11/01/2024 - 19:45

“La revisione del reato di abuso d’ufficio sia l’occasione per una riforma organica sulle responsabilità dei Sindaci”. Lo chiede il deputato del gruppo parlamentare del Pd, Andrea Gnassi che aggiunge: “da ex sindaco per 10 anni e ora da parlamentare credo che ci sia la necessità improrogabile per il Pd di una riflessione seria e di proposte concrete conseguenti  sul senso, il ruolo, la fatica, il lavoro, la responsabilità (di ogni tipo per altro) degli amministratori dei livelli più esposti di tutta l’architettura istituzionale del paese: che sono i Comuni, i Sindaci. Il nostro da molti anni è un paese esposto a crisi economiche e problemi sociali, un paese dove le riforme e la riorganizzazione delle attribuzioni e delle responsabilità dei livelli amministrativi decentrati sono e sono state contorte e complesse. Ma mentre i bisogni esplodono (la casa, la sanità i servizi le infrastrutture) il portone a cui bussano i cittadini per chiedere in prima istanza risposte è sempre quello dei Comuni che per molti degli atti che devono fare non trovano persino e a volte riferimenti normativi certi a fronte di responsabilità penali economiche e amministrative che hanno in relazione al ruolo che hanno. Persino sul Pnrr i Sindaci da un lato devono utilizzare le risorse in tempi brevi dall'altro per la mancanza di riferimenti normativi certi sono esposti a possibili reati se vogliono utilizzare le risorse per rispondere ai bisogni dei cittadini. I territori, i sindaci sono  fondamentali per ogni forza politica. Per il Pd devono essere un perno. Anche per la costruzione di proposte.
C'è un tema politico che chiede di investire su  una cultura politica che abbia coraggio e chiarezza di proposte non subalterne e persino paurose di un certo giustizialismo demagogico. E ciò a maggiore ragione di fronte ad una destra che sull’abuso d’ufficio si muove alla cieca e in generale sottende, come per molti atti e provvedimenti fatti, una cultura incline a minare principi e valori di legalità dall'altro”.

11/01/2024 - 16:16

“I tagli alla sanità introdotti dalla legge di Bilancio legati ai gravi ritardi del Pnrr sugli investimenti nella salute pubblica aggraveranno le liste di attesa per gli esami diagnostici. Si tratta di una situazione insostenibile che ha già costretto nell’ultimo anno un italiano su tre (quasi 14 milioni di persone) a rinunciare alle cure mediche”. Così la vicepresidente dei Deputati Pd, Simona Bonafè, che ha depositato un’interrogazione sul tema.

“Il governo Meloni è doppiamente colpevole: non solo le risorse stanziate per il Ssn sono palesemente insufficienti per garantire prestazioni adeguate alla popolazione italiana, ma la rimodulazione del Pnrr oltre a ridurre le case di comunità e quindi i presidi sanitari territoriali, ha rimandato di due anni l’acquisto di oltre 3100 apparecchiature moderne come Tac, risonanze magnetiche, radiografie. Tali ritardi oltre ad aggravare inevitabilmente le liste d’attesa dei pazienti impediscono diagnosi accurate grazie a tecnologie aggiornate: sono infatti circa la metà del totale le apparecchiature in Italia non più in linea con l’attuale livello di innovazione. Per la destra la salute non è più un diritto e curarsi è un privilegio”, conclude Simona Bonafè.

11/01/2024 - 13:30

Schillaci batta un colpo, ormai è commissariato da Fitto

"Governo irresponsabile, con la revisione del Pnrr taglia drasticamente i fondi alla sanità e compromette tutto il servizio sanitario nazionale. Con i tagli previsti, che riguardano personale e strumentazione tecnica, gli ospedali dovranno aspettare fino al 2026 per nuove tecnologie diagnostiche come Tac e risonanze magnetiche di ultima generazione, e ecografi digitali.
Una scelta scellerata che avrà conseguenze molto gravi: si indebolisce il servizio sanitario pubblico senza più equità di trattamento e diritto alla cura previsto dalla nostra Costituzione; e si crea precarietà e differenze tra territori e tra possibilità economiche delle persone. Chiediamo al ministro Schillaci di battere un colpo davanti a queste decisioni che hanno il sapore di un suo vero e proprio commissariamento da parte del ministro Fitto". Lo ha detto il deputato del Pd, Gian Antonio Girelli, componente della commissione Affari sociali di Montecitorio.

