Sospensione MES è messinscena del Governo
“La sospensione sul MES è l’ennesima messinscena del Governo Meloni. Una decisione che ridicolizza il nostro Paese in Europa e non aiuta nessuno, men che meno cittadini e imprese a combattere inflazione e tassi sui mutui alle stelle. La destra continua a inquinare il dibattito pubblico con le peggiori fake news, forse per coprire il frastuono dei fallimenti che purtroppo stanno inanellando sull’attuazione del PNRR. Ed intanto oggi avremmo dovuto già ricevere i soldi della rata relativa al secondo semestre 2022 e chiedere i 16 miliardi del primo semestre 2023. Nessuno sa che fine abbiano fatto i fondi PNRR, nessuno sa quali obiettivi non abbiamo conseguito ad oggi, nessuno sa come e cosa vogliono cambiare del Piano. Erano pronti… a far colare a picco il Paese. Si può prendere in giro qualcuno per un po’ di tempo ma prima o poi la verità apre gli occhi di tutti. E temo che il film che vedranno gli Italiani sarà una tragedia modello 2011.”
Così Ubaldo Pagano, capogruppo PD in Commissione Bilancio alla Camera dei deputati.
“Il governo Meloni, inefficace e deludente, tradisce gli obiettivi del PNRR. Il ritardo accumulato danneggia lo sviluppo, la crescita, l'occupazione e l'implementazione delle infrastrutture, specialmente nel Mezzogiorno e per le fasce più povere dell’Italia”. Lo scrive su Twitter stefano graziano
capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio.
"Fondi europei, Mes 'sospeso', inflazione alle stelle. Da mesi assistiamo a un imbarazzante scaricabarile del governo. Meloni attacca l'Europa e intanto si perde la scadenza del 30/6. A oggi nessuna richiesta della Quarta rata del #PNRR. 16 miliardi a rischio. Ma non erano pronti?". Lo scrive su Twitter il deputato dem Enzo Amendola, capogruppo Pd in commissione Esteri.
“Sul Mes, che esiste già da undici anni, si è attivata una delle più grandi campagne di disinformazione mai messa in campo nella storia del nostro Paese. È falso, infatti, che la sua revisione: autorizza un prelievo forzoso sui conti correnti di famiglie e imprese; istituisce un meccanismo automatico di ristrutturazione del debito degli Stati; attiva una sorveglianza macroeconomica permanente; toglie poteri in materia di governance economica alla Commissione; prevede un meccanismo in grado di aiutare solo le banche tedesche; obbliga l’Italia a versare 125 miliardi di euro, ma tale cifra rappresenta il capitale sottoscritto dal nostro Paese, di cui sono stati versati finora poco più di 14 miliardi, e la modifica del Mes non cambierà nulla al riguardo. Quindi, tutte fake news. D’altro canto, di insussistenza di effetti negativi ma, anzi, a segnalare i suoi effetti positivi per l’Italia è lo stesso capo di gabinetto del ministro all’Economia, Giancarlo Giorgetti. E’ il Ministero da voi presieduto a chiedere che la riforma sia ratificata. Non farlo significherebbe solo tenerci il Mes che già è in vigore. Basta inquinare il dibattito e a nuovi rinvii dell'approvazione. Ogni giorno che passa è un mattoncino in meno di credibilità dell'Italia sui tavoli europei”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Politiche europee alla Camera, Piero De Luca, intervenendo in Aula.
“Avete formalmente affidato - ha aggiunto - le linee e le scelte di indirizzo politico europeo all’opposizione. Abbiamo presentato al posto vostro una proposta di legge di autorizzazione alla ratifica dell’accordo di riforma che migliora le difese per imprese e cittadini. Dovete solo votare il testo di legge oggi in discussione. Invece state buttando da mesi la palla in Tribuna, con argomenti incomprensibili e spesso surreali. Da ultimo, abbiamo sentito rievocare formule particolari per dilatare ulteriormente i tempi come la ‘logica di pacchetto’, che certo non ci spaventa. Ci preoccupa, invece, la ‘logica del pacco’ che l’Italia potrebbe ricevere a livello europeo. Non ci rafforza, infatti, questo tira e molla nelle trattative sulla nuova governance europea, non ci rafforza nei negoziati per la revisione del Pnrr. Ci rende al contrario molto più deboli e poco affidabili. State mettendo a serio rischio la credibilità del nostro Paese - ha concluso - che è l’unico ancora a non aver concluso l’iter di revisione del Mes già avviato e condiviso da tutti gli altri Stati dell’Unione europea. Togliamo all’Italia questo stigma”.
