“Il settore dell'editoria è in difficoltà e non solo per la pandemia. Già ieri, nel decreto milleproroghe, sono stati presi due provvedimenti importanti (i contributi al fondo per l’editoria e a Radio Radicale) che hanno dato un segno di avanzamento delle politiche in ambito editoriale e di continuità alla risoluzione unitaria della Commissione Cultura del maggio scorso, nella quale avevamo individuato aspetti centrali sui quali intervenire. Ora però c'è da fare un ulteriore scatto in avanti, perché nel PNRR sull’editoria non c’è molto, al netto della digitalizzazione. Gli addetti ai lavori chiedono al Parlamento di colmare queste lacune e hanno offerto spunti che la commissione Cultura ha il dovere di raccogliere, sperando faccia altrettanto il governo. Perché vanno assolutamente colmate, nel PNRR, quelle mancanze relative alla tutela della stampa nazionale e locale (che è stata fondamentale durante la pandemia), manca una strategia di promozione chiara legata alla lettura, al libro, ai librai e alle biblioteche, non c'è una parte relativa ai testi scolastici rispetto ai quali si deve tendere verso una sempre maggiore gratuità e una relativa al medium radiofonico. Ma soprattutto manca una prospettiva per i lavoratori e le lavoratrici del settore, giornalisti e giornaliste che al momento vertono in una preoccupante situazione di precarietà diffusa, pericolosa per la dignità della persona e per la qualità dell'informazione. Accogliendo le necessità degli stakeholders penso che nel PNRR ogni iniziativa necessaria per salvaguardare il diritto all’informazione e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici del settore debba essere esplicitato doverosamente”.
Così in una nota il deputato del Pd, Paolo Lattanzio, membro della commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera.
“Tutte queste proposte - prosegue l'esponente dem - erano di fatto già nella risoluzione votata all'unanimità dalla commissione Cultura a fine maggio, dimostrando quindi lungimiranza. In particolare la commissione chiedeva di abbandonare la logica dei fondi a pioggia, preferendo interventi mirati e specifici in grado da un lato di migliorare la qualità dell'informazione e dall'altro la dimensione di prossimità e locale. Su quella strada dobbiamo proseguire con decisione”.
“Al prossimo sottosegretario all'editoria - conclude Lattanzio - chiediamo intanto la presa in carico immediata dei tavoli di crisi del settore, a partire da l'annosa questione dei poligrafici, non più rinviabile”.