“Siamo ad un bilancio di 39 deceduti in carcere nel 2023, 84 nel 2022 e nel carcere a pochi km da Cagliari a Uta arriva la quarantesima vittima. Proprio nel decreto Pa2, ieri notte, il Pd aveva presentato un emendamento per rafforzare i servizi di diagnosi e cura psichiatrica, puntualmente bocciato dal governo, che preferisce dedicare risorse a coprire l’evasione fiscale. Non si può lasciare solo il sistema carcerario di fronte al dramma della forte diffusione di problemi di salute mentale. Proprio 15 giorni fa è stato il garante dei detenuti del carcere di Bancali a Sassari a denunciare la concentrazione di patologie legate alla salute mentale, senza l'adeguato supporto alle esigenze quantitativamente più elevate rispetto alla popolazione esterna. Il sistema sanitario carcerario, che fa i conti con risorse limitate e personale insufficiente, non riesce a garantire quanto serve e gli esiti di queste carenze purtroppo hanno anche esiti letali. Il governo e il
ministro della Giustizia, Nordio, in particolare, non possono continuare a girare lo sguardo dall’altra parte e considerare le carceri un luogo di punizione di cui non occuparsi”.
Lo dichiara il deputato democratico della commissione Bilancio, Silvio Lai.
Una scelta grave e incomprensibile, smentita nelle ragioni persino dal Ministro Piantedosi. L’amministrazione comunale di Cernobbio ritorni su suoi passi, per rispetto di realtà che da sempre promuovono un confronto civile e democratico su diritti, ambiente, lavoro, pace.
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati
Il gruppo Pd in commissione Esteri, prime firmatarie Lia Quartapelle ( vice presidente della Commissione ) e Laura Boldrini, ha presentato Risoluzione in Commissione
“Il governo italiano deve attivarsi immediatamente affinché l’Italia si faccia realmente promotrice di una iniziativa internazionale che, sotto l’egida delle Nazioni Unite e coinvolgendo i paesi G7 e i paesi del sud globale, metta a disposizione navi per scortare via mare i carichi di grano ucraini attraverso le acque territoriali della Bulgaria e Romania verso la Turchia.” È quanto scrivono, in una risoluzione presentata in commissione Esteri, le deputate Pd Lia Quartapelle e Laura Boldrini. Le parlamentari Dem osservano che “l'accordo che consente agli ucraini di esportare grano verso il Mar Nero, firmato tra Russia e Ucraina, con la mediazione della Turchia, è scaduto lo scorso 17 luglio, e non è stato rinnovato e la Russia ha deciso di interrompere il patto , in maniera del tutto unilaterale”. Quartapelle e Boldrini aggiungono inoltre che “la reazione della comunità internazionale è stata immediata: gli Stati Uniti, tramite l’ambasciatore alle Nazioni Unite, hanno definitivo lo stop russo all’export di grano «un atto di crudeltà». Il Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha messo in guardia sul fatto che la mossa della Russia «la pagheranno milioni di esseri umani». La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha parlato di una «mossa cinica da parte della Russia», sottolineando che Bruxelles sta lavorando «per garantire la sicurezza alimentare per le persone vulnerabili in tutto il mondo. I corridoi di solidarietà Ue continueranno a portare i prodotti agroalimentari dall’Ucraina ai mercati globali». Infine, Quartapelle e Boldrini rilevano che “con lo stop unilaterale dell’accordo sul grano, la Russia sta cercando di strangolare l’economia ucraina. L’Ucraina esporta più del 50% della propria produzione di grano via nave. Si tratta della principale voce di esportazioni del paese, che ha visto il proprio PIL ridursi del 30% a causa dell’aggressione russa. Dalle esportazioni ucraine dipende la sicurezza alimentare di più di 400 milioni di persone nei paesi più poveri dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia. Non si può permettere che la Russia- concludono le parlamentari Dem- ricatti l’Ucraina e affami le nazioni più fragili”.
