“In Italia l’urbanistica è morta. Forse lo è in assoluto. L’urbanistica è organizzazione dello spazio fisico secondo principi che rispondono ad una visione della vita. Persa la visione. Ogni visione, l’urbanistica è morta. Galleggiamo tra relitti di slogan, falsità, illusioni, conformismo verbale. Il piano casa è diventato sinonimo di speculazione edilizia. In venti anni non ha prodotto mezza casa popolare”. Lo ha detto il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, durante il convegno “Progetto di futuro: in quali città e territori vogliamo vivere?”, che si è svolto alla Camera dei Deputati.
“La rigenerazione urbana ha spiegato l’ex sottosegretario all’Ambiente - è un trucchetto per fare edifici più belli nelle zone già pregiate dove il metro quadro ha valori stellari e può reggere i costi più alti delle innovazioni. Le città sono diventate e diventeranno in Italia luoghi infernali con gironi più crudeli laddove la povertà sociale e territoriale appare indomabile”.
“L’unico modo per dare sostanza a tante parole come ‘rigenerazione’, ‘sostenibilità’, ‘accessibilità’, ‘prossimità’, che oggi sono diventate vuote omelie - continua Morassut - è affrontare il nodo della fiscalità urbana. Chi ci mette le risorse per fare città più belle? Come finanzi l’edilizia sociale e dove la fai? Come finanzi il trasporto pubblico? Come mantieni lo spazio pubblico? Parliamo di sussidiarietà. Che non è una poesia. È lotta sociale. Equilibrio sociale. Tra soggetti diversi e classi diverse. Con interessi diversi che lo stato e le leggi devono regolare”.
“Diciamola chiara: il Italia - spiega ancora il deputato dem - gli oneri per le obbligazioni pubbliche delle trasformazioni territoriali arriva a mala pena al 5% del valore. In Europa oscilla tra il 20 e il 50. Qui le opere pubbliche le fa praticamente solo il pubblico. Quando può. In secondo luogo la rigenerazione urbana: in Italia, ha un carattere edilizio, puntuale. Invece deve essere un’azione integrata di comparti e pezzi di città e per farlo ci vogliono efficaci politiche incentivanti. Ma qui si dà il premietto di cubatura sul palazzetto. Come i piani casa che dal 94 si sono spammati in tutto il paese. Facciamo una legge seria, moderna, sul governo del territorio (che è cosa diversa e più ampia della rigenerazione urbana) che tolga di mezzo il vecchiume della 1150 del 42 ma ne conservi la filosofia di visone generale”.
“Purtroppo - conclude Morassut - sono discussioni che il sistema politico italiano e anche l’impresa italiana non sanno fare. Perché sono malati di miopia cronica. Si guarda la normetta, il ‘particulare’. Viva Guicciardini e abbasso Machiavelli, si potrebbe dire. Alla Camera una Pdl del Pd c’è. Se ne discuta. È una legge complessiva. C’è una proposta dell’Inu. Se ne discuta. Non facciamo più opera lirica, per favore”.
Cara Presidente, due dati: gli stipendi più bassi d’Europa e la povertà minorile più alta (1 ml e 300 mila in povertà assoluta). Cosa c’è da andare fieri mentre 4,5 ml di italiani hanno rinunciato a curarsi? Presidente, il suo è un paese dei sogni. Il risveglio sarà terribile.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla camera dei Deputati commentando il post della Premier per i due anni di governo.
“In un Paese serio, un governo che spende quasi 1 miliardo per i CPR in Albania, trasporta 16 persone con una nave Militare per poi riportarli in Italia il giorno dopo, dovrebbe scusarsi con tutti gli italiani. Soldi che potevano essere investiti nella sanità, contro il caro spesa per le famiglie, per il contrasto alla povertà, che la destra ha buttato per la propria disumana propaganda. Ci hanno trasformato nello zimbello del mondo, altro che patrioti. Incapaci e pericolosi” dichiara Chiara Gribaudo vicepresidente nazionale del PD.
Infine, aggiunge Gribaudo: “il Governo e la presidente Meloni dovrebbero smettere di fare propaganda e addossare le proprie colpe ad altri poteri dello Stato”
“Sul gioco d'azzardo siamo alle solite. Il governo non perde occasione di capitalizzare sulle fragilità perseverando nella pratica del 'sistema predatorio' del quale sempre più cittadini purtroppo sono vittime. Da quanto si apprende dai media, infatti, sembra che domani in Cdm si discuta anche di questo, festeggiando i 500 milioni che provengono dal settore dei giochi, che comprendono la proroga delle concessioni per slot, bingo e scommesse, con un aumento dei costi, e il mantenimento della quarta estrazione del lotto settimanale. Scelte che rappresentano la reiterazione di condotte predatorie, appannaggio dei potentati economici e finanziari, che trovano la sponda in un sistema politico corresponsabile di questa involuzione economica e sociale. Di nuovo veniamo a conoscenza di decisioni che non annunciano niente di buono”.
