04/12/2025 - 15:00

“Un appuntamento promosso dal Tavolo interassociativo scuola che riunisce le più importanti associazioni professionali del mondo della scuola per discutere e ragionare insieme su proposte operative a sostegno dei Patti educativi di comunità, progettualità educative importanti e diffuse in molte parti d'Italia, che hanno bisogno di risorse certe e strutturali, per rendere sempre più forte ed efficace l’alleanza tra scuola, comunità, famiglia. E’ fondamentale rafforzare la comunità educante per venire incontro ai bisogni educativi dei territori ed è importante provare a riflettere insieme, tra forze politiche di maggioranza e di opposizione, proprio in nome di progetti e di idee importanti.
E’ da tempo all’esame della Commissione Cultura del Senato la proposta di legge, presentata da Simona Malpezzi, per l’istituzione del Fondo per il sostegno e lo sviluppo della Comunità educante. Proprio per questo motivo, il Partito Democratico ha presentato un emendamento prioritario alla legge di bilancio per riprendere la proposta e rendere strutturale il fondo a sostegno delle comunità educanti.
Abbiamo davanti una grande occasione per dare strumenti concreti per diffondere uniformemente i patti educativi a livello nazionale e cogliere anche lo spirito significativo alla base di questa iniziativa”. Lo ha detto Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura di Montecitorio e presidente intergruppo parlamentare sulle povertà educative, intervistata a margine dell’iniziativa alla Camera sui patti educativi.

02/12/2025 - 19:29

«La maggioranza ha rifiutato la richiesta di rinviare il provvedimento sul consenso informato in commissione, nonostante i fatti recenti, in particolare quanto avvenuto al liceo Giulio Cesare, che impongono una riflessione profonda sul clima educativo nelle nostre istituzioni scolastiche. Quanto accaduto al Giulio Cesare è un episodio grave che dimostra come non siano sufficienti soltanto sanzioni disciplinari: è necessario affrontare un problema culturale e sociale che riguarda il rispetto dell’altro e la costruzione di relazioni sane. In questo quadro, l’educazione sessuo-affettiva, richiamata dalle linee guida dell’UNESCO e dalle indicazioni dell’OMS, resta uno strumento essenziale. Abbiamo tentato di rafforzarla con emendamenti in commissione, emendamenti che purtroppo sono stati respinti». Così è intervenuta in Aula alla Camera la responsabile con delega alla scuola, istruzione, infanzia e povertà educativa nella segreteria nazionale del Partito Democratico, Irene Manzi. «Gli studenti del liceo hanno chiesto con forza percorsi formativi su questi temi e le loro famiglie hanno appoggiato tale richiesta: è una sensibilità diffusa nel Paese che non può essere ignorata. Per questo chiediamo al Governo un segnale di fiducia verso scuole, studenti e genitori, una fiducia che non si esprime irrigidendo procedure burocratiche, ma creando condizioni perché le attività educative possano svolgersi in modo semplice, sicuro e omogeneo. La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne ci ha ricordato l’urgenza di intervenire sul versante educativo. Minimizzare il problema o appellarsi al cosiddetto “paradosso nordico” equivale a voltarsi dall’altra parte davanti a un’emergenza che è prima di tutto educativa. La scuola svolge un ruolo formativo insostituibile, spesso anche in sostituzione di famiglie che vivono serie difficoltà e questo va ricordato e non sottovalutato. Alla luce del rifiuto della maggioranza, continueremo a sollevare il tema nelle sedi istituzionali e nella comunità scolastica, chiedendo che il prossimo passaggio legislativo tenga conto della necessità di strumenti educativi efficaci e diffusi. Ribadiamo la nostra opposizione a un atteggiamento che ignora l’urgenza educativa e continueremo a lavorare per garantire percorsi di educazione sessuo-affettiva nelle scuole del Paese».

