"Il Governo deve dire una parola definitiva contro il tentativo di Enac di trasformare l'aeroporto di Bresso, alle porte di Milano, in un hub per i voli commerciali, con il conseguente aumento esponenziale dei voli". Lo dichiarano i deputati PD Anthony Barbagallo e Matteo Mauri. "Il piccolo aeroporto di Bresso è all'interno di un grande parco urbano che si trova in un’area tra le più densamente popolate d’Europa. Un parco voluto fortemente dalle comunità locali e difeso in tutti questi decenni dalla volontà determinata degli abitanti e delle amministrazioni locali. Tra l'altro gli aerei che decollano da lì volano a bassa quota su tutte le case circostanti e addirittura sopra a un complesso scolastico situato nel comune di Cinisello Balsamo." "Già solo questi fatti, uniti all'aumento dell'inquinamento acustico e ambientale che porterebbe con sè un aumento dei voli, dovrebbero essere più che sufficienti per capire che sia un'assurdità un progetto del genere." "Ma a questo bisogna aggiungere che c'è un Protocollo d'Intesa che dal 2007 vieta l'aumento dei voli e l'uso del piccolo scalo per finalità commerciali.
Il Protocollo era stato firmato a suo tempo dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dal Ministero dei Trasporti, da ENAC e da tutte le Istituzioni locali, compresa Regione Lombardia." "I cittadini, che si sono subito attivati per scongiurare il pericolo costituendo il “Comitato difesa del Parco Nord – NO Aeroporto commerciale”, pretendono che quel Protocollo venga rispettato. Tutto il Partito Democratico è al loro fianco e supporta questa battaglia a difesa della qualità della vita, della salute e della sicurezza delle comunità che vivono nella zona." "Come Partito e come Parlamentari del PD chiediamo con forza al Governo di prendere posizione, di far rispettare le regole e di impedire questa assurdità." "Per questa ragione - conclude la Segretaria Regionale On. Silvia Roggiani - abbiamo depositato come Parlamentari PD un'interrogazione in Commissione Trasporti alla Camera a cui vogliamo che il Ministro dei Trasporti Salvini risponda in tempi brevi e dando le rassicurazioni necessarie."
“Le modifiche apportate dal Senato non cambiano il nostro giudizio sulla legge quadro in materia di interporti: un testo lacunoso, che viola le direttive comunitarie sulla concorrenza. Non vengono individuate le priorità nell'impiego delle pochissime risorse disponibili e non vengono previste per legge le verifiche della normativa antimafia ai gestori degli interporti. Purtroppo non viene affrontato il tema della messe in rete delle grandi infrastrutture nel Paese: porti, interporti, aeroporti, linee ferroviarie e autostradali”.
Così il capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Pd alla legge quadro sugli Interporti.
“Per noi - aggiunge - gli interporti rappresentano un patrimonio pubblico da custodire e valorizzare: tutto l’opposto di quello che prevede questa norma che agevola le privatizzazioni e predilige i piccoli interessi del privato, a discapito di un’azione di grande respiro che rilanci la politica economica e infrastrutturale del nostro Paese. Un testo senza visione e senza strategia, il cui principale scopo è quello di consentire la privatizzazione degli interporti italiani, con una discutibilissima procedura che si fonda sulla perizia giurata di parte, istituto che pensavamo francamente la storia avesse archiviato, sullo scomputo degli investimenti e riscatto del bene, e sulla trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà. Una stortura - conclude - attraverso la quale vengono sacrificati beni pubblici, beni della collettività”.
“Dopo la decisione della Corte dei Conti e le criticità sollevate dagli organi di controllo, oggi apprendiamo a mezzo stampa che Palazzo Chigi ha sottratto il dossier del Ponte sullo Stretto al Ministero delle Infrastrutture. È la conferma del fallimento della gestione politica del ministro Salvini. Siamo davanti a un vero e proprio “Salvini commissariato”.
Lo dichiara Anthony Barbagallo, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Trasporti della Camera.
