26/07/2023 - 10:59

“La collega Ghio ha chiesto, per conto del Partito Democratico, l'informativa urgente al ministro Musumeci per la grave situazione degli incendi in Sicilia. Purtroppo, nel corso della giornata, la situazione è nettamente peggiorata rispetto alle notizie drammatiche che arrivavano stamattina provenienti da tutte le 9 province dell'isola. Lo scorso anno sono andati in fumo, in Sicilia, col Governo Musumeci, 56.000 ettari di terreno, di cui 8.000 di boschi. La regione, anche in virtù delle sue specifiche competenze, era chiamata, quindi, a un'opportuna programmazione, a un impiego di ulteriori unità e a un impiego straordinario di risorse, magari nella manovra finanziaria regionale, finanziando qualche sagra in meno e investendo i mezzi per la Protezione Civile e per il soccorso, che, invece, languono soprattutto in queste ore”. Lo ha detto ieri in Aula alla Camera, il deputato siciliano del Pd Anthony Barbagallo, intervenendo a fine seduta.

“I danni - ha concluso Barbagallo - sono incalcolabili anche per il quadro complessivo che in questi giorni attanaglia la Sicilia, con la mancanza di energia elettrica, con la mancanza dell'erogazione dell'acqua potabile e con il trasporto che è andato a farsi benedire, prima di tutto il trasporto aereo verso gli aeroporti di Catania e Palermo. Il Partito Democratico, pertanto, chiederà in tutte le sedi lo stato di emergenza, per garantire gli opportuni ristori che vanno quantificati quanto prima. Serve fare presto, quindi. Serve intervenire con la massima celerità, perché i siciliani non meritano questa inadeguatezza”.

17/07/2023 - 18:57

"Sull'Ilva siamo all'ennesima forzatura da parte del Governo. Una forzatura che come il gioco dell'oca, ci costringe a ricominciare tutto daccapo. Ma per la città di Taranto questo non è un gioco. L'emendamento al decreto infrazioni assume infatti un profilo estemporaneo che non risolve le grandi questioni che attengono al futuro dello stabilimento, dei suoi livelli occupazionali e della ambientalizzazione degli impianti. È la solita manovra elusiva a cui ci ha abituato il Ministro Fitto per prendere tempo, come sta facendo anche sul Pnrr, e di questo siamo preoccupati perché Taranto aspetta risposte certe". Così il deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino.

10/07/2023 - 18:27

“La piccola macchina del fango che Fratelli d'Italia sta cercando di attivare a seguito della drammatica tragedia che ha riguardato gli ospiti della Casa di riposo di via dei Cinquecento è davvero sconcertante. In momenti di dolore e lutto come questi dovremmo tutti stare in silenzio e semmai aiutare la magistratura ad accertare le responsabilità. Ci vediamo invece costretti a intervenire di fronte al grave rovesciamento della verità. L'onorevole De Corato ha infatti attaccato l'esternalizzazione delle 5 Rsa del Comune di Milano attribuendo la cosa Beppe Sala e Pierfrancesco Majorino. Oggi lo ha ripreso perfino il senatore Gasparri. La cosa sconcertante è che l'esternalizzazione delle RSA è del 2008, ed è stata votata dalla Giunta Moratti, il 21 novembre 2008 presenti al voto alcuni esponenti di Fratelli d’Italia tra cui proprio De Corato. Tale manovra peraltro si è realizzata (e non poteva peraltro essere altrimenti) in coerenza con le regole definite da Regione Lombardia, storicamente governata dalla destra”. Così il deputato democratico Vinicio Peluffo, segretario regionale Pd Lombardia.

06/07/2023 - 18:09

Dichiarazione di Laura Boldrini , deputata Pd

Una commissione d’inchiesta sul #Covid che esclude dall’indagine le Regioni che hanno per Costituzione la gestione della sanità – il 90 per cento delle competenze è infatti regionale – è una farsa.

Ed è anche un grande imbroglio verso il Paese, perché significa non voler far chiarezza su quanto accaduto. La maggioranza di destra – che nei momenti più difficili della #pandemia occhieggiava a No Vax e No Mask – ha votato per l’istituzione di una commissione d’inchiesta che così com’è impostata non ha alcuna autorevolezza e ha una sola finalità: non quella di indagare su quanto accaduto e sugli errori che pure ci sono stati, ma quella di mettere in atto una vendetta politica contro chi si è trovato a gestire una delle più grandi emergenze degli ultimi cento anni. Peraltro, sul lavoro di chi ha gestito la pandemia, in particolare il presidente Conte e il ministro Speranza, la magistratura si è già espressa affermando che si è agito nell’interesse del Paese, archiviando così il caso con formula piena.
Questa commissione è veramente una manovra indegna.