02/12/2025 - 16:04

«La maggioranza ha rifiutato la richiesta di rinviare il provvedimento sul consenso informato in commissione, nonostante i fatti recenti, in particolare quanto avvenuto al liceo Giulio Cesare, che impongono una riflessione profonda sul clima educativo nelle nostre istituzioni scolastiche. Quanto accaduto al Giulio Cesare è un episodio grave che dimostra come non siano sufficienti soltanto sanzioni disciplinari: è necessario affrontare un problema culturale e sociale che riguarda il rispetto dell’altro e la costruzione di relazioni sane. In questo quadro, l’educazione sessuo-affettiva, richiamata dalle linee guida dell’UNESCO e dalle indicazioni dell’OMS, resta uno strumento essenziale. Abbiamo tentato di rafforzarla con emendamenti in commissione, emendamenti che purtroppo sono stati respinti». Così è intervenuta in Aula alla Camera la responsabile con delega alla scuola, istruzione, infanzia e povertà educativa nella segreteria nazionale del Partito Democratico, Irene Manzi. «Gli studenti del liceo hanno chiesto con forza percorsi formativi su questi temi e le loro famiglie hanno appoggiato tale richiesta: è una sensibilità diffusa nel Paese che non può essere ignorata. Per questo chiediamo al Governo un segnale di fiducia verso scuole, studenti e genitori, una fiducia che non si esprime irrigidendo procedure burocratiche, ma creando condizioni perché le attività educative possano svolgersi in modo semplice, sicuro e omogeneo. La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne ci ha ricordato l’urgenza di intervenire sul versante educativo. Minimizzare il problema o appellarsi al cosiddetto “paradosso nordico” equivale a voltarsi dall’altra parte davanti a un’emergenza che è prima di tutto educativa. La scuola svolge un ruolo formativo insostituibile, spesso anche in sostituzione di famiglie che vivono serie difficoltà e questo va ricordato e non sottovalutato. Alla luce del rifiuto della maggioranza, continueremo a sollevare il tema nelle sedi istituzionali e nella comunità scolastica, chiedendo che il prossimo passaggio legislativo tenga conto della necessità di strumenti educativi efficaci e diffusi. Ribadiamo la nostra opposizione a un atteggiamento che ignora l’urgenza educativa e continueremo a lavorare per garantire percorsi di educazione sessuo-affettiva nelle scuole del Paese».

25/11/2025 - 13:26

“Il governo ha operato un definanziamento silenzioso e inaccettabile delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) all'interno del PNRR, tagliando le risorse da 2,2 miliardi di euro a soli 795,5 milioni. Questa scelta, combinata con la decisione del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del GSE (Gestore dei Servizi Energetici) di confermare la chiusura dello sportello per i contributi al 30 novembre, configura di fatto una chiusura anticipata della misura, in totale contrasto con gli impegni europei e la visione di una transizione energetica giusta e partecipata. Stiamo parlando di un atto grave che rischia di vanificare le progettualità già avviate da centinaia di Comuni, enti del Terzo Settore e cooperative che, confidando nella dotazione originaria, si sono impegnati per contrastare la povertà energetica e favorire l’autoconsumo diffuso. Chiediamo se il governo sia a conoscenza degli effetti combinati della riduzione della dotazione finanziaria e della chiusura dello sportello GSE al 30 novembre 2025 e se non ritenga che tale scelta configuri una chiusura anticipata della misura rispetto agli obiettivi e agli impegni originariamente assunti, compromettendo il pieno conseguimento del target e di disperdere progettualità già avviate”. Così il vicepresidente in commissione Attività produttive Vinicio Peluffo e il capogruppo dem Alberto Pandolfo in un’interrogazione parlamentare.
“L’obiettivo originario del PNRR per le CER, che prevedeva l'installazione di 2 GW entro giugno 2026 e 5 GW entro fine 2027 di nuova potenza rinnovabile, è messo seriamente a rischio da questa gestione confusa e al ribasso da parte dell'esecutivo. Nonostante il ministero dell’Ambiente abbia prorogato lo sportello per recuperare i ritardi accumulati, il taglio drastico delle risorse e la chiusura forzata del bando creano incertezza, penalizzando proprio quei soggetti (in particolare i Comuni fino a 50.000 abitanti) che solo di recente hanno potuto finalizzare i progetti. È essenziale che il governo fornisca una risposta chiara e un piano di rifinanziamento strutturale che permetta alle CER di diventare il pilastro della decentralizzazione energetica del Paese, evitando che le scelte attuative si traducano in una clamorosa occasione persa a danno dei territori”.

21/11/2025 - 13:18

“Il costo della vita è sempre più alto, anche solo per fare la spesa. Per riempire il carrello si stima che il costo sia lievitato a 174 euro in più rispetto a dodici mesi fa. Ma di questo poco importa al governo Meloni, che alternando il disco rotto del ‘tutto va bene e nuovo record storico’ alla continua e perenne campagna elettorale, non dà alcun segnale per venire incontro alle persone con più difficoltà. Dalla sanità abbandonata all’aumento della povertà, ora è il turno del morso dell’inflazione e dell’aumento dei beni di prima necessità. Questo sì che è un record storico ma in negativo”. Lo dichiara in una nota la deputata Pd, Ouidad Bakkali.
“Meloni e governo escano dai soliti schemi ideologici e capiscano, finalmente, che si possono aiutare persone ed economia approvando da subito il salario minimo”, conclude Bakkali.