09/01/2024 - 14:48

Che fa Salvini? Depositata interrogazione PD in Parlamento

“Sulla mobilità in Sardegna serviva altro, non buttare i soldi del Pnrr”. E’ diretto e senza veli Silvio Lai, deputato Pd della commissione Bilancio della Camera a commento della notizia che dall’8 gennaio al 5 maggio la linea ferroviaria Cagliari- Sassari, e viceversa, sarà interrotta per consentire i lavori di manutenzione che dovrebbero rendere il percorso più sicuro. “In Sardegna abbiamo bisogno di un percorso ferroviario nuovo che consenta almeno una media velocità di 150 km/h con tutto il rispetto, ovviamente, per la sicurezza della linea ferroviaria", insiste il dem Silvio Lai. “In realtà il cantiere avviato da RFI è un’opera inutile che mantiene i sardi in condizioni medievali, che consentirà solo di spendere le risorse del Pnrr, ben 35 milioni di euro, su una tratta che è superata e da superare il più rapidamente possibile. E questo perché né al Ministero delle Infrastrutture e né in Regione Sardegna ci si è posti il problema di una indispensabile sostituzione e rinnovamento del sistema ferroviario sardo a cominciare dalla realizzazione di infrastrutture che consentano l’alta velocità. Possibile che a Salvini, più preoccupato di candidare generali, che di fare il ministro o alla giunta di centrodestra sardo non interessi che in Sardegna, quando va bene, si viaggia ad una media di 85 km all’ora. Nei Paesi in via di sviluppo sanno fare di meglio. Ora che la linea è stata interrotta nella tratta Macomer-Bonorva e i viaggiatori devono ricorrere ai mezzi sostitutivi, i tempi di percorrenza andranno ben oltre le 3 ore che di norma vengono utilizzare per raggiungere Sassari o Cagliari per arrivare a 4 o 5 ore per alcuni orari. I disagi saranno evidenti nei prossimi mesi e non solo.
Sono certo che sarebbe stato possibile fare scelte diverse da questo inutile cantiere e dalla sospensione per 4 mesi della tratta, se basteranno.
La rete ferroviaria sarda è obsoleta e le priorità erano altre, ma nessuno ha richiamato RFI e Trenitalia a stilare un elenco diverso di necessità anche a fronte delle risorse a disposizione meno che mai il ministro Salvini al quale abbiamo presentato una interrogazione urgente per indagare su questa inutile opera e sui disagi che si sono creati".

07/01/2024 - 12:51

Ecco perché neanche una parola della Meloni sul Pnrr: zero certezze per le opere dei Comuni cioè per le periferie, per i servizi, per i trasporti. Si erano impegnati a trovare risorse alternative e invece una circolare del ministero blocca i finanziamenti. Bugiardi e incapaci.

Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati

04/01/2024 - 13:01

“La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa riferisce di un suo allarme per gli eccessivi tempi della giustizia italiana. Se il suo grido di dolore fosse sincero, allora dovrebbe immediatamente bloccare l’ennesima proposta di riforma della prescrizione voluta dalla sua maggioranza di destra e dal ministro Nordio: perché l’unico risultato certo sarebbe quello di far saltare i risultati positivi raggiunti proprio sui tempi dalle riforme Cartabia. Darei alla premier un consiglio, anziché tornare a discutere di prescrizione, si concentri sull’attuazione delle riforme Cartabia a cui sono agganciati tre miliardi del Pnrr sulla giustizia che sarebbe delittuoso perdere, sul dramma delle carceri che sono al collasso e sulla mancanza di operatori e agenti di polizia penitenziaria”.

 

Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera, Federico Gianassi.

