Ghio, immobilismo Governo è causa del blocco
“Siamo preoccupati dallo stallo in cui versano le trattative per il rinnovo del contratto dei lavoratori portuali. I lavoratori hanno diritto ad avere quelle garanzie e quel sostegno che chiedono da tempo, diventato ancora piu' necessario oggi, alla luce della complicata situazione di crisi che sta interessando il Mar Rosso. Una crisi che arriva dopo una serie di fibrillazioni geopolitiche ed economiche che hanno interessato gli ultimi anni e che hanno comportato piu' di uno scossone per il lavoro portuale.
Chiediamo al Governo di supportare la trattativa per il rinnovo del contratto favorendo l’ascolto delle richieste dei lavoratori e dando loro una risposta alle rivendicazioni di adeguamento dei salari, di attuazione del fondo per l'anticipo pensionistico e in termini di sicurezza, visto l’aumento del numero di incidenti sul lavoro.
Chiediamo anche di calendarizzare la proposta di legge che ho presentato alla Camera per avviare l’iter del riconoscimento del lavoro portuale operativo come lavoro usurante e dare in tempi brevi le risposte che i lavoratori portuali aspettano da tempo.
Solo così il Governo potrà aiutare le parti sociali a rinnovare il contratto collettivo, i lavoratori a vedere soddisfatte le loro richieste di maggiore equità e le aziende a guadagnare efficienza. Altrimenti, persistendo nell’immobilismo il Governo sta diventando una delle cause del non rinnovo”. Così in una nota, Valentina Ghio, vicecapogruppo d Pd alla Camera e componente della Commissioni trasporti.
“Invece di dare più risorse per il trasporto pubblico locale e per la sicurezza stradale la priorità del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti guidato dal Ministro Salvini è scaricare sui comuni con la nuova direttiva una valanga di nuove procedure burocratiche che produrranno un unico risultato: rendere più complicato e difficile il lavoro dei Sindaci di ogni colore politico impegnati per salvare le vite sulle strade. In questo modo il Ministro Salvini non agisce contro il Sindaco Lepore o contro le #città30 ma contro il diritto a una mobilità sicura per tutte e per tutti”.
Così il deputato democratico, Andrea Casu, complente della commissione trasporti della camera.
Governo e Lega hanno bocciato emendamento Pd per introdurre aggravante uso smartphone alla guida
“Offriamo a Matteo Salvini l’occasione di dare immediato seguito alle dichiarazioni che ha rilasciato alla stampa in queste ore e cominciare ad agire da Ministro, non da influencer mancato le cui dichiarazioni social vengono puntualmente smentite in Parlamento. Dopo la vicenda della condanna a 4 anni di Matteo Di Pietro, lo youtuber che ha ucciso un bambino mentre alla guida di un SUV utilizzava lo smartphone per fare una diretta Facebook, Matteo Salvini, che non è un passante qualsiasi nel nostro Paese ma ministro delle Infrastrutture e Trasporti e Vice Premier, si lamenta sostenendo che così non va bene e che serve una riforma della giustizia. Evidentemente non ricorda cosa ha votato il suo governo e la sua maggioranza sul tema quando ha ripetutamente bocciato, durante le votazione degli emendamenti della nuova legge sull’omicidio nautico e stradale prima in commissione giustizia e poi in Aula, gli emendamenti del Partito democratico che proponevano di colmare il vuoto normativo esistente, cioè l’equiparazione come aggravante della guida con l’uso di smartphone alla guida in stato di ebrezza o sotto uso di sostanze stupefacenti. Non serve nessuna riforma della giustizia basta approvare la Proposta di Legge che abbiamo depositato con la firma di oltre 20 parlamentari del Partito Democratico per aggiornare subito le norme già esistenti a questo comportamento non meno pericoloso degli altri già considerati come aggravanti. Per questo abbiamo riproposto il tema anche in Commissione Trasporti, come emendamenti al Codice della strada. Anche stavolta Salvini farà in aula il contrario di quello che dice sui social?” Così il deputato democratico, primo firmatario della proposta di legge, Andrea Casu e il capogruppo democratico nella commissione Giustizia della Camera, Federico Gianassi.