12/11/2025 - 16:11

Meloni resta ferma e isola l’Italia.

“La sentenza della Corte di Giustizia Europea è chiarissima: gli Stati membri devono garantire un salario minimo adeguato, perché in Europa non possono esistere lavoratori poveri. Ancora una volta, però, il governo Meloni sceglie di voltarsi dall’altra parte, come ha già fatto sul riconoscimento dello Stato di Palestina e su altre grandi questioni europee. Anche sui salari, l’Italia resta un passo indietro”. Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo del Partito Democratico in commissione Lavoro alla Camera.

“Questa manovra – prosegue l’esponente dem – non migliora le retribuzioni, non sostiene chi vive di lavoro e colpisce soprattutto i lavoratori con qualifiche basse. Oggi in Italia ci sono oltre quattro milioni di persone che, pur lavorando, restano sotto la soglia di povertà. Ma queste persone non sono sole perché il PD è al loro fianco: sotto i 9 euro l’ora non è lavoro, è sfruttamento. È un sistema che usa la fatica delle donne e degli uomini per gonfiare i profitti di pochi”.

“La frammentazione del mercato del lavoro – conclude Scotto - e l’80% dei nuovi contratti a termine sono il segno di una precarietà strutturale che deprime i salari e il potere d’acquisto. Questa sentenza ci dice che un’Europa sociale è possibile, ma servono scelte coraggiose: togliere il diritto di veto, investire in welfare, sanità pubblica e scuola, non nel riarmo. Senza una rete di diritti sociali, le democrazie europee si indeboliscono e crescono i nazionalismi”.

 

05/11/2025 - 14:18

“L’Italia è ormai in una fase di stagnazione tecnica, con il Pil fermo per il terzo trimestre consecutivo e i consumi in frenata. La legge di bilancio 2026, secondo le stime del Mef, non produrrà alcun effetto positivo sulla crescita”. Lo dichiara Silvio Lai, deputato del Partito Democratico e componente della commissione Bilancio.

L’esponente dem sottolinea come “perfino il Centro Studi di Confindustria riconosce che l’attuale, debole crescita è soltanto l’ultima coda degli investimenti del Pnrr. Senza quei fondi, l’Italia sarebbe già in recessione. La manovra del governo Meloni è la prima in molti anni a non avere alcun impatto sulla crescita: se si facesse o non si facesse, sarebbe esattamente la stessa cosa. Il Pnrr è stato usato per coprire spese ordinarie, sottraendo risorse a scuola, sanità, transizione digitale ed ecologica. Così si condanna il Paese a un futuro di bassa crescita e scarse opportunità”.

“Il Partito Democratico – conclude Lai - presenterà una contromanovra che punti davvero sullo sviluppo industriale, sulla ripartenza e sulle infrastrutture sociali. In Italia la povertà cresce, la disoccupazione aumenta e i giovani restano senza prospettive. Questo è un governo di pura propaganda, incapace di gestire l’economia di un Paese e di costruire una visione per il futuro. Serve un piano alternativo che rimetta al centro il lavoro, gli investimenti e la coesione sociale”.

 

28/10/2025 - 14:10

“C’è un Paese reale diverso da quello che ci racconta il Governo, secondo cui va tutto bene solo perché sopravvive da tre anni: gli italiani non stanno e non staranno meglio con questa Manovra”.

Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, in diretta su RaiNews24.

“I dati Istat di cui si vanta Meloni sono legati, in parte, all’unico strumento che ha permesso un po’ di crescita: il Pnrr, su cui il suo partito era contrario - ha proseguito la deputata dem - L’altro dato, che volutamente il Governo continua a ignorare, è quello della povertà reddituale: abbiamo lavoratori poveri che non arrivano a fine mese”.

“Con questa Manovra non si fa nulla in tal senso: non c’è niente di nuovo, nessun riferimento ai redditi. Con questa Legge di Bilancio ci si limita a far galleggiare il Paese, senza alcuna redistribuzione della crescita o visione sul futuro, industriale ed economico. Del Governo Meloni ricorderemo solo la pressione fiscale più alta degli ultimi 10 anni e i continui tagli ai servizi, come mense scolastiche e asili nido, nei confronti dei Comuni.” ha concluso Gribaudo.

 

 

23/10/2025 - 10:48

“Quella del governo Meloni è una manovra figlia di nessuno: improvvisata, scritta all’ultimo minuto per tenere insieme una maggioranza divisa e senza visione. È un provvedimento che si caratterizza soprattutto per ciò che non c’è: misure per la crescita, per il lavoro stabile, per i salari, per contrastare la povertà. Si regalano piccole mance a categorie diverse, ma senza una strategia complessiva”. Lo afferma la deputata Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Partito Democratico, in un’intervista diffusa sui canali social dei deputati dem.

