• 20/11/2019

“Basta fake news agitate dalla destra”

“Basta soffiare sul fuoco divulgando fake news sul MES. La campagna di comunicazione di queste ore per lo Stop al MES è una tempesta in un bicchier d’acqua”.  Lo dichiara il capogruppo dem in commissione UE della Camera Piero De Luca.

“Il 21 giugno 2019 – spiega De Luca - il Vertice euro ha adottato una dichiarazione congiunta con la quale ha accolto con favore i progressi compiuti in sede di Eurogruppo in merito al pacchetto di proposte della Commissione sul futuro rafforzamento dell'Unione economica e monetaria, ed ha, in particolare, preso atto dell’accordo raggiunto sulla revisione del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità (MES), rinviando la firma finale al dicembre 2019”.

“Nel complesso – continua il deputato dem -, il nuovo Trattato presenta aspetti innovativi. Si vincola l’operatività del MES al rispetto dell'ordinamento giuridico dell'UE, si prevede finalmente la garanzia comune (c.d. backstop) al Fondo di risoluzione unico delle banche, si rafforza il dialogo con il Parlamento europeo, si stabiliscono nuove e più efficaci modalità di cooperazione tra gli organismi decisionali del MES e la Commissione per evitare rischi di azioni incoerenti e non coordinate, e, infine, vengono raddoppiate le “linee di assistenza finanziaria preventiva” introducendo una nuova ipotesi di credito precauzionale, attivabile con la stipula di una semplice lettera di intenti.

Ora, è bene operare un chiarimento: le forze politiche che adesso agitano in via strumentale proclami e dissensi in merito ad una riforma del Trattato MES hanno svolto i negoziati quando erano loro al Governo e l’hanno pienamente condivisa nei mesi scorsi.

La revisione del MES – conclude - non istituisce nessun meccanismo predefinito e automatico di ristrutturazione del debito degli Stati aderenti. Nulla di tutto ciò è previsto nella bozza finale che sarà analizzata e votata nel prossimo vertice europeo. Per cui, non vi è alcun rischio che l’entrata in vigore del nuovo MES possa contribuire ad alimentare, piuttosto che risolvere, crisi economico‑finanziarie degli Stati membri interessati”.

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