13/11/2025 - 10:57

"Sembrava un'impresa impossibile, invece il primo, fondamentale, passo è stato fatto: il sesso senza consenso è stupro.
Il testo approvato ieri sera all'unanimità in Commissione Giustizia della Camera nasce dalla mia proposta di legge e introduce il principio fondamentale del consenso. Una svolta culturale decisiva che tutela le vittime di stupro, tutte quelle donne che durante una violenza, paralizzate dalla paura, non riescono a ribellarsi e che, per questo, nei tribunali vengono considerate consenzienti.
E' stato un bel lavoro di squadra tra donne di opposizione e di maggioranza, a partire da Elly Schlein che ringrazio per l'interlocuzione con Giorgia Meloni, che si sono unite per fare, insieme, questo passo avanti.
Ora la legge è pronta per l'aula di Montecitorio dove la discuteremo prestissimo. La strada è quella giusta: restiamo unite, portiamo a casa questo enorme risultato!". Lo scrive sui suoi canali social Laura Boldrini deputata PD e prima firmataria della proposta di legge.

 

12/11/2025 - 21:30

Oggi in Commissione Giustizia alla Camera si è compiuto un passo avanti importante. Con l’emendamento approvato all’unanimità da tutti i gruppi parlamentari alla pdl proposta del Partito Democratico si introduce il concetto fondamentale di consenso nel reato di  violenza sessuale. Grazie a chi ha lavorato per questo risultato, frutto di un confronto costruttivo che rafforza la tutela delle troppe donne ancora vittime di violenza nel nostro Paese.

Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati

 

12/11/2025 - 20:55

Approvata all’unanimità in Commissione Giustizia alla Camera la nuova formulazione dell’articolo che modifica il reato di violenza sessuale, introducendo il concetto di consenso. L’emendamento, proposto dalle relatrici Michela Di Biase (Pd) e Carolina Varchi (Fdi), aggiorna la proposta di legge a prima firma Boldrini.
“È un importante passo avanti per il codice penale italiano, che viene adeguato agli standard più avanzati - dichiara Di Biase - Questo nuovo testo rappresenta un grande cambiamento culturale, perché troppo spesso abbiamo assistito a donne costrette a giustificarsi anche di fronte alle violenze subite. Il sesso senza consenso è stupro. È un concetto scontato – prosegue la democratica – eppure in Italia manca ancora una legge che lo riconosca esplicitamente. Il consenso deve essere sempre liberamente espresso e revocabile: solo il sì è un sì. È giunto il momento che questo principio, finora sancito solo dalle sentenze della Corte di Cassazione, venga finalmente inserito nell’ordinamento. Ci stiamo avvicinando alla Giornata contro la violenza sulle donne e questo voto unanime rappresenta un importante segnale. Ringrazio la relatrice di maggioranza Varchi per l’importante lavoro di squadra e le altre forze politiche per l’importante risultato raggiunto”, ha concludo Di Biase.

12/11/2025 - 19:12

"Il ministro Valditara oggi ha detto all’opposizione che deve vergognarsi. Tutto perché ci siamo permessi di contrastare il suo provvedimento oscurantista che impedisce di inserire l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, mentre è necessario il consenso informato delle famiglie per inserirla nelle scuole superiori. Questo rende difficile alle ragazze e ai ragazzi accedere a una formazione necessaria per contrastare la violenza sulle donne e per imparare ad avere relazioni sane e rispettose. Il ministro Valditara, è venuto in aula, cosa che accade raramente, ha fatto una ricostruzione falsa del suo provvedimento, ci ha insultato, poi ha negato di averlo fatto e se ne è andato via. Un tale comportamento, da parte di un ministro, ha dell’incredibile. Questo governo e questa maggioranza sono l'espressione del peggior oscurantismo che la storia della Repubblica abbia conosciuto. Sono loro che dovrebbero vergognarsi e Valditara deve chiedere scusa al Parlamento". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo. 

12/11/2025 - 19:12

"Il ministro Valditara oggi ha detto all’opposizione che deve vergognarsi. Tutto perché ci siamo permessi di contrastare il suo provvedimento oscurantista che impedisce di inserire l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, mentre è necessario il consenso informato delle famiglie per inserirla nelle scuole superiori. Questo rende difficile alle ragazze e ai ragazzi accedere a una formazione necessaria per contrastare la violenza sulle donne e per imparare ad avere relazioni sane e rispettose. Il ministro Valditara, è venuto in aula, cosa che accade raramente, ha fatto una ricostruzione falsa del suo provvedimento, ci ha insultato, poi ha negato di averlo fatto e se ne è andato via. Un tale comportamento, da parte di un ministro, ha dell’incredibile. Questo governo e questa maggioranza sono l'espressione del peggior oscurantismo che la storia della Repubblica abbia conosciuto. Sono loro che dovrebbero vergognarsi e Valditara deve chiedere scusa al Parlamento". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo. 

