alla manifestazione nazionale dei sindacati contro il progetto di autonomia differenziata del Governo.
Ho apprezzato molto l’iniziativa dell’associazione Coscioni di promuovere un Intergruppo parlamentare sulla salute riproduttiva delle donne e sull’interruzione volontaria di gravidanza, in occasione dei 45 anni della legge 194 che regola la materia.
Ho deciso di aderire perché ne condivido appieno gli obiettivi: chiedere al governo di fornire dati aperti sullo stato di applicazione della legge 194 del 1978; aggiornare la legge, nel rispetto del diritto alla salute delle donne; garantire la gratuità di tutti i moderni metodi contraccettivi.
Il tema è di assoluta rilevanza e attualità, e spero che l’intergruppo possa contare sul supporto di deputati e deputate di diversi schieramenti politici. Mi rattrista constatare, come sottolineato dall’On. Lia Quartapelle, che finora nessun esponente di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia si sia reso disponibile nel partecipare al gruppo di lavoro.
Il Governo stralcia l’emendamento al decreto Bollette che avrebbe permesso di stabilizzare i ricercatori precari del comparto sanitario. Questa destra si riempie la bocca della ‘difesa degli italiani’ ma lascia nell’incertezza lavorativa milioni di persone”.
Così Emiliano Fossi, deputato Pd e membro della commissione Lavoro, commenta lo stralcio dell’emendamento per stabilizzare i precari della sanità.
“L’emendamento era stato approvato in Commissione Lavoro - spiega Fossi - ma verrà soppresso perché mancano le risorse. La norma avrebbe permesso di riconoscere a questi ricercatori, fondamentali per il Servizio Sanitario Nazionale, quello che spetta loro. Ma il Governo ha deciso di fare un vergognoso passo indietro.