La Camera,
premesso che:
1) la Commissione europea ha recentemente presentato la proposta per il nuovo Quadro finanziario Pluriennale (Qfp) relativo al periodo 2028–2034, nell'ambito della quale viene introdotto il principio del cosiddetto «Fondo unico europeo», che prevede una maggiore flessibilità nell'impiego delle risorse attraverso una centralizzazione dei programmi di spesa in capo all'Unione, riducendo la dotazione dei fondi tradizionali destinati alle politiche agricole e di coesione;
2) secondo le prime stime apprese a mezzo stampa e rese note anche dalle organizzazioni agricole, tale impostazione comporterebbe un taglio delle risorse destinate alla politica agricola comune (Pac) di circa il 20 per cento rispetto al periodo 2021-2027, con una riduzione complessiva di circa 80 miliardi di euro a livello europeo e circa 8 miliardi in meno per l'agricoltura italiana;
3) tale proposta ha suscitato una forte preoccupazione da parte delle principali organizzazioni agricole italiane che hanno espresso contrarietà sia al taglio delle risorse che al principio del Fondo unico, ritenendo che questo possa determinare, tra gli altri aspetti, un'erosione dei principi di solidarietà e coesione che storicamente ne costituiscono l'impianto fondativo;
4) una riduzione significativa delle risorse Pac potrebbe compromettere la continuità degli interventi attualmente in corso, esponendo le imprese agricole a una minore capacità di investimento e riducendo l'efficacia degli strumenti finalizzati a contrastare lo spopolamento rurale, promuovere la transizione ecologica e sostenere il ricambio generazionale;
5) l'eventuale istituzione di un Fondo unico con assegnazioni variabili in funzione di priorità definite a livello centrale rischia di indebolire i meccanismi di programmazione territoriale delle politiche agricole e di rendere meno prevedibili le risorse destinate ai Piani strategici nazionali, compromettendo anche il principio di sussidiarietà;
6) l'agricoltura rappresenta un settore strategico non soltanto per l'economia toscana e nazionale, ma anche per la tenuta sociale, ambientale e paesaggistica dei territori, in particolare in contesti fragili e marginali dove l'attività agricola assume un importante ruolo di presidio del territorio e di tutela delle risorse naturali;
7) il mantenimento di un adeguato livello di risorse europee destinate alla Pac è condizione essenziale per assicurare la stabilità e la continuità degli interventi, rafforzare la competitività delle imprese agricole e promuovere pratiche produttive sostenibili, coerenti con gli obiettivi del Green Deal europeo e con i principi della nuova programmazione;
8) alla luce del confronto in corso a livello europeo sulle nuove priorità strategiche dell'Unione e sulle ipotesi di revisione e razionalizzazione degli strumenti finanziari, appare necessario che le scelte in materia di bilancio non pregiudichino il sostegno all'agricoltura europea e la coesione tra le regioni, evitando soluzioni che generino instabilità e criticità nei territori;
9) le regioni italiane, dopo l'approvazione del Piano strategico nazionale (Psn) della Pac 2023-2027 da parte della Commissione europea, hanno progressivamente approvato i propri Complementi regionali per lo sviluppo rurale (Csr), documenti che declinano a livello locale le strategie nazionali, definendo un quadro organico di obiettivi e misure in coerenza con le esigenze territoriali, che richiede certezze in merito al quadro finanziario futuro per poter garantire la continuità delle politiche oltre l'attuale programmazione;
10) risulta pertanto indispensabile che il Governo nazionale si attivi celermente nei confronti delle istituzioni europee, assumendo una posizione chiara e propositiva volta a rappresentare l'esigenza di preservare la dotazione finanziaria della Pac, scongiurando ipotesi che possano compromettere il principio di coesione e il ruolo strategico delle politiche agricole quale leva di sviluppo territoriale,
impegna il Governo:
1) ad esprimere ferma contrarietà alle ipotesi di riforma della Pac proposte dalla Commissione europea, che prevedano il superamento della struttura a due pilastri, con la conseguente riduzione del budget dedicato al settore, andando a minare la competitività dell'agricoltura italiana;
2) ad assumere, in sede di confronto con le istituzioni europee, una posizione chiara e propositiva tesa a tutelare il ruolo strategico della politica agricola comune (Pac) rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale dell'Unione europea e a preservarne un'adeguata dotazione finanziaria nel quadro del futuro bilancio pluriennale dell'Unione europea 2028-2034, esprimendo al contempo contrarietà rispetto all'ipotesi di accorpamento della Pac in un fondo unico, che rischierebbe di indebolirne le finalità specifiche e l'efficacia territoriale;
3) a rappresentare, in tutte le sedi opportune, la necessità che le eventuali scelte di revisione del Quadro finanziario pluriennale non pregiudichino il contributo fondamentale delle politiche agricole e di coesione allo sviluppo dei territori rurali, in particolare quelli interni e montani;
4) ad adottare, con la massima sollecitudine, ogni idonea iniziativa di competenza finalizzata a garantire risorse adeguate all'intero comparto agricolo per contenere gli effetti devastanti dei dazi;
5) a promuovere, nell'ambito della Conferenza delle Regioni, una posizione condivisa volta a salvaguardare l'efficacia e la stabilità degli strumenti di intervento comunitari destinati al comparto agricolo.
Seduta del 14 ottobre 2025
Intervento in discussione generale di Stefania Maria Marino
Seduta del 15 ottobre 2025
Dichiarazione di voto di Antonella Forattini