“Lo Sport? Un fatto di famiglia. Questo deve aver pensato la maggioranza di destra che in queste ultime ore si è impegnata con solerzia in una serie di allucinanti decisioni: prima elimina con un emendamento di Forza Italia al decreto Pa2, il vincolo dei tre mandati per i presidenti di Federazioni sportive (chiedere informazioni a Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera e presidente - attualmente sospeso - della Federnuoto dal 2000); poi vuole posizionare nel Cda di Sport e Salute il leghista Fabio Caiazzo, su indicazione del minimistro Valditara, che in curriculum ha una radiazione dall’ente di promozione sportiva (peraltro di area politica affine) Asi; ma soprattutto indica come presidente di Sport e Salute l’imprenditore romano Marco Mezzaroma, cognato di Claudio Lotito, senatore di Forza Italia e numero uno della Lazio, con cui ha anche diviso l'esperienza a capo della Salernitana. Insomma, se l’operazione resterà tale, sarà Mezzaroma ad affittare lo Stadio Olimpico a suo cognato. Noi diciamo a governo e maggioranza: fermatevi! Prendetevi un po’ di tempo per pensarci meglio. Nessun giudizio sulla persona di Marco Mezzaroma, ma avete almeno una lontana idea di cosa sia il conflitto d’interessi? Soprattutto non pensiate che tutto ciò passi inosservato, complice la canicola di Ferragosto. Ci penseremo noi a denunciare questo metodo vergognoso, dentro e fuori dal Parlamento. E chiederemo che riferiscano in Commissione sia il ministro dello Sport che lo stesso Mezzaroma. Capiamo che questa sia l’era dei cognati, Lollobrigida docet, ma ci auguriamo che tra le stesse fila della maggioranza sopravviva un minimo sindacale di dignità”.
Lo dichiara il deputato e responsabile Sport del Pd, Mauro Berruto.
“Nel 2022 negli istituti penitenziari italiani si sono suicidati 84 detenuti, nel 2023 siamo già a 39: si tratta di numeri tragici che certificano condizioni di disagio estremo a cui uno Stato civile deve rispondere con efficacia e rapidità. Per questi motivi avevamo presentato al Decreto Pa2 emendamenti che prevedevano nuove risorse per incentivare la presenza, negli istituti di pena, di personale sanitario che fornisce servizio psichiatrico di diagnosi e cura. La destra ha però respinto questa proposta, mortificando il lavoro dei medici specialisti che operano nelle carceri, ed abbandonando i detenuti fragili a loro stessi”: è quanto dichiarano i deputati Pd in Commissione Giustizia di Montecitorio Federico Gianassi, Debora Serracchiani e Michela Di Biase.
“Ad oggi l’unica testimonianza del Ponte sullo Stretto sono i ruderi della variante ferroviaria di Cannitello a Villa San Giovanni, costata 25 milioni di euro nel 2012 con il governo di centrodestra, e che sta deturpando da anni il paesaggio e l’ambiente. Le infrastrutture moderne e funzionali sono necessarie e sarebbe sbagliato non provare a collegare luoghi che hanno bisogno di sviluppare le proprie economie e le proprie potenzialità; le fughe in avanti con l’obiettivo però di fare solo propaganda, senza essere neanche concertate con i territori e le istituzioni locali, sono però soltanto controproducenti, sprecano soldi pubblici e creano ecomostri”. Lo dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio Marco Simiani, dopo un sopralluogo insieme al senatore del Pd Nicola Irto ed alla sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti.
“Nei giorni scorsi abbiamo appreso dagli organi di informazione, a seguito di proteste da parte di parlamentari di maggioranza, che il programma dello scrittore-giornalista Roberto Saviano, "Insider, faccia a faccia col crimine",
di quattro puntate, già registrate e previste per novembre su Raitre, non sarà mandato in onda.
Noi chiediamo con forza che la Rai possa rivedere questa decisione per due ordini di motivi: il primo riguarda la rilevanza del programma di Saviano in merito all’argomento trattato “il contrasto alla mafia”, e quindi non permettiamo che vi possano essere ingerenze da parte della politica a discapito del pluralismo e della promozione della cultura e dei valori della legalità.
In secundis riteniamo che, se il programma era già in palinsesto, questo taglio comporterebbe un costo per la Rai anche in relazione alla vendita degli spazi pubblicitari, creando un vero e proprio danno erariale.
Auspichiamo quindi che la dirigenza della Rai possa ascoltare ed accogliere le nostre istanze”. Lo dichiarano i parlamentari Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai, che hanno presentato una interrogazione in tal proposito.
