“I tagli agli enti locali e il commissariamento della diga di Vetto sono la prova".
“Autonomisti a parole ma centralisti nei fatti. Non può essere diversamente e lo dimostrano i tagli lineari fatti agli enti locali che ne mettono in discussione il ruolo importante nell’architrave istituzionale del nostro Paese. Ma è dimostrato anche dagli emendamenti che entrano nei decreti 'last minute' ed escludono, per un’opera importante per un territorio, come la diga di Vetto, la Regione Emilia-Romagna. La scelta di individuare un commissario per l'opera è una logica da 'amichettismo poltronaio', utile solo a distribuire incarichi ben pagati, senza tenere conto delle esigenze reali del territorio”. Così in una nota congiunta i deputati emiliani del Pd, Ilenia Malavasi e Andrea Rossi.
“La Regione Emilia-Romagna – aggiungono gli esponenti dem - ha già dato un importante contributo al progetto, con un finanziamento di 300 mila euro e un impegno diretto con le bonifiche e le agenzie territoriali. Questo governo sta tradendo il dialogo e la collaborazione istituzionale che avevano contraddistinto i progetti sotto il governo Draghi, in cui la Regione era attivamente coinvolta nella progettazione dell'opera, con una convenzione tra le bonifiche dell'Emilia centrale, la bonifica parmense, l'autorità di bacino e l'agenzia territoriale dell'Emilia Romagna per il ciclo idrico e rifiuti, grazie allo stanziamento di 3,2 milioni di euro”.
"Tuttavia – concludono Malavasi e Rossi – l’esclusione della necessaria intesa nell'individuazione del commissario avanzata da un nostro emendamento, è la dimostrazione che anche gli ultimi paladini leghisti ammainano la bandiera dell'autonomia a favore di un dirigismo centralista”.
Braga e Guerra: ancora una pagina nera
“Molto grave che il governo lasci fuori il terzo settore dalla coprogettazione degli investimenti del Pnrr per la riqualificazione sociale delle aree del paese considerate ad alta vulnerabilità sociale” lo dichiarano la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga e la responsabile economica del Pd, la deputata, Maria Cecilia Guerra al termine della seduta delle commissioni bilancio e ambiente della camera che ha esaminato il dl emergenze-Pnrr.“I commissari di governo che, secondo il decreto, dovranno predisporre piani straordinari di riqualificazione sociale per alcune aree del paese considerate ad alta vulnerabilità sociale - aggiungono le democratiche - non saranno tenuti a coinvolgere attivamente gli enti del Terzo settore presenti nel territorio nella formulazione di questi piani. Anche se sono enti che su quei territori costituiscono un presidio, in coordinamento con gli enti locali, o anche in autonomia, nelle situazioni in cui le istituzioni sono meno presenti, per il contrasto e l’aiuto al disagio sociale alla vulnerabilità e al disagio giovanile.
Bocciati gli emendamenti che abbiamo presentato come Partito democratico, e gli analoghi emendamenti presentati dalle altre opposizioni e persino di una parte della maggioranza. Il confronto con il terzo settore potrebbe fare perdere tempo, questa la motivazione ufficiale, che nasconde la solita grande arroganza di chi non conosce il lavoro sul campo, costruito con generosità e costanza, e non con interventi estemporanei, dagli enti del terzo settore. Un’altra pagina nera nelle decisioni di questa maggioranza” concludono le democratiche.
