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Decreto (In)Sicurezza bis La fabbrica della paura

25/07/2019

Decreto (In)Sicurezza bis

La fabbrica della paura

Lo hanno chiamato decreto sicurezza ma in realtà le sue norme sono solo una fabbrica della paura. Il titolo del decreto legge, che la Camera ha appena approvato in prima lettura, farebbe pensare, scorrendo velocemente i fatti di cronaca, che contenga norme per arginare l’aumento degli episodi di violenza ed intimidazioni da parte di gruppi di estrema destra o il diffondersi di armi quali i fucili automatici o addirittura i missili.

Niente di tutto ciò. Il decreto interviene principalmente contro due minacce enormi per l’ordine e la sicurezza pubblica: contro le ONG che perlustrano il Mar Mediterraneo per tentare di salvare dall’annegamento uomini, donne e bambini e contro chi manifesta nelle piazze il proprio pensiero.

Per questi motivi, il Partito Democratico ha votato in modo convinto contro decreto Sicurezza-bis.

LE ONG VESSATE E CRIMINALIZZATE: TRATTATE PEGGIO DEI TRAFFICANTI DI DROGA

Il ministro dell’Interno si è auto-attribuito, scippando le relative competenze al ministero delle Infrastrutture, il potere di vietare o limitare l’ingresso di navi. Cosa succede se un’ONG viola quei limiti imposti dal ministro dell’Interno che ha deciso che poche decine di persone costituiscono un pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica?

Succede che il comandante della nave e, in solido, l’armatore, incorrono in una pesantissima sanzione amministrativa che va da un minimo di 50mila euro ad un massimo di 1 milione di euro.  Per non parlare della nuova previsione dell’arresto in flagranza del comandante che contravviene al divieto e non si ferma davanti allo stop imposto dalla Guardia costiera.

LA PROPOSTA DI GIORGIA MELONI: “AFFONDIAMO LA NAVE!”, GRAZIE AD UN EMENDAMENTO DEL M5S, E’ LEGGE

Si prevede l’immediata confisca della nave che può subito essere affidata a Polizia, Capitaneria di porto o Marina militare. Quando la confisca diventa definitiva la nave diventa patrimonio dello Stato e, a richiesta, assegnata alle amministrazioni interessate oppure venduta. Se le navi non sono impiegabili e rimangono invendute per due anni vengono distrutte.

LA POLITICA DEI “PORTI CHIUSI” È ILLEGITTIMA PERCHÉ VIOLA LE NORME DI DIRITTO INTERNAZIONALE

Tale politica, se così si può chiamare, è stata oggetto di severe critiche da parte dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani che ha evidenziato la sua radicale incompatibilità con gli obblighi derivanti dalle Convenzioni sul diritto internazionale del mare (UNCLOS, SOLAS e SAR), nonché con il principio del non-refoulement.

IL MANIFESTANTE È UN POTENZIALE PERICOLO

Il governo interviene con lo strumento del decreto, in assenza di qualsivoglia emergenza, anche per modificare norme del codice penale e del codice di procedura penale, aumentando la repressione di alcuni fatti già previsti come reato allorché siano commessi nel contesto di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico.

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