*Giorgetti e Urso non parlano tra loro, timori per svendita*
“Sulla cessione di Poste il governo dà i numeri” così il deputato democratico, Andrea Casu a margine del question time alla Camera sulla svendita di Poste italiane a cui ha risposto il ministro dell’economia Giorgetti. “Soli pochi giorni fa – ha fatto notare il democratico - il Mimit guidato dal ministro Urso aveva risposto alla nostra interrogazione in Commissione Trasporti parlando di una maggioranza assoluta di quote pubbliche che non sarebbe scesa sotto il 51%, mentre oggi e da qualche giorno il ministro Giorgetti scende drasticamente parlando di una partecipazione che si potrebbe ridurre al 35%. Le percentuali non tornano, anche dopo il nostro question Time, evidentemente anche tra ministri sono d’accordo solo sul fare cassa”. “Poste Italiane – ha aggiunto Casu illustrando il question time - non rappresenta solo 162 anni di storia italiana, ma anche il nostro futuro: 120.000 dipendenti, 12.800 sportelli aperti sul territorio, 580 miliardi di risparmi degli italiani, 35 milioni di clienti. È un gioiello che non potete e non dovete svendere. E a chiedere di non farlo non è solo il Partito Democratico, sindacati, lavoratrici, lavoratori, tutti gli italiani preoccupati per quello che state facendo ma anche Giorgia Meloni, questa Giorgia Meloni, se la ricorda? Quella che scendeva in piazza contro la privatizzazione, quella che adesso è la presidente del Consiglio e sta facendo esattamente il contrario”: Nel corso del suo intervento in aula Casu ha anche mostrato al Governo un manifesto elettorale di Fratelli d'Italia che riportava la foto di Giorgia Meloni e il titolo: “NO alla privatizzazione di Poste italiane”.
Ghio: governo scippa a comuni pianificazione piste ciclabili
“La discussione parlamentare sul nuovo codice della strada sta mostrando in tutta evidenza il giro di vite del governo sulle politiche per la mobilità sostenibile. Il testo in discussione e la bocciatura oggi in commissione degli emendamenti dimostra un preoccupante passo indietro e una chiusura totale in particolare nei confronti della mobilità ciclistica e in generale della mobilità sostenibile. Oltre alle opposizioni, anche le associazioni e gli amministratori che sono stati ascoltati in audizione alla Camera hanno infatti manifestato forti preoccupazioni e presentato delle proposte di modifica che non sono state neanche prese in considerazione.
Un danno al miglioramento della vivibilità e della qualità dell'ambiente dei territori, con città dove circoleranno sempre meno biciclette e più auto con un peggioramento anche della sicurezza.
Chiediamo al governo di tornare indietro e cancellare queste dannose nuove norme che eliminano le corsie e la segnaletica ciclabile e che tolgono alle autonomie locali molti poteri come quelli di pianificazione delle piste ciclabili che vengono affidati a un Regolamento che dovrà emanare il ministero dei trasporti. Un vero e proprio scippo ai territori, altro che autonomia”, conclude.
Lo ha detto la deputata democratica dell’Ufficio di presidenza del gruppo della Camera,
Valentina Ghio.
Alla Camera riunione per il riconoscimento dello status di comunità Marina
Il Gruppo parlamentare del Pd della Camera ha incontrato oggi una delegazione di sindaci di alcune importanti località balneari italiane. All'incontro erano presenti: Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive; Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente; Andrea Gnassi, ex sindaco di Rimini e componente della commissione Attività produttive, insieme ai deputati dem Maria Stefania Marino, Andrea Rossi e Augusto Curti. Al centro del confronto, la proposta di legge per la valorizzazione delle città balneari e comunità marine promossa dai sindaci della rete ‘G20 Spiagge’. Scopo dell’iniziativa è istituire lo “status di città balneare” per quelle località turistiche che durante il periodo estivo vedono aumentare esponenzialmente il numero dei residenti con ricadute sui servizi, dalla sanità, alla viabilità, alla sicurezza e ai trasporti e individuare come ovviare a tali criticità. Il Partito Democratico ha ribadito come il turismo sia un’industria strategica del Paese e il turismo balneare un perno fondamentale. Le problematiche poste dalle città balneari vanno affrontate nel merito anche nel segno di riconoscimento di specificità e tematiche precise le quali devono essere affrontate nell’ottica delle città a vocazione turistica. Per questo motivo, il Pd verificherà norme, strumenti e risorse per dare risposte ai comuni che fanno della propria vocazione tradizione e investimento nel turismo l'asset principale del loro sviluppo, come appunto i comuni balneari. E ciò anche al fine di migliorare servizi e infrastrutture per lo sviluppo dell'attività turistiche.