12/11/2025 - 13:45

“Resto molto colpita di come il ministro Valditara sia sorpreso dalla legittima correlazione tra la violenza sulle donne e l'educazione sessuale nelle scuole. Offende le opposizioni invece di rispondere nel merito e farci capire se anche per lui c'è una strettissima correlazione e che è necessario investire sull'educazione all'affettività per evitare quella violenza che determina troppe morti di donne. Il governo ha addirittura difficoltà a pronunciare la parola 'affettività' o la definisce come un mostro da evitare. Educazione e rispetto reciproco sono gli obiettivi su cui lavorare. Lo stesso rispetto che oggi il ministro Valditara non ha dato all'Aula di Montecitorio”. Lo dichiara la deputata Pd, Michela Di Biase durante la discussione del ddl sul consenso informato alla Camera.

 

11/11/2025 - 10:23

“Sono passati due anni dal femminicidio di Giulia Cecchettin. La sua morte ha scosso le coscienze del Paese, centinaia di migliaia di donne hanno affollato le piazze, chiedendo un cambiamento culturale netto. Purtroppo, poco o nulla è cambiato”.

Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, a due anni dal femminicidio di Giulia Cecchettin.“Non basta l’inasprimento delle pene: il patriarcato continua a uccidere, a soggiogare, a perpetrare violenza. E se non si agisce sul piano culturale a tutto tondo, dalle scuole ai posti di lavoro, non cambierà mai nulla - prosegue la deputata dem - Serve educare gli uomini alla parità, al rispetto, all’uguaglianza. Serve costruire un modello in cui le donne non siano ricattabili economicamente e socialmente, serve rafforzare i presidi sui territori finanziando i centri antiviolenza, gli sportelli d’ascolto e garantendo quel welfare familiare che dia la giusta distribuzione del carico di cura”.

“Serve che sia la politica a farlo, perché la società civile sta già facendo la sua parte scendendo in piazza, organizzando assemblee e proposte concrete. Oggi ci stringiamo attorno alla famiglia Cecchettin, al papà Gino e alla sorella Elena, impegnati in prima linea in questa battaglia. Senza odio, ma per una società più giusta che non ci veda più vittime” conclude Gribaudo.

 

10/11/2025 - 16:54

“Con questo provvedimento il Governo danneggia i giovani italiani, privandoli del diritto a una formazione affettiva e sessuale libera e consapevole. Si rinuncia alla prevenzione della violenza di genere e del bullismo omofobico, quando la prevenzione si costruisce proprio attraverso l’educazione”. Così la deputata Sara Ferrari durante la discussione alla Camera sulle “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico”. Ferrari ha ricordato che “in Italia ogni anno vengono uccise circa 110 donne da uomini che hanno amato. Intervenire solo con la punizione e non con la prevenzione è un fallimento. Vietare di parlare di sessualità a scuola significa condannare il Paese all’analfabetismo relazionale. La scuola è spesso l’unico luogo per tanti giovani per imparare a costruire relazioni affettive corrette e rispettose della differenza; negarglielo vuol dire privarli di quella competenza abbandonarli al messaggio violento e insano dei social ”, ha aggiunto la deputata del Partito Democratico e membro della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. Infine, Ferrari ha sottolineato che “in 20 su 27 Paesi europei l’educazione sessuale è obbligatoria, mentre Valditara porta l’Italia addirittura nella direzione opposta”, concludendo che “con questo oscurantismo si nega ai minori il diritto di crescere consapevoli e liberi da ogni discriminazione”.

04/11/2025 - 17:38

Con la scomparsa di Oria Gargano perdiamo una femminista energica e battagliera, una donna che ha dedicato la vita alla libertà e ai diritti delle altre donne”. Così Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico e presidente del Comitato Diritti Umani della Camera, ha ricordato oggi in Aula la fondatrice della Cooperativa Sociale Befree, scomparsa lo scorso 29 ottobre. “Oria ha creato un argine concreto contro la violenza di genere e le discriminazioni – ha detto Boldrini – e ha sostenuto l’affermazione delle donne con progetti pionieristici come la Scuola Politica, giunta alla quindicesima edizione, e lo Sportello antiviolenza attivo 24 ore su 24 al San Camillo di Roma”.

Boldrini ha ricordato Gargano anche come “alleata preziosa della comunità Lgbtqia+ e convinta sostenitrice della legge contro l’omofobia e la misoginia che il Paese, purtroppo, non è ancora riuscito ad approvare”. “Era certa – ha proseguito – che i diritti non siano mai contro qualcuno, ma a favore di tutte e tutti, perché garantiscono libertà e uguaglianza”.

La deputata dem ha poi espresso “indignazione per le parole di odio comparse sui social dopo la sua morte”, definendole “un atto di barbarie”. “Oria era un uragano – ha concluso Boldrini – passava con la forza del turbine e con quella stessa forza combatteva ogni giorno la violenza di genere. Grazie, Oria, per il tuo esempio”.

 

02/11/2025 - 15:28

Dichiarazione di Laura Boldrini, deputata PD e presidente del Comitato diritti umani della Camera

Oggi, a Roma, in una chiesa gremita di gente e in particolare di tante donne di ogni generazione, abbiamo salutato Oria Gargano, femminista, fondatrice della Cooperativa Sociale BeFree che lei tanto aveva voluto non solo per creare un argine alla violenza di genere, ma anche per sostenere la piena affermazione delle donne, la loro libertà e i loro diritti.

In questi giorni successivi alla sua scomparsa, la parola che ho sentito e letto ricorrere di più nel ricordarla è stata «uragano». E in effetti, è un termine che le si addice alla perfezione: Oria passava con la forza del turbine, e con quella stessa forza si impegnava a fianco delle donne, diretta, risoluta, caparbia. Non accettava compromessi, perché contro la violenza di genere bisogna fare una battaglia netta, e la sua è stata nettissima.

Grazie, Oria, per il tuo esempio.

 

17/10/2025 - 13:53

L’Intergruppo parlamentare della Camera dei deputati per le Donne, i Diritti e le Pari Opportunità ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, per segnalare e stigmatizzare la pubblicazione di diversi articoli che offendono la memoria di Pamela Genini.

 

La lettera promossa dalla coordinatrice dell’Intergruppo, Laura BOLDRINI, è sottoscritta da Stefania ASCARI, Ouidad BAKKALI, Elena BONETTI, Andrea CASU, Michela DI BIASE, Sara FERRARI, Antonella FORATTINI, Marco FURFARO, Renate GEBHARD, Valentina GHIO, Francesca GHIRRA, Maria Cecilia GUERRA, Simona LOIZZO, Ilenia MALAVASI, Maria Stefania MARINO, Federica ONORI, Emma PAVANELLI, Debora SERRACCHIANI, Gilda SPORTIELLO, Luana ZANELLA.

 

Nel testo si fa riferimento in particolare a quanto pubblicato dal sito Dagospia.com poche ore dopo la morte della donna. “Un articolo - si legge nella lettera - pieno di allusioni e insinuazioni sessiste, che riduce la vita di una donna trucidata a oggetto di curiosità morbosa, spostando l’attenzione dalla violenza subita a giudizi sulla sua persona concentrandosi su dettagli irrilevanti della vita privata della vittima, insinuando dubbi sulla sua reputazione e mettendone in discussione la dignità anche dopo la morte”.

 

Nel testo, l’Intergruppo sottolinea come «raccontare un femminicidio significa affrontare una tragedia umana, oltre che una piaga  sociale, non alimentare voyeurismo o sospetto» e ribadisce che «nessuna donna deve essere uccisa due volte: prima dalla violenza di chi la colpisce, poi dalle parole di chi la racconta senza rispetto».

 

Ecco il testo integrale delle lettera sottoscritta dai componenti dei gruppi di Pd, Lega, M5S, AVS e Azione.

 

“Al Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti

 

Gentile Presidente Bartoli,


Gentile Presidente,

a poche ore dall’uccisione di Pamela Genini, un sito online di grande diffusione (Dagospia.com) ha pubblicato un articolo che offende la memoria della vittima e tradisce i principi fondamentali del giornalismo.

 

Il testo, pieno di allusioni e insinuazioni sessiste, riduce la vita di una donna trucidata a oggetto di curiosità morbosa, spostando l’attenzione dalla violenza subita a giudizi sulla sua persona concentrandosi su dettagli irrilevanti della vita privata della vittima, insinuando dubbi sulla sua reputazione e mettendone in discussione la dignità anche dopo la morte.

 

È un modo di fare informazione che non solo manca di rispetto verso Pamela Genini e i suoi familiari, ma contribuisce a perpetuare una cultura tossica che tende a minimizzare la violenza di genere, spostando la colpa dalla mano dell’assassino alla vita della donna uccisa.

 

Chiediamo all’Ordine dei Giornalisti di farsi interprete, presso i propri iscritti, di un richiamo netto ai principi del Codice deontologico, del Testo unico dei doveri del giornalista e del Manifesto di Venezia, affinché episodi come questo non si ripetano più.

 

L’Ordine promuove una formazione costante e vigila sull’uso di un linguaggio rispettoso, consapevole e libero da stereotipi. È evidente che episodi di questo tipo rischiano di compromettere il grande sforzo compiuto finora per costruire un’informazione più attenta e responsabile.

 

Raccontare un femminicidio significa affrontare una tragedia umana oltre che una piaga sociale, e non alimentare voyeurismo o sospetto. Nessuna donna deve essere uccisa due volte: prima

dalla violenza di chi la colpisce, poi dalle parole di chi la racconta senza rispetto.

Un cordiale saluto.

Laura BOLDRINI, coordinatrice dell’Intergruppo della Camera per le Donne, i Diritti e le Pari opportunità;

Stefania ASCARI, Ouidad BAKKALI, Elena BONETTI, Andrea CASU, Michela DI BIASE, Sara FERRARI, Antonella FORATTINI, Marco FURFARO, Renate GEBHARD, Valentina GHIO, Francesca GHIRRA, Maria Cecilia GUERRA, Simona LOIZZO, Ilenia MALAVASI, Maria Stefania MARINO, Federica ONORI, Emma PAVANELLI, Debora SERRACCHIANI, Gilda SPORTIELLO, Luana ZANELLA.

Ecco il link dell’articolo in oggetto:

https://www.dagospia.com/cronache/era-veramente-pamela-genini-29enne-ucc...

 

17/10/2025 - 11:41

“Il gruppo del Partito democratico in Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e violenza di genere ha scritto una lettera alla presidente della Commissione Martina Semenzato, per chiedere l’audizione urgente dei ministri Valditara e Roccella, per riferire sulla cancellazione dei percorsi di educazione antiviolenza nelle scuole dopo l’approvazione dell’emendamento della Lega alla Camera.

 

“Questa modifica normativa - si legge nel testo della lettera - qualora fosse confermata nel voto assembleare della Camera, introdurrebbe un gravissimo ostacolo ai percorsi educativi che rappresentano il principale strumento di contrasto al fenomeno della violenza contro le donne e ai femminicidi”.

 

Ecco il testo della lettera inviato dalla Capogruppo democratica in Commissione Femminicidio, Sara Ferrari.

 

“Egregia Presidente,

in considerazione di quanto accaduto nei giorni scorsi in commissione istruzione alla Camera dei Deputati, con l’approvazione di un emendamento della deputata Latini al ddl Valditara, con il quale si introduce di fatto il divieto di svolgere “attività didattiche e progettuali, nonché ogni altra eventuale attività aventi ad oggetto temi attinenti all’ambito della sessualità” non solo nella scuola primaria ma anche nella secondaria di primo grado, sono a chiederla a nome del gruppo del Partito Demicratico una convocazione plenaria della commissione con una audizione urgente del ministro Valditara e della ministra Roccella. Questa modifica normativa, qualora fosse confermata nel voto assembleare della Camera, introdurrebbe un gravissimo ostacolo ai percorsi educativi che rappresentano il principale strumento di contrasto al fenomeno della violenza contro le donne e ai femminicidi. Nelle numerosissime audizioni che la Commissione Femminicidio ha potuto compiere in questi due anni di lavoro, infatti ci è sempre stata rappresentata, da qualsiasi associazione, da soggetti pubblici e privati, dalle categorie economiche, da singoli specialisti e specialiste e professionisti che a vario titolo hanno a che fare col fenomeno della violenza maschile sulle donne, la necessità di promuovere e rendere strutturale all’interno dei luoghi formativi ed educativi, in primis nella scuola, l’educazione all’affettività e alla sessualità, alle relazioni corrette e rispettose, alla parità, al superamento degli stereotipi di genere, ai pregiudizi, alle discriminazioni, come azione primaria di contrasto a questa terribile piaga sociale.

