"Roma Termini, oggi. A conclusione di una giornata di ritardi di ore e ore. Giornata in cui, sui suoi profili social, il ministro dei Trasporti ha pubblicato tre post: uno su dei rapinatori rom in fuga, uno su un 36enne nordafricano espulso e uno su Matteo Viviani de 'Le Iene'. Presidente Meloni, a che ora dimissiona un ministro dei Trasporti che fa tutto meno che il ministro dei Trasporti? Anche lei è in già in ritardo. Persino più dei treni". Lo scrive sui social il deputato dem Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali.
“Reiteriamo in quest'Aula, come faremo anche nella capigruppo di domani, la richiesta di un'informativa urgente del ministro Salvini sulla situazione delle ferrovie e sul diritto alla mobilità che ogni giorno viene negato in questo Paese. I ritardi dei treni che abbiamo vissuto nelle ultime ore sono solo la punta dell'iceberg della condizione che si vive ogni giorno in Italia da mesi dove a pagare le conseguenze non sono solo tantissimi passeggeri ma tutti i lavoratori del front-line a cui rivolgiamo tutto il nostro ringraziamento per come riescono a gestire la legittima rabbia dei viaggiatori per il caos quotidiano nei trasporti”. Lo dichiara il deputato dem Andrea Casu.
“Basta un semplice guasto – continua il Segretario d'Aula a Montecitorio - come quello di sabato sul nodo di Milano per paralizzare il Paese. Ma facendo bene i conti sappiamo che nella sola giornata di Sabato ci sono stati 20mila minuti di ritardo, 333 ore strappate alla vita delle persone in viaggio. Conti che abbiamo fatto noi ma perché non sono stati ancora diramati i dati complessivi ufficiali? Ogni giorno c'è un guasto e negare che la situazione è fuori controllo non aiuta a risolverla. Ancora più grave è il disastro della mancanza di informazioni e dell'assistenza dopo i guasti”. “Non sono certo i cantieri ereditati dai governi precedenti a bloccare l’Italia ma è l'assenza di un ministro dei Trasporti in grado di gestire la situazione la vera ragione del caos. Salvini la smetta di fare lo scaricabarile e si assuma le sue responsabilità riferisca in Aula: il suo compito non è solo tagliare nastri e fare nomine ma garantire la mobilità del paese. Il Mit ha funzioni di vigilanza, come le sta espletando Salvini? Vigilando sull’operato del Ministro Piantedosi di cui vuole prendere il posto?” conclude Casu.
Anche oggi, tutto “bene” sulla linea ferroviaria: il treno su cui viaggiavo stamani è arrivato a destinazione con SOLO 60 minuti di ritardo! E poteva andare peggio, visto il tabellone. Una vergogna che si ripete ormai con troppa frequenza.
Così sui social la vicepresidente del gruppo del Pd alla Camera, Simona Bonafè.
Da Salvini solo scaricabarile ma è lui il responsabile
“Mentre i viaggiatori vivono l’ennesima giornata di ritardi e disservizi sulle linee ferroviarie per un guasto sulla linea Roma Napoli, sull’app ufficiale di Trenitalia si parla di “circolazione regolare”. La realtà, però, è ben diversa: è molto grave inoltre che anche oggi i ritardi comunicati online risultino sistematicamente ridimensionati rispetto a quelli che si leggono nelle stazioni. Con quale criterio stanno gestendo le comunicazioni?”. A sollevare il problema è il vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera, il deputato democratico Andrea Casu. “La situazione è fuori controllo – sottolinea Casu – e manca una guida politica chiara e decisa nel settore dei trasporti. Solo sabato, sommando tutti i ritardi, secondo i nostri calcoli arriviamo a un record impressionante: oltre 333 ore di vita rubate ai cittadini in un singolo giorno. E il responsabile di questo disastro è il Ministro Matteo Salvini, che invece di dedicare il suo tempo alla propaganda sui social dovrebbe concentrarsi sul lavoro per migliorare i servizi per gli italiani. E basta con lo scaricabarile sul passato: Salvini è il segretario del partito che ha governato il Paese per più tempo negli ultimi 10 anni. Ogni accusa al passato equivale a un’accusa verso sé stesso e il proprio partito. Il problema non sono certo i cantieri che ha fortunatamente ereditato dai governi precedenti ma l’assenza di un Ministro dei trasporti che sia ora in grado di gestire la situazione. Per questo Salvini è in fuga: dal Mit e dal confronto parlamentare e i danni li pagano i cittadini che meritano trasporti efficienti e una gestione responsabile del sistema ferroviario, non slogan e scuse”, conclude Casu.