Così una nota del Gruppo Pd alla Camera.
“Il Governo distrugge l'Italia unita. Oggi più che mai conferma la sua volontà di essere ricordato come il più antimeridionalista della storia. La riforma “spacca Italia” sull’Autonomia differenziata, voluta della Lega, infatti aumenterà drammaticamente ancora di più il divario tra Nord e Sud del Paese nei settori e nei servizi essenziali ai cittadini. Parliamo di assistenza, sanità, scuola, trasporti. Senza una definizione ed un finanziamento preliminare dei livelli essenziali delle prestazioni, senza la previsione di un adeguato fondo di perequazione, questa riforma porterà a dilatare le diseguaglianze territoriali che invece dovremmo ricucire. Si istituzionalizza per legge l'esistenza di cittadini di serie A e cittadini di serie B, con conseguenze negative per l'intero Paese. Con nuove generazioni che saranno costrette sempre più ad emigrare per costruire un futuro dignitoso. Continueremo, come Partito democratico, a portare avanti ogni battaglia possibile per impedire che questo scempio venga approvato definitivamente”.
“La presidente del Consiglio Giorgia Meloni quando negli anni passati era all’opposizione si schierava duramente contro ogni possibile privatizzazione di Poste italiane, proprio in virtù del fatto che “Poste italiane produce utili, assicura la presenza dello Stato nei piccoli comuni e nelle periferie, raccoglie i risparmi degli italiani e finanza cassa depositi e prestiti”, come si leggeva nei volantini di Fratelli d’Italia. Oggi purtroppo assistiamo all’ennesima giravolta senza nessuna spiegazione del perché:”. Lo dichiarano i deputati Pd della commissione Trasporti di Montecitorio Casu, Barbagallo, Bakkali, Ghio e Morassut che hanno presentato una interrogazione in commissione al Ministro delle imprese e del Made in Italy.
"Fino ad oggi i sindacati che rappresentano circa 120 mila lavoratori non hanno potuto né partecipare né conoscere le linee guida del piano industriale di Poste italiane, rinviato a marzo 2024. La risposta odierna alla nostra interrogazione al Ministero delle imprese e del made in Italy purtroppo conferma tutte le nostre preoccupazioni ammettendo l’ulteriore cessione senza chiarire cosa intende fare il Governo per garantire e preservare il valore economico e sociale di Poste Italiane e coinvolgere direttamente sindacati lavoratrici e lavoratori nelle scelte. Non permetteremo alla Presidente Meloni di realizzare la svendita del valore economico e sociale di 162 anni di Storia Italiana contro cui dall’opposizione si batteva”.
“Interrogazione PD a Meloni e Piantedosi”
È inaccettabile e molto grave il comportamento del viceministro ai Trasporti Galeazzo Bignami che mercoledì scorso, in occasione dell’incontro a Forlì tra la Presidente Ursula Von der Leyen e la premier Giorgia Meloni, ha duramente attaccato e accusato di incompetenza il dirigente del servizio pubblico per aver consentito ad una pacifica manifestazione degli alluvionati dell’Emilia Romagna di avvicinarsi nei pressi del Comune e sarebbe persino giunto a contattare il Ministro dell'Interno per lamentarsene. Abbiamo presentato una interrogazione parlamentare come Gruppo PD per chiedere alla presidente del Consiglio e al ministro Piantedosi se non ritengano che il comportamento del viceministro sia andato non solo oltre le proprie competenze, ma soprattutto oltre i limiti costituzionali e se intendano censurare pubblicamente tale atteggiamento irrispettoso della libertà di manifestare e del delicato lavoro delle forze dell'ordine.