La responsabilità pubblica che ci siamo assunte e assunti nel partecipare e condividere spesso all’unanimità il lavoro di questa commissione, richiede oggi che non ignoriamo quanto grave possa essere il danno che deriverebbe a studenti e studentesse se non solo non dessimo seguito a quella richiesta di promozione di educazione, ma addirittura venisse frenato quello che oggi a macchia di leopardo viene fatto nelle scuole del nostro Paese su base volontaria. Riteniamo dunque indispensabile e urgente che il ministro all’istruzione e la ministra alle pari opportunità riferiscano alla commissione di indagine su femminicidio e violenza, come intendano agire per scongiurare il rischio di questo danno non solo per le giovani generazioni, ma anche per garantire l’efficacia delle azioni di prevenzione, fondamentali per il contrasto alla violenza e il cui studio e ricerca rappresentano parte essenziale del mandato della nostra commissione”.

 

16/10/2025 - 16:36

“Da due anni a questa parte nei lavori della Commissione Femminicidio e violenza udiamo professionisti e associazioni che unanimemente individuano nell’educazione affettiva la chiave della prevenzione della violenza contro le donne. Ci chiediamo come sia possibile che le stesse forze politiche di maggioranza, che siedono in quella commissione, possano contemporaneamente approvare nella commissione istruzione la cancellazione delle pochissime esperienze di educazione sessuale che si fanno nelle scuole medie d’Italia. Siamo sconcertati da tanta ipocrisia e chiediamo che la destra dimostri di agire seriamente per il contrasto a questa terribile piaga sociale che conta già 70 vittime quest’anno. Si lavori sulla prevenzione, non eliminando ma rendendo strutturale quel che viene fatto su base volontaria dagli istituti scolastici. Non possiamo lasciare soli i giovani ad informarsi attraverso il web, va assunta una responsabilità pubblica, colmando anche la distanza con gli altri paesi europei”. Lo dicono i parlamentari del Pd nella Commissione Bicamerale Femminicidio Cecilia D’Elia, vicepresidente, Sara Ferrari, capogruppo dem, Filippo Sensi, Valeria Valente, Antonella Forattini, Valentina Ghio che chiedono alla maggioranza di ‘ intervenire con efficacia per prevenire e fare marcia indietro sull’emendamento della Lega approvato ieri alla Camera’.

16/10/2025 - 14:11

“Nel giorno dell’ennesimo femminicidio, con una giovane uccisa con venticinque coltellate, la Lega pensa bene di cancellare quei pochi percorsi di educazione sessuale esistenti nelle scuole medie del nostro Paese. È una scelta dannosa e profondamente irresponsabile”. Lo dichiara la deputata Sara Ferrari, capogruppo del Partito Democratico nella commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio.

“Abbiamo bisogno di andare nella direzione opposta. L’Italia – spiega l’esponente dem - è uno dei soli sette Paesi europei a non avere l’educazione sessuale obbligatoria a scuola. È un vuoto che pesa, perché occorre aiutare le ragazze e i ragazzi a costruire relazioni corrette e rispettose, a superare stereotipi e pregiudizi che troppo spesso sono all’origine della violenza di genere. La scuola pubblica ha una responsabilità fondamentale: non possiamo lasciare i giovani soli, a formarsi un’idea delle relazioni e della sessualità esclusivamente attraverso il web. Serve un impegno serio e strutturale, non passi indietro dettati da ideologia".

“Chiediamo al governo – conclude Ferrari – di modificare il provvedimento in discussione e cancellare questa vergogna. Contrastare la violenza contro le donne significa partire dall’educazione e dal rispetto, non dall’oscurantismo”.

 

16/10/2025 - 12:08

"Nel giorno in cui un’altra donna, Pamela, è stata uccisa, questo Governo ha scelto di togliere l’educazione sessuale dalle scuole. È una decisione grave e miope, che va nella direzione opposta rispetto a ciò che servirebbe davvero per prevenire la violenza di genere».
Lo dichiara la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, commentando l’emendamento approvato in Commissione Cultura alla Camera al disegno di legge sul consenso informato, che vieta di affrontare i temi della sessualità nelle scuole secondarie di primo grado e limita tali percorsi nelle superiori al solo consenso dei genitori.
«Una legge sul femminicidio non basta se non si affronta il problema in modo complessivo – prosegue Di Biase –. Il contrasto alla violenza maschile contro le donne non passa solo dalle misure penali: è prima di tutto una questione culturale ed educativa. Serve educare al rispetto, al consenso, all’affettività sana fin dall’età più giovane. Togliere l’educazione sessuale dalle scuole significa togliere ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze gli strumenti per capire, per proteggersi e per costruire relazioni libere e paritarie».

«Chiediamo di tornare indietro su questa norma sbagliata – conclude la deputata dem – e di impegnarsi invece a introdurre percorsi obbligatori di educazione alla sessualità. Solo partendo dalla scuola possiamo davvero cambiare le cose».

 

 

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