29/06/2023 - 18:43

Il decreto Lavoro del governo Meloni è un concentrato di cinismo sociale, un incoraggiamento all’espansione del nero, una spintarella all’evasione contributiva, un colpo secco al sindacato, un manifesto carico di arroganza nei confronti della parte più debole della società. Nei fatti alimenta la precarietà, non la combatte. Introduce la liberalizzazione totale dei contratti a termine e allarga la sfera dei voucher. Dunque legalizza lo sfruttamento e lo schiavismo in alcuni settori come l'agricoltura. Interviene poi sul reddito cittadinanza tagliando il sussidio per oltre 400.000 nuclei familiari e restringendo ulteriormente la possibilità di accesso all'assegno di inclusione.
Ci troviamo di fronte ad una manovra politica chiara che ha l’obiettivo di colpire il lavoro, indebolirlo nella sua dignità e nella sua capacità di contrattazione e affossare i poveri che sono i veri colpevoli per questa destra della mancata crescita del Paese. Vi siete presentati come quelli che non vogliono disturbare “chi vuole fare”. L’avete spacciata come libertà e invece si trattava di una semplice licenza di arbitrio. Restano invece scolpite nella nostra memoria le parole di un grande leader politico, Enrico Berlinguer: “Noi vogliamo una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane”. Per queste ragioni il nostro no è forte e convinto. Perché lavoro e libertà non possono mai essere separati.
Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, intervenendo in Aula per la dichiarazione di voto sul decreto lavoro.

29/06/2023 - 12:19

Dichiarazione di Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti della Camera

“Il Ddl Salvini non affronta un tema cruciale: quello di garantire ai cittadini il diritto ad una mobilità sostenibile, attiva e sicura. Da una parte, il testo interviene sull’aspetto sanzionatorio per chi fa abuso di sostanze illecite quando è alla guida, ma  non interviene sulla causa principale degli incidenti stradali che è la velocità, mentre con una serie di limitazioni e depotenziamenti fa dei grandi passi indietro su quanto fatto fino ad oggi sulla ciclabilità e sullo sviluppo di una mobilità adeguata alle sfide dei nodi urbani.”  Lo dichiara il capogruppo Dem in commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo a proposito della norma avanzata da Salvini anche a seguito “della morte di un bimbo di 5 anni investito da un Suv che viaggiava a grande velocità a Roma e guidato da uno youtuber”. Per Barbagallo, “il Ddl burocratizza l’iter di gestione della mobilità urbana e non tiene in nessun conto la battaglia culturale che il Parlamento sta effettuando da tempo in relazione all’obbligo di sorpasso delle biciclette ad almeno 1,5 metri di distanza laterale, che diventa obbligatorio solo dove le condizioni della strada lo permettano. In pratica  - prosegue l’esponente Dem  - accanto alle misure sanzionatorie si realizza una manovra a tenaglia per accerchiare e contrastare quella mobilità attiva che è nata negli ultimi anni e che, soprattutto nei centri urbani, va a supplire alle carenze del servizio di trasporto pubblico, sempre meno  adeguato ad affrontare le  sfide poste dalla transizione ecologica nelle città. La sensazione – conclude Barbagallo-  è che invece di provare a gestire ed incanalare il flusso del cambiamento si sia scelta la via più semplice: quella del ritorno al passato ed alla burocratizzazione dei processi autorizzativi".

28/06/2023 - 16:46

“Oggi il Consiglio dei ministri ha avviato l’esame preliminare del Disegno di legge recante Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Dalle bozze circolate in questi giorni possiamo affermare che il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, porta in Cdm un provvedimento che non affronta il grande tema su come garantire ai cittadini il diritto ad una mobilità sostenibile, attiva e sicura. Da una parte, il testo si occupa dell’aspetto sanzionatorio per chi fa abuso di sostanze illecite alla guida ma, dall’altra, non interviene invece sulla causa principale degli incidenti stradali che è la velocità; mentre allo stesso tempo, con una serie di limitazioni e depotenziamenti, fa dei grandi passi indietro su quanto fatto fino ad oggi sulla ciclabilità e sullo sviluppo di una mobilità adeguata alle sfide dei nodi urbani”.

Lo dichiara il vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, Roberto Morassut.