Così il deputato democratico e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“La proroga già concessa - aggiunge - scadrebbe il 31 dicembre prossimo, da qui la necessità di estendere il termine ultimo vista la mancanza di tempi tecnici per intervenire con un bando di gara: i tempi per una discussione sulla disciplina dei giochi e delle scommesse, resta per noi improcrastinabile, ma ancora una volta la destra rifugge al confronto incurante dell'irruzione della povertà. Per lo Stato questo vuole dire una iniezione di entrate derivanti dal pagamento di canoni di concessione che potrebbero arrivare già dal prossimo mese di gennaio. Per le persone invece nessuna buona notizia, anzi, è ancora una volta lo sfruttamento della debolezza che viene istituzionalizzato. Siamo e saremo contrari a questo scempio. Chiediamo alla maggioranza - conclude - di uscire dalla 'comfort line' sulla quale si è adagiata e di guardare alla realtà così infausta con la quale milioni di persone, ogni giorno, sono costrette a misurarsi”.
“Non ci sorprende più la volontà del governo di negare la discussione politica in merito ad uno strumento fondamentale per la lotta contro la povertà come è il salario minimo. Il governo preferisce la lotta ai poveri, perché pensa che la povertà sia una colpa”. Lo dichiara il deputato dem Emiliano Fossi, intervenendo in Aula durante la discussione del ddl Lavoro.
“Così – continua il parlamentare - ci si scaglia contro le donne, i giovani e gli stranieri: per voi le donne non devono lavorare o svolgere solo lavori umili, i ragazzi è bene che stiano a casa per etichettarli 'fannulloni' e i migranti dovrebbero rimanere nel loro paese”. “Il Pd continuerà la sua battaglia di civiltà per il salario minimo qui in Aula e nelle piazze”, conclude Fossi.
“La destra contrasta una proposta che ha raccolto invece nel Paese il consenso di migliaia e migliaia di persone. Ciò che oggi la maggioranza aggira con un trucchetto sarà comunque costretta a discutere in Parlamento quando approderà la legge di iniziativa popolare. Le tappe di questa vicenda dimostrano le responsabilità della destra: dopo una lunghissima discussione in commissione e in Aula anziché votare il salario minimo viene approvata una delega al governo per aumentare i salari attraverso la contrattazione collettiva. Una delega che passati sei mesi dal voto della Camera resta ancora bloccata in un Senato tramutato in Porto delle Nebbie dalla stessa paura della maggioranza. Paura di scontentare parte del proprio elettorato. Questa destra non ha nulla da proporre e tre milioni e mezzo di lavoratori e lavoratrici vengono lasciati con salari da fame. Devono restare inchiodati alla povertà perché in fondo questa maggioranza li ritiene colpevoli della loro povertà”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Meloni festeggia i dati sull’occupazione. Ma siamo solo davanti a trionfalismi dal fusto corto. Perché le leggi che ha fatto il suo Governo sono solo penalizzanti per il lavoro di qualità. Hanno solo spinto precarietà e sottosalario. Forse sulla crescita occupazionale dovrebbe ringraziare i governi che hanno portato il Pnrr in Italia, quando lei era contraria. L’attacco a Schlein sui dati è semplicemente ridicolo. La domanda che ha fatto la segretaria del Pd e’ sulla qualità dell’occupazione. Qui la Meloni non risponde perché non sa cosa dire. Dimentica che aumenta il lavoro autonomo - e dunque le false partite iva - e non il Lavoro stabile, che l’occupazione giovanile e femminile è ancora la più bassa d’Europa. Aggiungo che il reddito reale delle famiglie diminuisce rispetto al 2023, mangiato dall’inflazione. Sono dati Eurostat di oggi. Pesa la scelta di eliminare il salario minimo. E soprattutto la pazzia di aver detto no al Salario minimo che avrebbe spinto 4 milioni di lavoratori a uscire da una condizione di povertà forte. Su questo terreno la Meloni non risponde. Perché non sa cosa dire”. Lo dichiara Arturo Scotto capogruppo pd in commissione lavoro di Montecitorio.
