Salari reali più poveri di 9 punti rispetto al 2021; l’84,5% dei nuovi posti creati assorbito da persone con 50 anni e oltre. Dal 2019 al 2024 i prezzi sono aumentati del 17,4%, con il carrello della spesa salito del 23%: i beni alimentari costano il 22,2% in più. Tra il 2011 e il 2024 hanno lasciato l’Italia 630 mila cittadini sotto i 35 anni, con un saldo negativo di 61 mila nel solo 2024. Ecco i numeri che non sentirete mai dalla Meloni e dalla sua maggioranza anche se le fonti sono molto attendibili: Istat, Censis, Cnel. È il momento di uscire dalla propaganda. C’è ancora la possibilità di agire sulla legge di bilancio eliminando sprechi e condoni e mettendo risorse su sanità, lavoro e enti locali. Una manovra piccola piccola non promuove la crescita ma aumenta solo le disuguaglianze.
Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Diamo un giudizio assolutamente negativa della legge di bilancio. Questa è una manovra di austerità, come peraltro ammesso dalla stessa premier ed è tra le più deboli degli ultimi anni. A nostro avviso tradisce la gran parte delle promesse che la destra aveva fatto quando era all’opposizione.
È una manovra che chiede sacrifici agli italiani senza dare risposte ai problemi reali del Paese. Non c’è nulla per sostenere la crescita e le imprese, nulla per difendere salari e potere d’acquisto delle famiglie, mentre il caro bollette, il costo dell’energia e quello del carrello della spesa continuano a pesare.
Aumentano le tasse e la pressione fiscale raggiunge il livello più alto degli ultimi dieci anni. Si alza anche l’età pensionabile: dopo anni di battaglie contro la legge Fornero, la destra oggi compie l’operazione opposta, rendendo più difficile l’accesso alla pensione. Si riducono inoltre le risorse per il trasporto pubblico locale, per la scuola e per la sanità, in un Paese dove già sei milioni di persone rinunciano a curarsi”. Lo ha detto Piero De Luca, deputato e segretario regionale del Pd della Campania, a Tagadà su La7
“Le criticità della manovra non le segnaliamo solo noi: la stessa maggioranza ha presentato 1.600 emendamenti alla legge di bilancio del proprio governo. Un segnale evidente delle divisioni interne e della paralisi che sta bloccando l’azione dell’esecutivo. Alcuni di questi emendamenti, ha aggiunto De Luca, come quello sulle riserve auree della Banca d’Italia, risultano persino grotteschi e senza alcuna utilità per il Paese, oltre a porsi in contrasto con il quadro europeo tutelato dalla BCE.
Noi abbiamo presentato proposte serie: sedici emendamenti unitari per migliorare la manovra e offrire risposte concrete ai cittadini. Il Governo, invece di ascoltare, preferisce tirare dritto e continuare con la propaganda. È il momento che la maggioranza metta da parte slogan e divisioni e inizi finalmente a occuparsi dei reali bisogni dell’Italia”. Così ha concluso il deputato democratico Piero De Luca
“Un appuntamento promosso dal Tavolo interassociativo scuola che riunisce le più importanti associazioni professionali del mondo della scuola per discutere e ragionare insieme su proposte operative a sostegno dei Patti educativi di comunità, progettualità educative importanti e diffuse in molte parti d'Italia, che hanno bisogno di risorse certe e strutturali, per rendere sempre più forte ed efficace l’alleanza tra scuola, comunità, famiglia. E’ fondamentale rafforzare la comunità educante per venire incontro ai bisogni educativi dei territori ed è importante provare a riflettere insieme, tra forze politiche di maggioranza e di opposizione, proprio in nome di progetti e di idee importanti.
E’ da tempo all’esame della Commissione Cultura del Senato la proposta di legge, presentata da Simona Malpezzi, per l’istituzione del Fondo per il sostegno e lo sviluppo della Comunità educante. Proprio per questo motivo, il Partito Democratico ha presentato un emendamento prioritario alla legge di bilancio per riprendere la proposta e rendere strutturale il fondo a sostegno delle comunità educanti.