Da mesi viene impedito agli italiani e alle italiane di programmare liberamente gli spostamenti lungo la penisola. Mentre chi è costretto a muoversi per lavoro, studio o altre esigenze, affronta odissee quotidiane. Chiediamo che il ministro Salvini torni ad occuparsi del trasporto pubblico, trovi le risorse per potenziare le infrastrutture ed eventuali interventi straordinari. È inaccettabile che un Ministro della Repubblica limiti l’esercizio di un diritto costituzionale.
Così in una nota Chiara Braga e Francesco Boccia, capigruppo Pd alla Camera e al Senato.
“L’avviso di Trenitalia che chiede di evitare gli spostamenti in treno è molto grave e dimostra, ancora una volta, l’inadeguatezza di Salvini che si conferma il peggior ministro dei trasporti della storia repubblicana. Con lui continui disservizi e disagi e il costante tentativo di scaricare la responsabilità sugli altri” così in una nota il capogruppo democratico, Anthony Barbagallo che anticipa la presentazione di una interrogazione parlamentare a riguardo.
Interrogazione su ritardi e inefficienze transizione energetica
“Dal 2024 anche le compagnie di navigazione devono pagare per l’eccesso di produzione di C02 in base ad una direttiva europea, la 2023/959, che ha applicato gli obblighi derivanti dalla direttiva 2003/87/CE alle emissioni prodotte dal trasporto marittimo. Si tratta di una direttiva di 21 anni fa, ampiamente conosciuta anche perché aggiornata nel 2015 con la 757 che introduceva un monitoraggio e la comunicazione alle autorità preposte delle emissioni di anidride carbonica generate dal trasporto marittimo”.
Lo denunciano i deputati Pd, Silvio Lai e i capigruppo delle commissioni competenti, Anthony Barbagallo, Marco Simiani e Stefano Vaccari. “Eppure - aggiungono - mentre nel Nord Europa si sono attrezzati a superare i sistemi di propulsione tradizionali, anche utilizzando risorse europee, oggi le compagnie che non hanno usato questi 21 anni per ammodernarsi pretendono di ribaltare i costi dei ritardi e e delle inefficienze sui cittadini e sulle piccole imprese di trasporto merci. È inaccettabile e il ministero competente in Italia, quello dei Trasporti di Matteo Salvini, sta accettando quanto sta avvenendo senza nessuna iniziativa e senza una reazione adeguata. Le compagnie di navigazione sono in un regimo oligopolistico privo di una reale concorrenza e hanno fatturati miliardari con utili da centinaia di milioni di euro e neanche il loro stato di salute economica può quindi giustificare una iniziativa così scorretta, con evidenti rischi di sovraincassi ingiustificati ed effetti inflativi sulle tariffe, su cui il Governo deve vigilare. Lo Stato rischia peraltro di autorizzare contemporaneamente l’aumento del costo del trasporto merci e insieme di finanziarlo attraverso le leggi che finanziano queste tratte come alternative al trasporto su gomma nei percorsi lunghi Sud-Nord come dalla Sicilia a Trieste. In questo contesto le isole sono particolarmente penalizzate in termini di costi dalla mancanza di alternativa di trasporto su gomma e su ferro. E al maggior costo sulle merci si affiancherà quello del traffico passeggeri le cui tariffe sono già insopportabili da almeno 4 anni. Una tassa occulta sull’insularità - concludono - sulla quale il Governo deve intervenire o bloccando gli armatori, anche attivando le indagini delle authority nazionali preposte o trovando le risorse per coprire questi maggiori costi che la Sardegna non può ne deve sopportare”.
“Torna l'austerità per tutti, le mancette elettorali, il ponte sullo Stretto, i tagli al Mezzogiorno e alla sanità, mentre la crescita si avvia verso lo zero virgola”. Così, sui social, il Gruppo parlamentare del Partito Democratico evidenzia le principali criticità della manovra approvata ieri sera dalla Camera, che la capogruppo a Montecitorio, Chiara Braga, ha definito “ingiusta, inefficace e iniqua”. I democratici stigmatizzano i tagli indiscriminati a regioni ed enti locali (-12 miliardi di euro) e la sforbiciata lineare a tutti i ministeri, il cui conto – sottolineano – come sempre, sarà pagato dai più poveri: lavoratori dipendenti e pensionati, a cui non solo verranno aumentate le tasse, ma saranno ridotti i servizi pubblici essenziali, come sanità, welfare, scuola e trasporto pubblico locale. I democratici evidenziano anche il diritto alla sanità negato, mentre oltre 4 milioni di italiani rinunciano a curarsi. Il governo fa crollare gli investimenti nella sanità al minimo storico, bocciando l’emendamento presentato dal PD, che chiedeva 5,5 miliardi in più all'anno per il Servizio Sanitario Nazionale.