02/01/2024 - 17:00

“Le proteste di questi giorni ci dicono che c’è un grande fermento nel mondo agricolo e che, al di là degli eccessi e di qualche manipolazione propagandistica di chi tenta di appropriarsi di quella protesta, bisognerebbe avere la forza di ascoltare le ragioni di fondo che spingono quei custodi del territorio a mobilitarsi in maniera così massiccia ed eclatante. Quelle persone non stanno chiedendo mance e mancette e tanto meno i soliti sussidi per fronteggiare una singola specificità per un breve periodo di tempo. Chiedono di veder riconosciuto il loro lavoro che non è solo settoriale ma assume aspetti di multifunzionalità poiché risponde a interessi diffusi e generali. Purtroppo, da questo punto di vista, ci troviamo dinnanzi a un governo sordo e a un ministro latitante. Certo, il gruppo Pd voterà a favore di questa legge, anche se quanto previsto nella norma è solo un tassello di un mosaico che sulle politiche agricole si fa fatica a costruire, perché il governo ha deciso di procedere a spot non sapendo affrontare le criticità di sistema e strutturali. Un tassello che peraltro ricalca la legge già approvata nel 2015 dalla Regione Marche, allora guidata dal centrosinistra con il presidente Spacca. All’agricoltura si chiede di accompagnare la fase della transizione ecologica per costruire un futuro senza combustibili fossili dentro un modello di sviluppo sostenibile e di qualità. Difesa e presidio del territorio, tutela della biodiversità, riduzioni emissioni inquinanti e cibo di qualità, dipendono dall'agricoltura oggi colpita profondamente dalle crisi climatiche ed energetiche. Ma sostenere l'agricoltura nel processo di transizione come per altri settori produttivi del Paese è una necessità non in una logica corporativa, come vorrebbe la destra attraverso sostegni una tantum o come sta avvenendo sul Pnrr con i contratti di filiera, ma legata ad un interesse generale che la stessa destra ostacola in ogni dove. Per fare questo c’è bisogno di prevedere misure speciali e straordinarie con particolare riferimento agli investimenti per ridurre l’impatto sull’ambiente e le emissioni, ai giovani e alle donne al fine di consentire anche il ricambio generazionale. Vedremo se con la stessa solerzia, oltre gli spot, ci ritroveremo in commissione ed in Aula per discutere ed approvare due proposte di legge che riteniamo importanti. Mi riferisco alla nostra proposta sull’istituzione di un piano nazionale per la promozione e il sostegno dell’agricoltura e dell’attività forestale nelle aree rurali interne e a quella concernente disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura contadina”.

Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura, intervento in Aula alla Camera nel corso della discussione generale sulla Pdl per il riconoscimento della figura dell'agricoltore custode dell'ambiente e del territorio e per l'istituzione della Giornata nazionale dell'agricoltura.

27/12/2023 - 13:00

Dichiarazione di Silvio Lai, deputato Pd della Commissione Bilancio della Camera

"Secondo Meloni, Doveva essere il Governo che non ostacolava chi produce, invece con la manovra di bilancio 2024 arriva il primo conto salato per le imprese che secondo l'ISTAT vale un effetto di cassa negativo del 10,5% nel 2024 ." lo scrive sui social il deputato Dem Silvio Lai,  della commissione bilancio. "L'abolizione dell'ACE, l'agevolazione fiscale che premiava chi reinveste gli utili in azienda, consentendo di pagare meno imposte e rendere conveniente investire risorse proprie e che favoriva la crescita del dimensionamento delle imprese, ha consentito al Governo di recuperare 4,6 miliardi nel 2024 ma comporta un aggravio di imposta che non sarà compensato dalla deduzione IRES  sul costo del lavoro dei nuovi assunti che "costa" solo 1,8 miliardi. Sempre secondo ISTAT sarà una impresa su 4 ad essere colpita da questo aggravio delle imposte casuato dall'imprevista cancellazione dell'ACE. “Non solo, Per Lai, “le imprese che avranno bisogno di risorse dovranno chiederle al sistema bancario con interessi impossibili, solo parzialmente e limitatamente compensati dalla nuova Sabatini, finanziata per solo 100 milioni di euro. Tra taglio dell'ACE, nuove deduzioni e nuova Sabatini, il conto delle imprese ammonta a 2,7miliardi in meno di risorse, cui si aggiungono lo stop di industria 4.0 e la nebulosa del sostegno alle imprese del mezzogiorno con la nuova ZES che doveva sostituire il credito d'imposta Sud ma di cui non si vedrà nulla sino a Giugno 2024 quando dovrà essere definito il piano di sviluppo da una delle tante task force del ministro Fitto. A questo si aggiungono i ridimensionamenti dei bonus assunzioni e le crisi che arriveranno sulle imprese edilizie per i tagli al PNRR sui finanziamenti ai comuni e il blocco del bonus 110%. Insomma,  alla fine per le imprese non sarà un gioco a somma zero ma a perdere, al nord come al Sud: da un Governo che prometteva solo deregulation emerge l'assenza di una politica industriale, per le piccole come per grandi imprese, come dimostrano le situazioni di crisi dell'ILVA, di ITA, e gli effetti su TIM e su MPS a seguito delle decisioni del Governo.
Lo dichiara Silvio Lai, deputato PD della Commissione Bilancio della Camera

