“Non siamo contrari in maniera pregiudiziale o ideologica. Siamo contrari perché da parte della maggioranza non è stato fatto nulla né per governare il flusso di irregolari né per per sostenere le persone straniere che vengono nel nostro paese regolarmente a lavorare”. Lo ha detto Simona Bonafè, vicepresidente vicaria del gruppo Pd alla Camera, intervistata a Montecitorio.
“Questo decreto era l’occasione giusta per gestire i flussi e aumentare le quote di migranti regolari come chiedono gli imprenditori, invece è stato messo dentro un po’ di tutto, presentando emendamenti qua e là senza una strategia complessiva.
Musk dagli Usa ha detto che bisognava mandare via i giudici che non erano allineati con le prese di posizione del Governo ed è stato fatto esattamente questo: è stato presentato un emendamento che prevede che le sezioni di immigrazione che si occupano di convalidare i trattenimenti amministrativi dei migranti non se ne occupino più ed è stato tutto passato alle corti d’appello che sono già cariche di lavoro e questo andrà ad aggravare la velocità dei processi anche per i cittadini italiani”.
“Il governo dovrebbe abbandonare la propaganda a partire dal progetto di spostare i migranti in Albania che non funziona ed è estremamente e inutilmente oneroso per il contribuente.
Da parte dei giudici non vedo nessuna presa di posizione politica ma hanno solamente interpretato le norme alla luce di una sentenza della Corte Costituzionale che ha a sua volta interpretato un regolamento europeo. Vedo piuttosto un governo che quando si fanno delle cose che vanno contro la sua volontà alza il livello dello scontro politico”, ha concluso Simona Bonafè.
“Per Forza Italia sono fantasiose le ricostruzioni della stampa di oggi sul vertice di governo. Tant’è che si affanna a ribadire il sostegno leale a Meloni. Eppure si fa fatica a pensare che nella giornata di ieri non si trovava un ministro di quel partito disponibile a partecipare al Consiglio dei ministri. Una coincidenza abbastanza singolare. In altri tempi sarebbe stato interpretato come un avviso di sfratto all’esecutivo. Oggi più modestamente appare un tentativo di piantare una bandierina sul canone Rai. Materia francamente secondaria per milioni di cittadini che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena e che vedono il proprio potere d’acquisto sempre più debole. Ormai la destra somiglia sempre di più a una classe dirigente che balla sul Titanic senza rendersi conto di cosa sta per accadere in un Paese dove non si contano più le crisi industriali che si aprono e i posti di lavoro a rischio”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Il rinvio in commissione del decreto flussi conferma che avevamo ragione: il governo, con queste norme, sta mettendo in difficoltà la giustizia italiana. Trasferire competenze così delicate alle Corti d’Appello, già sovraccariche, è una scelta priva di senso. Concedere 30 giorni per adeguarsi non solo è insufficiente, ma del tutto inutile, considerando l’impatto organizzativo richiesto. Chiediamo che il governo torni indietro su questa norma, che non fa altro che il caos nel sistema giudiziario italiano” così la responsabile giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani che sottolinea infine “siamo davanti a norme prive di senso che creano, come già fatto con la riforma della prescrizione, solo più lavoro e ingolfamento della giustizia”.
"Il rinvio in commissione evidenzia il caos normativo generato dal governo nel tentativo di difendere il protocollo con l'Albania sull’immigrazione, un provvedimento indifendibile che sta producendo solo enormi costi per le casse dello Stato. Un miliardo di euro è già stato speso, con procedure poco trasparenti e in deroga al codice degli appalti. Le stesse motivazioni con cui la maggioranza ha chiesto il ritorno in commissione per modificare ulteriormente il decreto flussi confermano che gli aspetti organizzativi delle Corti d’appello richiedono tempi molto più lunghi di quelli previsti. Avevamo chiesto che, nel passaggio in commissione, il provvedimento venga rivisto in modo profondo. Registriamo invece che l'unico interesse della maggioranza sembra essere quello di ostacolare il lavoro dei magistrati," ha dichiarato in una nota Simona Bonafè, capogruppo democratica in Commissione Affari Costituzionali della Camera.