“Il governo Meloni ha trasformato il Ponte sullo Stretto in un’operazione di propaganda. La Corte dei Conti ha evidenziato irregolarità, imprecisioni e mancanze nella documentazione. E oggi, addirittura, la Presidenza del Consiglio si sostituisce al ministro per “riparare errori”: un fatto politicamente gravissimo”, aggiunge Barbagallo.
“La modifica dell’orario del treno regionale Livorno–Pisa San Rossore delle ore 8.00 sta creando notevoli difficoltà a molti studenti universitari e pendolari di un vasto territorio, non solo della città labronica ma anche dei comuni limitrofi (Rosignano, Cecina e zone della costa sud), costretti a cambiare abitudini o a ricorrere all’auto privata per raggiungere le sedi di studio e lavoro". Lo dichiara il deputato del Partito Democratico Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente, il quale, tramite un'interrogazione, ha chiesto l’intervento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per ottenere il ripristino dell’orario originario.
“Si tratta - conclude Simiani - di un collegamento fondamentale per la vita universitaria tra Livorno e Pisa e la sua rimodulazione, anche se di pochi minuti, ha avuto un impatto significativo sull’organizzazione quotidiana di molti ragazzi. Confidiamo che Trenitalia, di concerto con la Regione Toscana, possa valutare con attenzione le richieste dei cittadini e individuare una soluzione rapida e sostenibile, nel rispetto del diritto alla mobilità e allo studio”.
“La Consulta certifica il fallimento totale delle norme contro gli NCC volute dal ministro Salvini che ha calpestato competenze e principi con l’unico obiettivo di colpire e vessare una singola categoria di imprese e lavoratori. Che si tratti di trasporto pubblico di linea o non, il peggior ministro della storia non fa nulla per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini e quando fa qualcosa sbaglia.” Così Andrea Casu (PD), vicepresidente Commissione Trasporti, Camera dei Deputati. “Salvini - conclude il democratico - è un re Mida al contrario, ogni cosa che tocca la peggiora”.
È indispensabile un’assunzione di responsabilità da parte del governo sul tema dell’equità e della trasparenza delle tariffe sulle assicurazioni per la Rc Auto. Dobbiamo prendere atto che nell’attuale piano di regole, tutti gli strumenti ora messi in campo non sono stati sufficienti. Il governo può continuare a negare il problema facendo finta che non esiste come ha già fatto in passato quando insieme all’onorevole Borrelli di AVS e le altre forze di opposizione abbiamo già posto il tema, o cambiare rotta approvando la proposta del Pd per un intervento legislativo organico volto a stabilire concretamente il principio di equità tariffaria nel mercato RcA. Partendo delle iniziative già avviate dall’onorevole Leonardo Impegno nelle precedenti legislature chiediamo un percorso stabile di riduzione delle tariffe per i conducenti che, negli ultimi cinque anni, non abbiano provocato sinistri con responsabilità prevalente, al fine di giungere a un allineamento tariffario sul territorio nazionale per la classe di merito dei soggetti virtuosi”. Lo dichiara il deputato e vicepresidente della Commissione Trasporti, Andrea Casu presentando la mozione del Pd sul mercato delle assicurazioni auto.
“Nella nostra mozione – sottolinea l’esponente dem - chiediamo al Governo di intervenire per sanare una palese ingiustizia per cittadini che vengono condannati dal proprio cap a pagare migliaia di euro di differenza e prevedere al tempo stesso strumenti più efficaci e coordinati di controllo per utilizzare tutte le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e contrastare il numero crescente di auto che circolano senza assicurazione. E' fondamentale agire rapidamente su entrambi questi fronti per risolvere la profonda ingiustizia che non solo divide in due il Paese, tra Nord e Sud, ma lo fa anche tra le diverse regioni e province d'Italia con grandi squilibri tra le tariffe e al tempo stesso arginare la crescente illegalità garantendo finalmente sicurezze e certezze per tutte le cittadine e i cittadini” conclude Casu.