20/12/2023 - 15:49

 “E' stato bocciato il nostro emendamento che prevedeva un articolo aggiuntivo per accelerare la concreta e corretta attuazione della direttiva comunitaria in materia di decarbonizzazione dei Trasporti e mobilità sostenibile. Infatti l’insopportabile melina messa in atto dall’esecutivo nell’ultimo anno sta producendo una inversione di rotta rispetto agli anni precedenti”. Lo ha detto il capogruppo Pd in commissione Trasporti Anthony Barbagallo, intervenendo oggi alla Camera nel corso del dibattito sulla legge di delegazione europea.
“I dati ci consegnano un Paese che annaspa: più emissioni  e meno energia rinnovabile. Il differimento dei termini in diverse e significative misure del PNRR - non ultima quelle delle risorse da assegnare ai comuni, quelle relative alle agevolazioni sulle auto elettriche e sulle colonnine di ricariche completamente assenti in alcune aree del Paese – pongono l’Italia in contro tendenza rispetto ai più avanzati paesi dell’UE. Se a questo aggiungiamo alcune incomprensibili dichiarazioni del ministro Salvini, accade ciò a cui stiamo assistendo, l’Europa va da una parte e il governo Meloni da tutt’altra”.

19/12/2023 - 17:34

Dichiarazione di Paola De Micheli, Deputata Pd

“La legge che stiamo per votare non contiene nulla che si possa definire come una riforma. Per questo il Pd voterà contro ad un provvedimento che non tutela innanzitutto le imprese , che dopo questo voto non avranno più opportunità per crescere, per competere in un quadro regolatorio aperto e chiaro. E voteremo contro perchè i cittadini  da queste norme non otterranno nessun miglioramento sul fronte dei costi e della qualità dei servizi”.  Così la deputata Pd Paola De Micheli nella dichiarazione di voto per conto del suo gruppo sul provvedimento relativo al mercato e alla concorrenza.

“Questo provvedimento – ha sottolineato l’esponente Pd – è vuoto e dannoso perché è frutto di una idea di economia corporativa che vuole un mercato conservativo, che garantisca solo una posizione dominante. Un’economia che rimanga statica, non reattiva ad accompagnare l’innovazione, sostenendo il dinamismo della società, regolando e garantendo pari opportunità alle imprese e qualità ai consumatori.”
Per De Micheli “tutto ciò non interessa a questa maggioranza e a questo governo che considerano le riforme di modernizzazione del paese previste con il Pnrr solo un orpello e un fastidio. E infatti – ha polemizzato De Micheli- state esultando per aver perso 7,5 miliardi, di cui 4,5 a fondo perduto. Risorse – ha ricordato - ottenute con estenuanti trattative per combattere la piaga della diseguaglianza e per generare crescita e opportunità.” “Grave – ha inoltre evidenziato De Micheli- non aver affrontato la questione del trasporto pubblico individuale e di posticipare la decisione sulle concessioni balneari, creando un enorme danno alle imprese che solo a parole fingete di voler difendere . E poi, altra colpa grave, è quella sul capitolo energia, dove non solo non attuate fino i fondo le riforme previste, ma nemmeno prorogate il mercato tutelato per chi davvero ha bisogno per motivi di sussistenza.” Qui prevale – ha concluso De Micheli-  solo la logica del grigio , dell’inverno che paralizza  e ferma la condizione sociale ed economica attuale. Siete così non per errore ma per scelta: un po’ di libertà economica in meno per ottenere un po’ di più del controllo politico”.