Abbiamo davanti una grande occasione per dare strumenti concreti per diffondere uniformemente i patti educativi a livello nazionale e cogliere anche lo spirito significativo alla base di questa iniziativa”. Lo ha detto Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura di Montecitorio e presidente intergruppo parlamentare sulle povertà educative, intervistata a margine dell’iniziativa alla Camera sui patti educativi.
“Quasi 65mila precari hanno versato oltre 14milioni di euro di contributi alla gestione separata, eppure per l’INPS non esistono: neanche un mese accreditato, zero tutele, niente di niente. È l’iper precarietà del mondo del lavoro, ma parliamo di migliaia di persone che lavorano nei call center, nelle scuole dell’infanzia, nelle amministrazioni, nelle biblioteche. Persone che incontriamo tutti i giorni e che non hanno speranze sul futuro, oltre ad avere grandi difficoltà per il presente”.
Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, commenta lo studio di Nidil Cgil su precarietà e lavoro autonomo.
“La stra grande maggioranza di loro non andrà in pensione né a 64 né a 67, perché non raggiungeranno gli importi minimi necessari. Ci andranno a 71, e la pensione sarà da fame. E questo nonostante abbiano lavorato tutta la vita. Anzi, molto spesso più di un lavoro, perché chi ha una partita iva “esclusiva” ma non è iscritto agli ordini, non riesce a vivere con uno stipendio solo - prosegue la deputata dem - In questo quadro drammatico donne e under 35 sono ulteriormente penalizzati”.
“Lo studio NIDIL Cgil sulla precarietà e sul lavoro autonomo è impietoso e non lascia spazio a dubbi. A questo si aggiunge che nella Manovra di Bilancio, nonostante le tante promesse ai liberi professionisti della destra, non c’è assolutamente nulla. È la realtà di un Paese che soffre: ben distante dall’immobilismo di Giorgetti e dai toni trionfalistici di Meloni” conclude Gribaudo.
La villetta della presidente Meloni mascherata da abitazione modesta, il villone di Salvini acquistato a prezzi stracciati, il super-appartamento del sottosegretario Durigon, la villa della ministra Santanchè: chiederemo conto al Governo con interrogazioni parlamentari di tutti gli inquietanti interrogativi che le inchieste pubblicate dal domani stanno portando alla luce. Quello che però è già evidente è che questo Governo sta regalando agli italiani solo promesse tradite mentre l’unico “Piano Casa” effettivamente realizzato riguarda il Ministro Salvini e l’acquisto a prezzi stracciati della sua nuova villa”.
“Nella manovra, infatti, non sono previste le risorse che servono per affrontare l’emergenza abitativa, né oggi né nei prossimi provvedimenti.”
Lo dichiara il deputato democratico Andrea Casu. “Se il governo non avvia una politica seria, concreta e non ideologica sul tema della casa – prosegue Casu – le difficoltà delle grandi e delle piccole città resteranno irrisolte. Le chiacchiere stanno a zero: senza investimenti veri non si affronta l’emergenza abitativa che pesa su migliaia di famiglie.”
L’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali vive una situazione di gravi criticità gestionali e strutturali. Dalla carenza di personale tecnico a sedi non completamente idonei o insufficienti (Catania, Bari, Firenze, Venezia e Napoli etc) fino all’assenza di corpo ispettivo e alla sovrapposizione di funzioni dirigenziali senza trasparenza nelle nomine. Il ministro Salvini però fa orecchie da mercante e fugge di fronte alle interrogazioni presentate dal gruppo Pd e dalle opposizioni. Per questo insieme ai colleghi deputati Barbagallo, Vaccari, Forattini, Morassut e Ghirra abbiamo depositato alla Camera una nuova interrogazione non solo per svegliare il Ministro Salvini dal suo torpore “interessato”, ma per segnalare la necessità che venga attivato dal governo un tavolo di confronto e per segnalare un emendamento della Lega alla manovra finanziaria che da una parte riduce l’organico dell’Agenzia ma al tempo stesso aumenta le posizioni dirigenziali e proroga incarichi apicali per altri due anni unitamente alla possibilità che verrebbe assegnata al direttore generale nel gestire fondi derivanti da tariffe e sanzione.