Così la vicecapogruppo dei deputati PD Simona Bonafè e i deputati dem Ouidad Bakkali e Andrea Gnassi.
“Una non riforma assolutamente non adeguata ai tempi e alle tecnologie disponibili, quella del codice della strada portata avanti dal governo Meloni. Sul tema dei rinnovi della licenza di guida, infatti, il governo si concentra soprattutto sulle giovani generazioni, quasi prendendole di mira, ponendo limitazioni ai neo patentati per quanto riguarda, ad esempio, l’uso delle auto di grossa cilindrata anche se datate. Di contro invece, non viene adeguatamente affrontato il tema del rinnovo delle patenti per gli ultraottantenni con riferimento in particolare alla verifica dell'idoneita' alla guida”. Così il segretario regionale del PD Sicilia e capogruppo Dem in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, a proposito del nuovo codice della strada in discussione nella commissione parlamentare di merito.
“E a proposito di tecnologia – prosegue – riteniamo che bisogna fare un salto in avanti e adeguarsi all’innovazione e all'inteligenza artificiale anche in questo ambito. Dall'uso del simulatore, ai limitatori di velocità e anche all'individuazione delle infrazioni. Ma inspiegabilmente, nel terzo millennio e in epoca di tecnologie avanzate, questa riforma resta ancorata a sistemi obsoleti e assolutamente inadeguati”
“Colpisce quindi, ma non più di tanto, che - prosegue - il ministro Salvini prenda di mira la decisione del sindaco di Bologna che ha applicato il limite di 30 km all’ora nelle vie cittadine. Un provvedimento adottato in gran parte delle metropoli europee e che il suo stesso ministero ha incoraggiato con un provvedimento del 2022 ed adottato in oltre 60 comuni italiani. Il fatto è che Salvini parla a sproposito e non sa cosa succede nel suo dicastero”.
Ministro rispetti autonomia e potenzi fondo nazionale Tpl.
"La migliore risposta all’assurda polemica politica contro Bologna che ha avviato la sperimentazione della città 30, dopo aver raccolto le segnalazioni delle strade più pericolose da 20 mila cittadini, arriva oggi dai Sindaci di centrodestra di Olbia e Treviso che hanno orgogliosamente rivendicato di aver già compiuto la scelta di andare nella stessa direzione seguendo l’esempio di Amsterdam, Bruxelles, Londra e Barcellona che riducendo la velocità nei centri urbani hanno ottenuto una drastica limitazione del numero di morti sulle strade. Se il ministro Salvini intende difendere il diritto al lavoro rispetti l’autonomia dei Sindaci e dedichi le sue energie a una cosa davvero utile: intervenga subito per potenziare il fondo nazionale per il Trasporto Pubblico Locale al collasso in tantissime realtà e per rinnovare il contratto delle lavoratrici e dei lavoratori del settore sempre più in sofferenza”. Lo scrive sui social il deputato dem Andrea Casu, componente della commissione Trasporti.
“Nel decreto legge Milleproroghe il Governo Meloni aumenta le tariffe autostradali senza motivate ragioni legate alla verifica del rispetto degli investimenti previsti dalle convenzioni con i concessionari.
Per questo come gruppo del Pd abbiamo chiesto con diversi emendamenti di non applicare gli aumenti, ma di verificarne la fattibilità solo al momento della scadenza dei piani economico finanziari e dei rendiconti sugli investimenti come previsto dalla normativa vigente. Abbiamo chiesto al Mit e alla Autorità di regolazione (Art) di verificare che l’aumento delle tariffe non sia automatica. Quanto proposto è grave perché dimostra che la tragedia di Genova non ha insegnato nulla e che la sudditanza al potere dei concessionari è dura a morire”.
Così i deputati democratici della commissione Trasporti, Roberto Morassut (vicepresidente) e Anthony Barbagallo (capogruppo Pd).
