18/04/2025 - 11:00

"Tra un complimento e l'altro per i reciproci, presunti, successi, ieri Meloni ha promesso a Trump che l'Italia comprerà più gas liquido dagli Usa, spendendo il 50% in più che comprandolo ad esempio dall'Algeria, e che arriveremo al 2% di spesa militare. E da dove le compriamo le armi per raggiungere questa soglia? Dagli Usa, naturalmente. Aggiungiamo i 10 miliardi di investimenti di imprese italiane in Usa che così creeranno lavoro oltre oceano invece che in Italia.
E poi grandi elogi per quello che li unisce: la battaglia contro gli immigrati e quella contro il cosiddetto woke, cioè contro i diritti delle minoranze.
Per finire, quel "faremo l'occidente di nuovo grande" pronunciato da Meloni parafrasando il suo amico. Ma di quale occidente parla la premier? Di quello che licenzia migliaia di persone dall’oggi al domani, senza alcuna tutela? Di quello che decide quali media sono ammessi e quali no? Quello che attacca la magistratura che non esegue gli ordini di chi governa? Quello che taglia i fondi alle università non allineate? Quello che deporta i migranti in catene e dà la caccia ai loro figli? Quello contro le persone LGBTQIA+? Quello che non concede visti a chi ha criticato Trump? Quello contro l'autodeterminazione delle donne?
La saldatura delle due destre di Meloni e Trump consolida una politica illiberale e oscurantista. Questo assetto è molto preoccupante proprio per quell'Occidente che si fonda, invece, sulla libertà, sui diritti civili e sociali, sull'inclusione, sulla solidarietà, sulla tutela delle categorie più fragili della popolazione.
Con cosa torna a casa, la premier? Con una promessa di Trump di venire in Italia e che si troverà un accordo con l'Europa. A quali condizioni è tutta da vedere, perché se c'è una cosa che abbiamo capito di Trump in questi quasi 100 giorni di mandato è che non ci possiamo fidare. Cambia idea in continuazione e ha un atteggiamento ricattatorio nei confronti di chiunque, alleati compresi. I dazi, in fin dei conti, sono questo: un grande ricatto.
E le garanzie sul gas e sulle armi date da Meloni al presidente americano vanno a tutto svantaggio dei cittadini italiani che pagheranno di più l'energia e si vedranno sottrarre fondi per la sanità, la scuola e il welfare.La trasferta più costosa della storia". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

17/04/2025 - 14:00

“Mentre Giorgia Meloni si appresta a incontrare Donald Trump negli Stati Uniti, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, mette nero su bianco quello che ormai è evidente a tutti: il Governo ha fallito in materia economica e l’appiattimento di Meloni su Trump sta affondando il Made in Italy” così il capogruppo democratico nella commissione bilancio della Camera, Ubaldo Pagano.
“La crescita non si è confermata ai livelli ottimistici previsti dall’esecutivo – aggiunge Pagano - le stime per il 2025 vengono bruscamente ridimensionate: con un quadro internazionale segnato da nuove tensioni commerciali e da una crisi globale che colpisce duro, soprattutto l’export italiano. Le esportazioni, un tempo motore della nostra economia, oggi sono ferme allo 0,1%, mentre il loro contributo al Pil diventa addirittura negativo (-0,3 punti percentuali). Di fronte a questo scenario – aggravato dalla scellerata guerra commerciale innescata da Trump – l’Italia si ritrova senza una strategia, con un Governo incapace di reagire e completamente appiattito sulle scelte dei sovranisti americani, senza voce e senza visione. La verità è che il sovranismo è fallito, la destra ha venduto illusioni e ora arriva il conto. Nessuna idea su come proteggere l’economia reale, nessuna risposta concreta per imprese, lavoratori e famiglie. Solo annunci, propaganda e passerelle all’estero, mentre a Roma si certifica il disastro che – conclude il democratico - sta affossando il Made in Italy”.

 

15/04/2025 - 15:41

“Il viaggio della presidente Meloni negli Stati Uniti rischia di essere non solo inutile, ma anche controproducente. È un viaggio inutile – spiega l’esponente dem – perché non è chiaro di cosa intenda parlare con il presidente Trump. Non esiste un mandato politico chiaro da parte della sua maggioranza, che si presenta divisa e spaccata su tutti i principali temi oggetto del confronto. Inoltre, Meloni non ha alcuna competenza specifica in materia: la politica commerciale e gli accordi internazionali sono una prerogativa esclusiva dell’Unione Europea e della Commissione”. Lo dichiara il deputato Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche dell’Unione Europea intervistato per i canali social dei deputati dem.