Una situazione assurda che mal si concilia con il compito dell’Agenzia di promuovere la sicurezza e vigilare sulle infrastrutture ferroviarie, stradali e autostradali e sugli impianti fissi. Quanto sta avvenendo anche attraverso l’emendamento alla legge di bilancio, sul quale il governo dovrebbe esprimere un parere contrario, a salvaguardia di merito e trasparenza per Agenzie a controllo pubblico, rischia di far implodere definitivamente l’ANSFISA che non può e non deve trasformarsi in un poltronificio ad uso e consumo del potere politico e a danno del personale che avverte, come si registra da un questionario interno senso di abbandono da parte della direzione e del ministero Vigilante. Appare altresì assurdo che nonostante le richieste il ministro Salvini abbia fino ad ora ritenuto di non incontrare le organizzazioni sindacali”. Così il deputato dem Silvio Lai.
“La Manovra di Bilancio trascura completamente il cratere sismico del Centro Italia. Nessun fondo e nessuna soluzione per l’emergenza generata dal blocco della cessione del credito, mentre oltre 5.000 cantieri e circa un miliardo e mezzo di euro di lavori rischiano lo stop tra Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio. La ricostruzione, già frenata da procedure e ritardi, viene esposta a un nuovo stallo: dal 2026 la detrazione varrà solo per chi ha capienza fiscale per poter usufruire delle detrazioni, escludendo la maggior parte dei proprietari. Il commissario alla ricostruzione non garantisce strumenti utili a evitare il blocco, malgrado le dichiarazioni pubbliche. Dopo mesi di passerelle elettorali, pensiamo al governo che si é presentato in massa nelle Marche per le regionali, l’assenza di misure concrete nella Manovra conferma una grave mancanza di priorità nazionale. Si richiede il ripristino immediato di un meccanismo di cessione del credito o strumenti equivalenti e risorse dedicate per garantire la continuità dei lavori. La ricostruzione non può essere lasciata senza strumenti né tutele”.
Così il deputato democratico Augusto Curti.
“I segnali di crescita registrati al sud nell'ultimo anno per motivi legati soprattutto alla resilienza del suo sistema produttivo vanno tutelati e consolidati. Ma non dobbiamo cadere in inganno perché la "glaciazione demografica" meridionale e in particolare delle sue aree interne è oltre la soglia della drammaticità. Questo si traduce in meno servizi e meno capacità di mantenere il passo della crescita. La Basilicata è simbolo di questo mezzogiorno fotografato da Svimez. Siamo preoccupati perché il governo non agisce su nessuna leva in grado di sostenere il sud e nonostante i proclami tutti i provvedimenti compresa l'ultima legge di Bilancio che ci apprestiamo ad esaminare in parlamento sono contro il Mezzogiorno. Noi sfidiamo la destra a partire dalla Basilicata ad un confronto a tutto campo su emergenza idrica, tutela del manifatturiero, dell'automotive, del salotto, e dell'agroalimentare. Ma soprattutto lì vogliamo sfidare sul rilancio e il mantenimento dei servizi nelle aree interne e impedire l’emigrazione giovani” così una nota del deputato democratico, Enzo Amendola.
“È una manovra senza ambizioni”, così il deputato Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio, intervistato sulla Legge di Bilancio del governo Meloni sui canali social dei deputati dem. Il deputato democratico sottolinea che l’esecutivo “fintamente prova a diminuire le aliquote fiscali”, mentre “la pressione fiscale aumenta a un livello mai visto” e “il potere d’acquisto di lavoratrici e lavoratori perde colpi”.
L’esponente Pd evidenzia come la scelta di ampliare l’uso della flat tax sugli aumenti contrattuali sia, di fatto, un intervento apparente. “Aumentano la possibilità di utilizzare la flat tax per gli aumenti contrattuali ma non danno un euro per il taglio del cuneo fiscale”, osserva, ricordando che “a fronte di aumenti che danno più soldi in busta paga, e quindi costano di più alle imprese, quei soldi vengono erosi dall’inflazione e dall’aumento del costo della vita. Chi ci guadagna è solo lo Stato, che incassa un’imposizione fiscale maggiore. Di quelle risorse non arriva nulla nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori e allo stesso tempo vengono sottratte risorse e possibilità di investimento alle imprese”.