Preoccupa molto l'impatto economico che la crisi in corso nel Mar Rosso ha scatenato nel settore della logistica, provocando forti ritardi nelle spedizioni ed una vertiginosa impennata dei noli marittimi. In uno scenario così preoccupante è necessario agire subito per gestire quella che già oggi rappresenta una emergenza per il Paese. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione e richiesto una informativa urgente al Ministro Salvini, affinché venga a riferire in Commissione Trasporti sulle strategie messe in campo dal Governo per affrontare l'impatto che la crisi del Mar Rosso sta generando sul settore della logistica, dei trasporti e della portualità, che si inserisce in una congiuntura già complessa e che avrà impatti importanti sul lavoro trasportistico e portuale e a cascata sulle economie delle aziende e delle famiglie, e quali azioni intenda assumere per contrastare eventuali comportamenti speculativi come il rischi aumento dei noli.
Lo affermano la vicecapogruppo PD alla Camera Valentina Ghio e il capogruppo PD in commissione Trasporti Anthony Barbagallo.
"Si registra un rilevante ritardo nelle realizzazione delle opere d’adduzione al Passante di Bologna, interventi definiti con l’accordo del 15 Aprile 2016.
Il cronoprogramma del marzo 2023 è ampiamente superato per tutte le cinque opere previste ed in particolare per il Nodo di Funo il cui procedimento per l’assoggettabilità VIA è praticamente fermo al Ministero dell’Ambiente da oltre 2 anni e la Regione Emilia Romagna non ha ricevuto alcun riscontro nemmeno alle due lettere di sollecito del 20.02.2023 e del 18.10.2023.
Tali opere sono di rilevanza strategica per la Città Metropolitana di Bologna e alcune di esse come il Nodo di Funo, anche per il livello strategico nazionale.
Sul nodo di Funo si concentrano gli spostamenti est - ovest alternativi all’autostrada, sono collocati importanti poli produttivi di numerosi Comuni oltre al Centergross e all' Interporto di Bologna. La risoluzione del nodo di Funo, infatti, si configura come intervento di completamento della rete viaria di adduzione al sistema autostradale/tangenziale di Bologna, a scala urbana - metropolitana, e consente il superamento di una rilevante criticità trasportistica in una porzione di territorio nella quale si concentrano gli accessi all’autostrada A13 Bologna – Padova, all’Interporto di Bologna e al Centergross, con conseguenti carichi di traffico, soprattutto pesante, su un’arteria - la ex SP 3 Trasversale di pianura, ora SS 253 bis - del tutto inadeguata nella sua attuale configurazione.
Ogni problematicità riferita ai lavori del passante di Bologna si scaricherà, in una porzione di territorio, con una rete stradale già congestionata da molti anni.
Per questo ho depositato una interrogazione parlamentare al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per chiedere al Governo di assicurare la realizzazione in tempi certi delle opere di adduzione al Passante di Bologna e in particolare del nodo di Funo vista l'urgenza e l'elevata priorità".
“C’è il far west nei cieli italiani. A luglio il governo aveva promesso la risoluzione di tutti i problemi legati al caro voli grazie al decreto Asset. Ebbene, siamo a gennaio 2024, succede di tutto e di più ma un dato sembra ineluttabile nonostante le promesse – da mercante – da parte del governo di centrodestra: i prezzi dei biglietti continuano ad essere esorbitanti, soprattutto per le tratte da e per la Sicilia. E secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa alcune compagnie low-cost, nel 2024, ridurranno di 2 milioni i posti nei voli interni, in particolare per le regioni del Meridione, Sicilia, Sardegna e Calabria incluse”. Così il segretario regionale del PD Sicilia e capogruppo PD in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo che sull’argomento ha presentato una interrogazione urgente dal ministro dei Trasporti e delle infrastrutture.
“A poco serve la rassicurazione di Ryanair che – prosegue Barbagallo – annuncia un aumento dei voli del 10 per cento. Noi vogliamo sapere cosa intenda fare concretamente il governo per mettere fine a questo inutile balletto che danneggia l’economia della Sicilia e che impedisce ai siciliani di avere la possibilità di spostarsi senza dissanguarsi. E ancora una volta dobbiamo prendere atto dell’assoluta pochezza del governatore della Regione Siciliana che ha promesso ‘sconti’ che non sono serviti assolutamente a nulla”.