“Siamo all'ottavo decreto che questo governo emana sulla migrazione, un record senza precedenti da concludere in fretta e furia per nascondere il clamoroso flop dei centri in Albania. Tante, troppe norme inserite con emendamenti e sub-emendamenti per by-passare il controllo del Presidente della Repubblica e il lavoro della Commissioni. Le misure messe in atto sono dei palliativi che non spengono le irregolarità degli ingressi”. Così la deputata dem Rachele Scarpa intervenendo in Aula sul decreto flussi.
“Sarebbe utile – continua la parlamentare - introdurre la possibilità di ingresso in Italia per la ricerca di lavoro perché, cambiando paradigma, questo creerebbe regolarità e, di conseguenza, sicurezza. E invece ci si accanisce in senso restrittivo sul ricongiungimento familiare aggiungendo ostacoli burocratici con l'intento di sfasciare le famiglie, ovviamente quelle non italiane per confermare la vostra ideologia”. “Per il governo l'accoglienza è per pochi, una prova manifesta della colossale ignoranza del fenomeno migratorio che favorirà solo l'irregolarità e lascerà il Mediterraneo un mare di morti”, conclude Scarpa.
“Ci troviamo difronte a un ddl debole riguardo alla rimozione degli ostacoli regolatori dell'apertura dei mercati, la promozione della concorrenza, la tutela dei consumatori e insufficiente per le aspettative di famiglie. Il governo resta sordo davanti a miglioramenti richiesti dal Pd sulla messa a gara delle concessioni autostradali ed è totalmente insufficiente sui Dehors, dove assistiamo alla proroga per un altro anno dei provvedimenti emergenziali e si elimina il principio dell’assunzione di responsabilità da parte di Sindaci e amministrazioni locali”. Così il deputato dem, Andrea Casu, vicepresidente in Commissione Trasporti alla Camera intervenendo sulla legge per il mercato e la concorrenza.
“Sul tema del trasporto pubblico non di linea ancora una volta si spreca l’occasione per sanare le ingiustizie nelle sanzioni e garantire un servizio pubblico più efficiente al servizio di tutti i cittadini. Il Governo getta la maschera e dimostra ancora una volta come l’obiettivo non sia affatto contrastare l’abusivismo ma rendere letteralmente impossibile il lavoro da parte di migliaia di operatori del settore NCC che chiedono solo di poter lavorare onestamente e invece si scontrano quotidianamente con interventi punitivi e persecutori da parte dell’attuale governo come abbiamo visto con l’assurdo obbligo dell’attesa dei 20 minuti tra un servizio e l’altro”, conclude Casu.
“Ci troviamo difronte a un ddl debole riguardo alla rimozione degli ostacoli regolatori dell'apertura dei mercati, la promozione della concorrenza, la tutela dei consumatori e insufficiente per le aspettative di famiglie. Il governo resta sordo davanti a miglioramenti richiesti dal Pd sulla messa a gara delle concessioni autostradali ed è totalmente insufficiente sui Dehors, dove assistiamo alla proroga per un altro anno dei provvedimenti emergenziali e si elimina il principio dell’assunzione di responsabilità da parte di Sindaci e amministrazioni locali”. Così il deputato dem, Andrea Casu, vicepresidente in Commissione Trasporti alla Camera intervenendo sulla legge per il mercato e la concorrenza.
“Sul tema del trasporto pubblico non di linea ancora una volta si spreca l’occasione per sanare le ingiustizie nelle sanzioni e garantire un servizio pubblico più efficiente al servizio di tutti i cittadini. Il Governo getta la maschera e dimostra ancora una volta come l’obiettivo non sia affatto contrastare l’abusivismo ma rendere letteralmente impossibile il lavoro da parte di migliaia di operatori del settore NCC che chiedono solo di poter lavorare onestamente e invece si scontrano quotidianamente con interventi punitivi e persecutori da parte dell’attuale governo come abbiamo visto con l’assurdo obbligo dell’attesa dei 20 minuti tra un servizio e l’altro”, conclude Casu.