“Ma, soprattutto – aggiunge l’esponente Pd - questo viaggio rischia di essere controproducente perché alimenta l’illusione di trattative bilaterali tra singoli Stati membri e Stati Uniti, che sono non solo inefficaci, ma anche inattuabili. Al contrario, oggi più che mai serve un’Europa compatta e unita, capace di negoziare, schiena dritta, con l’amministrazione americana, per difendere l’economia, il lavoro e il sistema produttivo italiano ed europeo.”

“La verità – conclude De Luca – è che Meloni cerca solo una ‘photo opportunity’, una passerella da cheerleader da offrire all’opinione pubblica per distogliere l’attenzione dall’incapacità del suo governo di adottare misure serie, concrete ed efficaci a tutela delle nostre imprese e dei lavoratori, in risposta agli attacchi e alle provocazioni dell’amministrazione statunitense.”

 

15/04/2025 - 09:35

Noi tifiamo per l'Italia ma siamo pessimisti sugli esiti del viaggio in USA della Premier. Purtroppo i sovranisti finora hanno lavorato contro il nostro Paese: Meloni ha avuto un atteggiamento di grande timidezza, se non di vero e proprio servilismo nei confronti dell'amministrazione americana. Sui dazi ha preferito difendere il rapporto di amicizia con Trump piuttosto che gli interessi delle imprese, dei lavoratori e dell'economia del nostro Paese”. Lo ha detto Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione politiche europee, a Diritto e Rovescio su Rete4

“Con quale postura arriverà negli Stati Uniti? Questo è il tema vero. Sembra -ha proseguito il dem- che in questo momento non stia andando con la schiena dritta, come avrebbe dovuto fare mettendo in sicurezza l'economia del nostro Paese e lavorando a Bruxelles per risposte efficaci come, per esempio, i controdazi sulle Big Tech, che potevano essere uno strumento negoziale efficace nella trattativa con Trump. Va lì col cappello in mano per una foto opportunity da quasi cheerleader che non aiuterà il nostro Paese. Peraltro, non ha un mandato politico chiaro perché la sua maggioranza è divisa. Segnalo che ci sono divergenze enormi tra Giorgetti e Crosetto. E soprattutto non può negoziare sui dazi perché la competenza degli accordi di politica commerciale è della Commissione UE. Allora bene il dialogo, ma attenzione a che non sia un nulla di fatto e che, soprattutto, non abbia effetto controproducente spaccando il fronte dell'Europa, che deve invece in modo unitario mettere in campo una risposta forte. Anche in queste ore vediamo l'inaffidabilità di Trump. La premier tolga il cappellino Maga e indossi quello dell'Italia e dell'Europa".

 

 

14/04/2025 - 11:55

"Putin conferma la sua natura di dittatore feroce e senza scrupoli che non si fa remore a massacrare 34 civili in un giorno di celebrazioni religiose. A Sumy si è consumata l'ennesima strage di innocenti senza che nessuno riesca davvero a fermare il capo del Cremlino.
Altro che trattative: Putin si prende gioco di Trump e del suo delirio di onnipotenza che gli faceva dire che avrebbe chiuso tutte le guerre in una settimana. Il Tycoon si sta dimostrando un dilettante, superficiale e arrogante, con consiglieri inadatti e senza alcuna esperienza politico-diplomatica. Un uomo che pensa di potere comprare tutto, anche la pace. Una tale amministrazione alla guida degli Usa è un problema per il mondo intero". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

11/04/2025 - 11:39

“La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scelto di disertare il Salone del Mobile, uno dei più importanti eventi internazionali dedicati al design e simbolo globale del Made in Italy. Una decisione che non può passare inosservata: anziché confrontarsi con un mondo produttivo che merita ascolto e rispetto, preferisce voltare le spalle, temendo – forse – le critiche e il dissenso.

Meloni conferma così una linea ormai evidente: rifugge il confronto interno e si piega all'esterno. A poche ore da un nuovo inchino a Donald Trump, prosegue in un’azione solitaria, scollegata dalle esigenze reali del Paese e, soprattutto, dalla necessità urgente di una strategia comune a livello europeo.