“Il Pd ha a cuore la lotta contro il caro energia, la tutela delle famiglie e delle imprese, per questo non si opporrà alla conversione in legge del decreto sull'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) perché evita un'interruzione dannosa delle funzioni regolatorie. Ma accompagniamo il nostro voto con un impegno politico chiaro: l'immediata apertura del cantiere delle nomine sulla base del merito, la piena trasparenza sugli atti assunti in proroga e la rigorosa delimitazione dell'ordinaria amministrazione. È così che si tutelano i consumatori, si dà certezza agli operatori e si rafforza l'autorevolezza di Arera come autorità indipendente al servizio dell'interesse generale”. Lo dichiara il deputato e vicepresidente in Commissione Trasporti, Andrea Casu intervenendo in Aula sulla continuità delle funzioni di Arera.
“Il decreto- continua il parlamentare dem - è una misura di continuità necessaria ma non sufficiente. In commissione è stato approvato un emendamento proposto dal Pd che introduce l'obbligo di rendicontazione al Parlamento a fine mandato sugli atti adottati da Arera nel periodo di proroga ma va detto che avremmo preferito la previsione della presentazione alle Camere con cadenza quindicinale così come previsto da un altro emendamento Pd, a presidio dell'account ability, che invece è stato respinto”, conclude Casu.
“Il 20 marzo è stato firmato un accordo chiaro tra governo, imprese e sindacati per garantire tutte le risorse necessarie a finanziare il rinnovo del contratto del Trasporto Pubblico Locale che riguarda oltre 100.000 lavoratori ogni giorno in prima linea per garantire il diritto alla mobilità di tutti noi. Ma come hanno denunciato le imprese del settore, la copertura attualmente prevista nella manovra economica è stimata in circa 150–180 milioni annui, a fronte di un costo complessivo pari a 270 milioni di euro nel 2025, 370 milioni nel 2026 e 510 milioni annui a regime dal 2027. Chiediamo al governo di ribadire l’impegno che ha sottoscritto non solo a parole in Aula ma anche nella manovra di Bilancio correggendo immediatamente il testo depositato al Senato per vincolare subito chiaramente tutte le risorse necessarie. Come Pd non permetteremo un nuovo rinvio: lavoratori, passeggeri e imprese meritano passi avanti, non passi indietro”. Lo dichiara il deputato e vicepresidente della Commissione Trasporti, Andrea Casu in replica all’interpellanza urgente presentata oggi. “Il Partito Democratico ha già denunciato che nella manovra economica da poco bollinata – sottolinea il parlamentare - non è presente alcuna traccia di tutti gli interventi necessari per risolvere la crisi che sta vivendo il comparto dei trasporti ma solo incomprensibili tagli come quelli alla Metro C di Roma, alle metropolitane di Milano e Napoli e ai fondi per la mobilità sostenibile e le ciclovie urbane. La preoccupazione è ancora più alta perché il governo non solo non ha chiaramente vincolato le risorse promesse per il rinnovo del contratto ma non ha tenuto in alcun conto nemmeno dell'aumento dei costi dovuto all'inflazione nel TPL, prevedendo gli 800 milioni necessari per garantire l'adeguamento dei servizi.”, conclude Casu.
“Oggi come Pd abbiamo presentato una nuova interrogazione al ministro dei Trasporti Salvini, per capire come intenda risolvere il pasticcio che ha combinato con il bando per la concessione autostradale del Brennero”. Lo dichiarano i deputati dem Sara Ferrari, Paola De Micheli, Rosanna Filippin, Antonella Forattini, Ilenia Malavasi, Nadia Romeo, Andrea Rossi e Stefano Vaccari.
“Il ministro – sottolineano i parlamentari - ha emesso, l’ultimo giorno utile dell’anno scorso, un bando per la concessione autostradale della A22, che è stato immediatamente oggetto di più ricorsi e quindi ripetutamente rinviato nel corso del 2025 fino alla sua sospensione con termine 30 novembre. L’8 ottobre la Commissione Europea ha inviato una lettera di costituzione in mora all'Italia per il non corretto recepimento nella legislazione nazionale di talune disposizioni delle direttive in materia di appalti pubblici dell'UE, che coinvolgono anche l’affidamento della autostrada del Brennero, negando il diritto di prelazione al concessionario uscente”. “Dopo aver ripetutamente sollecitato rassicurazioni rispetto alla salvaguardia della gestione a maggioranza pubblica di una arteria così importante per il nostro paese e anche rispetto alle garanzie occupazionali dei lavoratori, oggi chiediamo al Ministro Salvini di conoscere le sue intenzioni, alla luce della comunicazione europea, risultando compromessa la validità dell’impianto originario del bando di gara. Se intenda cioè annullare la procedura in corso oppure proseguire con la gara, tolto il diritto di prelazione”, concludono i parlamentari del Pd.