“Il 25 novembre ci consegna purtroppo una vera e propria emergenza sociale: un fenomeno che colpisce tutto il paese e contro il quale siamo chiamati ogni giorno a non abbassare la guardia perché la sola repressione non basta ed è l’educazione a fare la differenza. La prevenzione ed il rispetto devono partire innanzitutto dalle scuole, ma non può prescindere un ruolo attivo delle famiglie”. Lo dichiara il deputato del Pd, Marco Simiani.
“I dati anche nei nostri territori sono allarmanti e mostrano un preoccupante aumento delle violenze sessuali denunciate in numerose province del sud-est della Toscana, tra cui Grosseto, Siena e Arezzo. In particolare, nella provincia di Livorno si segnala un incremento significativo. Tuttavia, il dato più allarmante riguarda il grossetano, dove le denunce per violenze sessuali su minori di 14 anni sono più che raddoppiate in un solo anno, passando da 4 a 11”, aggiunge il dem.
“Purtroppo, la visione del ministro Valditara, che ha affermato che il patriarcato sarebbe stato ‘sconfitto per decreto’ e che le violenze sessuali sarebbero in aumento a causa dell’immigrazione, risulta non solo errata ma pericolosa. La cultura patriarcale è ancora profondamente radicata in Italia dove la violenza di genere, che si manifesta tra le mura domestiche, sul luogo di lavoro o in altri contesti, continua a essere un fenomeno sommerso. Come Partito Democratico, continueremo a impegnarci per garantire un sostegno concreto a chi subisce violenza, per finanziare maggiormente i centri antiviolenza, decostruendo al contempo gli stereotipi di genere che sono alla base di una cultura patriarcale e sessista, per promuovere nei fatti l'educazione alla parità di genere. Non è più sufficiente dire alle donne di denunciare: occorre comprendere davvero il loro punto di vista e cambiare la narrazione sulla violenza commessa dagli uomini. Possiamo farlo solo tutte e tutti insieme, non in una sterile lotta tra generi, ma nella comprensione chiara di chi agisce e chi subisce, intervenendo quindi sui modelli culturali”, conclude Marco Simiani.
Pagano: addio alla progressività, aumenta pressione fiscale sui redditi da lavoro
“Il vertice di ieri si è rivelato l’ennesima sceneggiata: tante parole, zero fatti. I proclami che promettevano una correzione della manovra per attenuarne gli effetti fiscali sono stati definitivamente smentiti. Giorgetti e Meloni hanno chiuso ogni spiraglio, confermando l’aumento della pressione fiscale che colpirà soprattutto il ceto medio e i redditi da lavoro, abbandonando il sacrosanto principio della progressività fiscale, secondo cui chi ha di più deve pagare di più.
Ancora una volta, alle parole non seguono i fatti: le scelte del governo sono inique, ignorano le difficoltà delle persone e accrescono le disparità invece di ridurle. Questa è la realtà: una manovra che non sa guardare alle vere esigenze dei cittadini, che non aiuta chi è in difficoltà, che non investe nel futuro. Si continua a far cassa sulla pelle di chi lavora e di chi già fatica ad arrivare a fine mese. Basta propaganda. È tempo di risposte vere e interventi seri, non di vertici fuffa”. Così in una nota il capogruppo democratico nella Commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano.
L’emendamento a prima firma La Porta, segnalato da Fdi alla manovra di bilancio, per eliminare il tetto del venti per cento per i contratti a termine e somministrati nella Pubblica amministrazione per il Pnrr e’ tecnicamente una follia. La destra ha deciso di rendere nei fatti “eterno” il precariato. E’ la conferma che la qualità del lavoro, anche nello Stato e negli enti locali, non è un obiettivo da perseguire.