Davanti alla guerra commerciale serve l’unione dei Paesi, serve una visione comune per difendere l’interesse delle nostre imprese e del nostro lavoro. Continuare a correre da soli significa consegnarsi all’irrilevanza. Il Made in Italy non si difende scappando” così una nota del capogruppo democratico in commissione attività produttive, Vinicio Peluffo.

 

11/04/2025 - 10:18

Con 24 mesi di calo della produzione industriale, Meloni decide di disertare il Salone del mobile, una vetrina fondamentale per il settore.
Non va perché non avrebbe nulla da dire agli imprenditori italiani. Non ha idea di come fronteggiare gli sciagurati dazi e si affida agli umori di Trump. Non sa come spiegare la marcia indietro sugli aiuti alle imprese annunciati in pompa magna solo qualche giorno fa. La strategia è sempre la stessa: quella che la porta a disertare tutte le conferenze stampa dopo il CDM, scappare, sottrarsi a ogni confronto che non sia nelle protette stanze di Palazzo Chigi. Quando invece dovrebbe spiegare al Paese cosa intende fare di fronte alle preoccupanti previsioni del Def con il Pil in caduta libera fino allo 0,3% per colpa dell’amico Trump. Comunque da lui andrà per baciare la pantofola, dagli imprenditori italiani invece no.

Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo PD alla Camera dei deputati.

 

10/04/2025 - 20:34

“È importante la parola, dopo di ché è la sostanza a fare la differenza e da questo punto di vista sono colpita da quello che è successo oggi in Aula”. Lo ha dichiarato Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, intervenendo a Metropolis, il talk di Repubblica TV, sul testo approvato oggi in parlamento su ReArm .

“Significa che la Maggioranza che ci governa è oggettivamente spaccata. Parliamo di nulla, in queste mozioni c’era molto poco. Ma anche sul nulla c’è una spaccatura a dimostrazione del fatto che non c’è una sola ma ben tre posizioni su un tema molto importante e questo è un problema. - prosegue la deputata dem - Non vengono tracciate delle strade e le forze di Governo sono più preoccupate di come si comunica che della sostanza. Noi invece abbiamo mantenuto una linea molto chiara al netto delle divisioni che non si possono nascondere. È preoccupante questa destra così spaccata”.

“Spero nella pace, ma nella pace giusta e non quella disegnata da Trump. Spero anche che non ci sia una resa incondizionata ma un’attenzione vera da parte dell’Europa. Servirebbero dei negoziatori perché lo schema di oggi è un tentennare. Fratelli d’Italia è imbarazzante anche in Ue: sul punto del sostegno all’Ucraina si sono astenuti, un elemento molto grave per lisciare il pelo a Trump. È imbarazzante” conclude Gribaudo.

 

10/04/2025 - 15:30

“Le dichiarazioni di oggi del dott. Giuseppe Siani, capo del Dipartimento di Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, confermano ciò che da tempo il Partito Democratico denuncia con preoccupazione: le tensioni commerciali internazionali e l’inasprimento dei dazi da parte degli Stati Uniti rappresentano una minaccia concreta per la nostra economia reale e per la tenuta del credito bancario, non solo nei confronti delle imprese più esposte all’export. Chi, nelle scorse settimane, ha bollato come ‘catastrofisti’ coloro che segnalavano l’impatto negativo sul sistema economico italiano, o chi ha sostenuto che ‘i dazi non si sentiranno sui consumatori italiani’, dovrebbe riflettere davanti all’autorevolezza dell’analisi offerta oggi da Bankitalia. Non si tratta di allarmismo, ma di consapevolezza. E chi ricopre ruoli istituzionali ha il dovere di ascoltare e agire, non minimizzare come ha fatto nei giorni scorsi, se non addirittura applaudire Trump in preda ad un incomprensibile innamoramento. Il nostro sistema bancario, come evidenziato da Siani, ha finora retto grazie a un’impostazione tradizionale e prudente. Ma le incertezze geopolitiche, l’aumento dell’avversione al rischio e la volatilità dei mercati finanziari possono compromettere rapidamente la qualità del credito e, con essa, la fiducia di imprese e famiglie. Serve un monitoraggio costante, come segnalato dalla Banca d’Italia, ma serve soprattutto una risposta politica forte e coesa: a sostegno degli investimenti, della competitività delle nostre imprese, dei mutui delle famiglie e della stabilità sociale. Il Partito Democratico continuerà a incalzare il Governo perché si assuma le sue responsabilità in questa fase delicata, abbandonando ogni forma di propaganda e affrontando con serietà i nodi dell’economia reale.” Lo dichiara Silvio Lai, deputato PD della Commissione Bilancio della Camera.

10/04/2025 - 13:49

"Dopo le parole del collega Billi e dopo le parole del sottosegretario Perego, in un'altra epoca si sarebbe andati al Quirinale a fare una verifica di governo. Perché c'è un problema serio nella maggioranza, molto serio.  Noi voteremo contro la mozione della maggioranza. Nella mozione della maggioranza le parole 'ReArm Ue' non ci sono. Questa maggioranza e questo governo non hanno idea di cosa andare a dire in Europa. Per noi del Pd il piano va radicalmente cambiato, per un motivo economico, uno di difesa e uno di politica estera. La maggioranza invece è divisa in tre posizioni: una sulla linea Trump-Putin, attaccare e distruggere l'Europa e la Lega lo dice con chiarezza; Fi è un po' più verso l'Europa ma molto timidamente; e poi c'è Fdi che si è inventata la terza posizione, 'siamo con l'Italia', come se qualcuno fosse contro l'Italia. Il Governo non ha chiaro se andare verso la difesa europea o verso il riarmo degli Stati. Noi siamo verso la difesa europea con chiarezza sapendo che ci vuole più Europa e che bisogna realizzare le condizioni per una difesa comune europea e per la pace”. Lo ha detto Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio, nel suo intervento in dichiarazione di voto sulle mozioni sul ReArm Ue.

10/04/2025 - 13:17

“Sulla questione dei dazi statunitensi ci troviamo ancora una volta di fronte all’improvvisazione e all’isolamento internazionale del governo Meloni. Siamo stati per giorni a pietire un appuntamento con il presidente americano. Dopo averlo ottenuto, Giorgia Meloni si è fatta offendere dallo stesso Trump, peraltro con parole che offendono la dignità del popolo italiano”. Così il deputato Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio, commenta l’annuncio di Trump per una pausa di 90 giorni e una tariffa reciproca ridotta, durante i negoziati, al 10 per cento.

«Ancora una volta – prosegue Pagano – il governo sceglie l’isolamento, preferendo una trattativa ‘one to one’ con Washington invece di rafforzare un’azione europea comune, l’unica che può avere massa critica e autorevolezza. Serve una grande missione europea, con un piano organico condiviso tra tutti i partner dell’Unione. Meloni venga in Parlamento per costruire insieme una strategia utile per i Paese. Basta propaganda. Le imprese italiane stanno già pagando le conseguenze di una guerra commerciale folle, e il governo non ha previsto nulla di concreto per sostenerle. I fondi annunciati finora sono finti, soldi di cartone. Servono risorse vere, come fatto in Spagna, dove oltre metà del piano anti-crisi è stato finanziato con soldi freschi”.

“Non si può – conclude Pagano - lasciare solo il nostro tessuto produttivo. Serve un intervento straordinario, come quello messo in campo durante la pandemia: qualsiasi cosa serva per proteggere imprese, lavoratori e lavoratrici. Anche utilizzando i fondi del Pnrr non ancora impiegati. Ma quelli non bastano: servono nuovi stanziamenti per affrontare un’emergenza che rischia di travolgerci”.

 

09/04/2025 - 18:48

“25 miliardi di euro è, di solito, il volume di una legge di bilancio. Oggi, invece, rappresenta la prima rata da pagare per mettere a riparo l’economia italiana dai contraccolpi dei dazi americani. Gli amici di solito ti invitano a cena, mentre gli ‘amici’ di Meloni, Salvini & Co. mangiano da soli ma poi ti presentano il conto”

Così il deputato dem della commissione Finanze, Claudio Stefanazzi.

“Se ciò che si apprende dai giornali è vero - aggiunge - cioè che il governo si prepara a mettere in campo risorse pubbliche per 25 miliardi di euro, allora abbiamo una prima dimostrazione pratica e molto dolorosa di quanto il sovranismo sia dannoso per le tasche dei cittadini. Non solo, infatti, saremo costretti a pagare a caro prezzo le follie di Trump per salvare imprese e lavoratori più esposti, ma addirittura dovremo rinunciare a progetti e piani per un uguale ammontare di risorse, visto che quei soldi verranno sottratti al Pnrr e ai fondi di coesione. Uno schiaffo in pieno volto - conclude - all’idea di rilancio del Paese e alle aspettative di tanti territori che avevano visto in questi programmi di spesa un’opportunità per finanziare opere attese da decenni”.