“Il Partito democratico vota contro questo provvedimento che modifica la disciplina della Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma. La criticità principale riguarda l’articolo 3 del testo, relativo agli organi della Fondazione, poiché il governo e la maggioranza hanno deciso di intromettersi pesantemente nelle nomine a discapito delle richieste che giungevano dal territorio. Infatti, a differenza delle aspettative che c’erano, non vi è stato alcun dialogo, né ascolto e si è deciso con un colpo di mano, in un mondo al contrario, quello dell'autonomia differenziata, e in una mancanza totale di rispetto per gli enti locali, di decidere d’imperio, con nomine decise unicamente dalla presidenza del Consiglio. Non solo il sindaco e il presidente della provincia non potranno nominare nessuno, ma non verranno nemmeno consultati. Si tratta di una scelta miope e arrogante. Da un lato si sventola la bandiera dell’autonomia differenziata, dall’altro si decide senza alcun confronto con il territorio, con l’obiettivo di controllare in modo ridicolo anche le nomine di una fondazione che ha una vocazione locale. Ci troviamo dinnanzi ad una volontà di potere egemonico, ad una ingordigia di potere utile solo per piazzare qualche amico, negando ogni rappresentanza alle comunità locali, che vengono completamente espropriate. Una direzione di marcia che purtroppo sta ormai contraddistinguendo questo governo e questa maggioranza, che non si occupa dei bisogni dei cittadini, ma di occupare poltrone per ampliare il loro ‘effimero’ potere”.
Così la deputata democratica, Ilenia Malavasi, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo Pd alla Ddl Modifiche alla disciplina della Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma.
Siamo in una fase storica decisiva per il futuro dell’Europa. L’Ue nasce in risposta all’orrore della seconda guerra mondiale e ci ha garantito 70 anni di pace ininterrotta nel nostro continente. Oggi la sua mission è a rischio. Siamo ad un bivio. O decidiamo di seguire la scia delle decisioni assunte durante le ultime crisi o rischiamo un’irrilevanza strutturale, se non una vera e propria implosione nei prossimi anni. In questo contesto, il Piano elaborato da Mario Draghi, da leggere insieme a quello di Enrico Letta, traccia un indirizzo a nostro avviso condivisibile per rilanciare l’Europa. Ci dispiace che la maggioranza abbia fatto una scelta gravissima non depositando nessuna mozione al riguardo. Com’è possibile che governo e maggioranza che non abbiano una posizione su un documento così importante per il futuro dell’Europa?
L’idea di fondo del Piano Draghi è di rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa, aumentare la competitività con una nuova strategia industriale, rafforzare la sicurezza e la difesa comune, ridurre le dipendenze: sono obiettivi decisivi per colmare il divario nei confronti di Stati Uniti e Cina, ma anche per difendere il nostro modello sociale di welfare, ed assumono il carattere di “una sfida esistenziale per l’Unione”. La domanda che vi rivolgiamo da tempo è semplice: in quale parte della storia ha deciso di collocarsi il governo Meloni? Non è più tollerabile l’ambiguità. La premier ha deciso di seguire le azioni politiche di Trump che mirano ad indebolire e disgregare l’Europa o le indicazioni del rapporto Draghi che propongono di rafforzarla e rilanciarla? Questo è il punto centrale. Non ci sono vie di mezzo. Noi non abbiamo dubbi su quale sia la parte giusta della storia. E vi ribadiamo che se avete deciso di stare con gli sfascisti europei, con i sovranisti di Vox e Le Pen, con i nazionalisti austriaci o l’ultradestra neonazista di AFD, ci troverete contro a fare le barricate politiche perché non vi consentiremo di distruggere l’Europa.
Così il capogruppo Pd in commissione Affari Europei della Camera, Piero De Luca, intervenendo in Aula.
Dichiarazione di Marco Simiani, deputato Pd
“Le reazioni scomposte di Fratelli d’Italia sulla Legge sul Fine Vita approvata dalla Regione Toscana fa emergere tutte le contraddizioni della destra e la loro palese incapacità a governare. Il testo, non solo rappresenta un punto di equilibrio tra diritto alla cura e rispetto della volontà individuale, ma colma un vuoto normativo che il Governo Meloni è palesemente incapace di affrontare. La destra parla di promuovere la vita, dimenticando che suoi autorevoli esponenti plaudono la deportazione dei migranti e le violenze sui detenuti; la destra parla di Incostituzionalità nonostante calpesti in ogni occasione la Carta: dall’Autonomia differenziata al Premierato, dalle celebrazioni nostalgiche al Parlamento ridotto ormai ad un passacarte del governo; la destra parla di cultura della morte nonostante abbia tagliato come non mai nella storia Repubblicana le risorse per la sanità. La Regione Toscana ha avuto il coraggio di legiferare e questo coraggio purtroppo, Fdi, “se non ce l'ha, mica se lo può dare”. E ‘ quanto dichiara il deputato Pd Marco Simiani replicando al deputato e vice coordinatore regionale toscano di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti.