“Il rapporto sulla questione salariale presentato ieri dalla Cgil spiega perfettamente quanto in questi anni il lavoro dipendente abbia perso peso e centralità rispetto alla rendita e ai profitti. I dati sono impietosi e ci parlano di un crollo del potere d’acquisto dei salari che ha impoverito milioni di persone. Il Governo italiano ha detto finora no al salario minimo arrampicandosi sugli specchi e non muove un dito per aiutare rinnovi contrattuali fermi da anni. In particolare nel pubblico impiego lavora per spaccare la rappresentanza sindacale e non adeguare gli stipendi al rialzo dell’inflazione degli ultimi anni. Si apre una stagione difficile sul piano occuoazionale con la moltiplicazione di crisi industriali che rischiano di mettere in discussione migliaia di posti di lavoro. Chiediamo che la commissione Lavoro della Camera apra un ciclo di audizioni sull’emergenza salariale nel nostro Paese. Occorre che si apra un dibattito vero in Parlamento e nel Paese.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Anche quest’anno - dichiara la vicepresidente nazionale del PD Chiara Gribaudo - il Ministro per l’Istruzione e il Merito ha scordato di celebrare la giornata della sicurezza nelle scuole istituita per legge nella giornata del 22 novembre per ricordare il giovane Vito Scafidi morto per il crollo di un soffitto della sua scuola a Rivoli nel 2008.”
“La sicurezza nelle scuole è un tema cruciale sia per gli studenti che per gli insegnati e tutti gli operatori che vi lavorano, eppure da parte del Ministro e del ministero nemmeno una parola. Sintomo, ancor peggiore, che non c’è neppure una politica in atto” continua Gribaudo.
“Consiglierei al Ministro di dedicarsi meno a materie come la violenza di cui, con ogni evidenza, non ha alcuna consapevolezza e concentrarsi di più sul suo lavoro perché le nostre scuole hanno bisogno di interventi per la messa in sicurezza. E ne hanno bisogno ora, non in un futuro indeterminato” conclude la deputata dem.
"Per la prima volta una legge dedicata agli italiani all’estero è stata approvata con un iter ordinario. Un risultato importante ottenuto grazie al lavoro del Partito Democratico con una proposta a prima firma di Toni Ricciardi. La norma investe sulle sedi consolari, ne rafforza i servizi e riduce le liste d’attesa per i passaporti. Un segnale importante per gli oltre 7 milioni di italiani nel mondo, che oggi si sentono più integrati nella comunità nazionale". Lo dichiara Peppe Provenzano, deputato e responsabile Esteri del Partito Democratico.
Per colpire magistratura governo mette a rischio anche Pnrr
“L'emendamento approvato ieri sera in Commissione, che trasferisce alle Corti d'Appello la competenza sulla convalida dei trattenimenti dei migranti, rappresenta una decisione irragionevole e potenzialmente punitiva nei confronti della magistratura. Come rilevato dal presidente della Corte d'Appello di Milano, Giuseppe Ondei, questa scelta rischia di paralizzare centinaia di cause civili all'anno, aggravando ulteriormente i tempi di decisione senza alcun rafforzamento di risorse o organici. Attribuire ulteriori carichi di lavoro a corti già in sofferenza strutturale mina gli obiettivi di efficienza del sistema giustizia previsti dal PNRR e rischia di compromettere l'intero piano di riforma. Se l’obiettivo fosse quello di migliorare il funzionamento della giustizia, il risultato appare ben lontano. Al contrario, questa decisione sembra dettata da una volontà di rivalsa verso i giudici che hanno preso decisioni non gradite al governo. Chiediamo al Ministro della Giustizia di fornire immediatamente una relazione tecnica per spiegare la ratio di questo intervento e fugare il ragionevole dubbio che sia ispirato da un intento punitivo piuttosto che da una logica di efficienza e giustizia”. Così in una nota la responsabile giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani.