“Aumenta la criminalità agroambientale nel nostro Paese. Questo il dato inquietante che ci consegna il rapporto di Legambiente sulle ecomafie. Una crescita significativa visto che i reati superano ormai la soglia dei quarantamila. Di inquietante c’è che di fronte ad un fenomeno sempre più diffuso diminuiscono accertamenti e controlli con particolare riferimento al settore agroalimentare dove le verifiche legate al caporalato passano da 268 a 97 a dimostrazione che il rispetto della legalità continua ad essere evocata, davanti a soprusi e morti, per poi diventare occasionalità di intervento visto che non vengono attivate tutte le misure e le risorse a disposizione per consentire alle forze dell’ordine e agli ispettorati del lavoro di attivarsi con maggiore forza e continuità. E se cosche, reati e illeciti sono stati scoperti lo si deve proprio al prezioso e professionale lavoro di tanti servitori dello Stato ai quali il governo non offre condizioni di lavoro migliori”.
Così il capogruppo Pd in Commissione parlamentare d’inchiesta sugli Ecoreati e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“Occorre dare più forza alla legge 60 del 2015 - aggiunge - che ha rappresentato un perno insostituibile di legalità, che ha consentito di ottenere i numeri registrati nel rapporto e quando l’approvammo eravamo consapevoli della portata storica di quel provvedimento. Se non piace più, e lo chiediamo al governo, lo si dica chiaramente. E comunque i dati del rapporto, ci segnalano la necessità di investire maggiormente la commissione d’inchiesta sulle ecomafie per entrare maggiormente nel merito di alcune tipologie di reati: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dalle violazioni al patrimonio archeologico a quelle del codice della navigazione anche nelle aree protette, dai reati contro gli animali agli incendi boschivi e ai reati contro la flora. Come gruppo PD in Commissione Ecomafie - conclude - sosterremo le richieste formulate dal rapporto di Legambiente di modifica e aggiornamento normativo per rendere più efficace l’azione di prevenzione che repressiva”.
«È un drammatico bollettino di guerra alla giustizia sociale quello che emerge dai dati diffusi oggi dall’Istat nel Rapporto 2025 sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Più di un quarto degli indicatori registra un peggioramento e oltre il 20% è in stagnazione, sia nel breve che nel lungo periodo. Un segnale inequivocabile: il Governo Meloni non guida l’Italia verso un futuro più equo, sostenibile e inclusivo, ma rallenta ogni possibile azione in questa direzione».
Lo dichiara il deputato del PD Silvio Lai, membro della Commissione Bilancio della Camera.
«Il quadro tracciato dall’Istat è il riflesso di due anni e mezzo di politiche sbagliate e miopi. Si è parlato molto, ma si è fatto poco o nulla per rafforzare la sanità pubblica, mentre i tempi di attesa crescono e la spesa privata aumenta. Sulla parità di genere si è arretrati, con tagli ai sostegni per l’infanzia e nessun investimento serio sul lavoro femminile. Sul fronte ambientale, si continua a consumare suolo, a ignorare la crisi climatica, a non finanziare le aree protette. L’acqua si disperde nelle reti obsolete, soprattutto al Sud, e non si fa nulla per rimediare. Le istituzioni locali sono state lasciate sole, senza risorse né riforme. Invece di sostenere la coesione sociale e ambientale, il Governo ha scelto l’arretramento».
«Meloni e i suoi ministri - prosegue Lai- parlano di crescita e competitività, ma tagliano investimenti pubblici, ignorano la giustizia sociale e aumentano la precarietà. Il PNRR viene modificato senza trasparenza, i fondi di coesione rallentano, e le Regioni affrontano da sole la transizione. Altro che Agenda 2030: qui c’è un’agenda regressiva».
«Per invertire la rotta - conclude il parlamentare Dem- servono atti concreti. Va approvata una legge quadro nazionale per l’attuazione degli SDGs. Deve essere istituito un fondo nazionale per le transizioni ecologiche e sociali.
È necessaria una revisione della fiscalità che favorisca l’inclusione, l’innovazione e la giustizia ambientale.
E bisogna misurare ogni politica pubblica con gli indicatori di benessere equo e sostenibile.
Solo così potremo riportare l’Italia sulla strada dell’Agenda 2030 per lo sviluppo equo e sostenibile».
“L’Italia si sta spegnendo lentamente. La natalità è crollata e l’invecchiamento della popolazione avanza inesorabile.