“Nei primi 11 mesi del 2024 le morti sul lavoro sono state 1418, di cui 1055 sul luogo di lavoro e il resto in itinere. Una contabilità tragica e drammatica per cui non bastano ne’ le commemorazioni ne’ le parole di sdegno. Perché non sono una tragica fatalità ma eventi che si possono e si debbono evitare. Oggi dopo il passaggio al Senato, discutiamo della disposizione che introdurrà l’insegnamento dei principi in materia di sicurezza sul lavoro a scuola, nell’ambito dell’educazione civica. Ma nessuna norma come questa sarà sufficiente se prima non si sarà garantito un quadro normativo generale di tutele della sicurezza dei lavoratori”. Lo ha detto in Aula alla Camera Irene Manzi, capogruppo dem in commissione Cultura, annunciando il voto di astensione del Partito Democratico alla proposta di legge sull’introduzione delle conoscenze in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica.
“La scuola – ha proseguito l’esponente Pd - serve a diffondere sempre di più la consapevolezza dei diritti e dei doveri, dei principi irrinunciabili della cittadinanza responsabile e dei diritti fondamentali riconosciuti ai cittadini. E’ importante che gli studenti e le studentesse possano, sin dai primi gradi di istruzione, conoscere ed essere consapevoli dell’importanza e della centralità del tema della sicurezza sul lavoro. Perché questa sarà una consapevolezza che li accompagnerà per tutta la vita. Ma questa disposizione, se non inserita in una cornice complessiva che riguarda il lavoro e gli interventi per la sicurezza sul lavoro, rischia di essere soltanto un provvedimento episodico”.
“L’istruzione – ha concluso Manzi - è un settore troppo importante per il futuro del Paese e non necessita di interventi spot spesso frutto della notizia di cronaca del momento. Non siamo all’anno zero, va anzi valorizzato quanto di positivo si è realizzato nelle scuole grazie agli strumenti offerti dall’autonomia scolastica. La disposizione approvata oggi a invarianza finanziaria rischia di essere solo un intervento episodico, poco efficace rispetto alle esigenze di ascolto e protagonismo del mondo della scuola. La scuola va ascoltata, va resa protagonista”
“La riforma dell’ordinamento di Roma Capitale con l’attribuzione e di poteri di rango legislativo è una battaglia condotta dal Pd da sempre. Anche dai tempi dei governi Berlusconi che nulla fecero per favorirla. Ma adesso guardiamo al futuro. Ci sono le condizioni per una riforma costituzionale mirante ad attribuire maggiori poteri e risorse alla Capitale come avviene in tutta Europa. Una riforma che deve essere concordata con il Campidoglio e non può essere legata né al premierato né all’ autonomia differenziata, se si vuole portarla a termine con un largo consenso parlamentare. Una riforma per Roma ma che potrebbe essere estesa anche alle altre due grandi città italiane di vocazione internazionale come Milano e Napoli”.
“Dalle risposte date al question time odierno, sembra che finalmente il ministro Calderoli si sia arreso alla realtà dei fatti: la sua legge è bella che defunta. Preso atto di questa ‘ammissione di colpa’, c’è solo da augurarsi che il ministro non stia preparando un altro attentato alla Costituzione con questo nuovo disegno di legge. A tal proposito è bene che tenga a mente la sentenza per intero: i decreti legislativi che il governo adotterà non saranno immuni dal giudizio della Consulta. Calderoli ci pensi bene prima di fare nuove figuracce”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera.
