• 03/03/2020

“Il dramma che sta riguardando i profughi siriani in questi momenti drammatici obbliga tutti a uno scatto di orgoglio e responsabilità. E’ urgente che l’Unione europea intervenga subito e con decisioni forti per sanzionare chi non rispetta gli accordi stipulati e al tempo stesso per sanare le ferite che sanguinano oggi ai suoi confini. I bambini, le donne, gli anziani, gli uomini, che in queste ore stanno soffrendo al confine Nord della Siria, in Turchia, in Grecia, non possono essere abbandonati o, peggio, essere trattati senza umanità in una inaccettabile guerra diplomatica, che si aggiunge a quella sul campo nelle trincee del fronte di Idlib. La Turchia ha l’obbligo e il dovere di rispettare gli impegni assunti, mettendo da parte ogni forma ricatto politico-diplomatico. Dal canto suo, la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, dia un segnale di attenzione rispondendo positivamente alla lettera delle eurodeputate democratiche, in cui si chiede che la Commissione europea si attivi per creare un corridoio umanitario per ricollocare anzitutto i 500 minori ammassati in condizioni di precarietà nei campi profughi dell’isola greca di Samo”.

Così Piero De Luca, capogruppo dem in commissione Politiche europee alla Camera, a margine dell’audizione in Senato del ministro degli Affari europei, Vincenzo Amendola.

“L’Unione - aggiunge il deputato dem - faccia sentire forte la sua voce. Attivi i necessari corridoi umanitari subito, e tragga spunto da questa nuova emergenza per assumere decisioni ormai ineludibili sulla previsione di risorse adeguate nel prossimo Bilancio, in grado di affrontare nel complesso le politiche migratorie, e sulla riforma del sistema di Asilo e del regolamento di Dublino. Umanità ai confini esterni e solidarietà all'interno tra Stati membri. Questa sarebbe la risposta adeguata di un’Europa che sceglie di essere davvero se stessa: cioè soggetto autorevole sugli scenari internazionali, patria del diritto e della sicurezza, ma anche e soprattutto dell’umanità e dell’accoglienza per chi fugge dalla morte”.

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