• 23/06/2021

“Il via libera al Recovery Plan italiano è un momento storico di cui essere orgogliosi, che merita di essere celebrato. Per la prima volta, grazie al ruolo determinante dei Democratici in Italia e in Europa, è stata prevista l’emissione di 750 miliardi di Eurobond, nonostante l’opposizione dei sovranisti. Il nostro Paese è stato il primo beneficiario con 209 miliardi di euro, e disporrà di risorse mai viste dal dopoguerra ad oggi per avviare una stagione di interventi straordinari nella sostenibilità ambientale, nella transizione digitale, nella coesione sociale e territoriale, così come nelle politiche di sostegno alle donne, ai giovani, al Mezzogiorno. Grazie al presidente Draghi per aver contribuito in modo decisivo ad ottenere questo risultato con la sua autorevolezza”. Lo ha detto Piero De Luca, vicepresidente del Gruppo dei deputati del Pd, intervenendo in Aula durante le comunicazioni del premier in vista del Consiglio Ue.
“Nel prossimo Consiglio europeo si affronteranno questioni di grande rilevanza, partendo dall’attuale situazione epidemiologica. Per costruire una vera e propria Europa della salute dobbiamo migliorare il coordinamento tra gli Stati e rafforzare la strategia per i vaccini sostenendo, come ha fatto il presidente Draghi, la sospensione transitoria dei diritti di brevetto e la cessione delle licenze di produzione. Grazie alla richiesta dell’Italia, il Consiglio si occuperà anche di immigrazione. È giunto il tempo di definire un Next generation EU anche per le politiche migratorie fondato su condivisione delle responsabilità, umanità e sicurezza e superando finalmente il Regolamento di Dublino.
Noi democratici continueremo le nostre battaglie per un’Unione che modifichi il Patto di Stabilità, che renda strutturale il programma SURE e il Recovery plan. Siamo per un’Europa dell’equità, che ponga fine ai paradisi fiscali, eliminando l’inaccettabile dumping di troppe aziende, sulla scia dell’accordo raggiunto all’ultimo G7 su un’aliquota minima globale per la tassazione delle multinazionali. Ecco la nostra idea di Europa. E ci sono oggi tutte le condizioni per realizzarla”.

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