Pagano richiama anche il tema del Mezzogiorno, ricordando che il Pd ha più volte smentito la narrazione del governo. “Il governo Meloni è il più anti-meridionalista della storia, siamo alla terza legge di bilancio in cui i soldi per il Mezzogiorno diminuiscono vertiginosamente”, denuncia. “L’anno scorso è stata una mazzata indescrivibile, con oltre 2 miliardi e mezzo di euro tagliati. In questa legge di bilancio non c’è un euro in più e anche quei pochi investimenti preventivati vengono ridotti dal taglio lineare ai ministeri. Questa manovra non affronta nessuno dei nodi del Paese e continua a sottrarre risorse a lavoratori, imprese e Mezzogiorno, conclude.
“Oggi alla Camera è andato in scena l’ennesimo atto di una maggioranza che, dopo oltre duecento voti in aula, continua a blindare un provvedimento che non semplifica, ma complica la vita dei cittadini, delle imprese e delle amministrazioni locali.” Così il deputato democratico Andrea Casu è intervenuto in dichiarazione di sul disegno di legge in materia di semplificazione. Casu ha denunciato l’assenza totale di ascolto da parte del Governo: “Non avete raccolto le preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori, dei professionisti, dei sindaci, delle imprese. Non avete accolto nemmeno le richieste dell’Anci. Avete scelto di trasformare un provvedimento tecnico in un contenitore di norme inserite all’ultimo momento, con interventi scollegati e privi di visione.” Secondo il deputato, il Governo ha costruito “uno specchietto per le allodole”, una riforma che si presenta come semplificazione ma contiene norme caotiche che rischiano di generare nuovo contenzioso: dalle norme per la gestione del suolo pubblico, al silenzio assenso per le costruzioni nelle aree a rischio idrogeologico, dalla riforma dell’ACI agli interventi sulle successioni. “Il Parlamento dovrebbe essere il luogo del confronto trasparente, non un passaggio al buio per ratificare testi scritti da pochi e imposti a tutti.” “L’Italia ha bisogno di norme chiare, condivise, scritte alla luce del sole, che permettano a tutti di muoversi e lavorare con certezza. Invece state costruendo un sistema che concentra potere, divide il Paese e scarica su cittadini e amministrazioni responsabilità impossibili” ha concluso Casu. “Che si tratti di semplificazioni o manovra di bilancio l’obiettivo del Governo è sempre lo stesso calpestare altri poteri e enti locali per promettere a ciascuno qualcosa in più, a costi insostenibili per l’intera comunità. L’unico obiettivo è dire agli italiani: adesso il potere ce l’abbiamo noi, la tua vita, il tuo lavoro, le scelte che condizionano la tua esistenza, dipendono da Giorgia Meloni che evidentemente ha letto il Signore degli anelli ma non ne ha capito il messaggio: perché mettere tutti i poteri nella stessa mano è sempre un errore, questo ci insegna Tolkien”.
“Mentre Meloni saltella gli italiani pagano il conto: in 4 anni di Governo i prezzi dei beni alimentari sono aumentati del 25 per cento, 6 milioni di persone rinunciano a curarsi, i trasporti peggiorano giorno dopo giorno, il caro bollette esplode. E nella manovra non c’è niente…”. Lo dichiara in una nota il deputato del PD Andrea Casu.
“I nuovi dati sull'andamento dei prezzi confermano una realtà che il governo Meloni finge di non vedere: il costo dei generi alimentari raddoppia, triplica, le famiglie sono allo stremo, ma i loro stipendi rimangono sempre uguali. In manovra non c’è una bozza di risorse destinate al ceto medio, all’aumento dei salari minimi, non ci sono soldi per le politiche sociali, per i servizi sociali e la casa e i comuni sono lasciati soli senza risorse. E intanto aumentano le spese dei prodotti alimentari. E le famiglie si impoveriscono. È ora che il Governo la smetta di far finta di nulla e intervenga concretamente partendo da questa legge di bilancio per aiutare le famiglie”. Lo dichiara Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze di Montecitorio.