19/12/2023 - 13:34

“I toni trionfalistici della premier Meloni e degli esponenti del suo governo sul Pnrr sono offensivi nei confronti degli italiani, che sotto l’albero di Natale quest’anno troveranno un pacco svuotato di sette miliardi e mezzo di euro. La quinta rata del Pnrr prevedeva, infatti, che l’Italia ricevesse 18 miliardi di euro legati al raggiungimento di 69 obiettivi. Il governo ha invece pensato bene di rimodulare il Piano, tagliando drasticamente gli obiettivi del semestre, che si riducono a 52, e quindi i fondi da poter richiedere che scendono a 10,5 miliardi, a causa della propria clamorosa incapacità. Questa è la realtà, altro che i toni trionfalistici della premier che parla addirittura di primati. Diciamo le cose come stanno. Se un primato caratterizza questa destra è quello di smontare e far perdere pezzi al Pnrr, che è stato peraltro fortemente depotenziato rispetto a progetti fondamentali, ad esempio per asili, comuni e sanità. Il tutto con la presunzione di poter anche prendere in giro gli italiani. E’ inammissibile”.

 

Così il capogruppo del Pd in commissione Affari europei alla Camera, Piero De Luca.

14/12/2023 - 11:53

Ieri pomeriggio alla Camera abbiamo votato la fiducia, l'ennesima, sul Decreto fiscale. Grande assente del decreto è una presa di consapevolezza del Governo sull'urgenza di mettere mano sugli incentivi sull'acquisto di "case green" o sulla conversione degli edifici. Per questo ieri abbiamo presentato un un ordine del giorno, a firma mia e del collega Simiani, che impegna il governo a prorogare fino ad almeno il 2025 gli incentivi fiscali per l'acquisto di case ad elevato coefficiente di efficienza energetica. Avere edifici più efficienti infatti significa anche rendere le famiglie e le imprese più resistenti agli shock dei prezzi dell’energia, oltre a rientrare negli obiettivi europei di riduzione delle emissioni nette di gas ad effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. Il Governo, forse in uno spiraglio di lucidità, ha accolto l'ordine del giorno con riformulazione, poi approvato all'unanimità.
Mi fa piacere che il Governo abbia deciso di impegnarsi, anche perché è evidente che sia necessaria una riorganizzazione delle politiche sugli incentivi. Non solo sull'acquisto di case in classe energetica più elevata, ma anche e soprattutto sugli incentivi per l'efficientamento delle case nelle fasce più basse. La FILLEA CGIL infatti denuncia il drammatico rischio di una perdita di oltre 200mila posti di lavoro a causa della fine della cessione del credito e dei tagli sul PNRR. Come al solito a pagarne il prezzo, oltre ai lavoratori, saranno persone con redditi più bassi e con le case nella classe energetica più bassa, più costose in termini di consumi. Come al solito le conseguenze dello stallo o delle scelte sbagliate del Governo le pagheranno i redditi più bassi. Questa è una crisi annunciata: Il Governo deve fare delle scelte e assumere la riqualificazione delle nostre città come grande priorità politica, con meno incentivi a pioggia alle imprese e più politica industriale mirata e coerente con gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030, che favorisca crescita economica, benessere sociale e riduzione delle emissioni.

12/12/2023 - 19:20

“Attivatevi affinché la revisione della governance economica, a partire dalla riforma del Patto di Stabilità e Crescita, sia completata entro il 2023, evitando il rischio della riattivazione del vecchio Patto di stabilità, che obbligherebbe il nostro Paese a pesanti correzioni di bilancio. Fate di più rispetto ai negoziati in corso. Sono mesi che non riuscite a porre sul tavolo una vostra proposta perché vi manca l’autorevolezza e la credibilità necessaria. Anzitutto a causa dei vostri storici alleati politici, che sono da sempre tra i più ostili a maggiore flessibilità. Abbiamo negli occhi del resto le immagini, poche settimane fa, di Salvini entusiasta del risultato di Wilders in Olanda, quello che girava col cartello: ‘Neppure un centesimo all’Italia’. Come pensate di essere presi sul serio nelle trattative che conduce il ministro dell’Economia, peraltro dello stesso partito di Salvini? Povero Giorgetti! State disperdendo tutto il patrimonio di credibilità dell’Italia ed i risultati politici ottenuti”.