I numeri parlano chiaro: Per ogni 100 persone in età lavorativa (20-64 anni), oggi ci sono già circa 58 persone a carico (bambini e anziani).Tra pochi anni saranno 70. La spesa pensionistica ha già raggiunto il 17% del PIL, oltre 300 miliardi di euro all’anno. Meno lavoratori dovranno sostenere un carico crescente di pensioni e servizi pubblici. Non è una questione ideologica, é un dato strutturale. Se non nascono più bambini, chi garantirà domani la tenuta del sistema produttivo, del welfare, dell’istruzione, della sanità? Il rischio è un collasso annunciato che avrebbe bisogno di un’azione politica condivisa e di diversi anni per produrre effetti. ll vero dramma è che di tutto questo si parla troppo poco, non è in cima all’agenda pubblica. Eppure, è il punto da cui dipende il nostro futuro”. Lo scrive sulle sue pagine social, Mauro Laus, deputato Pd componente della commissione Lavoro della Camera.
“L’allarme lanciato oggi da Confcommercio con il nuovo aumento del Misery Index è un segnale gravissimo che il governo Meloni non può continuare a ignorare. A giugno l’indice del disagio sociale ha raggiunto il livello più alto da inizio anno, segno che l’Italia sta andando nella direzione sbagliata. Eppure dall’esecutivo nessuna risposta concreta: né sul lavoro, né sui salari, né sulla qualità della vita delle famiglie italiane”. Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo Pd in Commissione Lavoro alla Camera.
“Il quadro delineato dal Centro studi di Confcommercio è preoccupante – prosegue l’esponente dem –: inflazione ancora alta sui beni di prima necessità, disoccupazione estesa stabile al 7,3%, consumi fermi. Le famiglie faticano sempre di più a trasformare gli aumenti contrattuali, spesso risicati, in potere d’acquisto reale. È la fotografia di un Paese che si impoverisce nel silenzio di un governo che parla di crescita ma ignora le persone. Se la destra pensa che basti qualche dichiarazione spot per affrontare una stagnazione strutturale, si sbaglia di grosso. Servono misure robuste: il salario minimo legale, il rinnovo dei contratti scaduti da tempo, misure di stabilizzazione del lavoro per ridurre la precarietà.
“Il Partito Democratico – conclude Scotto – chiede al governo di uscire dalla propaganda e affrontare finalmente la realtà: l’Italia è in difficoltà e chi lavora è sempre più povero. Non ci può essere ripresa economica senza giustizia sociale”.
Cala la produzione industriale. Lo diciamo da tempo: il governo non fa nulla per lo sviluppo del paese e ora arriva il conto. Manca solo la batosta dei dazi. Si diano una sveglia. Il Pd è pronto a mettere in campo le sue proposte, nell’interesse delle imprese e dei lavoratori. Ne discuteremo nella Conferenza nazionale sulle politiche industriali guidata da Andrea Orlando “Le rotte del futuro. Re-industrializzare l’Italia e l’Europa”, che vedrà la partecipazione di operatori del mondo produttivo e del lavoro, esperti, accademici, esponenti delle istituzioni. Il mercato non basta, servono politiche industriali forti e una chiara visione del ruolo strategico che l’industria deve avere per il futuro del lavoro e del Paese.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati.
"Le sanzioni annunciate dal segretario di stato americano Rubio contro Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, sono una vergogna su cui non si può tacere.
L'ultimo rapporto di Albanese, in cui elenca le aziende coinvolte nelle politiche illegali di annessione della Cisgiordania messe in atto dal governo israeliano, ha evidentemente colpito nel segno. Non è più una questione di interessi politici, ma anche economici. E questo per Netanyahu e per Trump è davvero troppo. Niente e nessuno deve disturbare gli affari: neanche la denuncia di un genocidio e di un'occupazione illegale di territori altrui.