“Sul fisco – aggiunge l’esponente Pd – il governo restituisce solo briciole dopo aver tolto 25 miliardi ai lavoratori dipendenti, e sul lavoro continua a ignorare la necessità di regole sulla rappresentanza e sulla contrattazione negli appalti. Sulle pensioni poi siamo di fronte a un vero arretramento: cancellata ‘Opzione donna’, bloccati i canali di pensione anticipata e dimenticati disoccupati, persone con disabilità e donne con carichi familiari. È un’impostazione che tradisce ogni promessa elettorale.”

“Anche sulla Sanità – conclude Guerra – le risorse sono del tutto insufficienti. La spesa cresce, ma i finanziamenti non tengono il passo: a pagare saranno ancora una volta i cittadini, con l’aumento delle addizionali regionali e l’impossibilità di garantire i livelli essenziali di assistenza. E il tetto sulle assunzioni resta, condannando ospedali e servizi pubblici alla paralisi. È una manovra sbagliata nel metodo e nel merito, e a farne le spese saranno i più fragili”.

 

22/10/2025 - 12:23

Promesse tradite: crescono tasse, età pensioni e lavoro povero

“Siamo alla quarta Manovra del Governo Meloni ma il bilancio, quello vero, è fallimentare: promesse elettorali disattese, famiglie e imprese lasciate sole, lavoro sempre più povero”: è quanto dichiara il deputato Dem e segretario Pd della Toscana, Emiliano Fossi sul provvedimento bollinato oggi, mercoledì 22 ottobre, dalla Ragioneria generale dello Stato.

“Giorgia Meloni aveva promesso meno tasse e più sostegni. Oggi la pressione fiscale è al 42,8 per cento del Pil, la più alta degli ultimi dieci anni. L’età pensionabile aumenta, ‘Opzione Donna’ viene cancellata e le donne continuano a essere penalizzate. È un governo che parla di famiglia, ma ignora che oltre 2,2 milioni di nuclei familiari vivono in povertà assoluta.”

“Con il governo della destra è cresciuto il lavoro precario, sottopagato e nei settori a bassa produttività: un lavoratore su dieci è povero, e tra le donne la quota supera il 25 per cento. Altro che rilancio dell’occupazione stabile. Dopo quattro anni di promesse mancate, la Premier non può più dare la colpa agli altri: i numeri certificano che ogni promessa è stata tradita. Il Partito Democratico continuerà a battersi per un fisco più giusto, pensioni dignitose e lavoro stabile per tutti”: conclude.

 

17/10/2025 - 18:17

«Ogni anno i report dell’Istat sulla povertà ci ricordano che in Italia c’è un dramma che cresce e che il governo continua a ignorare. Oggi, nella Giornata mondiale contro la povertà, dovremmo parlare di soluzioni, ma nella manovra del governo Meloni non c’è nulla. I numeri sono impietosi: 5,7 milioni di persone in povertà assoluta, 2,2 milioni di famiglie che non riescono a sostenere le spese essenziali e 1,3 milioni di minori che crescono senza il necessario per vivere. La destra ha cancellato il Reddito di cittadinanza, precarizzato il lavoro e tagliato welfare e sanità, mentre l’inflazione ha divorato il potere d’acquisto. Il risultato è un Paese più povero, più fragile, più diseguale. Ma la povertà non è una condanna: si può combattere, se c’è la volontà politica di farlo. Serve un piano vero di contrasto, che unisca sostegno economico, inclusione e opportunità di lavoro, e la costruzione di un reddito minimo garantito e stabile, come esiste in tutti i Paesi europei. Perché la povertà non si cancella con gli slogan: si combatte con la giustizia sociale, con politiche che mettano le persone al centro. E questo governo, ancora una volta, sceglie di non farlo». Così Marco Furfaro, deputato e membro della segreteria PD, nel presidio contro la legge di bilancio organizzato dalla Rete dei Numeri Pari in Piazza Capranica, a Roma.

16/10/2025 - 18:12

«Oggi, nella Giornata mondiale dell’alimentazione, dovremmo ricordarci che in Italia oltre 5 milioni di persone vivono in povertà assoluta, e quindi anche alimentare. Milioni di famiglie che fanno fatica a mettere insieme un pasto, mentre ogni anno la sola GDO butta via oltre 200mila tonnellate di cibo ancora buono”. Così Marco Furfaro, capogruppo Pd in Commissione Affari Sociali alla Camera e Responsabile Iniziative politiche, Welfare e contrasto alle disuguaglianze del Partito Democratico, all’evento “Il Cibo Giusto per Tutti” promosso dalle Acli a Brescia in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione. 

