18/02/2025 - 17:30

“Il decreto Milleproroghe è l’ennesima dimostrazione di una politica fatta di misure parziali e di corto respiro. Il governo Meloni punta al consenso immediato senza affrontare riforme strutturali. Sulla Sanità, il governo ha annunciato interventi sulle liste d’attesa, approvando un decreto per aumentare le risorse, ma solo per la sanità privata accreditata. Tuttavia, i decreti attuativi non sono stati ancora emanati, e il disegno di legge per affrontare la carenza di personale sanitario è fermo da mesi. Inoltre, il Milleproroghe avrebbe dovuto concedere alle Regioni maggiore flessibilità di spesa sanitaria (utilizzando lo 0,7 per cento del fondo sanitario nazionale), ma questa misura è scomparsa dal testo definitivo. Nel frattempo, milioni di italiani rinunciano alle cure, la sanità privata cresce a scapito della pubblica, e la migrazione sanitaria dal Sud al Nord pesa per 5 miliardi di euro. Il governo non investe risorse adeguate, accompagnando di fatto il sistema verso una privatizzazione progressiva”. Lo ha detto in Aula alla Camera Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze, durante la discussione generale sul decreto Milleproroghe.

“Il governo – conclude Merola - riapre i termini per accedere alla cosiddetta ‘Rottamazione-quater’ delle cartelle esattoriali, per i debitori decaduti a seguito del mancato, insufficiente o tardivo pagamento delle rate previste, mentre prepara la quinta, senza distinguere tra chi è realmente in difficoltà e chi sfrutta il meccanismo per rinviare i pagamenti. Le precedenti quattro rottamazioni hanno lasciato un buco di 21,6 miliardi sui 64,5 previsti, e ora la maggioranza discute se destinare altri 5,2 miliardi a una nuova rottamazione o 3-4 miliardi alla riduzione delle aliquote IRPEF. Il governo, mentre non stanzia fondi per medici e infermieri e impone tagli agli enti locali, favorisce chi può evadere le tasse, penalizzando i lavoratori dipendenti e compromettendo equità fiscale e welfare. Altro che quinta rottamazione, questo governo sta rottamando il Paese”.

 

06/02/2025 - 11:43

Intervenire con urgenza per salvaguardare futuro del cinema italiano
“Quando denunciavamo la crisi dell’industria dell’audiovisivo italiano, il ministero ci rispondeva sostenendo che non conoscevamo il settore e che tutto andava per il meglio. Oggi, i dati confermano quanto avevamo segnalato: la realtà si impone con forza. Le produzioni bloccate sono numerose e la situazione dei lavoratori e delle lavoratrici del cinema è drammatica, con un numero crescente di professionisti che hanno reso celebre la storia del nostro cinema costretti a migrare in altri settori pur di continuare a lavorare.

Questo governo ha una grandissima responsabilità: le incertezze e le riforme mancate hanno gettato il settore in una crisi profonda. Chiediamo al governo e al ministro di aprirsi al confronto, coinvolgendo tutti i lavoratori, non solo le grandi produzioni.

Registriamo, inoltre, la recente intervista di un regista che, pur essendo stato vicino al governo negli ultimi anni, ora prende le distanze e afferma con chiarezza che l’industria cinematografica è stata gettata nell’incertezza e nella crisi.

È il momento di intervenire con urgenza per salvaguardare il futuro del cinema italiano”. Lo ha detto intervenendo in Aula il deputato del Pd, Matteo Orfini.

05/02/2025 - 13:10

“L'intervento della Commissione di Garanzia sugli scioperi relativamente ai servizi minimi essenziali nel settore ferroviario non solo rischia di penalizzare i diritti dei lavoratori, ma finisce per indebolire anche i sindacati rappresentativi che, come sempre, hanno rispettato le regole. Non si combattono gli scioperi selvaggi con nuove restrizioni, ma con azioni concrete e una seria legge sulla rappresentanza sindacale, che tuteli davvero i lavoratori e non chi cerca di cavalcare l’ondata di malcontento senza alcun mandato democratico”. Lo dichiara Chiara Gribaudo, vicepresidente nazionale del Partito Democratico.
“Questa non è la strada giusta per garantire la continuità dei servizi ferroviari. I disagi, purtroppo ricorrenti, che interessano il trasporto su rotaia vengono spesso imputati agli scioperi, ma bisogna ricordare che altre volte si tenta di nascondere l'incapacità del ministro e delle istituzioni di affrontare le vere criticità del sistema ferroviario, attribuendo colpe ai sindacati”, ha aggiunto Gribaudo.
“La verità - continua la parlamentare piemontese - è che gli scioperi, soprattutto quelli organizzati dai sindacati rappresentativi, sono una forma di legittima protesta e non vanno criminalizzati. Al contrario, servono investimenti reali, riforme e un piano di sviluppo che permetta al settore di rispondere alle necessità dei cittadini. In questo contesto, un sistema delle fasce di garanzia che penalizzi i lavoratori è un ulteriore passo indietro. La vera sfida è tutelare i diritti dei lavoratori, a cominciare dal rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto a gennaio del 2024, senza ostacolare il loro legittimo diritto di scioperare e senza continuare a criminalizzare chi lotta per condizioni di lavoro più dignitose”.
Infine conclude la deputata dem: “Il nostro impegno sarà quello di portare avanti la proposta di una legge che rafforzi la rappresentanza sindacale, che consenta alle organizzazioni maggiormente rappresentative di giocare un ruolo fondamentale nel dialogo sociale. Solo così si potrà trovare una soluzione ai disagi nel settore ferroviario e in altri comparti senza danneggiare i diritti di chi lavora e si impegna ogni giorno”.