“Il governo prepara un piano casa che non prevede alcuna misura per le politiche per l’affitto. In un paese con 40 mila sfratti all’anno, senza i sostegni sociali per la morosità incolpevole (aboliti dal governo) e con 940 mila famiglie in povertà assoluta e 630 mila in graduatoria, il Ministro Salvini gioca con i tavoli di studio sulla casa”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Tra gli obbiettivi del suo ‘piano casa’ - continua Morassut - non c’è la parola ‘affitto’. Lo ha chiarito ieri, rispondendo ad una mia interrogazione in commissione Ambiente e Territorio. Il piano verrà elaborato al termine di un ‘tavolo’ di confronto che prevede la sola partecipazione delle associazioni imprenditoriali e professionali. Sono stati esclusi i sindacato dell inquilinato, le rappresentanze del mondo associativo e del terzo settore che si occupano di housing sociale. Non è propaganda quindi affermare che il piano del governo parla solo a chi una casa c’è l’ha o se la può comprare. Per gli altri solo sgomberi e tagli all’assistenza”, conclude.
Mercoledì conferenza stampa con Guerra (Pd), Barzotti (M5s), Mari (Avs) e Bozzanca (InOltre)
Oggi mercoledì 3 luglio - ore 14.30, presso la sala stampa della Camera dei Deputati - si terrà una conferenza stampa promossa da Pd, M5s e Avs per rilanciare la raccolta firme a favore della proposta di legge di iniziativa popolare per istituire in Italia il salario minimo. La proposta di legge è stata depositata da Pd, M5s e Avs presso la Corte di Cassazione e annunciata in Gazzetta Ufficiale il 2 maggio e può essere sottoscritta presso i banchetti diffusi su tutto il territorio nazionale e online sulla piattaforma dedicata (https://firme.salariominimosubito.it/).
Alla conferenza stampa, promossa da Maria Cecilia Guerra (Pd), Valentina Barzotti (M5s), Franco Mari (Avs), parteciperà anche Giordano Bozzanca che annuncerà l’adesione alla raccolta firme delle associazioni: InOltre, UDU, Link Coordinamento Universitario, Acta in Rete, Primavera degli Studenti, Nuovi Orizzonti GD, ALS specializzandi, Federazione degli Studenti, Repubblica degli Stagisti, Coordinamento giovani giuristi italiani CoGita, Praticanti Avvocati, Unione degli Studenti, Rete della Conoscenza, Questa è Roma, Italiani Senza Cittadinanza, Rete degli Studenti Medi, Friday For Future Italia, Movimento giovanile della Sinistra.
Perché serve un salario minimo?
In Italia i dati sono allarmanti. Chi sta pagando davvero la grande inflazione degli ultimi anni sono i lavoratori: l’Istat ci dice che tra gennaio 2021 e dicembre 2023 i prezzi al consumo sono aumentati del 17,3% mentre le retribuzioni contrattuali sono cresciute solo del 4,7%. Nel 2023, le famiglie dei lavoratori dipendenti in povertà assoluta sono cresciute al 9,15% dall’8,3% del 2022.
3 milioni e mezzo di persone lavorano con un minimo contrattuale inferiore a 9 euro lordi all’ora. In tutti i paesi dove esiste il salario minimo legale ha avuto un ruolo cruciale nel difendere i salari dall’inflazione. Ha avuto anche l’effetto di ridurre il gap di genere, per colpa del quale le donne ricevono salari più bassi rispetto agli uomini.
L’assenza di un salario minimo non solo espone i lavoratori a salari ingiustamente bassi ma contribuisce anche a un fenomeno di “contrattazione malata”, dove le condizioni di lavoro e i salari vengono negoziati in modo inefficace e spesso a svantaggio dei lavoratori stessi. Di conseguenza, la disparità salariale persiste e si aggrava, rendendo urgente un intervento legislativo.
Mercoledì conferenza stampa con Guerra (Pd), Barzotti (M5s), Mari (Avs) e Bozzanca (InOltre)
Mercoledì 3 luglio - ore 14.30, presso la sala stampa della Camera dei Deputati - si terrà una conferenza stampa promossa da Pd, M5s e Avs per rilanciare la raccolta firme a favore della proposta di legge di iniziativa popolare per istituire in Italia il salario minimo. La proposta di legge è stata depositata da Pd, M5s e Avs presso la Corte di Cassazione e annunciata in Gazzetta Ufficiale il 2 maggio e può essere sottoscritta presso i banchetti diffusi su tutto il territorio nazionale e online sulla piattaforma dedicata (https://firme.salariominimosubito.it/).
