• 13/05/2021

“E’ positivo che il Governo, tramite il Ministro della Transizione Ecologica, ha sottolineato come oggi in Italia esistono già tecnologie e know-how per sviluppare processi di riciclo chimico del car fluff, come la pirolisi per la produzione di combustibili alternativi o tecnologie in grado di aumentare il valore delle plastiche presenti negli autoveicoli a fine vita grazie al riciclo in prodotti a elevato valore aggiunto. Tuttavia allo stato attuale si continua a scegliere la strada della discarica e del trasferimento fuori dal territorio italiano. La carenza di impiantistica nel nostro paese non può contraddire lo spirito delle normative europee recepite anche nell'ordinamento nazionale, anche in previsione dei target di recupero totale in materia che ad oggi sono decisamente inferiori all’obiettivo.” Così la presidente della Commissione Ambiente, Alessia Rotta, e il deputato Diego Zardini commentano la risposta al question time in commissione da parte del Ministro della Transizione Ecologica.

L'interrogazione a risposta immediata ha preso avvio dalla richiesta della società Rottami Metalli Italia di una autorizzazione alla regione Veneto per realizzare nel territorio del Comune di Sorgá, in Provincia di Verona, una mega discarica di car fluff. “E cioè in un'area caratterizzata - fanno notare Rotta e Zardini - da un’economia basata sulla qualità ambientale, dato che lì si producono culture d'eccellenza quali il riso Vialone Nano, il radicchio, le pesche, i kiwi e le mele”.

“Il rischio di produrre inquinamento è molto alto - spiegano Rotta e Zardini - perché il car fluff rappresenta la frazione principale dei residui dell'auto avviata a smaltimento è uno tra i maggiori problemi dell'intera filiera, costituendo fino al 20% del peso di un veicolo. Inoltre, consentendo queste discariche, si mette indirettamente un freno a un obiettivo fondamentale che tutti ci siamo dati e che il Governo ribadisce nella risposta all'interrogazione di oggi in commissione: incentivare il riciclo e il recupero integrale dei materiali delle automobili da rottamare”.

“Desta molta preoccupazione il risultato dell’82,6% conseguito per il reimpiego ed il recupero che è stato di oltre 10 punti percentuali inferiore rispetto all'obiettivo del 95% fissato dalla direttiva europea in materia. Questo è dovuto proprio alla rete impiantistica che non raggiunge adeguati livelli qualitativi di trattamento tali da consentire la massimizzazione del recupero e del riciclaggio. Dagli ultimi dati (2018) risulta che ben l’ 87% del materiale viene smaltito in discarica, il 12% avviato al riciclo e solo poco più dell’1% destinato al recupero energetico. Proprio per questo sarebbe bene che, prima di consentire altre discariche, si adottasse finalmente in tutto il Paese il Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti e che la Regione Veneto elaborasse un nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, così da individuare flussi omogenei di rifiuti funzionali e strategici per l'economia circolare”.