“Non so se all'interrogazione del Pd abbia risposto il ministro dei Trasporti o il Segretario della Lega che nel 2016, durante la manifestazione dei forconi, gridava 'no al Ponte, cosa ci faccio io del Ponte sullo Stretto se non ci sono linee ferroviarie che arrivano a Reggio Calabria e che poi ripartono da Messina'.” Lo dichiara il deputato Pd Nico Stumpo in replica al ministro Salvini durante il Question Time alla Camera, sottolineando che “occorre far presente a Salvini che oggi come allora ancora non ci sono quelle linee ferroviarie e che il ministro da convinto 'no-Ponte', in barba a tutte le leggi, ha cambiato completamente idea a prescindere dell'esistenza di quelle infrastrutture che riteneva necessarie e prioritarie a qualunque ponte”.
“La stessa Corte dei Conti parla chiaramente: il Ponte non è di pubblica utilità così come concepito da questo governo. Dobbiamo dunque essere onesti perché quando si prende una posizione politica bisogna mantenerla a prescindere dal ruolo che si ricopre al governo o all'opposizione”. “La priorità è sempre la stessa: costruire le infrastrutture necessarie alla Sicilia e alla Calabria, il Ponte può anche attendere”, conclude Stumpo.
“Sul Ponte dello Stretto si spendono e si buttano soldi in deroga sugli stipendi degli amministratori e i dirigenti della Pubblica Amministrazione: è uno stipendificio. Il governo e soprattutto il ministro Salvini farebbero bene a fermare questo scempio e dirottassero le risorse alla realizzazione di opere infrastrutturali prioritarie e necessarie per migliorare la connessione e l'accessibilità della Sicilia e della Calabria e la mobilità interna delle due regioni”. Lo dichiara il deputato e componente della Commissione Trasporti, Roberto Morassut durante il Question Time alla Camera con il ministro Salvini.
“In attesa di sapere quale sarà il pronunciamento dell'organo collegiale della Corte dei Conti, sul Ponte dello Stretto la Corte si è già espressa con la delibera Cipess presentando rilievi pesantissimi sulla procedura, sulla violazione delle leggi europee, sul cronoprogramma e, soprattutto, sottolineando la mancanza di un interesse pubblico nella costruzione del Ponte così come voluto dal governo Meloni. Il governo si fermi finché è in tempo”, conclude Morassut.
“La tangenziale di Catania è una delle arterie più congestionate e pericolose della Sicilia. Il progetto Anas di una terza corsia non risolve i problemi alla radice, ma rischia di essere soltanto un costoso palliativo. La terza corsia della tangenziale, voluta dal Governo, infatti, imporrebbe i lavori in sede con restringimento della carreggiata per molto tempo mandando in tilt il traffico, non soltanto nella città di Catania, ma anche nella provincia e in tutta l'isola. Per questo noi proponiamo una bretella che parte dal casello di Acireale o anche, oltre che colleghi direttamente la Catania-Messina con la Catania-Palermo, una nuova arteria pedemontana a quattro corsie, che consentirebbe di drenare i flussi da nord verso ovest, una soluzione strutturale, in linea con il Piano urbano della mobilità sostenibile e con la prospettiva del corridoio TEN-T dello Stretto”. Lo dichiara il segretario del Pd Sicilia e capogruppo del Partito Democratico in Commissione Trasporti, Anthony Barbagallo, che ha presentato un’interpellanza al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per chiedere di riconsiderare la strategia d’intervento sull’area metropolitana etnea.