Solidarietà a Francesca Albanese: il suo lavoro è preziosissimo per chiunque abbia a cuore il diritto internazionale e il futuro del popolo palestinese e del popolo israeliano". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"E’ incredibile che il Segretario di Stato USA sanzioni a Francesca Albanese soltanto per aver svolto un incarico alle Nazioni Unite in cui ha denunciato i crimini del Governo di Israele sulla popolazione civile palestinese. Cosa fa Tajani per tutelare una cittadina italiana?". Lo scrive su X il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
“Con un certo ritardo, in particolare rispetto alle necessità dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina che sono alle porte, arriva questo decreto Sport. Il nostro sarà un posizionamento non certo ideologico, ma puntuale su iniziative e aspetti da migliorare. Ci sono cose che condividiamo ed altre assolutamente no, come il tentativo sempre più evidente di occupare spazi di potere nella governance di alcune grandi manifestazioni sportive. Tutti i nostri emendamenti sono stati dichiarati ammissibili e questo lo riteniamo un buon risultato per il PD perché abbiamo lavorato nella direzione del buon senso e del tentativo di migliorare il decreto. Gli articoli sono estremamente diversi fra loro: dai Giochi Olimpici a quelli Paralimpici (ci preoccupa l’incremento di oltre il 300% delle risorse che dovrà gestire, in pochissimi tempo, il commissario ai Giochi Paralimpici e chiederemo spiegazioni su cosa sia successo), all’America’s cup a Napoli, ai Giochi del Mediterraneo, al tentativo di ingresso a piedi pari nella governance della ATP Finals di tennis, ai compiti della neo-insediata commissione che dovrà valutare i bilanci delle società calcistiche, alla sicurezza sulle piste da sci. Come sempre il Partito Democratico farà il suo lavoro fino in fondo per migliorare il decreto”. Lo dichiara Mauro Berruto, deputato Pd e responsabile nazionale Sport.
“Se l'accordo tra l'Unione europea e il Mercosur è strategico come ci dice il ministro Tajani, allora perché non è stato inserito nel piano d'azione export che ha presentato il suo ministero? Non viene mai citato. Quei 5/7 miliardi in più di export che l'accordo garantirebbe, non sono la risposta migliore ai dazi del vostro caro amico Trump che tendete a minimizzare? 'Caro' non è a caso, perché il prezzo di questa amicizia la pagheranno per 20 miliardi le nostre imprese e i nostri lavoratori con 118mila posti di lavoro in meno. L'accordo con Mercosur non si può rinegoziare, bisogna dire ora sì: il messaggio che dobbiamo dare al mondo è che mentre Trump alza barriere e muri, noi siamo quelli che costruiscono ponti. L’Italia con l'America Latina può avere un legame speciale. E l'Europa può diventare il riferimento di quelli che non vogliono guerre commerciali ma credono, ancora, nella cooperazione economica e pacifica nel mondo”. Lo dice il deputato Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd, in replica al ministro Tajani durante il Question time alla Camera.
“Dopo le parole del ministro Tajani – sottolinea l'esponente dem - siamo curiosi di aspettare anche la risposta di Lollobrigida che solo pochi giorni fa si era dichiarato contrario all'accordo con il Mercosur. L'ambiguità del governo sta indebolendo la posizione del nostro Paese. Servono compensazioni in agricoltura? Va bene. Serve un rafforzamento dei controlli, anche. Ma le opportunità per tutta l’economia e per l’industria, in un continente ricco di materie prime critiche, non si possono sprecare. E poi dobbiamo tener conto dei dati di realtà. La quota di carne bovina prevista nell'accordo equivale all'1,6% dell'intera produzione europea. Un dato che dovrebbe preoccupare solo per la nuova strategia della bresaola che ha in mente Lollobrigida”, conclude Provenzano.
“Il comparto farmaceutico italiano è un pilastro strategico della nostra economia e un’eccellenza del Made in Italy. Con 56 miliardi di fatturato annuo, in larga parte destinato all’export e con il 20 per cento diretto verso il mercato statunitense, rappresenta un settore da proteggere con determinazione. E invece, di fronte alla minaccia dei dazi americani, il governo Meloni resta silente. Lo dichiara la deputata Pd Ilenia Malavasi, componente della commissione Affari sociali.
«Non si tratta solo di economia – aggiunge l’esponente dem - questo settore garantisce 70 mila posti di lavoro diretti e circa 150 mila nell’indotto. È un comparto che unisce innovazione, occupazione e salute pubblica. Difenderlo significa salvaguardare competenze, capacità produttive e il diritto alla salute dei cittadini. I dazi già ipotizzati al 25% rischiano di avere un impatto devastante, con una perdita dello 0,4% del PIL nazionale. Ma la prospettiva è ancora più grave: Trump ha annunciato l’intenzione di imporre dazi fino al 200 per cento”.