“Mentre il governo si inventa complotti immaginari, tira fuori dal cilindro l’ennesima presa in giro del condono e sopravvive della solita propaganda quotidiana, le famiglie italiane sono alle prese con un’inflazione drammatica che decurta il valore reale di salari e stipendi e fa volare i costi dei prodotti nei supermercati. Chiediamo alla destra un sussulto di dignità. Il governo e la maggioranza si rendano con conto che il Paese sta vivendo una fase drammatica, con un’economia che sarebbe in recessione senza il Pnrr che non hanno mai sostenuto. Servono risposte concrete. Il Partito Democratico è pronto a dare il suo contributo già nella manovra di bilancio. Vengano in Parlamento e approvino i nostri emendamenti per riscrivere radicalmente una manovra di austerity che ad oggi rischia di peggiorare gravemente le condizioni di vita degli italiani”.
Così il capogruppo Pd in commissione Politiche europee e segretario dem in Campania, Piero De Luca.
“La recente rilevazione sull’andamento dei prezzi evidenzia un fenomeno inaccettabile: beni alimentari come caffè, cioccolato, formaggi e carne registrano incrementi a doppia cifra, e per una coppia con due figli la spesa alimentare è aumentata di oltre 230 euro l’anno. Questo significa che milioni di famiglie sono costrette ad affrontare serie difficoltà, famiglie che a fronte di prezzi di beni alimentari raddoppiati e triplicati, non vedono minimamente aumentare il proprio stipendio di un centesimo.
E il governo sembra non tenerne minimamente conto. Anche perché non vediamo misure in legge di Bilancio in questo senso.
È necessario attivare strumenti mirati – da sgravi fiscali per i prodotti base a monitoraggi sui listini – affinché l’inflazione di primo giro non si trasformi in una tassa occulta per i cittadini e investire e mettere risorse per il ceto cosiddetto medio, salario minimo e reddito, per poter dare alle famiglie un po di respiro.
Per questo chiediamo che il Governo la smetta con questo silenzio e faccia qualcosa di concreto per evitare questo totale impoverimento delle famiglie”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli deputato pd e componente della commissione affari sociali della camera.
“Il rapporto annuale della mobilità degli italiani offre un contributo fondamentale al dibattito pubblico sui trasporti nel nostro paese: il compito delle istituzioni e della politica deve essere quello di leggere e studiare questi dati per orientare e non solo subire le trasformazioni che stiamo vivendo. L’Italia è un paese che va avanti a due velocità perché da un lato abbiamo centri sempre più interconnessi ma al tempo stesso restano tagliati fuori una grande parte dei collegamenti verso periferie e aree interne. Questo sta portando sempre più persone a ricorrere all’utilizzo del mezzo privato con un tasso di motorizzazione in costante aumento che ha superato per la prima volta la soglia di 70 auto ogni 100 abitanti, a fronte di una media europea di circa 12 punti più bassa. L’unica strada per invertire questa tendenza, con 41,3 milioni di auto che restano ferme per il 93- 95% della giornata, è investire su un sistema di trasporto pubblico locale efficiente su tutto il territorio nazionale.”. Lo dichiara il deputato Pd e vicepresidente in Commissione Trasporti, Andrea Casu intervenendo alla presentazione del nuovo rapporto Isfort.
“C’è un problema di risorse innegabile – sottolinea il parlamentare – che l’attuale manovra di bilancio non affronta minimamente e che come PD abbiamo chiesto di correggere subito: non solo mancano almeno 800 milioni di euro per adeguare il fondo nazionale trasporti all’aumento dell’inflazione, ma il Governo di Meloni e Salvini non ha nemmeno garantito la certezza di tutti i finanziamenti necessari a rispettare la firma dell’accordo sottoscritto con imprese e sindacati sul rinnovo dei contratti per oltre centomila lavoratrici e lavoratori del settore.”.
“Sulla sicurezza stradale, infine, c'è ancora moltissimo da fare e tutti i dati dimostrano che la situazione rimane critica con oltre 3030 morti e 173 mila scontri solo nel 2024. Per cambiare non abbiamo bisogno certo di altri cortei di macchine come quello organizzato a Roma da Fratelli d’Italia ma di più coraggio nello scegliere le politiche che stanno dimostrando di riuscire a salvare il maggior numero di vite, come le città 30 che abbassano il limite della velocità nelle aree dei centri urbani con più alta densità di pedoni.”, conclude Casu.