“Se Livorno perde la sede della Banca d’Italia non saranno penalizzati soltanto i dipendenti e le loro famiglie costretti a trasferirsi, ma l’intera comunità. Si tratta di un territorio che inevitabilmente subirà una drastica riduzione della vigilanza sulla trasparenza e sulla correttezza dei comportamenti degli intermediari bancari e finanziari, nonostante sia tra i primi posti in Italia per finanziamenti attivi in rapporto alla popolazione e crescano ovunque truffe e raggiri a danno dei consumatori". E' quanto dichiara il deputato Marco Simiani, sulla prossima chiusura della sede della Banca d’Italia di Livorno.
"Senza dimenticare - continua il capogruppo Pd in Commissione Ambiente - che con questa chiusura in Toscana rimarrebbero soltanto due filiali: quella di Firenze e quella di Arezzo (specializzata nel trattamento del contante). Quattro mesi fa avevamo chiesto al Ministro Giorgetti di intervenire, nel rispetto dell’autonomia della Banca d’Italia, per evitare queste criticità ma la nostra interrogazione parlamentare non ha avuto ancora risposta. Evidentemente il governo parla di Banche soltanto quando si tratta di poltrone o di privatizzazioni per fare cassa”.
“L'intervento di Paolo Gentiloni rilancia un obiettivo fondamentale per il futuro dell'UE. Di fronte alle sfide e alle minacce attuali è giunto il tempo di mettere insieme investimenti e impegni politici anche nella sicurezza e difesa comune, per garantire l’autonomia strategica dell’UE, per assicurare la tenuta della nostra democrazia e del nostro modello sociale. La risposta non è da rinvenire in maggiori interventi nazionali privi di coordinamento e quindi inefficaci. Servono risorse su scala comunitaria che sostengano acquisti congiunti, ricerca e innovazione tecnologica, creazione di infrastrutture e competenze europee. Rafforzare l'integrazione europea in tutti i settori strategici, tra cui anche questo così delicato e sensibile, è l'unica strada possibile se vogliamo proteggere davvero gli interessi dei nostri cittadini e delle nostre comunità nei prossimi anni”.
Lo dice Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politica europee alla Camera, commentando l’intervento di Paolo Gentiloni su “La Repubblica” in cui rilancia la proposta di istituire fondo comune per la difesa.
“L’anno giudiziario 2025 si apre in un clima di angoscia e preoccupazione per le pessime riforme che il governo e la maggioranza stanno portando avanti e per i continui attacchi frontali scagliati contro la magistratura. La destra sta utilizzando il suo potere per inquinare la democrazia e l’ordine costituzionale, portando il Paese verso una pericolosa deriva securitaria e panpenalistica. La magistratura deve mantenere la sua autonomia e indipendenza e noi vigileremo affinché non sia minata dai quotidiani tentativi di delegittimazione di questo governo”. Così Marco Lacarra, deputato barese del Pd e componente della commissione Giustizia, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario celebrata presso la Corte d’Appello di Bari.
“La riforma della giustizia con la separazione delle carriere è un atto emulativo fondata su un presupposto falso. Con la riforma Castelli e ancor di più con la riforma Cartabia, il numero di magistrati che passano da una carriera all’altra è risibile, intorno all’1 per cento. È invece chiaro l’intento punitivo nei confronti di una categoria che la destra ha sempre osteggiato. La discussione parlamentare è stata una farsa, con l’opposizione che ha tentato inutilmente di spiegare le ragioni della contrarietà, e la maggioranza che ha assistito in silenzio ai lavori. È grave che la destra non abbia trovato il coraggio di dire apertamente che questa riforma è solo l’anticamera della sottomissione della magistratura requirente all’esecutivo. In tutti i Paesi in cui esiste la divisione delle carriere, i Pm sono soggetti al potere esecutivo. Tutti tranne il Portogallo. Quindi o la gloriosa tradizione giuridica italiana ha deciso di uniformarsi a quella portoghese, oppure siamo di fronte a un colpo di mano preoccupante sotto il profilo costituzionale. È incredibile che, pur di inseguire i feticci politici di Bossi sull'Autonomia e Berlusconi sulla Giustizia, la destra stia sottoponendo il sistema democratico e costituzionale ad uno stress senza precedenti, creando divisioni e contrasti.”
