Istituzioni

Via libera alla commissione antimafia ma parole di Donzelli indegne

01/02/2023

COMUNICATI: #Cospito #Antimafia

 

BENE IL VIA LIBERA ALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA MA LE PAROLE DI DONZELLI SONO INDEGNE

 

Nonostante la gravità di quanto avvenuto in Aula questa settimana, con le parole indegne dell'onorevole Donzelli, siamo felici di dare finalmente il via libera alla costituzione della Commissione antimafia.

È stato ricordato che la prima fu istituita con una legge del 1962. A me ha sempre colpito un dettaglio, che non è un dettaglio: quella legge portava la firma di Ferruccio Parri, padre della patria, eroe della liberazione dal nazifascismo.

Quello spirito muoveva i capilega, alcuni dei quali avevano fatto la Resistenza, che nel dopoguerra in Sicilia si battevano per i diritti dei contadini e per la legge, e per questo si scontrarono con la mafia e vennero massacrati senza giustizia e senza verità.

È per la profonda fedeltà alle istituzioni repubblicane nate da quella lotta che hanno perso la vita tanti servitori dello Stato, magistrati, Forze dell'ordine, giornalisti e, diciamolo, politici della politica più nobile, più degna, rappresentata da uomini come Pio La Torre e Piersanti Mattarella.

È questa la nostra storia e non permetteremo a nessuno di infangarla in quest'Aula.

Il 16 gennaio l'arresto di Messina Denaro ha rappresentato un momento importante di questa lotta. Ecco perché va rinnovato il ringraziamento al ROS dei Carabinieri, al procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e al suo sostituto che per anni ha coordinato le indagini, Paolo Guido.

Tuttavia, il contesto di quella cattura e ciò che sta emergendo sulla latitanza sollevano interrogativi sui quali la magistratura sta indagando e che anche la politica ha il dovere di affrontare. Intorno a Messina Denaro c'era più che un sistema criminale.

Era un sistema sociale di protezione che coinvolgeva pezzi di società e di politica che, con ogni evidenza, ancora oggi instaurano con la mafia una certa reciprocità di favori. Imprenditori dell'eolico, della distribuzione, professionisti e massoni, una borghesia mafiosa, come è stata definita. Il medico di Campobello di Mazara che lo seguiva era anche un uomo politico. Il referente di questo sistema è stato un ex senatore trapanese, Antonio D'Alì. Dare il via libera alla nuova Commissione antimafia deve avere un valore anche per tutto questo.

Nel corso di questi anni c'è stato, però, un calo di tensione politica nei confronti della lotta alla mafia. Oggi, dopo la cattura, si corre il rischio che settori di opinione pubblica non avvertano più la minaccia urgente delle mafie soltanto perché non sparano e non uccidono come un tempo.

Ma la mafia è insediata, al Sud come al Nord, nell'edilizia, nelle energie rinnovabili, nella grande distribuzione, nella logistica e nei trasporti, nella sanità privata e nel ciclo dei rifiuti. È riapparsa nelle campagne con l'intimidazione violenta per esercitare l'intermediazione impropria e, dopo la crisi, torna prepotente dai nostri commercianti con il racket e l'usura. È inserita nel circuito del gioco d'azzardo e delle scommesse online, espande le sue attività mediante l'utilizzo di valute virtuali.

Ora si sta attrezzando per mettere le mani sugli appalti pubblici legati al PNRR, e per questo vuole penetrare nelle istituzioni a tutti i livelli. 

Allora abbiamo tutti una responsabilità: non rendere questo un passaggio rituale. Rilanciamo insieme il lavoro della Commissione e il suo ruolo, che non è inseguire o, peggio, sovrapporsi allo straordinario lavoro di magistratura e Forze dell'ordine. È chiamata a un lavoro diverso, politico, comunque scrupoloso; ci deve portare a comprendere i meccanismi che hanno portato alla profonda compenetrazione tra industria della malavita ed economia, ma che sappia portare avanti anche un'opera costante di distinzione, perché, come diceva Leonardo Sciascia, se tutto è mafia, niente è mafia. 

La rottura dell'unità e della coesione che le forze politiche devono avere tutte sulla lotta alla mafia, dunque, è stato un fatto grave.

Interventi in aula