 

25/01/2025 - 12:01

“L’anno giudiziario 2025 si apre in un clima di angoscia e preoccupazione per le pessime riforme che il governo e la maggioranza stanno portando avanti e per i continui attacchi frontali scagliati contro la magistratura. La destra sta utilizzando il suo potere per inquinare la democrazia e l’ordine costituzionale, portando il Paese verso una pericolosa deriva securitaria e panpenalistica. La magistratura deve mantenere la sua autonomia e indipendenza e noi vigileremo affinché non sia minata dai quotidiani tentativi di delegittimazione di questo governo”. Così Marco Lacarra, deputato barese del Pd e componente della commissione Giustizia, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario celebrata presso la Corte d’Appello di Bari.

09/01/2025 - 15:37

“La riforma costituzionale sulla separazione delle carriere del governo, riduce l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, spingendo il pubblico ministero al controllo dell'esecutivo”. Così la capogruppo democratica nella commissione affari costituzionali della camera, Simona Bonafè che sottolinea come con la riforma “non vengono toccate le vere emergenze e priorità del sistema giudiziario italiano a partire dalla velocizzazione dei processi, ma si creano le condizioni per mettere la giustizia al servizio della politica cancellando anni di cultura giuridica italiana e facendo carta straccia del principio della separazione dei poteri alla base delle costituzioni liberali. Noi siamo disponibili a lavorare insieme per riforme che assicurino davvero funzionalità e garanzie nel processo ma siamo di fronte ad un approccio ideologico che nulla a che fare con la garanzia di un giustizia giusta per cittadini e imprese”.

09/01/2025 - 14:58

La premier Meloni sostiene di voler andare avanti spedita sulle riforme, tra cui la separazione delle carriere che servirebbe secondo il governo a rafforzare la terzietà del giudice. In realtà quella che chiamano riforma per la separazione delle carriere dei giudici è la separazione delle magistrature. Un intervento mosso da un intento punitivo nei confronti della magistratura che è autonoma e indipendente ed è ispirato dalla tradizionale ossessione ideologica della destra in materia di giustizia. Si stravolgono così le regole stabilite dai padri costituenti e si finisce per trasformare il PM da organo di giustizia a accusatore seriale, un super-poliziotto tutto teso e improntato allo scontro processuale. Chi si è sottratto al confronto è solo il governo che ha blindato il provvedimento così come è uscito dal Consiglio dei ministri e la sua maggioranza che oggi non è nemmeno intervenuta in Aula per difenderlo. La separazione delle carriere di fatto già esiste per gli interventi degli ultimi anni ma il governo vuole solo dividere gli attori della giurisdizione e il Paese perché non accetta che in una democrazia matura la magistratura è autonoma e indipendente e non è invece chiamata a sostenere e realizzare il programma di governo”.

Così  Federico Gianassi, capogruppo Pd in Commissione Giustizia alla Camera intervenendo sul ddl costituzionale Giustizia.

09/01/2025 - 14:10

“Sulla giustizia c'è il rischio di diventare dei clericali involontariamente corporativi. Ma entrando nel merito la ragione per cui si fanno le riforme sulla giustizia è per facilitare l'emersione della verità a scapito della verosimiglianza. Ma mentre nel processo ci sono le garanzie per tale emersione, non è così nella fase del procedimento, un 'safari' di cui andrebbero prese le misure per evitare che sia composto da marchingegni studiati per sopprimere ciò che si dice”. Lo dice il deputato dem Luciano D'Alfonso in Aula sul ddl costituzionale di riforma della giustizia.