Colpite anche le pensioni minime e gli italiani all’estero. Le pensioni minime, che dovevano arrivare a 1.000 euro al mese, crescono solo di 3 euro lordi al mese. Previsti tagli anche per le pensioni degli italiani all’estero. Ignorate le infrastrutture del Mezzogiorno e le aree interne abbandonate. Le infrastrutture del Sud restano ferme, mentre il governo destina 15 miliardi per il ponte sullo Stretto, sottraendo risorse cruciali a tutto il Mezzogiorno, alle infrastrutture e alle strade locali già programmate dalle amministrazioni. Nuove tasse per i cittadini: aumenta il carico fiscale. Dal 1° gennaio, 17 milioni di italiani che possiedono un’auto diesel scopriranno che il carburante costerà di più, a causa dell’aumento delle accise, così come il canone Rai. Il governo aumenta il carico fiscale senza prevedere un reale intervento a favore delle famiglie, riducendo nel contempo le detrazioni fiscali. Tagli alla scuola, all’università e alla cultura. Il diritto all’istruzione è messo in crisi con centinaia di milioni di euro di tagli a un sistema educativo che avrebbe bisogno di risorse e misure per rafforzare l’insegnamento di sostegno, potenziare il tempo pieno e le mense scolastiche e garantire la gratuità di libri e trasporti scolastici per tutti. Colpite anche l’università e la ricerca: nessun intervento strutturale e ulteriori tagli a tutti i settori culturali.
No al salario minimo. È stata bocciata la proposta del PD di introdurre il salario minimo, ribadendo che sotto i 9 euro l’ora non è lavoro, ma sfruttamento. “Continueremo la nostra battaglia”, affermano i democratici, che hanno appena depositato oltre 120mila firme per mettere la legge d’iniziativa popolare in cima all’agenda politica.
Assenza di politiche industriali per la transizione ecologica. Mancano completamente all’appello politiche industriali adeguate, come conferma il drastico taglio al fondo per l’automotive e l’assenza di misure per supportare la transizione ecologica e affrontare l’emergenza climatica. Privatizzazione delle infrastrutture pubbliche. Restano forti dubbi e incertezze sulla privatizzazione di Anas e Ferrovie, un altro passo verso la cessione di asset strategici dello Stato. Colpito il terzo settore. Il governo estende la spending review colpendo le donazioni alle realtà del terzo settore, che quotidianamente offrono supporto alle comunità locali. Ritorno della legge "mancia". Torna la legge mancia, con 113 milioni di euro distribuiti in micro-interventi settoriali che appaiono più come “micro-mance” clientelari che come misure utili al Paese.
Casu: governo ha assunto impegno a salvaguardare i posti di lavoro
“È stato approvato l'ordine del giorno presentato dai deputati Roberto Morassut, Andrea Casu e Silvia Roggiani e sottoscritto da tutto il gruppo PD, che impegna il governo ad adottare soluzioni per tutelare la sostenibilità finanziaria dell'ACI e garantire il rispetto della sua missione istituzionale. L'impegno riguarda la salvaguardia delle professionalità coinvolte e dei posti di lavoro, compresi tutti i dipendenti di ACI Informatica, attraverso il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali e aziendali. L'emendamento nasce a seguito dell’adesione del gruppo parlamentare Pd alla protesta delle lavoratrici e dei lavoratori di ACI Informatica, che hanno contestato l’articolo 116 della manovra del Governo Meloni che con un prelievo di 50 milioni di euro annui a partire dal 2025 mette pesantemente a rischio servizi pubblici essenziali e l'innovazione tecnologica per i cittadini, oltre a compromettere il futuro delle 500 famiglie dei dipendenti di ACI Informatica. Per il gruppo Pd è intervenuto in aula il deputato democratico Andrea Casu, vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera, che dichiara: “Abbiamo mantenuto l’impegno che avevamo preso con le lavoratrici e i lavoratori. Adesso vigileremo perché il governo rispetti quanto votato dal parlamento e garantisca tutti i dipendenti, comprese le donne e gli uomini che lavorano per Aci Informatica, che svolgono, a tutti gli effetti, un servizio pubblico essenziale per cittadini e imprese”.