“Chiediamo al governo pertanto - aggiunge Barbagallo - di finanziare lo studio di fattibilità per quest’opera, poiché rappresenta l'unica soluzione per evitare di paralizzare il flusso del traffico nella città di Catania. Non si può aspettare, per noi è un'opera assolutamente prioritaria e quindi – conclude il dem - chiediamo al governo che finanzi lo studio di fattibilità il prima possibile”.
“Innovazione e competenze tecnologiche sono i due cardini necessari per creare sviluppo anche in una terra come la Sicilia attraverso la diffusione e l’incremento delle tecnologie satellitari. La new space economy è la chiave di volta, per una regione come la nostra che offre svariate caratteristiche favorevoli – una su tutte la posizione strategica nel Mediterraneo – ma occorre avere una visione di presente e di futuro per lo sviluppo della nostra Isola che non può alimentare la solita offerta formativa di estetisti, pizzaioli e parrucchieri ma deve attrezzarsi per colmare questo gap e investire su figure innovative e di alta specializzazione”.
Lo ha detto il segretario del Pd Sicilia e capogruppo Pd in commissione Trasporti e telecomunicazioni alla Camera, Anthony Barbagallo, intervenendo al decennale di Sicilsat Communications, una eccellenza del settore da rimarcare ancora di più essendo una azienda siciliana specializzata nella progettazione di stazioni satellitari e sistemi di comunicazione avanzati, con sede nell’hinterland catanese.
“Dal dissesto idrogeologico al monitoraggio dei cambiamenti climatici – prosegue – si possono trarre spunti e informazioni utili in svariati ambiti sia produttivi, come l’agricoltura e la logistica, sia per quanto altri aspetti legati alla salute e alla sostenibilità. Il PNRR prevede - solo per la Sicilia - oltre 1 miliardo e mezzo di euro per la digitalizzazione, l’innovazione e la competitività del sistema produttivo, prestando particolare attenzione allo sviluppo connessioni satellitari in vista della transizione digitale e verde e a contribuire allo sviluppo del settore spaziale. Questo governo finora – conclude - non ha brillato per l’attuazione delle misure del Pnrr ma sarò nostro compito vigilare e sollecitare interventi perché non sia un’ennesima occasione sprecata”.
“La decisione della Corte dei Conti di deferire la delibera Cipess per una valutazione di merito sulla sua conformità al quadro normativo di riferimento, oltre che ai principi eurounitari, conferma tutte le nostre le perplessità. Per la Corte vi sono criticità rispetto alle sostanziali modificazioni intervenute rispetto alle modalità di finanziamento e dubbi sulle continue modifiche intervenute al progetto. Insomma, il Ponte e Salvini sono in un vicolo cieco. Ma al buio resta anche il futuro delle infrastrutture del Paese, visto che per drenare risorse per il Ponte nella legge di bilancio sono state definanziate tutte le altre opere fondamentali per gli interessi dei cittadini italiani”.
Così il capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera e segretario del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo.
“Il sistema dei porti italiani non può essere paralizzato dai continui scontri, evidenti o latenti, che caratterizzano la maggioranza di governo. Noi riteniamo che sia fondamentale, al contrario, confrontarsi su questo argomento partendo dal presupposto irrinunciabile che lo stallo non fa bene al tessuto produttivo del Paese. Anche in questo caso Salvini, con la decisione di procedere comunque ed in solitudine alle nomine dei vertici delle autorità portuali pensa al proprio tornaconto che non a quello più generale determinando, peraltro, una violazione delle prerogative in capo alle commissioni parlamentari”.
Così il segretario del Pd Sicilia e capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, a margine di “Italian Cruise day” in corso alla Vecchia Dogana del Porto di Catania.
“Per quanto concerne invece la sedicente riforma dei porti - aggiunge- fino ad ora abbiamo solo letto annunci più o meno roboanti. Auspichiamo che quanto prima arrivi in Parlamento e che magari, il governo e la maggioranza, abbiano la voglia di alimentare un confronto vero. A nostro giudizio serve un intervento normativo che garantisca una semplificazione certa ed affronti i nodi del settore a partire da una schiarita sulla governance. Insomma - conclude - i porti per noi sono terreno di confronto e non di scontro interno".