"Il Reddito Alimentare, nato da un mio emendamento alla legge di bilancio 2023, andava in questa direzione: un progetto moderno, digitale, capace di unire giustizia sociale e sostenibilità ambientale, recuperando l’invenduto per aiutare chi non ce la fa. Il governo Meloni, invece, lo ha stravolto: una sperimentazione confusa, senza nessun coordinamento e con poche risorse. 

Non ci arrendiamo. Il Reddito Alimentare deve tornare a essere quello che doveva essere: una misura strutturale, coordinata e stabile, che renda effettivo il diritto all’alimentazione. Perché il cibo non è carità, è dignità. E la politica, se vuole avere senso, deve garantire che nessuno resti senza».

 

16/10/2025 - 10:46

“In armonia con la natura, a tutti dovrebbe essere garantito il cibo equo, sano e sostenibile. Così non è. Le statistiche sono impietose. Nel 2024, ci segnala l'Istat, la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale ha raggiunto il 23,1%, in aumento rispetto al 2023 (22,8%). La povertà alimentare è una emergenza silenziosa. Vi sono decine di migliaia di famiglie che si trovano di fronte al dilemma se nutrirsi, pagare le bollette o curarsi. Senza dimenticare che, come ci ricorda la Croce Rossa che nel 2024 ha distribuito in segno di solidarietà 510mila pacchi alimentari, per povertà alimentare non significa soltanto non avere abbastanza cibo, ma anche essere costretti a rinunciare alla qualità, alla varietà degli alimenti od anche alla regolarità dei pasti. Milioni di persone fanno la fila ogni giorno davanti alle mese delle organizzazioni di volontariato. È una emergenza sociale che va affrontata. La prossima legge di bilancio sarà l'ennesimo banco di prova per il governo. Serve una strategia che coinvolga regioni, enti locali ed associazioni. Chi ha bisogno non può aspettare oltre. Servono misure concrete ed immediatamente in campo. Così si onora la giornata mondiale dell'alimentazione. Altrimenti sono chiacchiere di nessun significato”.

 

Così sui social Stefano Vaccari, segretario di presidenza della Camera e capogruppo Pd in commissione Ecoreati.

 

09/10/2025 - 17:40

«Ottimo che il reddito alimentare parta anche a Napoli: è un progetto che ho fortemente voluto e che nasce da un mio emendamento alla legge di bilancio 2023. Una misura concreta contro la povertà e lo spreco alimentare, che restituisce dignità a chi è in difficoltà e valorizza la solidarietà come strumento di giustizia sociale.

Napoli dimostra che questa idea funziona, che può davvero fare la differenza nella vita delle persone. Purtroppo il governo, a cui spettava il coordinamento della sperimentazione nazionale, sta gestendo tutto nel modo peggiore: senza un piano, senza una visione e senza il tavolo di lavoro promesso. Ancora una volta, a garantire risultati sono le amministrazioni locali, non chi dovrebbe guidare il Paese.

Il reddito alimentare è la prova che le buone idee, se sostenute da competenza e volontà politica possono trasformarsi in diritti. E noi continueremo a difenderle e farle crescere, anche quando il governo sceglie di non farlo».

 

09/10/2025 - 16:50

“Anche quest’anno le difficoltà per le famiglie italiane si sono aggravate, con un terzo dei nuclei costretti a ridurre la spesa alimentare. I salari reali restano bassi, anche a causa di un’inflazione ancora elevata che comprime il potere d’acquisto. Da quando Meloni è al governo le lavoratrici e i lavoratori italiani hanno di fatto perso uno stipendio ogni anno. Lo dicono i dati Istat: una condizione aggravata anche dall’ampliamento del divario territoriale con zone sempre più ampie, specie nelle aree interne, dove aumenta la povertà e tanti giovani sono costretti a scappare. E

anche nelle città la situazione si sta aggravando con affitti e mutui che pesano sempre di più sui bilanci familiari. Eppure, il governo rivendica il miglioramento dei conti economici. Meloni non racconti favole e abbia il coraggio di guardare la realtà: o la manovra saprà dare risposte concrete a queste emergenze o sarà l’ennesimo fallimento. Il Pd presenterà un pacchetto di proposte per combattere la crisi che il governo fa finta di non vedere” Lo dichiara in una nota la Deputata del Partito Democratico e componente della commissione Affari Sociali alla Camera, Ilenia Malavasi.

 

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