“Tommaso Foti chiede tempo, come se fosse un passante e non il leader del Gruppo più grande del Parlamento. Sommessamente gli ricordo che la prima volta che è arrivato il salario minimo in Aula è stato il 30 novembre del 2022, esattamente 8 mesi fa con il voto sulle mozioni. Le audizioni in commissione sono iniziate il 22 marzo, circa 4 mesi fa. Le opposizioni sono partite da quattro proposte diverse e hanno fatto una sintesi il 4 luglio, 3 settimane fa. In questi otto mesi Fratelli d’Italia e il centrodestra hanno avuto tutto il tempo di presentare una propria proposta, molto più dei 60 giorni che chiedono oggi. Quando si è discusso di tutto questo la destra dove era? In Aula e in commissione con noi e non credo dormisse”. Lo afferma il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
“La verità – prosegue - è che non vogliono parlarne perché sono contro il salario minimo per legge. Cosa che con onestà intellettuale ribadisce persino oggi il capogruppo di Fdi. Dunque il rinvio, che la destra farà votare in Parlamento, non è dettato dalla scelta di avanzare un’altra idea di salario minimo, ma dalla volontà di trascinare la nostra proposta nel porto delle nebbie di una maggioranza confusa e divisa”.
“Prima – conclude Scotto - hanno provato a sopprimerla e non ci sono riusciti, ora vogliono silenziarla per mesi portandola su un binario morto. D’altra parte, il loro nervosismo ne è la prova: sono nel pallone e fanno le vittime”.
Il Ministro Fitto sarà in Aula martedì non perché ha sentito l’esigenza di condividere la gestione del Pnrr con il parlamento, né per gentile concessione, ma su richiesta esplicita del Partito democratico. Perché il Pnrr non è del governo ma appartiene a tutto il paese e non possiamo accettare scelte sbagliate e dannose. Hanno deciso di cancellare le risorse per la messa in sicurezza e la prevenzione del rischio idrogeologico; si sottraggono fondi ai comuni accusati di non saper spendere mentre i veri ritardi sono quelli dei ministeri a partire da quello di Salvini che ha definanziato importanti opere infrastrutturali come le tratte ferroviarie Salerno-Catania e Roma-Pescara. E così, mentre assistiamo in questi giorni alle conseguenze devastanti del cambiamento climatico, prendiamo atto che al Governo Meloni non interessa niente della messa in sicurezza del territorio.
Lo ha detto in un’intervista a Skytg24 Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati
16 miliardi in meno da fondi PNRR su questioni fondamentali come la lotta al dissesto idrogeologico, conversione energetica, prevenzione alluvioni. La certificazione dell'incapacità e superficialità del Governo nella gestione del PNRR, dopo la sospensione dei 500 milioni dalla terza rata. I giorni che stiamo vivendo evidenziano i danni eclatanti causati dai cambiamenti climatici e il primo obiettivo del Governo dovrebbe essere quello di mettere in campo misure per mettere in sicurezza il Paese, invece di definanziare i Comuni sulla tutela del territorio. Ai Comuni deve essere garantito il ripristino dei fondi necessari per realizzare gli interventi programmati.
Così Valentina Ghio, vicepresidente del Gruppo dei deputati del Pd.
“Il Governo butta via quasi 16 miliardi di euro del PNRR, rinunciando ai fondi per partite cruciali come quella per il dissesto idrogeologico e la prevenzione delle alluvioni. Una scelta scellerata, un tradimento delle stesse promesse che aveva fatto la premier Meloni garantendo che non sarebbe stato tagliato un euro. Invece i tagli ci sono eccome, sono enormi e fanno male al Paese. Dopo i 500 milioni eliminati dalla terza rata, ora buttiamo via miliardi indispensabili a proteggere il territorio, realizzare collegamenti ferroviari, investire su fonti di energia sostenibili e sull’efficientamento energetico dei Comuni a cui vengono tagliati i fondi senza fornire spiegazioni. Questo Governo doveva avere una sola priorità: non mandare in fumo questa enorme e irripetibile occasione di sviluppo chiamata PNRR. Invece è proprio quello che sta facendo: gestendo in maniera vergognosa tutta la partita per mesi e preferendo dedicare tempo e energie a rave party e reato di gpa invece che allo sviluppo del Paese”.