Un governo incapace di raggiungere gli obiettivi di giugno del PNRR, su asili nido, idrogeno e colonnine elettriche. Mettono a rischio la quarta rata, mentre la terza ancora non si vede. Avevano detto di essere pronti ma la verità sta tutta qui.
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga capogruppo Pd alla Camera dei deputati.
Meloni ha usato l’aula parlamentare non da presidente del consiglio ma da capo della maggioranza. Un discorso in vista del Consiglio europeo rivolto alla pancia del paese, in posa davanti ai sostenitori, indifferente ai guai interni alla sua coalizione e ai problemi reali. Così facendo porta in Europa un’Italia sempre più isolata e in difficoltà su dossier strategici per il futuro. Dal Mes alla gestione dei flussi, dal Pnrr all’inflazione, Meloni non riesce a chiudere una partita, complice alleati europei imbarazzanti a Roma come a Bruxelles. Prigioniera del suo passato, dei no all’Europa, all’integrazione, non è alzando i toni in Parlamento che riuscirà a mantenere la credibilità che ha fatto dell'Italia una forza propulsiva della storia del continente.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Mentre oggi la Commissione UE approva la richiesta di revisione del Pnrr da parte di Francia e Malta, l'Italia non è pervenuta. Si confermano e crescono le nostre preoccupazioni. Era possibile già da mesi presentare le modifiche insieme al ReactEu, ma il Governo continua a ritardare aspettando l'ultimo minuto utile, peraltro senza coinvolgere ancora il Parlamento. Questo perché è in confusione totale sull'attuazione stessa del Piano ed è diviso sulle ipotesi di modifiche da apportare. L'immobilismo di Fitto e Meloni comporterà evidentemente dei ritardi nella valutazione e nell'approvazione finale da parte dell'Europa e soprattutto rallenterà ulteriormente il Piano. L'opposto di quello che serve al nostro Paese.
Così Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
“I contorni del presunto tentato golpe in Russia sono tutti da chiarire ma quello che è purtroppo evidente è la marginalità di Giorgia Meloni sullo scenario mondiale. Sicuramente questa situazione è stata alimentata dall’incapacità e dalla mancanza di credibilità, a livello europeo, che il governo italiano ha dimostrato in questi mesi su vicende chiave come l’attuazione del Pnrr e la ratifica del Mes. Va preso atto che questa destra, troppo spesso ambigua e mai compatta anche su posizioni antiputiniane, ha portato il nostro paese fuori dai giochi a livello internazionale”.
Lo ha detto la vicepresidente vicaria dei deputati Pd, Simona Bonafè, ospite de “L’aria che tira” su La 7.
"Difficoltà nella maggioranza sono sempre più evidenti"
Non bastavano gli scontri nella maggioranza con le insistenze per un chiarimento da parte della Santanchè, oggi emerge come anche all’interno di FdI ci sia gran confusione. La presidente Meloni auspica che la
Ministra venga in Parlamento a chiarire, mentre il suo fido capogruppo alla Camera Foti diceva che non ce n’era bisogno. Insomma il caos aumenta come su Mes e Pnrr e le difficoltà di governo e maggioranza sono sempre più evidenti.
Così Simona Bonafé, vicecapogruppo vicario dei deputati del Pd.
"Quindi per il Ministro Fitto chi osa criticare o esprimere dubbi sull'autonomia differenziata è un piagnone? Eppure in queste settimane le perplessità sugli effetti di questo disegno continuano ad emergere da più parti. Quali sarebbero le sfide da cogliere secondo il Ministro? Ma come si fa a non vedere che ci troviamo dinanzi ad una proposta antistorica? L' Europa, con il PNRR, ci offre la possibilità di rafforzare la coesione territoriale e di ridurre le disuguaglianze, e il Governo che fa? Sta rischiando di farci perdere questa straordinaria opportunità. Stanno facendo nascere un vero e proprio diritto differenziato, ovvero l'idea che diritti e opportunità dipendano dal luogo in cui si nasce, e questo per il PD è un concetto inaccettabile. Noi continueremo a difendere il Mezzogiorno, lo faremo con una battaglia popolare e trasversale che avrà tra i suoi appuntamenti centrali la manifestazione che terremo a Napoli il 14 e 15 luglio". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
Tweet di Nicola Zingaretti, deputato Pd
Il Governo delle destre ha tagliato la spesa reale sulla sanità pubblica e vuole tagliare gli investimenti del Pnrr su sanità territoriale e digitalizzazione.