“Serve – conclude Malavasi - un’azione immediata e concreta da parte del governo italiano che non può limitarsi ad attendere. Chiediamo all’esecutivo Meloni di lavorare in sinergia con le istituzioni europee per proteggere la competitività di un comparto strategico e prevenire conseguenze che sarebbero pesantissime: carenze di farmaci, ritardi nelle forniture, aumento dei costi per il Servizio Sanitario Nazionale e ripercussioni sui cittadini. Difendere la farmaceutica italiana significa difendere salute, lavoro e crescita. Il silenzio del governo non è più accettabile: occorre un impegno chiaro, immediato e strutturato”
“L’Ocse certifica che i salari reali non crescono in Italia e siamo fanalino di coda rispetto al resto dell’Europa. Non abbiamo recuperato rispetto al 2021 il 7,5 per cento del potere d’acquisto. Giorgia Meloni non può prendersela con chi c’era prima. Sono ormai tre anni che governa e non ha mosso un dito per rinnovare i contratti, ha spaccato il sindacato nel pubblico impiego riconoscendo solo un terzo dell’inflazione perduta nel nuovo contratto e continua ostinatamente a sabotare il salario minimo. La destra sta nei fatti programmando l’impoverimento di chi lavora e paga le tasse nel nostro Paese”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"Una battaglia del Pd diventa legge: tutele per lavoratrici e lavoratori colpiti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche. Posto di lavoro garantito e permessi per curarsi. Oggi il Senato approva all'unanimità la mia proposta. Dalla parte giusta". Lo scrive su X la deputata Debora Serracchiani, dopo la definitiva approvazione al Senato del ddl sulla conservazione del posto di lavoro per malati oncologici", già approvato dalla Camera.
I dazi sono un danno per l’Italia e il governo ha sottovalutato le conseguenze: migliaia di posti di lavoro a rischio e un calo drastico delle esportazioni. Chiediamo alla Meloni di sostenere senza ambiguità i negoziati a livello europeo e di tutelare gli interessi del nostro paese contro gli assurdi capricci di Trump.
Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Per quanto riguarda la difesa e l’acquisto di armi e materiale bellico, non dobbiamo ridurre la trasparenza. Abbiamo la corte dei conti che già svolge un egregio lavoro capillare di controllo, quindi non vedo l’esigenza di creare un altro organo appositamente per questo. Se la questione riguarda i tempi, c’è da sottolineare che la trasparenza sicuramente non rallenta le procedure, ma grazie alla digitalizzazione semmai le accelera. Diciamo quindi che la creazione di una commissione ad hoc è una tesi poco convincente e che va a creare una grande confusione a discapito della trasparenza. Ci auguriamo quindi che il governo e il ministro Crosetto riflettano su questi punti e facciano retromarcia definitivamente, tenendo conto non solo delle forze di opposizione ma anche di esperti del settore”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio, a proposito delle indiscrezioni apparse sui quotidiani di un emendamento del governo al dl Infrastrutture sulle procedure di acquisto di materiale bellico e militare.
“Oggi a Torino abbiamo presentato la proposta di legge Griseri Prisco, a mia prima firma, che prevede per i rider dipendenti un’integrazione salariale nei giorni di allerta meteo, senza provvedimenti emergenziali. Questo perché il cambiamento climatico è un dato di fatto innegabile: non possiamo più permetterci di arrivare impreparati a ogni avversità metereologica, occorrono misure strutturali e non emergenziali. Non solo: per quanto riguarda i rider autonomi e parasubordinati, che ad oggi non hanno alcuna tutela se non la possibilità di non lavorare e non avere alcun compenso, sarà previsto l’avvio di una sperimentazione triennale con ammortizzatore sociale dedicato. Chiediamo un fondo di 10 milioni l’anno per 3 anni. Ma soprattutto chiediamo la volontà del Governo e di questa maggioranza a lavorare per la salute e la sicurezza di questi lavoratori”. Così la vicepresidente del Partito Democratico Chiara Gribaudo che questa mattina, insieme al sindaco di Torino Stefano Lo Russo, il presidente di ARCI Torino Daniele Mandarano e il segretario di Nidil Cgil Torino Danilo Bonucci, ha illustrato l’iniziativa.
“L’obiettivo della legge è di sospendere le consegne e tutelare economicamente i rider nei giorni di emergenza climatica. Pioggia torrenziale, caldo estremo, vento, eruzioni vulcaniche: lavorare non deve significare rischiare la vita. L’immagine che ha acceso la legge è quella descritta da uno degli ultimi articoli scritti dal giornalista di Torino Paolo Griseri, che pochi giorni prima di mancare descrisse le condizioni di lavoro dei rider durante l’alluvione di Bologna, a ottobre 2024. Contemporaneamente, abbiamo scelto di dedicare la legge anche ad Antonio Prisco, rider e sindacalista”.