“È necessario – continua il parlamentare Pd - che le indagini durino di meno e che l'udienza filtro aiuti l'emersione della verità. Dieci anni per accertare la verità sono troppi! Serve l’integrazione e l’attraversamento delle carriere, altroché la loro separazione. Cerco un PM che abbia fatto prima l’avvocato, poi il giudice e poi ancora l’accusatore. Così come ricerco un giudice che abbia fatto l’avvocato, il PM e poi il giuscrivente delle sentenze. La complessità della ricerca della verità richiede l’intero della consapevolezza esperienziale come richiamava Calamandrei. La separazione delle carriere non risolve uno di questi problemi ma genera solo la corporativizzazione e la verticalizzazione tra polizia giudiziaria e pubblico ministero”. “Per l'emersione della verità l'obiettivo è l'intero non la parcellizzazione in un pacchetto di propaganda del governo”, conclude D'Alfonso.

11/12/2024 - 13:54

Giudici di pace rinviano processi al 2030 e le app del processo telematico non funzionano

“Abbiamo definito la giustizia non giusta perché purtroppo siamo di fronte ad un governo e ad una maggioranza, in particolare ad un ministro, che si occupano dei grandi sistemi, penso alla separazione delle carriere, alla riforma della corte corte dei conti, al sistema delle intercettazioni piuttosto che all’abolizione di reati come è accaduto con l’abuso in ufficio, tutte ‘grandi riforme’ che però non toccano la vita quotidiana dei cittadini.
La verità è che la giustizia italiana non funziona. Ricordo che in questo momento è operativo in Italia soltanto il 37% dei giudici di pace necessari per lo svolgimento dei processi a loro affidati. Questo porta ad avere udienze che sono state già rinviate al 2028 o addirittura al 2030. Cose che succedono quotidianamente. Allo stesso modo ricordiamo che il processo telematico non funziona, le app non funzionano e spesso i giudici e i cittadini non riescono ad accedervi. Dunque noi vogliamo una giustizia più veloce, digitalizzata ma vogliamo che funzioni. Nonostante i fondi del Pnrr, il governo però non si occupa né di giudici di pace né di processo telematico ma solo bandierine ideologiche”. Lo ha detto Debora Serracchiani Deputata Pd e responsabile nazionale giustizia intervenendo in conferenza stampa “La giustizia non giusta. Giudici di pace e processo telematico”.

05/12/2024 - 16:26

Come Partito democratico abbiamo chiesto oggi l’audizione in commissione politiche UE del vicepresidente della Commissione Raffaele Fitto, ai sensi della legge 234 del 2012. È importante che spieghi al Paese le sue linee programmatiche, l’impianto europeista del suo impegno di lavoro e che chiarisca anche il perimetro delle sue competenze, alla luce delle ultime scelte organizzative operate dalla Presidente von der Leyen. Il Gabinetto di Fitto infatti ha perso la guida della direzione generale per le Riforme, una struttura strategica, che è stata scorporata ed affiancata alla task force Recovery. Non proprio una buona notizia per il nostro Paese.  

Così il capogruppo democratico nella Commissione Affari Europei della Camera, Piero De Luca.

16/11/2024 - 10:00

Parole Delmastro indecenti

“La riforma Calderoli non esiste più”. Lo ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera, a Sky tg24 Agenda. “La Corte costituzionale ha colpito al cuore l’Automia, proprio nei punti su cui il Pd, le opposizioni, ma anche pezzi della maggioranza avevano evidenziato problemi e contraddizioni. Ora il governo blocchi le intese avviate con le singole regioni poiché è saltato il disegno di riforme inefficaci che volevano indebolire il paese”.
“Indecenti le parole del sottosegretario Delmastro - ha poi commentato la Braga - sintomo di una cultura repressiva in cui si lede la dignità delle persone in forme inaccettabili senza mai occuparsi veramente dei problemi. Cosa che dovrebbe fare il sottosegretario viste le condizioni delle carceri italiane”.

14/11/2024 - 13:19

“La Giustizia è al collasso: i giudici di pace fissano le udienze al 2030, la situazione del carcere è drammatica, gli organici sono scoperti e in questo quadro il governo disinveste”: è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Giustizia Federico Gianassi sulla discussione della sua interrogazione sulle criticità del comparto svolta a Montecitorio.
“La destra, mentre procede con strappi ideologici come per gli interventi sulla Corte di Conti o in materia di separazione delle carriere o come ha fatto con l’abrogazione dell’abuso, con la manovra prevede un taglio di 500 milioni nel triennio. Quanto ai fondi PNRR ammette di aver speso fino ad oggi soltanto il 40 per cento delle risorse disponibili per quanto riguarda il potenziamento degli organici. E laddove si vanta di avere speso le risorse come per la digitalizzazione assistiamo ogni giorno al fallimento del processo penale telematico. Un disastro quindi su tutta la linea”: conclude Federico Gianassi.