Alla conferenza stampa, promossa da Maria Cecilia Guerra (Pd), Valentina Barzotti (M5s), Franco Mari (Avs), parteciperà anche Giordano Bozzanca che annuncerà l’adesione alla raccolta firme delle associazioni: InOltre, UDU, Link Coordinamento Universitario, Acta in Rete, Primavera degli Studenti, Nuovi Orizzonti GD, ALS specializzandi, Federazione degli Studenti, Repubblica degli Stagisti, Coordinamento giovani giuristi italiani CoGita, Praticanti Avvocati, Unione degli Studenti, Rete della Conoscenza, Questa è Roma, Italiani Senza Cittadinanza, Rete degli Studenti Medi, Friday For Future Italia, Movimento giovanile della Sinistra.
Perché serve un salario minimo?
In Italia i dati sono allarmanti. Chi sta pagando davvero la grande inflazione degli ultimi anni sono i lavoratori: l’Istat ci dice che tra gennaio 2021 e dicembre 2023 i prezzi al consumo sono aumentati del 17,3% mentre le retribuzioni contrattuali sono cresciute solo del 4,7%. Nel 2023, le famiglie dei lavoratori dipendenti in povertà assoluta sono cresciute al 9,15% dall’8,3% del 2022.
3 milioni e mezzo di persone lavorano con un minimo contrattuale inferiore a 9 euro lordi all’ora. In tutti i paesi dove esiste il salario minimo legale ha avuto un ruolo cruciale nel difendere i salari dall’inflazione. Ha avuto anche l’effetto di ridurre il gap di genere, per colpa del quale le donne ricevono salari più bassi rispetto agli uomini.
L’assenza di un salario minimo non solo espone i lavoratori a salari ingiustamente bassi ma contribuisce anche a un fenomeno di “contrattazione malata”, dove le condizioni di lavoro e i salari vengono negoziati in modo inefficace e spesso a svantaggio dei lavoratori stessi. Di conseguenza, la disparità salariale persiste e si aggrava, rendendo urgente un intervento legislativo.
Mercoledì conferenza stampa con Guerra (Pd), Barzotti (M5s), Mari (Avs) e Bozzanca (InOltre)
Mercoledì 3 luglio - ore 14.30, presso la sala stampa della Camera dei Deputati - si terrà una conferenza stampa promossa da Pd, M5s e Avs per rilanciare la raccolta firme a favore della proposta di legge di iniziativa popolare per istituire in Italia il salario minimo. La proposta di legge è stata depositata da Pd, M5s e Avs presso la Corte di Cassazione e annunciata in Gazzetta Ufficiale il 2 maggio e può essere sottoscritta presso i banchetti diffusi su tutto il territorio nazionale e online sulla piattaforma dedicata (https://firme.salariominimosubito.it/).
Alla conferenza stampa, promossa da Maria Cecilia Guerra (Pd), Valentina Barzotti (M5s), Franco Mari (Avs), parteciperà anche Giordano Bozzanca che annuncerà l’adesione alla raccolta firme delle associazioni: InOltre, UDU, Link Coordinamento Universitario, Acta in Rete, Primavera degli Studenti, Nuovi Orizzonti GD, ALS specializzandi, Federazione degli Studenti, Repubblica degli Stagisti, Coordinamento giovani giuristi italiani CoGita, Praticanti Avvocati, Unione degli Studenti, Rete della Conoscenza, Questa è Roma, Italiani Senza Cittadinanza, Rete degli Studenti Medi, Friday For Future Italia, Movimento giovanile della Sinistra.
Perché serve un salario minimo?
In Italia i dati sono allarmanti. Chi sta pagando davvero la grande inflazione degli ultimi anni sono i lavoratori: l’Istat ci dice che tra gennaio 2021 e dicembre 2023 i prezzi al consumo sono aumentati del 17,3% mentre le retribuzioni contrattuali sono cresciute solo del 4,7%. Nel 2023, le famiglie dei lavoratori dipendenti in povertà assoluta sono cresciute al 9,15% dall’8,3% del 2022.
3 milioni e mezzo di persone lavorano con un minimo contrattuale inferiore a 9 euro lordi all’ora. In tutti i paesi dove esiste il salario minimo legale ha avuto un ruolo cruciale nel difendere i salari dall’inflazione. Ha avuto anche l’effetto di ridurre il gap di genere, per colpa del quale le donne ricevono salari più bassi rispetto agli uomini.