 

09/04/2025 - 17:47

“Sui dazi giungono dal governo dichiarazioni assurde che vanno dal loro elogio come opportunità, al sostenere l’equidistanza tra Europa e Usa, alla minimizzazione degli effetti sull’economia italiana, all’invito a non scatenare guerre commerciali. Forse sfugge il fatto che la guerra commerciale c’è già e l’ha innescata Trump. La sua idea è quella di arrivare a trattative bilaterali per disintegrare le aggregazioni politico economiche degli Stati, che sono un freno alle sue mire imperialiste. Lo ha detto volgarmente denigrando la presidente Meloni e per suo tramite il nostro Paese e il suo tessuto economico. Sapere che la premier si recherà a Washington il prossimo 17 aprile non ci tranquillizza”.

Così in Aula il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della camera, Stefano Vaccari, replicando al ministro Lollobrigida durante il Question Time sul tema dazi.

“Quell’incontro - aggiunge - non favorisce la costruzione in Europa di una posizione ferma, unitaria, mirata, graduale e con quella andare ad un negoziato senza genuflessione. Ci aspettavamo e ci aspettiamo un coinvolgimento anche di opposizioni e sindacati, perché quando ci sono in ballo gli interessi nazionali si prova a condividere un indirizzo comune. Oggi il governo dice solo che rimodulerà risorse e interventi del Pnrr e dei Fondi di Coesione, ma come nel gioco delle tre carte risorse in più non ce ne sono.  Non dice quali proposte porterà in Europa perché il governo non ha una linea comune. Noi le idee chiare le abbiamo su eventuali contro dazi per alimentare un fondo che protegga imprese e lavoratori, per chiedere all’Ue di accelerare i nuovi accordi commerciali e mettere più risorse sulle nuove Ocm a partire da quella sul vino per consentire di aprire nuovi mercati. E altre ancora. Lo torniamo a dire - conclude - con le parole delle imprese agricole: in ballo c’è l’interesse nazionale toglietevi la maglietta dei sovranisti e mettetevi assieme a noi quella degli italiani convinti europeisti”.

 

09/04/2025 - 15:48

“Altro che Pd. Di imbarazzante sono le parole di Maran e Bignami. Sconcertante è l’atteggiamento incerto e ossequioso di una Presidente del Consiglio che invece di rendere più forte la risposta europea alla follia trumpiana, accetta di andare a Washington con il cappello in mano dopo che Donald Trump offende l’Italia e gli altri paesi europei. Gli interessi italiani si difendono schierandosi chiaramente con l’Europa nel costruire una risposta efficace all’imposizione dei dazi e non piatendo una carezza dopo essere stati umiliati”.

Così in una nota, i capigruppo Pd di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, e il capo delegazione Pd al Parlamento Europeo, Nicola Zingaretti.

 

09/04/2025 - 14:55

“Il comparto moda, a forte vocazione per l’esportazione e fiore all’occhiello del Made in Italy, è oggi sotto un duplice attacco: da un lato l’inerzia del governo Meloni, dall’altro  l’impatto dei dazi di Donald Trump. La combinazione di questi due fattori rischia di produrre effetti devastanti per un settore strategico della nostra economia”. Così la deputata Simona Bonafè, vicepresidente vicaria del Gruppo Pd, intervistata per i social dei deputati dem.

“Unimpresa – sottolinea l’esponente Pd -  stima che l’introduzione dei dazi da parte del presidente americano possa comportare una perdita fino a 2 miliardi di euro per le imprese italiane della moda. Ma c’è un’aggravante: il settore moda vive da mesi una crisi strutturale che rende ancora più urgente l’intervento del governo. Serve un piano serio per sostenere il settore. In particolare chiediamo misure straordinarie sulla cassa integrazione, incentivi all’innovazione e politiche per favorire l’aggregazione tra imprese. Senza un’azione rapida e concreta, rischiamo di perdere un pezzo fondamentale del nostro sistema produttivo, con gravi conseguenze anche sul fronte occupazionale”.

“Meloni – conclude Bonafè - sembra più preoccupata di non indispettire Trump, anziché sostenere con convinzione una linea comune europea. Una strategia miope, che rischia di isolare l’Italia e penalizzare le nostre imprese. Il settore moda non può aspettare”.

 

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