• 09/10/2025

Il caso Almasri non è solo una vicenda giudiziaria, ma un banco di prova per la credibilità delle nostre istituzioni e per il rispetto della legalità internazionale”. Lo dichiara Antonella Forattini, deputata del Partito Democratico, intervenendo in Aula durante la discussione sulla relazione della Giunta per le autorizzazioni che ha proposto di negare l’autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano per la vicenda del rilascio del generale libico Almasri.

“La decisione del governo di espellere Almasri in Libia, ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità e crimini di guerra, ha impedito la sua consegna alla giustizia internazionale. Non si è trattato di un errore tecnico – ha spiegato l’esponente dem – ma di una scelta politica consapevole, maturata ai massimi livelli dell’esecutivo, in violazione degli obblighi internazionali dell’Italia. La Costituzione prevede che l’autorizzazione a procedere sia negata solo se il ministro ha agito per tutelare un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o un preminente interesse pubblico. In questo caso, nessuna di queste condizioni sussiste. Non vi era alcun pericolo concreto per la sicurezza nazionale, né un’urgenza che giustificasse la mancata cooperazione con la Corte penale internazionale”.

“Ancora una volta – ha concluso Forattini – il Parlamento è stato esautorato e sfregiato. Non si può invocare la sicurezza nazionale per coprire una violazione del diritto internazionale. Concedere l’autorizzazione a procedere non significa emettere una condanna, ma riaffermare un principio fondamentale: nessun ministro è al di sopra della legge. La giustizia internazionale non è un optional, ma un dovere morale e giuridico. In democrazia, la forza dello Stato non risiede nella paura, ma nella fedeltà alla legge e alla Costituzione”.