Lo dichiara la deputata del Partito Democratico Antonella Forattini.
Oggi, accompagnata dalla consigliera provinciale Anna Spinnato, segretaria del PD di Valdobbiadene, ho visitato i territori di Valdobbiadene, di Vidor e di Pieve di Soligo, colpiti dal violento maltempo dei giorni scorsi. Ho potuto vedere di persona i danni che hanno subito le coltivazioni, sia di vite che di altre colture: così ingenti al punto che in alcune zone più esposte la grandine non ha più lasciato nemmeno una foglia. Ringrazio l'azienda vitivinicola Miotto per averci mostrato i danni che hanno subito. Ho avuto poi modo di incontrare e confrontarmi con il sindaco di Pieve di Soligo, Stefano Soldan, con cui ho condiviso la necessità che il Parlamento e il Governo diano risposte urgenti ai cittadini e alle Amministrazioni, relativamente ai ristori, in particolar modo per i danni subiti dalle auto e dalle case. Regione e Stato devono muoversi in fretta.
A Pieve di Soligo abbiamo visto i danni che la grandine ha fatto ad un liceo, l'Istituto Marco Casagrande, dove cinquanta finestre sono andate in frantumi. Per fortuna è successo in un periodo dell'anno in cui studenti e lavoratori non sono a scuola, perché altrimenti sarebbe stata una tragedia.
Ci tengo a dire, pur col massimo rispetto per ciò che è successo in altre zone del Paese, che non ci si può dimenticare del Veneto, che ha subito un durissimo colpo dalla grandine e dal vento, in ogni sua provincia. Per cui chiedo che le richieste del territorio vengano ascoltate, che qualsiasi richiesta venga dai sindaci, anche relativamente a specifici provvedimenti, venga ascoltata. Noi ci poniamo in pieno sostegno e daremo il nostro contributo in Parlamento perché la situazione della realtà del territorio della provincia di Treviso, e non solo, non venga trascurata.
Così la deputata del Partito Democratico Rachele Scarpa.
"Il fallimento del Governo nell'attuazione del Pnrr è accertato dalle notizie di oggi. Per rimediare agli errori si rinuncerebbe ai fondi per il dissesto idrogeologico. Dopo le tragedie di questi mesi e davanti agli effetti della crisi climatica sarebbe una scelta scellerata."
Lo scrive in un tweet la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase.
“Grazie agli emendamenti del Partito Democratico al nuovo Decreto Pa alcuni importanti passi avanti per rafforzare e rinnovare la Pubblica Amministrazione attraverso lo scorrimento graduatorie, ma non ancora l’abolizione per tutti i prossimi concorsi dell’assurdo limite del 20% e del corso di validità di appena 6 mesi. Continueremo a batterci in Parlamento e nel Paese per consentire a una nuova generazione costretta ormai da troppo tempo in panchina di entrare in campo al più presto.”
Così su Twitter il deputato Pd Andrea Casu a seguito della votazione in Commissione sugli emendamenti al Decreto PA II presentati insieme a Simona Bonafè, Arturo Scotto, Piero De Luca e Augusto Curti.
"Solo due settimane fa il sottosegretario Delmastro aveva dichiarato nella risposta ad un question time in commissione che il governo era disponibile alla stabilizzazione, almeno di una parte significativa dei dipendenti dell’ufficio del processo. Ma oggi in commissione il nostro emendamento al DL PA2 per la stabilizzazione ha avuto parere contrario dello stesso governo che aveva promesso di lavorare alla stabilizzazione ed è stato bocciato dalla maggioranza. Presenteremo nuovamente questo testo e confidiamo che il governo faccia chiarezza con sé stesso e voti a favore della nostra proposta": è quanto dichiara una nota congiunta dei deputati Pd Federico Gianassi, capogruppo in Commissione Giustizia di Montecitorio e Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico.
"Da inizio Legislatura sosteniamo la necessità di valorizzare migliaia di dipendenti molto qualificati che ogni giorno lavorano, a supporto dei magistrati, per aiutare il sistema della giustizia a velocizzare i processi. Governo e maggioranza hanno sempre respinto le nostre proposte ma a parole si dichiarano pronti a lavorare per la stabilizzazione. Passino allora dalle parole ai fatti": concludono.