“Tra i grandi assenti di questa manovra c'è la continuità territoriale, una questione che complica la vita a milioni di persone. I prezzi dei biglietti aerei nel solo periodo di Natale vedono un aumento che tocca fino a +1044% e chi vuole raggiungere casa nel Sud e nelle isole è costretto a rinunciare o addirittura optare per la 'beffa' ferroviaria del Sicilia Express che da Torino alla Sicilia ci metterà appena 22 ore! Il Pd ha presentato emendamenti alla manovra per rimpinguare il fondo per l'insularità, il governo li ha bocciati sciogliendosi davanti ai poteri forti delle compagnie aeree con la complicità degli amici dell'esecutivo ovvero le società di gestione aeroportuali. Non vi daremo tregua su questi argomenti e continueremo a incalzarvi in ogni sede”. Lo ha detto il deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in Commissione Trasporti e segretario regionale siciliano intervenendo in Aula sugli Odg alla legge di Bilancio.
“Una manovra di galleggiamento, piena di mance, che dimentica i più fragili e il Sud scippato di 4 miliardi per la decontribuzione. Nessuna risposta sul lavoro dove nella sola Sicilia 2000 persone rischiano di perdere l'occupazione il 31 dicembre e 62000 sono lavoratori irregolari. Nulla viene fatto per la lotta alla mafia quando i dati Cgia ci parlano di 15000 infiltrazioni di stampo mafioso - di cui il 10% in Sicilia - e addirittura la maggioranza mette in discussione la legge Rognoni-La Torre, incisiva norma di contrasto alla mafia”. Così il deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in Commissione Trasporti e segretario regionale siciliano.
“Per non parlare dell'assenza – continua il parlamentare - di un piano per le infrastrutture: ancora 2 miliardi in più per il Ponte sullo stretto di Messina, sapendo che i costi lieviteranno. Siamo alla follia: un pugno in faccia ai calabresi e siciliani che avrebbero bisogno di ben altre risposte”. “Insomma una manovra iniqua e dannosa per l'Italia”, conclude Barbagallo.
Casu, Salvini riferisca in parlamento
"Tutte le rassicurazioni di Salvini vanno a scontrarsi con la realtà: l’app di Trenitalia è in crash, le informazioni non sono disponibili, i biglietti non sono controllabili. Questo purtroppo è solo l’antipasto di quello che accadrà a Natale. Invece di migliorare la situazione sta infatti peggiorando. Siamo al 17 dicembre e non osiamo immaginare cosa potrà accadere tra una settimana, quando milioni di italiani utilizzeranno i treni per rientrare in famiglia a festeggiare. C'è grande preoccupazione tra gli utenti. Chiediamo a Salvini di riferire in parlamento e spiegare quale sarà il piano per garantire che i trasporti durante le festività siano regolarmente assicurati." Così il vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera, il deputato democratico Andrea Casu.
“Resa dei conti della maggioranza sul destino della guida di Aci non può tradursi in ricatto lavoratrici e lavoratori. Senza garanzie per tutte le professionalità esistenti inclusi i 500 dipendenti di Aci informatica emendamenti della maggioranza servono solo ad alimentare braccio di ferro interno alla destra per dispute personali sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori”. Dichiara Andrea Casu deputato Pd vicepresidente commissione trasporti partecipando al presidio dei lavoratori di Aci informatica a Piazza Santi Apostoli a Roma.
"Se Italiani vivono caos ogni giorno è perché Salvini è il peggior ministro d’Europa. Invece di attaccare i lavoratori che protestano, magistrati e sindacati rimetta le deleghe ai trasporti visto che già non se ne occupa quasi mai e quando fa qualcosa fa solo danni.” Così il deputato dem Andrea Casu, vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera.
“Per quanto riguarda il Piano Strategico di Ferrovie non posso ancora commentarlo visto che oggi hanno scelto di annunciarlo alla stampa senza condividerlo con il Parlamento: evidentemente Salvini non ama il confronto, le critiche e insegue solo palcoscenici per la sua propaganda. Ma questo non cambia il giudizio sul suo operato da parte di tutti gli italiani”, conclude Casu.
“Salvini colleziona l’ennesima figuraccia con la bocciatura del TAR di oggi. Anziché occuparsi di far funzionare i trasporti collettivi e di dare risposte sui salari dei lavoratori, usa la leva della precettazione per scopi meramente elettorali. E’ intollerabile questo attacco strumentale al diritto di sciopero che è garantito dalla nostra Carta costituzionale, la quale, per fortuna, sta sopra le pagliacciate di un ministro screditato e incapace”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.