Così Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Affari europei, intervenendo nell’Aula della Camera per le comunicazioni della presidente Meloni in vista del Consiglio europeo.

“Accanto al tema delle alleanze - aggiunge - le criticità ulteriori arrivano dalle vostre stesse azioni. Penso a due vicende. La prima è la modifica del Pnrr. Noi abbiamo giocato per l’Italia quando abbiamo ottenuto 200 miliardi di euro nonostante il vostro voto contrario. Voi invece andate contro gli italiani quando cancellate oltre 100mila nuovi posti in asili nido, 500 progetti di nuove case ed ospedali di comunità, 10 miliardi di progetti di riqualificazione delle periferie e interventi nei territori dei nostri comuni, o tagliate i fondi per i beni confiscati alla mafia. L’altra vicenda su cui vi state coprendo di ridicolo, danneggiando gravemente il nostro Paese è quella legata alla ratifica della riforma del Mes. Bisogna essere chiari. Le vostre contraddizioni, la vostra melina imbarazzante e imbarazzata, i vostri ricatti politici scomposti - conclude - non ci danno più forza nella trattativa sul patto di Stabilità, ci rendono solo più deboli e inaffidabili sui tavoli europei”.

12/12/2023 - 18:49

“Ponte forse, ma intanto scippano risorse a Sicilia e Calabria! Ecco svelato il ‘bluff” di Meloni, Salvini & Co. che dopo mesi di propaganda, riesumando progetti anacronistici e società decotte senza mai dire da dove intendevano pescare le ingenti risorse necessarie, oggi con un emendamento getta definitivamente la maschera. Questi signori pensano di potere realizzare un’opera di interesse nazionale rimodulando i fondi di coesione per Sicilia e Calabria  e riducendo gli oneri a carico dello Stato. Un autentico furto per Calabria e Sicilia che già erano state penalizzate dalle revisione del Pnrr, con l’esclusione di numerosi progetti che – bugiardamente aveva assicurato il governo– sarebbero stati garantiti dallo stesso Fsc. Il più classico dei giochi delle tre carte o, per usare espressioni più care alla cultura di questo governo, una riedizione della storiella dei carri armati di Mussolini”.

Lo dichiara il segretario del PD Sicilia e capogruppo PD in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo.

12/12/2023 - 16:29

La revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano, proposta dal governo italiano ed approvata dalla Commissione Europea il 24 novembre ha definanziato molte opere, delle quali il Parlamento, così come le amministrazioni regionali e comunali interessate agli interventi del PNRR, che abbracciano anche i settori ambientali, sanitario e dell’istruzione, non hanno ad oggi notizia.
Non si comprende quale sia il motivo per cui le amministrazioni non hanno ricevuto alcuna informazione a luglio nel momento in cui il piano di definanziamento veniva proposto alla Commissione europea e ancora meno ora dopo che i tagli proposti sono stati in parte confermati e in parte ridimensionati dalla Commissione stessa. Le amministrazioni non possono essere lasciate all'oscuro rispetto alle opere definanziate così come non possono essere lasciate in balia delle sole dichiarazioni di nuovi finanziamenti senza che questi siano individuati con certezza, soprattutto se sia tratta di risorse europee che necessitano di essere rendicontate.
Le principali sforbiciate riguardano i comuni con progetti di resilienza di rigenerazione urbana per un totale di 8,8 miliardi. Pesanti ridimensionamenti sino al 25% anche per Ospedali e Case di Comunità unitamente al taglio del 30% dei posti per gli asili nido. Dubbi emergono anche sulle opere riguardanti le scuole che hanno utilizzato gli appalti integrati.
Per questo, con una interrogazione, ho chiesto al governo di scoprire le carte fornendo il dettaglio dell’operazione ridimensionamento e la lista delle opere soppresse, regione per regione. E’ intollerabile questo muro di silenzio da parte del governo Meloni dopo che la decisione è stata assunta dall’Europa sin dal 24 novembre.

Lo dichiara il deputato del PD Silvio Lai, della Commissione Bilancio della Camera.

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