Così Claudio Stefanazzi, deputato leccese del Partito Democratico, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025 celebrata presso la Corte d’Appello di Lecce.
“Sulle linee programmatiche segnalo che noi abbiamo lavorato in questi anni come Pd e consideriamo doveroso farlo per rafforzare l’Europa, consolidare il percorso e il processo di integrazione europea. Sa bene che alcuni partner di questo governo in Europa e Trump oltreoceano lavorano per indebolire l’Europa. Dazi, disinvestimento in difesa, passi indietro sul clima, passo indietro sulle fonti energetiche. Tutto questo rischia di minare l'integrazione europea. Come si colloca l’Italia in questo quadro? Noi ci chiediamo se vogliate difendere il futuro dell’Europa lavorando con i partner europei oppure immaginando un dialogo bilaterale che rischia di fare esplodere in mille pezzi la UE. Teniamo che il vostro obiettivo sia il secondo e siamo molto preoccupati. Finora il governo ha ottenuto un bilancio in Europa fallimentare: accordo al ribasso sul patto di stabilità, il Mes non è stato ancora ratificato e questo sta minando la credibilità del Paese oltre che la stabilità dell’eurozona e la difesa dei risparmi delle famiglie e dei risparmiatori europei, sui migranti non avete ottenuto una soluzione a Bruxelles e siete stati costretti a ricorrere a un escamotage pietoso con l’accordo con l’Albania anticostituzionale e anti europeo. Noi riteniamo doveroso lavorare per una mare nostrum europea, per canali regolari di accesso, redistribuzione tra i partner con il superamento del regolamento di Dublino. Voi avete un’idea di programma di lavoro europeo sulle migrazioni? A quando adozione dei provvedimenti attuativi sulla Bolkestain su cui avete fatto passi indietro rispetto alla vostra demagogia? Rafforzare l’Europa significa rafforzare la sua autonomia strategica, beni pubblici europei. Volete affidarvi a Starlink di Musk o lavorare per rafforzare i progetti delle infrastrutture comunitarie? Volete rafforzare l’Europa sociale e della salute? Voterete in futuro che il Next Generation UE diventi strutturale? Vi aspettiamo al varco su tutti questi temi”.
Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche europee, nel corso delle comunicazioni del Ministro Foti sul PNRR e le politiche di coesione sulle relative linee programmatiche.
“Chiedere di uscire dall’oms è semplicemente da irresponsabili. La Lega sta assumendo derive davvero preoccupanti. La tragedia del covid ha insegnato che la vera prevenzione sanitaria là si può fare solo a livello internazionale, così come la ricerca e l’utilizzo in sanità di potenzialità quali l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione. L’oms poi nelle sue finalità persegue un obiettivo della Salute del futuro. Solo una visione medioevale, contro la scienza vera, può portare a richieste di questo tipo. Solo il non aver capito nulla dalla vicenda Covid può pensare di aumentare l’autonomia regionale in sanità invece che perseguire una vera cooperazione e internazionale. La presidente del Consiglio, il Ministro della salute cosa ne pensano?”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli Deputato Pd componente della commissione affari sociali della camera a seguito dell’annuncio da parte della Lega di una conferenza stampa per uscire dall’OMS
“Da ieri le sponde dell'Atlantico sono più distanti. Giorgia Meloni ha scelto dove stare, andando con una missione inutile a omaggiare colui che si è presentato come il padrone del mondo. Ma presto dovrà decidere: quando ci sarà da difendere l'interesse dell'Italia di fronte alla minaccia di una guerra commerciale che colpisce gli interessi europei e quindi, anche i nostri, Giorgia Meloni dove sarà? Costruirà l'autonomia strategica dell'Europa o parteciperà al disegno trumpiano di disintegrazione dell'Ue? Lasciamo lei con Elon Musk e i saluti romani, noi stiamo da tutt’altra parte. Siamo dalla parte del diritto internazionale, della democrazia e la pace, dello sviluppo e della coesione dell’Europa. Perché è quello il vero interesse nazionale”. Così il deputato dem Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Partito Democratico, intervistato sui canali social dei deputati Pd.