09/07/2025
Silvia Roggiani
Braga, Bonafè, Cuperlo, D'Alfonso, De Luca, De Maria, Di Biase, Ferrari, Filippin, Forattini, Fornaro, Furfaro, Ghio, Girelli, Gnassi, Guerini, Lacarra, Lai, Malavasi, Manzi, Mauri, Merola, Orfini, Ubaldo Pagano, Pandolfo, Peluffo, Provenzano, Toni Ricciardi, Romeo, Andrea Rossi, Sarracino, Serracchiani, Simiani, Stefanazzi, Vaccari
1-00472

La Camera,

   premesso che:

    il corretto e tempestivo trasferimento delle risorse statali agli enti locali rappresenta una condizione essenziale per l'equilibrio finanziario e la piena operatività delle amministrazioni comunali, in un contesto in cui gli stessi trasferimenti sono stati ridotti mentre le funzioni assegnate agli enti territoriali e i maggiori costi di gestione delle città, dai servizi ai bisogni sociali, risultano in costante ampliamento e complessità;

    numerose segnalazioni, pervenute da parte di comuni, città metropolitane e dell'Anci, denunciano significativi ritardi, decurtazioni e incertezze nell'erogazione delle risorse dovute a vario titolo. In particolare, si evidenzia la situazione della prima rata del Fondo di solidarietà comunale 2025, la cui erogazione – prevista dall'articolo 9 del decreto ministeriale del 16 aprile 2025 – risulta a oggi solo parzialmente effettuata a causa di temporanee difficoltà di cassa segnalate dal Ministero dell'interno con comunicazione del 12 giugno. Tali ritardi, ancora in attesa di successive integrazioni sul relativo capitolo di bilancio, stanno compromettendo l'effettiva erogazione dei servizi e, in generale, il funzionamento dell'ente, dal momento che la programmazione è elaborata sulla base di previsioni che non si tramutano in flussi di cassa nei tempi stimati;

    pur essendo stati finalmente trasferiti i fondi relativi al primo e secondo trimestre 2024 del Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche – istituito dall'articolo 26, comma 6-quater, del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50 convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2022, n. 91 – persistono ritardi e incertezze rispetto al saldo complessivo annuale, che ostacolano la programmazione e la sostenibilità finanziaria degli enti. Come segnalato da Anci nella nota del 10 giugno 2025 (prot. 30/VSG/SD-25), il mancato rimborso integrale delle spese sostenute continua a determinare gravi difficoltà per gli enti e per le imprese coinvolte, con ricadute su cronoprogrammi, avanzamento delle opere pubbliche e rispetto delle scadenze previste;

    inoltre, numerosi enti locali riportano ritardi generalizzati nei pagamenti, con effetti a catena quali: mancata qualificazione come stazione appaltante; maturazione di interessi di mora; decurtazione dell'indennità di risultato dei dirigenti; obbligo di accantonamenti non spendibili; attivazione di anticipazioni di tesoreria che, se non estinte entro l'esercizio, possono generare disavanzi di amministrazione e bloccare l'utilizzo dell'avanzo libero. Tali ritardi si ripercuotono anche sull'indotto economico, colpendo direttamente fornitori e imprese esecutrici, che si trovano a fronteggiare mancate entrate, difficoltà di liquidità e conseguenti tensioni occupazionali, con un effetto domino su lavoratori e aziende dell'indotto. Un meccanismo che contribuisce ad aggravare il quadro economico generale, specie nei territori più fragili;

    ulteriori e gravi criticità riguardano il Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (Msna), la cui copertura dovrebbe essere a carico dello Stato, che per il biennio 2023-2024 registra un disallineamento strutturale tra risorse disponibili e fabbisogni comunicati dagli enti locali. Le richieste di contributo a valere sul capitolo 2353 del bilancio del Ministero dell'interno risultano di gran lunga superiori rispetto agli stanziamenti previsti, determinando l'impossibilità oggettiva di riconoscere il rimborso integrale dei costi sostenuti dai comuni;

    Anci stima un divario di oltre 80 milioni di euro per il 2023 e di oltre 110 milioni per il 2024, e ha già rappresentato formalmente, con apposite note, la necessità di rifinanziare strutturalmente il capitolo in oggetto. Tale esigenza è acuita dal consistente incremento del numero di Msna presi in carico dalle amministrazioni locali, nonché dall'aumento dei costi gestionali legati sia all'inflazione rilevata dall'Istat, sia all'adeguamento del Ccnl degli operatori sociali;

    a ciò si aggiunge l'innalzamento del contributo giornaliero pro capite da 60 a 100 euro, misura certamente necessaria per garantire standard minimi di accoglienza, ma che ha determinato un incremento diretto della spesa complessiva, in assenza di un adeguato riequilibrio finanziario da parte dello Stato;

    tale squilibrio si è tradotto, per numerosi comuni, nell'impossibilità di ottenere il rimborso delle somme effettivamente sostenute. A titolo esemplificativo, risultano non erogati oltre 10 milioni di euro al comune di Trieste, circa 8,3 milioni al comune di Bergamo, 6 milioni al comune di Genova, 2,2 milioni ad Agrigento, 2 milioni ciascuno ai comuni di Napoli e L'Aquila, e 1,4 milioni al comune di Novara;

    con crescente preoccupazione, numerosi enti locali segnalano un aumento esponenziale di minori certificati con il conseguente aggravio strutturale e insostenibile della spesa comunale per l'assistenza educativa scolastica, servizio ormai imprescindibile per garantire il diritto allo studio a studenti con disabilità certificata. Tale fenomeno, che attiene ai diritti fondamentali delle persone, richiede una valutazione sistemica sia in termini di governance istituzionale, sia di copertura economico-finanziaria;