“Inoltre - aggiunge - il Ddl burocratizza l’iter di gestione della mobilità urbana per gli enti locali prevedendo ulteriori passaggi autorizzativi e non tiene in nessun conto della battaglia culturale che il Parlamento sta effettuando in relazione all’obbligo di sorpasso delle biciclette ad almeno 1,5 metri di distanza laterale che diventa obbligatorio solo dove le condizioni della strada lo permettano. In pratica, accanto alle misure sanzionatorie, si realizza una manovra a tenaglia per accerchiare e contrastare quella mobilità attiva che è nata negli ultimi anni e che, soprattutto nei centri urbani va a supplire alle carenze di un servizio pubblico di trasporto, oggi non adeguato alle sfide poste dalla transizione ecologica nelle città. La sensazione - conclude - è che invece di provare a gestire e incanalare il flusso del cambiamento si sia scelta la via più semplice del ritorno al passato e alla burocratizzazione dei processi autorizzativi”Il Consiglio dei ministri ha avviato l’esame preliminare del Disegno di legge recante Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha portato in Cdm un provvedimento che non affronta il grande tema su come garantire ai cittadini il diritto ad una mobilità sostenibile, attiva e sicura. Da una parte, il testo si occupa dell’aspetto sanzionatorio per chi fa abuso di sostanze illecite alla guida ma, dall’altra, non interviene invece sulla causa principale degli incidenti stradali che è la velocità; mentre allo stesso tempo, con una serie di limitazioni e depotenziamenti, fa dei grandi passi indietro su quanto fatto fino ad oggi sulla ciclabilità e sullo sviluppo di una mobilità adeguata alle sfide dei nodi urbani”.

08/06/2023 - 17:11

"Nell'ultimo anno e mezzo nel nostro Paese si sono verificati 107 suicidi in carcere, quasi uno ogni 5 giorni. In questo quadro drammatico il governo Meloni, invece di investire risorse per assumere nuovo personale e realizzare nuove infrastrutture, nella manovra di bilancio ha tagliato 35 milioni di euro di finanziamenti al Dap. La condanna del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa sulla condizione degli istituti di pena in Italia e il ripetuto richiamo per migliorare una situazione drammatica è l'ennesima conferma che sulle carceri servirebbe una svolta con investimenti, uso delle misure alternative e attuazione della riforma Cartabia. Ma per la destra il rispetto dei diritti umani nelle carceri non è una priorità". Così in una nota congiunta Federico Gianassi, capogruppo Pd in Commissione Giustizia della Camera e Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico.

25/05/2023 - 17:55

Salvini e Solinas parlano e promettono ma non producono risultati per i cittadini sardi

“Caro ministro Salvini, Il livello di sopportazione dei sardi sulla continuità territoriale ha superato il limite di guardia e non si può accettare nulla di più” così la lettera che il deputato sardo del PD Silvio Lai scrive al vicepremier Salvini accompagnando la copia della interrogazione depositata sui costi dei biglietti delle navi da e per la Sardegna per i residenti e i non residenti.
“Se il 5 agosto, per una settimana di meritate ferie, un sardo volesse partire per Genova pagherebbe un posto ponte in nave più di un viaggio aereo su Milano. È uno scandalo continuo con i sardi che a luglio e agosto sono sequestrati nella propria isola, dovendo pagare solo il trasporto in posto ponte, senza poltrona a 210 euro o un posto letto in cabina condivisa a 460 euro.

Ma anche il sistema turistico è lesionato se per un posto ponte un non residente ad agosto arriva a pagare 280-300 euro. E poiché non si può arrivare a nuoto o in auto ecco che l’economia dell’isola non è nelle condizioni di competere con altre regioni e si trova agli ultimi posti nelle graduatorie di competitività delle regioni europee.”
“Per questo ho chiesto con una interrogazione al ministro Salvini quali siano le condizioni operative della convenzione per la continuità territoriale, se ritiene che siano accettabili questi costi per i residenti e se non ritenga di intervenire in qualità di autorità responsabile della continuità territoriale marittima.”
“Anche la Regione Sardegna ha un ruolo per quanto minore nella continuità marittima ma Presidente e assessore ai trasporti si occupano di altro evidentemente più interessante per loro. E così si avventurano in nuove future norme che (se approvate) si applicheranno nel 2026 o in poco probabili battaglie sulle società di gestione degli aereoporti, senza fare bene i conti della proprietà pubblica. Qualunque cosa pur di non occuparsi dei problemi veri e di oggi, pur di non dare risposte e di non disturbare il manovratore e il decisore.
Non vediamo iniziative politiche verso governo e compagnie contro il caroprezzi dei biglietti sia marittimi che aerei. In nessuna direzione. Una sola conclusione possibile: non sono interessati ai servizi ai cittadini ma solo ai posti in cda.”