Con questo Governo aumentano le disuguaglianze, è una vergogna.
Per questo domani sarò in piazza con la CGIL
A parole tutti casa e famiglia, in Aula bocciano l’ordine del giorno del Pd che chiedeva di destinare 4,6 miliardi di euro del Pnrr a nuovi asili nidi e scuole d'infanzia. Non si capisce come vogliono aiutare l’occupazione femminile e quale idea di sostegno alle famiglie abbiano in mente. La verità è sempre la stessa: non basta avere una premier donna per avere politiche che aiutano le altre donne.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“La ricetta del governo Meloni per sconfiggere la denatalità in Italia sembra essere abbastanza singolare, ma tant’è: meno asili e scuole materne per tutti. Non è una boutade per il caldo eccessivo di questi giorni ma la conclusione logica a cui è inevitabile arrivare dopo la bocciatura da parte della maggioranza di un nostro odg al decreto Enti locali (a prima firma Marco Furfaro e sottoscritto da tutti i gruppi di opposizione M5S, AVS ed Elena Bonetti per il Terzo Polo) che impegnava il governo ad utilizzare i 4,6 miliardi previsti dal Pnrr per costruire 1857 asili e 333 scuole materne entro il 2026, per un totale di 264.480 nuovi posti. Questa bocciatura è semplicemente scandalosa, così come e' scandaloso che la maggioranza che ha votato contro. Pochi giorni fa in Aula, per stessa ammissione del ministro per gli Afari Ue, Raffaele Fitto, nuovi asili e scuole materne, sono, per l’esecutivo di cui fa parte, una missione troppo ambiziosa. Giorgia Meloni, la prima donna italiana Presidente del Consiglio, dovrebbe provare almeno un forte imbarazzo per l’incapacità conclamata del suo governo a raggiungere un obiettivo cruciale, come quello di costruire nuove strutture dove educare quei bambini, di cui l’Italia ha tanto bisogno, e farli crescere. Ma con la destra al governo è sempre la stessa storia: tutte chiacchiere e distintivo”. Lo dichiara in una nota la deputata dem Valentina Ghio, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera.
“1857 nuovi asili e 333 scuole materne. Per un totale di 264.480 nuovi posti. Questo significa il Pnrr per l'Italia. Ed è gravissimo che oggi la maggioranza abbia votato contro l’impegno di utilizzare i 4,6 miliardi previsti dal Next Generation UE per costruire queste infrastrutture fondamentali per le famiglie e per il Paese”.
Così Marco Furfaro, deputato PD e primo firmatario dell'ordine del giorno che chiedeva al governo di impegnarsi con ogni iniziativa utile per rispettare gli obiettivi sugli asili nido, e sottoscritto da tutti i gruppi di opposizione (Pd, M5S, AVS ed Elena Bonetti per il Terzo Polo), denuncia la bocciatura da parte della maggioranza.
"Straparlano di famiglia - spiega Furfaro - e nel frattempo la calpestano ogni giorno, aumentando la precarietà, togliendo ogni strumento contro la povertà, definanziando il fondo affitti. E ora distruggendo la possibilità per tante bambini e bambini di avere un servizio essenziale, per tanti genitori di liberare tempo per lavorare, di ridurre le diseguaglianze, di far diventare l'Italia un Paese più civile. Grazie presidente Meloni. La prima presidente del Consiglio donna che ogni giorno lavora contro le donne. Un capolavoro di ipocrisia”.
“Le alluvioni in Emilia, Toscana e Marche hanno messo in ginocchio migliaia di imprese che rappresentano uno dei tessuti produttivi ed occupazionali più virtuosi e vivaci del paese. E’ necessario tutelare queste attività aiutandole a ripartire in fretta e con risorse certe. Per questi motivi il Partito Democratico presenterà un pacchetto di emendamenti al decreto attualmente in discussione alla Camera: si tratta di proposte per ristorare la perdita delle scorte ed indennizzare i mancati fatturati; per bloccare gli adempimenti fiscali e per posticipare i bandi relativi al Pnrr al fine di dare la possibilità alle imprese locali di partecipare alle gare. Le aziende del territorio saranno fondamentali per garantire una ricostruzione rapida ed efficace”. Lo ha dettp il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio, Marco Simiani, nel corso della discussione in commissione del Decreto Alluvioni.