04/11/2024 - 17:17

“Bene l’espressione dell’assemblea della FIGC che approva a larga maggioranza le modifiche allo statuto, senza sottomettersi a diktat di nessuna componente e rivendicando il principio dell’autonomia dello sport. Ora mi auguro che piuttosto che pensare a ricorsi e tribunali, si alzi il livello della discussione sulle riforme necessarie, senza limitarsi a discutere di percentuali derivanti dalle scommesse sportive o di sponsorizzazioni dal betting. Il calcio merita una discussione di qualità sul tema degli stadi, dei settori giovanili, di un probabile ridimensionamento del valore dei diritti televisivi, di un progetto tecnico e strategico il cui contributo mi auguro arrivi in modo costruttivo e non più conflittuale da tutte le parti in causa” così il responsabile nazionale sport del Pd, il deputato democratico Mauro Berruto.

 

21/10/2024 - 17:10

“L’istituzione di una commissione di inchiesta sul dissesto idrogeologico è completamente inutile”. Lo ha ribadito, in un’intervista a Radio Radicale, il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, già sottosegretario all’Ambiente. “Per quello che riguarda la valutazione dell’efficienza del sistema - continua Morassut - ci sono già le indagini contabili della procura della Corte dei Conti e delle procure regionali, che sono perfettamente in grado di far emergere limiti e ritardi. Per quello che riguarda, invece, la realizzazione delle opere di prevenzione, bisogna far leva su una maggiore responsabilizzazione delle Regioni e di un raccordo maggiore con le autorità di distretto, fino a ipotizzare un’integrazione tra le due realtà, unificando pianificazione e realizzazione delle opere. Si potrebbe immaginare un’agenzia nazionale per il dissesto idrogeologico su modello dell’Anas e articolata per regioni. Il Parlamento dovrebbe dunque discutere di riforme reali, non utilizzare le commissioni di inchiesta per fare propaganda o per usarle come clava contro gli avversari politici”.

09/10/2024 - 10:51

“Questo Piano strutturale di bilancio doveva essere un documento molto importante, perché va a delineare le sorti della nostra finanza pubblica e con essa, ovviamente, le sorti dell'economia per i prossimi 7 anni.

Dicevo che avrebbe dovuto essere un'occasione molto importante, perché una prospettiva di questo genere avrebbe dovuto aprire una discussione, un confronto che coinvolgesse tutta la società italiana, a partire dalle sue rappresentanze sociali, imprenditori e sindacati, le opposizioni, il Terzo settore e così via. Non è avvenuto niente di tutto questo, ma quello che è drammatico è che non è avvenuta neppure una riflessione adeguata rispetto a che cosa significhino questi 7 anni futuri. Abbiamo il minimo sindacale richiesto dalla Commissione europea - cioè il profilo dell'indicatore nuovo scelto, la spesa pubblica netta -, ma non sappiamo praticamente niente, se non parole molto generiche, su quello che accompagnerà quel percorso”. Lo ha detto la deputata del Pd, membro della commissione Bilancio di Montecitorio, Maria Cecilia Guerra, intervenendo in Aula sul Piano Strutturale di Bilancio.

 

“In particolare, le linee guida della Commissione europea chiedevano specificamente ai Governi che chiedono un'estensione del Piano fino a 7 anni di indicare per le riforme e gli investimenti previsti non solo genericamente dei titoli - come avviene in questo documento fuffa - ma di indicare con precisione, così come è stato fatto per il PNRR, gli obiettivi, gli indicatori attraverso cui misurarli e i tempi della realizzazione. Niente di questo è presente in questo Piano, anche con un piccolo giallo, perché nella prima versione che abbiamo avuto erano indicate nell'indice le tabelle in cui queste cose dovevano essere declinate, che poi non erano nel testo e infatti il testo è stato ritirato ed è arrivato un indice senza questa indicazione”, ha aggiunto la dem.

08/10/2024 - 11:39

"L'indicazione di Francesco Saverio Marini è irricevibile nel metodo e nel merito. Si tratta, infatti, di una forzatura inaccettabile con un colpo di mano della maggioranza su una figura che è di garanzia. Ma è una scelta che palesa anche un evidente conflitto di interessi: non era mai stata indicata una figura che non avesse distacco e terzietà rispetto alle contingenze politiche del momento. Marini, invece, è stato l'estensore in particolare delle riforme sul Premierato e sull'Autonomia che dovrà essere giudicata a breve dalla Consulta. La destra sta tentando chiaramente di politicizzare la Corte delegittimandola in modo molto pericoloso per la tenuta del nostro sistema istituzionale. Un fatto inaudito che non possiamo accettare". Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo Pd della commissione politiche UE.

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