18/05/2023 - 12:36

“Sono incredulo, stupefatto e indignato! Provo queste sensazioni dopo avere ricevuto, via email, un invito da parte di Anas per presenziare ad una conferenza stampa indetta per presentare l’avvio dei lavori dell’autostrada Catania-Ragusa. Una conferenza stampa che Anas ha pensato bene di svolgere il 22 maggio negli ultimi cinque giorni della campagna elettorale per le amministrative che si terranno, guarda caso, anche nelle città di Catania e Ragusa. E fatto ancora più grave l’evento (cosi viene definito nell’invito) si terrà nella sede catanese della Regione siciliana, di cui è presente il logo nel suddetto invito, per compiacere il manovratore di turno. Anas e i suoi vertici, che si fanno vedere in Sicilia solo per cerimonie, eventi e raccogliere risorse, dovrebbero vergognarsi di fronte al disastro delle autostrade siciliane note alle cronache per i cantieri infiniti e le decine di interruzioni. E’ fin troppo operativa Anas, duole ammetterlo, nel creare tempestivamente ‘eventi’ in piena campagna elettorale. E’ paradossale per altro tutto ciò: di giorno Schifani chiede e ottiene di commissariare l’Anas per i lavori sulla A-19 e di notte concorda con la stessa le passerelle elettorali per i comuni al voto da tenersi nella sede della Regione!”.

Lo dichiara il segretario regionale del Partito Democratico della Sicilia e capogruppo PD in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo.

“Questa conferenza stampa in piena campagna elettorale è inopportuna. Stiamo parlando di un’opera strategica fondamentale attesa da oltre 20 anni, per altro finanziata quando il PD era al governo. Ma inquinare la campagna elettorale come sta facendo Anas è assolutamente indegno e il PD utilizzerà tutti gli strumenti possibili per denunciare questo fatto gravissimo agli organismi competenti”.

20/04/2023 - 14:48

"Il primo Documento di economia e finanze del Governo Meloni si caratterizza per una preoccupante assenza di ambizioni, strategie e risorse. Sull'utilizzazione dei fondi del Pnrr il Governo si caratterizza inadeguato ed incapace. Sul resto il Documento non dice nulla, limitandosi ad affermare che “il finanziamento degli interventi di politica di bilancio avverrà individuando le opportune coperture all’interno del bilancio pubblico”, a ulteriore conferma dell’assenza di qualunque strategia di politica economica.
A livello generale nella manovra di bilancio 2023 è mancata qualsiasi prospettiva di sviluppo per il Trasporto pubblico locale sia rispetto alla riconversione ecologica che alla digitalizzazione dei servizi, ponendo l’onere di un così importante servizio sulle spalle degli enti locali e determinando ricadute negative sulle famiglie, con l’aumento dei biglietti; inoltre una delle poche misure di sostegno alle famiglie quale il Bonus Trasporti, nella riproposizione per il 2023, ha visto dimezzati sia le risorse del fondo (da 190 a 100 milioni di euro) sia il limite di reddito per poter richiedere il bonus (da 35.000 a 20.000 euro).
Appaiono del tutto pretestuose le affermazioni di voler potenziare e rinnovare le misure come il Ferrobonus e il Marebonus quando le suddette misure sono ferme nonostante si tratti di provvedimenti già finanziati a cui manca solo un atto di attuazione da parte del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti; restano ancora senza risposte la violenza stradale e l’assistenza alle vittime della strada e da ultimo il focus sul Ponte dello Stretto da cui si evince che mancano ancora del tutto i fondi per la sua realizzazione e delle opere strutturali annesse". Lo dichiara il capogruppo Pd in commissione Trasporti di Montecitorio, Anthony Barbagallo, firmatario insieme ai colleghi Pd Bakkali, Casu, Ghio e Morassut, del parere di minoranza contrario del Pd al Def 2023.

12/04/2023 - 12:33

“Come testimoniato dal documento di economia e finanza, sono bastati pochissimi mesi a questo Governo per abbattere la crescita del Paese e riportarla ai tempi dello “zero-virgola”. “Merito”, sì, di misure inique e controproducenti, a vantaggio di pochi e – com’è sempre più evidente – sulle spalle di tutti gli altri, con chiare ripercussioni sull’intero sistema produttivo; ma anche della completa incapacità di realizzare i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e persino di dare attuazione alla loro stessa legge di bilancio. Ben l’85% delle misure è ad oggi inattuato e per un quarto dei decreti attuativi da adottare i tempi sono già scaduti. Ritardi e incompetenza che costano miliardi e miliardi di euro agli italiani. Ma non erano loro quelli bravi?

