Contro i trafficanti di esseri umani

30/07/2015

Operazione militare dell’unione europea contro il traffico di esseri umani

La Camera ha approvato in via definitiva la conversione in legge del decreto-legge 8 luglio 2015, n. 99, recante disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata Eunavfor Med.

L’obiettivo di questa operazione è contribuire a smantellare il business delle reti del traffico e della tratta di esseri umani adottando una serie di misure sistematiche per individuare, fermare ed eliminare imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dai passatori o dai trafficanti, in conformità con il diritto internazionale.

Questa missione rappresenta un primo passo per spingere l'Unione europea ad affrontare in maniera attenta, consapevole e responsabile il problema del Mediterraneo che ha nella Libia il punto più nevralgico.

Eunavfor Med rappresenta il primo passo per colmare un immenso spazio vuoto nella politica e nella statualità in Libia: solo così si potrà cominciare a contenere e gestire la pressione che viene dal mondo arabo-islamico e dall'Africa si riversa sul Mediterraneo attraverso il fenomeno dell'immigrazione, dei rifugiati, di coloro che fuggono dalle guerre, dai conflitti, sia quelli arabo-islamici sia quelli africani.

La missione europea intende contribuire al contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo nel quadro di un comprehensive approach dell'Unione europea.

Il “Comprehensive Approach” di Eu Navfor Med è parte del  “comprehensive approach” europeo al fenomeno delle migrazioni, contrastando sia i sintomi correnti che le cause alle radici come i conflitti, la povertà, i cambiamenti climatici, le persecuzioni. EUNAVFOR MED costituisce un cuneo nelle reti di contrabbando, responsabili della perdita di vite nel mediterraneo nel quadro di un approccio complessivo che include uso di altri strumenti e azioni, come:

-       rafforzamento della partnership con l'Unione Africana (in vista del summit di Malta in autunno) e con le organizzazioni regionali africane, con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori, con l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati;

-       sostegno dell'Unione europea ai paralleli processi di Rabat e Khartoum; 

-       accresciuta presenza dell'Unione europea nel Mediterraneo, tramite le operazioni Triton e Poseidon di FRONTEX nel Mediterraneo;

-       accresciuto sostegno alla gestione dei confini nella regione, anche attraverso missioni di Politica di Sicurezza e Difesa Comune, in particolare rafforzando EUCAP Sahel Niger;

-       affrontare le cause remote (povertà, crisi e conflitti), anche tramite il miglioramento delle situazioni della sicurezza, umanitarie e dei diritti umani e delle condizioni socio-economiche nei Paesi di origine;

-       cooperazione con i Paesi di transito per il controllo dei flussi e per un contrasto efficace dei trafficanti;

-       costruzione di capacità nei Paesi di origine e di transito che consentano alle autorità locali di affrontare la questione in maniera più pregnante.

La decisione PESC/2015/972 del Consiglio dell'Unione europea, adottata il 22 giugno scorso ha previsto che l'operazione sia condotta per fasi successive.

Nella prima fase – che terminerà il 30 settembre, terminus ad quem della partecipazione del nostro Paese a tutta una serie di missioni internazionali, si procederà all'individuazione ed al monitoraggio delle reti di migrazione attraverso la raccolta di informazioni ed il pattugliamento in alto mare.

Nella seconda fase potranno essere effettuati, alle condizioni previste dal diritto internazionale, fermi, ispezioni, sequestri e dirottamenti di imbarcazioni sospettate di essere utilizzate per il traffico e la tratta di esseri umani in alto mare e, conformemente alle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite o al consenso dello Stato costiero interessato, nelle acque territoriali e interne di tale Stato.

Nella terza fase, infine, sempre in conformità con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite o con il consenso dello Stato costiero interessato, potranno essere adottate tutte le misure necessarie nei confronti delle imbarcazioni e relativi mezzi sospettati di essere usati per il traffico e la tratta di esseri umani, nel territorio di tale Stato, anche eliminandoli o rendendoli inutilizzabili. 

Le successive fasi di Eunavfor Med dovranno registrare necessariamente altri passaggi: la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e il negoziato finalizzato a un Governo di unità nazionale in Libia, giunto oramai in fase di chiusura. È demandato poi al Comitato Politico e di Sicurezza dell'Unione europea il potere decisionale in merito a quando effettuare la transizione tra le descritte fasi dell'operazione. 

È previsto che l'operazione operi in stretto coordinamento con altri organi e agenzie dell'Unione europea, tra cui FRONTEX ed EUROPOL.

Questa missione assume per un verso i connotati di soccorso umanitario, che si salda alla missione Mare Nostrum , per impedire le morti in mare; dall'altro lato rappresenta una missione di sicurezza che consente di evitare l'infiltrazione di terroristi attraverso tale flusso dal Sud verso il Nord, e di realizzare il contrasto il più efficace possibile ai trafficanti.

Al nostro Paese in questo ambito, anche per l'esposizione geostrategica, è stato assegnato il ruolo di nazione guida, con l'affidamento del comando delle operazioni all'ammiraglio di divisione Enrico Credendino e l'individuazione della sede del comando operativo di Roma. 

 

 

 

 
 
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