L’assenza di un salario minimo non solo espone i lavoratori a salari ingiustamente bassi ma contribuisce anche a un fenomeno di “contrattazione malata”, dove le condizioni di lavoro e i salari vengono negoziati in modo inefficace e spesso a svantaggio dei lavoratori stessi. Di conseguenza, la disparità salariale persiste e si aggrava, rendendo urgente un intervento legislativo.
"Il ministero del Lavoro ha confermato i dati Istat sulla povertà, che ha raggiunto in Italia il peggiore livello degli ultimi 10 anni. E tutto questo grazie all'abolizione del reddito di cittadinanza che ha aumentato di un milione le persone sotto la soglia del disagio economico. Viene quindi certificato il fallimento dell'assegno di inclusione del Governo Meloni e il bluff e la falsa narrazione della buona occupazione in crescita nel nostro paese. In Italia cresce soltanto il lavoro sottopagato ed il Salario Minimo è una priorità irrinunciabile per fermare lo sfruttamento dei lavoratori": è quanto dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi sui dati della Relazione della Commissione Povertà del Ministero del Lavoro.
"A due giorni dal voto delle europee, il ministro Lollobrigida annuncia in pompa magna la "social card". Di cosa stiamo parlando? Di 500 euro una tantum cioè una sola volta, per un anno e quindi circa 41 euro al mese, e disponibile solo a settembre. Come dovremmo definirla se non una mancetta elettorale? Un tentativo di prendere in giro le persone che sono povere, non stupide.
Hanno tolto il reddito di cittadinanza che ha salvato dalla povertà assoluta milioni di persone, si rifiutano di approvare il salario minimo per contrastare il lavoro povero, non mettono un euro per abbattere le liste d'attesa nella sanità pubblica, però tirano fuori dal cilindro della propaganda la social card 48 ore prima che le italiane e gli italiani vadano a votare.
Un becero tentativo di manipolare le persone che si trovano in difficoltà pur di racimolare qualche voto in più. Davvero vergognoso". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Proposte concrete, che meritano grande attenzione ed un seguito parlamentare. Lo faremo nei prossimi giorni con i colleghi dell'Intergruppo per trasformare le proposte in iniziativa legislativa".
Lo dichiara il deputato PD, Stefano Vaccari, Segretario di Presidenza della Camera e Presidente dell'Intergruppo parlamentare per la sensibilizzazione sui rischi del gioco d'azzardo che ha partecipato questa mattina al Convegno promosso dalla Campagna Mettiamoci in gioco e dalla Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II. Convegno che è stato chiuso dall'intervento del Cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei.
"Dal 2004 al 2023 - sottolinea Vaccari - il volume di denari veicolati per giochi e scommesse è stato di 1617 miliardi di euro. Un crescendo inquietante visto che si parte dai 25 miliardi e 600 milioni del 2004 per arrivare ai 147 miliardi del 2023. La cifra complessiva vale un 40,1% del debito pubblico che è di 2895 miliardi ed è praticamente identico al valore del Pil del 2021 che è stato di 1782 miliardi. Al volume di denari, aumentato progressivamente, non corrisponde per lo Stato un gettito erariale proporzionale visto che nelle casse del nostro Paese rimasero 7,3 miliardi nel 2004 su 25 miliardi e 11 miliardi nel 2022 a fronte di 136 miliardi veicolati. Le esigenze economiche del Paese, visti i numeri e le gravi ripercussioni sociali, quali infiltrazioni criminali e ludopatia, possono essere soddisfatte in ben altri modi dato che si registrano 100 miliardi di evasione fiscale, 200 miliardi annui di economia non osservata, risibili entrate da concessioni balneari e da extra profitti su rincari energia, 12 miliardi spesi dalla Pubblica Amministrazione per affitto immobili senza utilizzare invece quelli di proprietà. È ormai dimostrato che l'espansione del gioco legale non debella quello d'azzardo organizzato dalle organizzazioni malavitose. Legalità e illegalità spesso si confondono e cresce a dismisura la povertà indotta con il sistema dei giochi. Per questo è urgente un riordino complessivo della normativa di riferimento. Non sono bastate le novità introdotte nel passato dal Parlamento che ha recepito alcune mie proposte finalizzate a contrastare le ingerenze malavitose, serve un ulteriore scatto in avanti. Il gioco legale non può essere incoraggiato dallo Stato ma deve rappresentare solo un momento occasionale, di divertimento ludico estemporaneo. Per fare la riforma serve una volontà trasversale dei Gruppi Parlamentari e la decisione del Governo di non utilizzo prioritario dei giochi per fare cassa. Riuscirci - conclude Vaccari - significa fare una scelta di civiltà e di progresso nell'interesse più generale delle nostre comunità".