Lo dichiara Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio a Montecitorio.

03/03/2023 - 17:34

“Cieca obbedienza pur di non disturbare il manovratore. Solinas e la sua giunta dicono Sì all'autonomia differenziata svendendo le peculiarità della Sardegna. Rispondono obbedisco senza avere coinvolto il consiglio regionale e senza aver segnalato le necessità dell'isola per evitare di diventare i parenti poveri delle regioni più ricche. Su quali livelli si garantiranno le stesse condizioni per servizi e diritti ai cittadini della Sardegna e delle altre regioni italiane? Ci sono in Sardegna le stesse infrastrutture e gli stessi servizi sociali della Lombardia e del Veneto? Come risolvere i problemi della continuità territoriale? Con l'autonomia differenziata di questo governo si vuole spaccare il Paese e si allargano le distanze tra ricchi e poveri. Solinas nel chiuso delle sue stanze ha deciso per tutti senza ascoltare le istituzioni e le comunità sarde”.

Così il deputato dem della commissione Bilancio, Silvio Lai.

26/02/2023 - 12:08

 «Nella fretta di abolire una misura che aveva aiutato milioni di persone in difficoltà, il governo ha fatto il condono che, fra i tanti varati in manovra, forse era l'unico al quale non pensava. Pasticcio, certo, ma di una notevole gravità. Eliminando l'intera disciplina, e dunque anche le norme incriminatrici, si è ottenuto un risultato assurdo. Fatti salvi i reati più gravi come l'associazione a delinquere, vengono abolite le pene per tutti coloro che, per ottenere il reddito di cittadinanza, hanno fatto dichiarazioni mendaci, hanno utilizzato documenti falsi o hanno omesso informazioni dovute. E vengono meno anche le sanzioni per chi omette di comunicare le variazioni di reddito e di patrimonio”.
Lo afferma fra le altre cose in una intervista al quotidiano La Repubblica la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani
Alla domanda: come su come si spiega questo errore, Serrachhiani risponde. “Non lo so, bisognerebbe chiedere al ministro Nordio. Siamo di fronte a una abolitio criminis, a una situazione che produce effetti per il passato e per tutto i12023. Chi è stato condannato potrà chiedere la revoca della sentenza, anche definitiva, e lo stesso potrà fare chi verrà condannato nel 2023».

12/02/2023 - 11:21

Nuovi ispettori in servizio grazie a concorso del luglio scorso

"Purtroppo di fronte ad incidenti gravi che si stanno verificando nei luoghi di lavoro il Governo continua a non fare nulla se non attribuirsi meriti del precedente esecutivo. Dal tavolo convocato con le parti sociali lo scorso 12 gennaio non è emersa alcuna proposta normativa, nonostante annunci roboanti, e il ministero del Lavoro ha annunciato di "aver dato mandato" per l'assunzione di circa 1000 ispettori, sebbene il concorso sia stato bandito in base al d.l. 146 del 2021, fortemente voluto dall'ex Ministro Orlando, ed espletato dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro nel luglio 2022 sotto la direzione di Bruno Giordano, il quale aveva completato l'assunzione del 65% del personale in meno di un anno, specificamente facendo passare gli ispettori tecnici da poco più di 200 a 1400. L'incremento delle ispezioni, delle sanzioni applicate, delle imprese sospese per lavoro nero nel 2022 è quindi dovuto alla programmazione ispettiva e alla politica di contrasto adottate dallo scorso esecutivo. Più volte, invece, sarebbe stato anticipato da rappresentanti del Governo Meloni, a partire dai nuovi vertici dell'Ispettorato, alle organizzazioni sindacali un ddl che dovrebbe assorbire l'Ispettorato Nazionale del Lavoro nel Ministero del Lavoro, senza spiegare quali siano le ragioni e le utilità. Un accorpamento, viene da sospettare, che potrebbe generare invece un controllo politico delle ispezioni, in pratica dei settori da controllare e di quelli lasciati tranquilli per non disturbare. La prossima normativa annunciata sui contratti a termine, insieme alla reintroduzione dei voucher decisa in Manovra, rischiano invece di aumentare la precarietà, il lavoro nero e quindi il rischio di infortuni sul lavoro. Nei prossimi giorni presenteremo una interrogazione parlamentare al Ministro Calderone per avere informazioni, a questo punto non più rinviabili, su cosa intenda fare il Governo per contrastare l'aumento degli incidenti sul lavoro e se corrisponda al vero che intendono smantellare l'Ispettorato Nazionale del Lavoro". Lo scrive in una nota il deputato Pd Marco Sarracino, componente della commissione Lavoro della Camera

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