    contestualmente, ulteriori segnalazioni pervenute da numerosi comuni evidenziano l'insufficienza delle risorse allocate sul Fondo per le politiche per la famiglia, che ha subito una drastica riduzione da 150 a 60 milioni di euro, con conseguente contrazione dei servizi estivi per minori e oneri economici insostenibili per le famiglie, in assenza di un contributo strutturale diretto a sostegno dei nuclei familiari, come già proposto in specifici atti normativi;

    ulteriori criticità si registrano sul Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, che si conferma strutturalmente inadeguato a far fronte alla crescente domanda di aiuto da parte dei nuclei familiari in difficoltà, soprattutto nei grandi centri urbani. Le risorse stanziate risultano insufficienti a coprire i fabbisogni reali, aggravando le situazioni di disagio abitativo e aumentando il rischio di marginalizzazione sociale;

    analogamente, il Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale (Tpl) presenta evidenti limiti di finanziamento rispetto all'aumento dei costi operativi e all'esigenza di garantire standard adeguati di servizio e sostenibilità ambientale. In assenza di un incremento stabile delle risorse, molti enti si trovano costretti a ridurre corse, tagliare linee periferiche o aumentare le tariffe, con forti ripercussioni sui cittadini, in particolare nelle aree interne e nei quartieri meno serviti;

    a ciò si aggiunge la necessità di rifinanziare in modo strutturale il Piano nazionale di investimenti per gli enti locali, definanziato a seguito di recenti interventi normativi e manovre di bilancio. Il venir meno di tale strumento sta determinando il blocco o la revisione di numerosi interventi già programmati, mettendo a rischio investimenti strategici in ambiti fondamentali per i territori; non risulta ancora definita la riassegnazione delle risorse sottratte agli enti locali, in particolare quelle derivanti dai ribassi di gara, a seguito della rimodulazione del PNRR operata dal Governo nel maggio 2023, che ha comportato la sospensione o il ridimensionamento di circa 1.900 interventi già finanziati in ambiti strategici – quali la messa in sicurezza del territorio, la riqualificazione viaria, l'idoneità degli edifici pubblici e scolastici – generando gravi incertezze nei bilanci comunali. Analoga incertezza si registra per altre linee di finanziamento, come quelle connesse ai mutui Bei e ai fabbisogni per l'edilizia scolastica del triennio 2018-2020, rispetto alle quali non risultano ancora definite modalità chiare di riassegnazione delle economie conseguite;

    a questo si aggiungono forti criticità in merito al mancato trasferimento del cosiddetto «contributo sindaci», istituito per compensare gli oneri derivanti dalle indennità spettanti agli amministratori locali, la cui assenza rischia di compromettere la sostenibilità economica, in particolare nei piccoli comuni;

    con riferimento al decreto-legge n. 25 del 2025, convertito con modificazioni dalla legge n. 69 del 2025, recante misure per il reclutamento nella pubblica amministrazione, si rileva l'assenza di disposizioni volte al rafforzamento della capacità amministrativa degli enti locali, in particolare per quanto concerne il personale del comparto delle funzioni locali. Ciò rischia di determinare un ulteriore ampliamento del divario retributivo con l'amministrazione centrale e di ostacolare gravemente l'attuazione del PNRR, soprattutto nei comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, che incontrano le maggiori difficoltà di accesso ai fondi istituiti a tal fine;

    i tagli disposti dalla legge di bilancio 2025, confermati successivamente dal decreto Milleproroghe, ai fondi destinati alla manutenzione straordinaria della rete viaria provinciale e metropolitana, comportano una riduzione complessiva delle risorse disponibili pari a 385 milioni di euro nel biennio 2025-2026, pari a una decurtazione del 70 per cento. Tale riduzione sta generando gravi ripercussioni sulla sicurezza stradale e sull'operatività quotidiana degli enti competenti,

impegna il Governo:

1) ad assicurare la tempestiva erogazione integrale delle somme spettanti agli enti locali per l'anno 2025, sia a valere sul Fondo di solidarietà comunale che sul Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche, garantendo la disponibilità delle risorse sui relativi capitoli di bilancio sia in termini di competenza che di cassa;

2) ad adottare iniziative volte a definire, d'intesa con le autonomie territoriali, un sistema di erogazione delle risorse fondato su tempistiche certe, vincolanti e preventivamente comunicate, in grado di garantire agli enti locali una programmazione finanziaria affidabile e coerente con gli obblighi di spesa;

3) a prevedere, nel quadro del prossimo disegno di legge di bilancio o attraverso appositi provvedimenti normativi, un rifinanziamento strutturale del Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, tale da consentire la copertura integrale delle richieste per gli anni 2023, 2024 e 2025;

4) ad adottare iniziative di competenza volte a definire meccanismi trasparenti, consultabili in tempo reale, che permettano agli enti locali di verificare con chiarezza l'importo lordo spettante, le trattenute effettuate e le somme effettivamente erogate;

5) a promuovere, in raccordo con le autonomie territoriali, un tavolo interministeriale per affrontare in modo organico e sistemico la questione del finanziamento dell'assistenza educativa scolastica e del crescente numero di certificazioni di disabilità, con l'obiettivo di garantire ai comuni un quadro di certezze economiche e normative compatibile con i diritti costituzionalmente tutelati.

Seduta del 22 settembre 2025

Intervento in discussione generale di Stefano Vaccari

Seduta del 14 ottobre 2025

Dichiarazione di voto di Silvia Roggiani